2 ottobre 2011

No.6 CAP 8 ITALIANO

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Volume 2

CAPITOLO 3
Peccato e Santità


Gli umani sono mutaforma; posseggono una corruzione non di questo mondo.
Ihara Saikaku, 'Saikaku's Tales from Various Provinces' [1]


La pendenza da cui Shion era scivolato risultò essere un enorme pilastro piegato su di un fianco. Dopo una più attenta ispezione, notò che la base del pilastro era scolpita con le figure di diverse donne avvolte in abiti sottili e lucenti. Fondamenta di metallo arrugginito erano tutto ciò che restava di quello che probabilmente doveva essere stato un soffitto con arcate e numerose rampicanti appassite erano attaccate fragilmente ad esse. Il muro era collassato interamente e qua e là erano sparpagliati grossi detriti di tutte le dimensioni.
  Se avesse accidentalmente battuto la testa contro uno di questi...Shion rabbrividì.
  La scena davanti a sé era qualcosa che Shion vedeva per la prima volta. Era impossibile trovare un edificio così dilapidato in No.6. Ciascun edificio era costruito per uno specifico scopo, con efficienza e funzionalità come uniche priorità. Resti come questi, alla deriva del tempo, in balia del vento e della pioggia, erano sinonimo di un'illusione e non un prodotto della realtà.
  Tirò un sospiro e lasciò vagare lo sguardo per l'area circostante. Il vento sferzava il paesaggio come in una danza violenta. Proseguendo nel suo viaggio verso un lento declino, una porzione del muro esplose in un rumore secco e scricchiolò crollando davanti agli occhi di Shion.
  “Nezumi” chiamò. Non era una invocazione di aiuto. Era il semplice desiderio di chiamare il suo nome. “Sei qui, vero? Vieni fuori”
  “Stai diventando più acuto” disse una voce proveniente da qualche parte verso l'alto. Shion guardò su per trovare Nezumi seduto sul davanzale di una finestra diversi metri sopra la sua testa. Della finestra stessa non restava nulla tranne il telaio. Il vuoto rettangolare, bordato di nero, sembrava una bocca sbadigliante sulla faccia del muro in rovina, completamente aperta per permettere ad un grido di sfuggire.
  Nezumi saltò giù dalla sua posizione a diversi metri di altezza, atterrando in piedi sul soffice terriccio.
  “Hai il passo leggero” commentò Shion.
  “Onorato dei vostri generosi complimenti, vostra Maestà”
  “Impressionante” punzecchiò Shion. “Per non parlare di quanto straordinariamente veloce riesci a sparire quando finisci in una situazione difficile”
  Nezumi scrollò leggermente le spalle ed eruppe in una leggera risata.
  “Hai persino imparato ad essere sarcastico. Davvero impressionante anche tu. Hai fatto progressi, eh?”
  “Avrò fatto esperienze valide per dieci anni in quel mercato”
  Nezumi sventolò la mano in modo fiacco davanti al volto di Shion.
  “Ricapitolando, sei stato quasi abbattuto da una pistola, sedotto da una donna, sei inciampato su di un morto e un vecchio ci ha provato con te. Beh, immagino che per un signorino come te valgono almeno dieci anni, ma...”
  “Hm?”
  “Sei davvero migliorato a fuggire” disse Nezumi con approvazione. “Molto meglio dell'ultimo tentativo col grassone”
  “Il becchino vuoi dire?”
  “Yup. Sembrava che il vecchiaccio fosse molto interessato a te. Ad essere onesti penso che saresti stato finito se fosse riuscito a trascinarti in quella tenda”
  “Per questo sei scomparso incredibilmente veloce”
  “Non mi faccio coinvolgere in problemi inutili” rise Nezumi silenziosamente. “Ma hai fatto un buon lavoro nel crearti una via di fuga. Lascia che te lo dica, però, gente come quella non si arrende facilmente. E con quell'aspetto ti fai già abbastanza notare di tuo. Fossi in te farei molta attenzione”
  “è con la mia più umile gratitudine che accetto i vostri consigli, vostra maestà”
  “Oh caro, e anche le tue risposte sono migliorate” Nezumi scoppiò a ridere a voce alta questa volta, ma delicatamente. Il cane era sdraiato sul pavimento, dimenando la coda da un lato all'altro. Lo squallore del mercato sembrava come un sogno. Una silenziosa quiete pervadeva il luogo come se le montagne di detriti fossero capaci di assorbire tutti i suoni intorno a loro.
  “Nezumi, dove ci troviamo?”
  “Prova a indovinare”
  “Non ne ho idea...sembra che un tempo, questo dovesse essere un edificio molto grande...”
“E' un hotel. Tempo fa si trovava un ospedale poco lontano da qui. E accanto un teatro, penso... nemmeno io conosco un granché su questo posto”
  Un hotel, un ospedale, un teatro...
  “Allora questa era davvero una città decente”
  “Credo di sì. Voglio dire, non so nemmeno io cosa voglia dire esattamente città decente, ma probabilmente non c'erano cadaveri in ogni angolo. Almeno all'epoca”
  “All'epoca?”
  “Prima della costruzione di No.6”
  Shion non era sorpreso. Si aspettava una cosa simile. Richiuse le dita contro il palmo.
  “Conosco la storia di No.6 e come è stata creata. È stata una delle prime classi che ho frequentato”
  "Mm-hmm" rispose Nezumi sbrigativamente.
  “Una serie di guerre a larga scala erano esplose in tutto il mondo verso la fine del secolo scorso. È successo prima che nascessimo. Come risultato dell'enorme quantità di bombe e armi biologiche che erano state usate, la terra ne uscì completamente distrutta e il clima fortemente deteriorato. La maggior parte delle terre emerse, con l'eccezione di pochissime, persero tutta la capacità di sostenere la vita umana. Vi fu una grande quantità di vittime. Coloro che rimasero, si ripromisero di non combattere mai più, e in quelle regioni che si erano salvate dalla distruzione, fondarono sei Città Utopiche. E no.6 era una di queste”
  “Questo è quello che tu hai imparato”
  “Già”
  “Ed hai sempre creduto che fosse tutto vero?”
  “Questa è la verità a cui ci è stato insegnato a credere”
  “Ricordi cosa hai detto nel giorno in cui ci siamo incontrati la prima volta?” disse Nezumi. “Hai detto che non credi che No.6 sia perfetta”
  “Sì”
  “Era una menzogna?”
  “No” rispose Shion. “Lo penso onestamente. Ma prima che ti incontrassi non mi ero mai reso conto di questo. Ti ho incontrato...ed è stato allora che ho finalmente capito”
  Aveva incontrato Nezumi e l'aveva compreso. Aveva finalmente udito la voce della sua coscienza stridere mentre combatteva contro le sue catene. Si era sempre sentito soffocato. In No.6 aveva tutto, aveva cibo in abbondanza, un letto caldo e completo accesso a cure mediche a portata di mano. E non era tutto...a due anni, quando era stato riconosciuto come un individuo top ranking negli esami, aveva acquisito il privilegio di vivere nel lussuoso quartiere di Cronos. Tutti i suoi residenti avevano accesso a trattamenti di prima classe in molti aspetti.
  Prima di incontrare Nezumi in quella notte tempestosa nel suo dodicesimo compleanno, era stato circondato da tutto ciò che potesse desiderare, tutto di prima qualità. Ma quel giorno, fissando la finestra e la pioggia che brontolava all'esterno, quello che Shion aveva sentito era un impulso distruttivo che lo bruciava dall'interno.
  Si era sentito insopportabilmente oppresso. Come un animale in un recinto che istintivamente si scaglia contro la grata, Shion voleva liberarsi dalla gabbia invisibile che lo intrappolava. Una voce era risuonata nella parte più profonda del suo subconscio.
Questa è una facciata.
Qui ti è dato tutto.
Ma in realtà non hai nulla.
Non puoi vivere più qui.
Allora scappa.
  Infrangila
Distruggila
Distruggere cosa?
Tutto.
Tutto?
Quando la voce dentro di sé si era sovrapposta con le parole di Nezumi, Shion aveva finalmente compreso. Non conosco la verità. Non so nulla.
Lo sguardo di Nezumi scivolò lontano da Shion mentre gli dava le spalle. Shion lo afferrò per il braccio.
  “Nezumi, voglio che tu me lo dica”
Dimmi la verità. Non una menzogna o una scusa a caso. Fammi conoscere la sua vera forma...della Città Santa, di No.6.
Le sue dita furono scacciate rudemente.
  “Non sono la tua balia. Se vuoi la verità, allora scoprila da solo”
  Era stato scacciato di nuovo. Non importa quante volte provava ad afferrare Nezumi, veniva sempre allontanato. Crudelmente respinto. Ma ancora, Shion continuava ad allungare la sua mano.
  Il cane si stava strofinando contro le sue gambe. Era talmente magro che le costole sporgevano di fuori, ma anche così era caldo. Molto caldo. Il calore di qualcuno vivo.
  “Sei dispiaciuto per me, per caso?”
  Il cane piegò le orecchie marroni. Per un momento Shion ebbe l'impressione che gli stesse sorridendo. Il cane, poi, si portò pigramente al fianco di Nezumi. La sua mano accarezzò gentilmente il capo del cane.
  “Allora sei gentile con i cani, huh”
  “I cani non fanno i bambini”
  “Ma i cani non possono cucire”
  “Cosa?”
  “I cani non possono suturare una ferita. Ho notato che il kit di sutura è ancora intatto nella cassetta del pronto soccorso. Se dovessi averne bisogno di nuovo, ti ricucirò la ferita, non sei contento?”
  “Oh, ma grazie” disse Nezumi sarcasticamente. “La tua offerta è cosi grandiosa che mi sta mandando brividi per tutta la schiena. Non hai idea di quante volte quella tua espressione sia tornata nei miei sogni dopo quel giorno...”
  “Ero cosi magnifico?”
  “Sorridevi a trentadue denti! Avevi l’aria di uno che stava vivendo il momento migliore della sua vita. Ogni volta che l'ho rivisto in sogno ho avuto gli incubi”
  “Beh, era la prima volta nella mia vita che facevo una sutura. Ricordo di essere stato molto eccitato. Dimmi” disse Shion entusiasticamente. “I punti li hai estratti da solo?”
  “Ovviamente. È stato più facile che preparare una zuppa”
  “Ha lasciato un segno?”
  “Si, ma non te la mostrerò”
  Shion allungò le labbra in un broncio.
  “Non essere spilorcio”
  “Attento a dove metti i piedi” Interruppe Nezumi a voce alta.
  “Ci sono delle scale, saliamo”


  Il sole stava tramontando e l'oscurità avanzava. Una larga parte delle scale era crollata come il muro e quello che vi rimaneva girava verso l'alto in un amplia curva in senso orario. Qui il soffitto era ancora intatto. Originariamente doveva essere stato bianco e sebbene la maggior parte di esso si fosse ormai scrostato, pezzi di intonaco bianco restavano appesi qua e là. Un candeliere era sospeso sulle scale e con sorpresa di Shion era relativamente intatto.
  “Allora questo posto era davvero un hotel”
  “Lo è ancora”
  “Huh?”
  “Questo posto viene ancora utilizzato come un hotel”
  “Impossibile”
  Sbucarono al di sopra delle scale dove vennero accolti da una larga camera vuota. Si trattava probabilmente della vecchia lobby. Lì, alcune larghe vetrate erano incastonate nei muri dal pavimento al soffitto.
  Le lastre di vetro nella metà superiore erano infrante e sparpagliate sul pavimento, ma nella parte inferiore restavano ancora intatte. Alcuni tendaggi strappati e sbiaditi pendevano senza vita dall'alto. Le rampicanti, fattesi strada attraverso le finestre rotte, si erano saldate ostinatamente ai muri, intrecciate come una rete di capillari, da cui si staccavano le foglie che andavano ad aggiungendosi al fitto strato già presente sul pavimento.
  Grazie ad una luce fioca, Shion era riuscito a ricostruire la scena nonostante la regnante oscurità. Proveniva da una candela che stava bruciando in cima ad un tavolo in pietra.
  “Nezumi, non senti uno strano odore?”
  “La candela che brucia, forse?”
  “No, non di tratta di cera. Sento un odore...quasi come di animali...”
  Nezumi sorrise.
  “Hai fatto davvero una lunga strada. Il tuo naso si sta affinando. Ora proviamo a lavorare sulla tua vista. Guarda bene....”
  “Ah"
  Un'ombra si mosse nell'oscurità dove le luci non arrivavano. Non si trattava di un umano. Aveva quattro zampe, due orecchie a punta e stava ringhiando minacciosamente.
  “Un cane” Sussurrò Shion.
  Era un grosso cane, ricoperto di pelo corto e marrone, con un bagliore fiero negli occhi. Nella sua gola risuonava basso un ringhio. Shion indietreggiò di un passo.
  “Non è solo” aggiunse Nezumi.
  C'era una nota di divertimento nella sua voce...stava godendo della reazione di Shion. Shion resistette alla tentazione di girarsi e guardarlo storto. Non era il momento per una cosa simile ora.
  Con il primo cane alla guida, diversi altri cani di tutte le dimensioni, taglie e colori stavano emergendo dall'oscurità. Erano ben lontani dalla tipica definizione di animale domestico. Erano sporchi, gli occhi brillavano crudelmente e le zanne erano scoperte.
  “È la tana di cani randagi?”
  “Potrebbe essere. Cosa vuoi fare? Scappare? Se non decidi subito ti squarceranno la gola”
  Il cane marrone gli si avvicinò cautamente. Aveva smesso di ringhiare. Gli si portò accanto silenziosamente ma con fare sicuro, senza mai abbassare lo sguardo.
  Shion guardò dritto nel paio di occhi caramello dello stesso colore del pelo. Oltre la luce selvaggia, in quegli occhi risiedeva qualcosa di sorprendentemente gentile. Shion ne riusciva a percepire la presenza.
  Intelligenza?
  Shion si accucciò sulle gambe. I vetri rotti scricchiolarono sotto le ginocchia ricoperte di jeans. Nezumi fece un gesto impaziente. Shion non si mosse e accucciato al pavimento guardò il cane negli occhi.
  Il cane si fermò, restando perfettamente immobile davanti a lui. Aprì le fauci, tirando fuori la lingua e leccò la punta del naso di Shion. Poi si sdraiò per terra e sbadigliò. Anche gli altri cani cominciarono a muoversi per conto proprio. Alcuni si leccavano, altri si sdraiarono sul pavimento; altri ancora cominciarono ad annusare intorno e nessuno di loro sembrò più preoccuparsi della presenza di Shion.
  “Ho passato la prova a quanto pare…” sorrise Shion guardando Nezumi. Nezumi fece schioccare la lingua voltandosi dall'altra parte.
  “Possibile che non ti hanno fatto paura?” Disse acidamente.
  “Certo che sì. Ma non avevo mai sentito di un cane randagio che accendeva candele”
  Nezumi tirò su col naso in derisione. “Ma se non hai nemmeno mai visto una candela in vita tua”
  “L'ho appena fatto per la prima volta. Era più brillante di quanto mi aspettassi, però. Hey, Nezumi, ci vive qualcuno qui?”
  Si sentì una risata. Echeggiò per le rovine, dissolvendosi nell'oscurità.
  “Lieto di avervi qui, ospiti”
  Era stata sicuramente una voce umana, ma non era in grado di capire a chi appartenesse. La voce riecheggiava da così tante direzioni da risultare impossibile definirne la provenienza. Rimbalzava e si sovrapponeva all'infinito. Ascoltarla gli metteva le vertigini.
  “Smettila di perdere tempo con queste sciocchezze” Nezumi si abbassò, raccolse un pezzo di macerie e lo lanciò nel buio nella direzione da cui era arrivato il cane. Sebbene inghiottito dall'oscurità, poté sentire ugualmente il rumore dell'oggetto che colpiva il pavimento.
  “Attento” Il fulcro della voce si arrestò in un unico punto nel buio. Era una giovane voce. Nel mare di nero inchiostro che li circondava, oscillava una debole luce.
  “Un modo alquanto violento di accogliere qualcuno, Nezumi. Non sei per niente educato”
  “Potresti usare un po' di buone maniere anche tu, se questo è quello che chiami un normale modo di accogliere un ospite”
  In loro direzione, una figura si stava facendo strada tra i cani con un candeliere. Anche alla luce della candela, la persona sembrava essere immersa nel buio.
  I capelli lunghi fino alla vita, gli occhi, i pantaloni strappati alle ginocchia e il largo pullover erano tutti neri. Anche la sua pelle era scura.
  Era un ragazzo? Una ragazza?
  Shion non riusciva a capire. Il mento appuntito dello sconosciuto e gli occhi arrotondati gli ricordavano quelli di un piccolo roditore. Era piccolo e minuto, e gli arrivava alle spalle.
  “Lui vive qui” disse Nezumi. “Non conosco il suo vero nome. Tutti lo chiamiamo Inukashi”
  “Come...presta cani?”
  “Esattamente” rispose lo sconosciuto. “Prestare cani è il mio mestiere. Piacere di conoscerti, Shion” Inukashi sorrise. Shion era sorpreso.
  “Conosci il mio nome?”
  “Sono molto veloce nell’apprendere quello che succede qui intorno. Finché ho i miei cani è un gioco da ragazzi ottenere informazioni da queste parti. Conosco il tuo nome e so che hai preso a calci nei coglioni il becchino prima di venire correndo qui. Questo qui mi ha raccontato tutto”
  Il cane denutrito, accanto Inukashi, agitò la coda.
  “Sai parlare con i cani?”
  “Parlo con chiunque, purché non siano uomini. Di qualsiasi informazione hai bisogno, sentiti pure libero di venire da me” Inukashi allungò la mano con un sorriso. Indossava un grosso anello d'argento. Si intonava bene con la sua pelle scura.
  “Piacere mio” Shion protese a sua volta la mano.
  Era da tanto tempo che non stringeva la mano a qualcuno. Fin ad ora, le sue esperienze nel West Block si erano limitate a fuggire, gridare e vagare per le strade.
  Il viso di Inukashi era sincero ed affettuoso, gli ricordava quello di un cucciolo.
  Sentì un dolore aguzzo nel palmo della mano.
  “Agh!”
  Shion ritirò la mano velocemente. Alla base dell'indice, c'era una piccola ferita della dimensione di un ago. Il sangue fuoriuscì lentamente, attraverso il palmo della mano, riunendosi in un singolo nastro scarlatto. Pensò di sentire le punta delle dita indolenzirsi.
  Inukashi scoppiò in una risata stridula gettando in dietro la testa.
  “E questo a cosa lo devo?”
  “A cosa lo deve, mi chiede!” si vantò Inukashi. “Ahah, che sorpresa! Sei caduto dritto nella trappola di quella stretta di mano e ti arrabbi con me chiedendo ' a cosa lo devo?' Classico”
  Inukashi mostrò il palmo a Shion e piegò leggermente le dita. Dal centro dell'anello faceva capolino un piccolo ago. Quando distese le dita si ritrasse di nuovo.
  “E' stato usato per anni come arma per assassinii. Beh, il modo corretto di usarlo sarebbe di ricoprirne la punta di veleno. Ma non ho fatto niente di simile, rilassati”
  Shion premette forte alla base del dito. Si leccò le labbra asciutte e aprì la bocca.
  “Perché lo avresti fatto?”
  “Oh cielo” disse Inukashi esageratamente. “Ora mi chiede perché lo avrei fatto?”
  Lo sguardo di Inukashi si spostò su Nezumi, che restava lì in silenzio.
  “Non gli hai insegnato proprio niente su come sopravvivere qui?”
  “Non è una mia responsabilità”
  “Lo hai raccolto e portato a casa, no? Se raccogli un cucciolo devi prenderti cura di lui per bene. Si renderà utile un giorno”
  “Non ne sarei tanto sicuro”
  Inukashi rise di nuovo.
  “Se non si rivelerà tale, potresti sempre mangiarlo. O forse...” Lo sguardo di Inukashi si spostò sui capelli di Shion. “Ha dei capelli interessanti. Ha avuto problemi o cosa?”
  Nezumi sollevò gli angoli della bocca verso l'alto e rispose brevemente.
  “Tanti problemi quanto i cani che hai tu. Troppi da contare”
  “Uh-huh. Quindi le chiacchiere erano vere. Stai tenendo davvero un giovane come animale da compagnia” La faccia di Inukashi divenne seria e fissò Shion da capo a piedi. Uno sguardo spavaldo ed arrogante. Il cane scheletrico improvvisamente si sollevò dal pavimento e latrò una volta. Due piccole palle di pelo marroni sbucarono dall'oscurità. Erano dei cuccioli, probabilmente di un mese o due. I nasini e le code erano macchiati di bianco. Il cane scheletrico si sdraiò di nuovo, mostrando la pancia. I cuccioli si attaccarono ai seni, con i sederini tondi che si muovevano da un lato all'altro.
  “Wow, dei cuccioli!” esclamò Shion. Accarezzò gentilmente le schiene dei piccoli per non dar loro fastidio mentre mangiavano. “Wow, Nezumi, guarda. Sono così soffici. Perché non provi ad accarezzarne uno anche tu?”
  “No, grazie”
  “Ma guarda, sono dei cuccioli. Allora tu sei una mamma, huh. Dev'essere stata dura per te, crescere tutti questi piccolini”
  Inukashi corrugò le sopracciglia e si allontanò leggermente da Shion.
  “Ma che gli prende a questo qui? Come diavolo fa ad avere una conversazione seria con un cane? È uno squilibrato o cosa?”
  Nezumi puntò alla tempia.
  “Gli manca qualcosina qui dentro. Gli viene naturale”
  “Gli viene naturale, huh? E perché ti stai prendendo cura di un tizio così strambo?”
  “Come ho detto ha avuto dei problemi. Potrebbe non sembrare ma è abbastanza bravo con le mani. Riesce addirittura a eseguire piccoli interventi”
  “Non mi importa cosa può fare, non mi servirebbe comunque. Non sarebbe altro che un peso morto”
  “Nemmeno io avrei potuto dirlo meglio” rispose Nezumi. “Allora, hai controllato quella cosa che ti ho chiesto?”
  “Certo. Un lavoro è un lavoro. Andiamo di sopra” Inukashi prese il candelabro nella mano e scomparve nel buio. C'erano altre scale. Come quelle di prima, salivano in alto in una curva gentile. Queste, tuttavia, non erano ridotte male fino a quel punto. I detriti erano stati in parte rimossi, abbastanza per permettere ad una persona di passarci.
  “Oh...” Mormorò Shion sorpreso, emergendo in cima alle scale.
  Un corridoio stretto correva dritto davanti a loro. In un angolo c'era una persona rannicchiata, con accanto un paio di cani. Avevano un lungo pelo bianco ed erano accucciati vicino alla persona come per proteggerla. Shion strizzò gli occhi e riuscì a mettere a fuoco diversi gruppi di persone e cani rannicchiati insieme.
  Inukashi, alle sue spalle, rispose alla sua tacita domanda.
  “Sono i miei clienti”
  “Clienti?”
  “Questo posto era un hotel e lo è ancora. Si dice fosse piuttosto famoso, ma ora è solo un posto dove la gente può passare la notte per una manciata di soldi, se non hanno un posto per dormire. Abbiamo anche dei letti. Se hai i soldi posso prepararteli”
  “E i cani?”
  “Li affitto per il calore. Qui può fare parecchio freddo di notte, ma non è così male se ti rannicchi con un cane o due come loro. Non rischierai di morire congelato, almeno”
  “Quindi il nome 'prestacani' è dovuto a questo”
  “I cani sono utili anche per altre cose. Raccolgono informazioni, fanno la guardia alle proprietà e riportano oggetti. Fanno di tutto. Probabilmente sono molto più utili di una testa vuota come te”
  Nezumi schioccò la lingua.
  “Quella è la mia battuta”
  Alla fine del corridoio si trovava una porta di legno. Oltre di essa c'era una piccola camera, con un basso soffitto e senza finestre. Al centro un tavolo rotondo. Inukashi vi posò il candelabro e distese una vecchia mappa sulla superficie del tavolo.
  “Questa mappa su cui Nezumi ha messo le mani risale ad una ventina di anni fa. Questo qui è il mio hotel e LK-3000 dovrebbe essere da qualche parte qui intorno”
  “Il Latch Building non è segnato sulla mappa,” aggiunse Nezumi. “Ho chiesto a Inukashi di cercarlo”
  Nezumi sfiorò la mappa con un dito. Un gesto casuale ma di raffinata eleganza. Era un movimento calcolato e costruito alla perfezione, perfettamente conscio degli occhi che lo guardavano.
  “Cosa?” Nezumi inclinò il capo allo sguardo di Shion.
  “No...ho solo pensato che a volte ti muovi davvero in modo elegante”
  “Huh?”
  “A volte i tuoi gesti sono davvero affascinanti. Non potevo evitare di fissare”
  Inukashi li fissò alternando lo sguardo tra i visi di Nezumi e Shion.
  “Come puoi dirgli in faccia una cosa simile?” chiese incredulo. “Nezumi, questo tipo è davvero incurante. Come fai a sopportarlo?”
  “In qualche modo...”
  “Shion, non sai che lavoro fa questo qui?”
  “No”
  Inukashi allungò il palmo della mano verso Shion.
  “Se mi paghi te lo dico io. Vendere informazioni è un altro dei miei affari”
  “Non ho alcun soldo”
  “Cosa? Non ne hai? Nezumi, ti stai prendendo cura di un vagabondo squattrinato?” Gli occhi di Inukashi si restrinsero. “Quindi ha i capelli strani, è una testa vuota, stringe mani senza pensarci due volte e non ha soldi...Nezumi, da dove lo hai tirato fuori?”
  “Tu cosa pensi?”
  “Sono io che lo sto chiedendo”
  “Smettila di perdere tempo” scattò Inukashi. “Quello che deve pagare qui sei tu”
  Nezumi tirò fuori un piccolo sacchetto dalla tasca.
  “Tieni”
  Il contenuto del sacchetto ricadde sulla mappa. Era un piccolo topolino grigio.
  “E' un micro robot. Ha riconoscimento audio e video e sensori di registrazione ed è equipaggiato con una batteria a ricarica solare. Una carica lo fa durare trentasei ore. Può muoversi anche in posti dove i tuoi cani non possono arrivare. Mi dicevi di volerne uno, no?”
  Inukashi fece di sì con la testa senza parole. Muoveva la testa su e giù in modo esagerato come avrebbe fatto un bambino.
  “Lo stai dando davvero a me?”
  “Sì. Se le tue informazioni lo valgono”
  Nezumi ripose il topolino ed infilò di nuovo il sacchettino in tasca.
Il tono di voce di Inukashi accelerò.
  “Ok. Salterò direttamente alla conclusione. Latch Building non esiste”
  “E' tutto quello che hai?”
  “Ovviamente no. Non esiste, ma c'è qualcosa con quel nome”
  “Latch Building?”
  “Latch Bill, ed è il nome di un quotidiano. Molto tempo fa esisteva la redazione di un quotidiano che rispondeva a quel nome, proprio dietro questo hotel. Andò in banca rotta e venne demolita per costruire un parcheggio per questo posto. Accadde prima che disegnassero quella mappa, ecco perché non era segnata”
  “Quindi Latch Bill 3F significa..."
  “Significa terzo piano dell'edificio della redazione del giornale, allora..."
  “Allora?”
  “Non ne ho idea" disse Inukashi bruscamente. “E' impossibile che io sappia cosa poteva esserci al terzo piano di un giornale che lasciò gli affari venti anni fa o giù di lì. Dovresti incontrare direttamente qualcuno legato a quel posto”
  “C'è qualcuno legato a quel posto?”
  “Sì. So dove si trova un tipo che ha avuto a che fare con il Latch Bill. E questo tipo ha anche interessanti legami con No.6. Ascolta attentamente..."
  Nezumi si sporse in avanti, Shion deglutì.
***
  No.6 era avvolta nel rosso bagliore del tramonto. Niente era più splendido del tramonto di tardo autunno. L'uomo si lasciò scappare un sospiro soddisfatto.
  Che bellezza, che scena sublime. Il Parco Forestale, solo alcuni giorni prima, mostrava ancora un vivido contrasto tra le foglie che cambiavano colore e quelle ancora verdi, ma ora la maggior parte degli alberi aveva perso le sue foglie. Era un tipo di bellezza tranquillo, di una natura che si stava preparando con calma all'avvicinarsi dell'inverno.
  Aveva radunato qui tutto il culmine della scienza moderna; la natura era sotto il suo controllo e la Città Utopica definitiva era a un passo dal suo completamento. La gente era fortunata nel riuscire a nascere, crescere e vivere fino a tarda età entro le sue mura. Erano i prescelti.
  Qui non esisteva una cosa come la sventura. Anche gli uragani occasionali che colpivano la città erano un'abbondante risorsa di irrigazione per i campi agricoli e i pascoli nei blocchi Est e South.
  Ormai mancava ben poco. Un ultimo sforzo e la terra degli Dèi sarebbe stata finalmente completa. Un'Utopia, abitata dai prescelti. Mancava ancora poco.
  “Devi amare davvero molto la vista da qui” Disse una voce alle sue spalle con una punta di divertimento.
  “Non sei d'accordo con me?”
  L'uomo che aveva riso scosse la testa in negazione. Indossava un camice bianco da laboratorio.
  “Preferisco il micro universo. Il mondo dei batteri, microbi, neuroni, macrofagi, virus. Quando arrivi a qualcosa come i virus, sei alla scala del nanometro. Puoi vederli solo attraverso un microscopio. Sono davvero bellissimi, sai? Le cose davvero belle sono quelle impossibili da guardare ad occhio nudo. È davvero misero quello che l'occhio umano è in grado di mostrare”
  “è sempre stato il tuo mantra, non è vero? Continui a ripetere quelle parole dacché ricordi”
  “Sì, è il mio immutabile mantra”
  “E bevi ancora caffè lungo prima e dopo cena”
  “è un'altra mia immutabile abitudine”
  “E ora? Penso sia il momento” L'uomo sollevò la tazza realizzata su ordinazione. Il caffè rimaneva fumante e fragrante come appena versato, grazie ai meccanismi al suo interno. L'uomo in camice da laboratorio si leccò il labbro inferiore. Era un'abitudine di quando era immerso nei suoi pensieri.
  “Stai dicendo che servirebbero più campioni” disse.
  “Ancora in vita”
  “Sì, abbiamo raccolto già alcuni campioni di cadaveri, ma non posso dire che siano abbastanza. Ne servono di più”
  "Se vuoi, posso trovare un modo per procurarteli. Quanti te ne servono?”
  “Il numero, in base a ciascuna condizione secondo sesso, anni e malattie avute, te lo comunicherò in seguito”
  “Sarebbe fantastico. Allora, riguardo quello vivo? Vuoi che faccia i preparativi per prelevarlo?”
  “No, mi serve ancora tempo”
  “Perché?”
  “I dati dei campioni raccolti sono ancora incompleti. Stiamo ancora analizzando e registrando tutto negli archivi. Voglio prima risolvere questo problema”
  “Ci stai impiegando molto tempo. È inusuale”
  “Se potessimo farlo pubblicamente, le cose proseguirebbero più velocemente. Ma operare di nascosto ci farà consumare il doppio del tempo. Voglio che tu lo tenga a mente. Inoltre, saremmo dovuti entrare nello stadio del campione vivo solo dopo aver completato il database dei campioni morti. E' stata un'occorrenza inaspettata...dobbiamo investigare sul perché è successo in questo stadio. Ci vorrà del tempo...”
  “Lo so” concesse l'uomo. “Non ti sto mettendo fretta. Assicurati che tutto venga portato a termine con attenzione, perfettamente. È tutto connesso alle future basi di No.6. Sì...e questo è il pezzo finale”
  “Il pezzo finale per rendere questo posto la Città Santa nel vero senso della parola, hmmm.”
L'uomo col camice rise. “Brindiamo al grande leader” Sollevò leggermente la tazza di caffè.
  “E un brindisi alla grande mente dietro tutto questo” L'uomo sollevò a sua volta il bicchiere. Ci fu un momento di silenzio. L'uomo col camice parlò con voce leggermente più bassa.
  “Ma pensi si possa procedere davvero?”
  “In cosa?”
  “Prelevare il campione vivo. Ho sentito che un certo Topo è con lui”
  L'uomo posò la tazza sul tavolo e si asciugò la bocca con le dita.
  “E' solo un topo. Non dovrebbe essere un grande ostacolo”
  “Se puoi prendere vivo anche lui...sono interessato a lui.”
  “Vuoi provare ad tagliarlo in due?”
  "Un'autopsia, hmm. Sarebbe divertente. Mi piacerebbe investigare ogni angolo del suo corpo, ma prima...abbiamo bisogno di più campioni”
  L'uomo col camice si alzò improvvisamente e iniziò a camminare sullo spesso tappeto senza emettere suono. Camminava impazientemente, prendendo larghe falcate con le mani dietro la schiena. Era una sua cattiva abitudine che aveva fin da quando era ragazzo. Seguendo i movimenti dell'altro con lo sguardo, l'uomo sprofondò nella sedia della sua scrivania.
  “Sì, quello è il problema maggiore” continuò l'uomo con il camice. “Il numero totale di campioni scarseggia. Ne serve un numero maggiore, Fennec” Fennec era un soprannome che gli era stato dato fin da giovane. La volpe del deserto. Ha il corpo più piccolo e le orecchie più larghe della sua specie. Le sue orecchie, che possono arrivare a misurare fino a quindici centimetri, non sono solo adatte a rilasciare calore efficientemente, ma possiedono anche abilità uditive affinate, capaci di individuare una cavalletta che salta sulla sabbia. Aveva anche sentito che, al contrario della sua apparenza innocua, la volpe del deserto possiede un'indole crudele.
  Non gli era mai piaciuto particolarmente come soprannome. Non lo utilizzava né era stato chiamato così da tempo. Lo aveva quasi dimenticato. Ma non sentiva più la stessa repulsione come quando era giovane. In qualche modo gli ci era anche affezionato.
  Fennec, la volpe del deserto, non male.
  “Non abbiamo nemmeno abbastanza campioni viventi. Ne vorrei almeno due, no, tre o anche di più a disposizione. Ma potrebbe essere difficile...”
  L'uomo col camice continuava a mormorare tra sé, e il suo passo aumentò velocemente. Non si curava minimamente di quello che aveva intorno. Probabilmente era stato sempre così da quando era giovane. Le sue ricerche e i suoi esperimenti, le sue speculazioni e la sua soddisfazione personale. Riguardava sempre solo lui. Non aveva mai mostrato interesse verso cose all'infuori di se stesso. Non aveva mai mostrato alcun attaccamento al potere, né ai soldi o alle donne. Non aveva bisogno della fede, della filosofia o della morale nella sua vita. Un cervello dalla rara intelligenza e dall'anima vuota...
Motivo per cui è ancora più utile.
L'uomo seguì la figura in camice da laboratorio con lo sguardo e sorrise.
Non mi serviresti a nulla con un'anima. Se l'avessi, sarebbe solo per dichiarare la tua lealtà verso di me.
L'uomo col camice si fermò.
  “Facciamolo”
  “C'è un grande rischio di fallimento, comunque...”
  “Fallimento e sacrifici sono tutte cose attraverso cui dobbiamo passare per guadagnare il progresso. Non preoccuparti, riusciremo a superarle per raggiungere il nostro obbiettivo”
  “Immagino tu abbia ragione”
  “Andiamo a cena allora, che ne dici? Probabilmente non ti interesserà molto, ma è già tutto preparato e l'agnello sarà il pezzo forte. Ho anche un buon vino per accompagnarlo”
  “E un caffè dopo il pasto?”
  “Certo, ma ti prego, almeno togliti il camice mentre mangiamo”
  L'uomo diede un leggero colpo sulla spalla a quello col camice. Poi lanciò uno sguardo veloce alla scena fuori dalla finestra. Oltre i vetri doppi e puliti cominciavano a brillare le stelle.
***
  “Ci siamo”
  Nezumi arrestò la sua marcia. Si trovavano davanti ad un edificio di tre piani. Certo, il palazzo somigliava molto di più ad un edificio, rispetto alle rovine che costituivano l'hotel di Inukashi, ma per quanto riguarda il cadere a pezzi, non erano poi così distanti.
  Era facile pensare che l'arcata all'ingresso e il muro di pietrisco rosso avessero originariamente un'aria pomposa, ma ormai erano strangolati da radici, sbriciolati in alcuni punti ed irradiavano una sensazione di disfacimento. Nezumi sollevò il mento.
  “Sembra che qualcuno sia in casa”
  C'era una luce in una delle finestre centrali del terzo piano. Dalla sua brillantezza, era probabilmente una lampada elettrica. Il che significava che c'era corrente elettrica in quell'edificio.
  Spinsero la porta di legno ed entrarono. Nel primo e secondo piano non trovarono alcun segno di occupanti. Le scale, anch'esse di legno, scricchiolavano fortemente ad ogni passo.
  Se le informazioni di Inukashi erano esatte, lì viveva un ex reporter del giornale Latch Bill.
  Salirono fino al terzo piano. Uno spiraglio di luce filtrava attraverso una crepa della porta di legno aperta in corridoio, tappezzato da un fitto strato di polvere. Nel bagno di luce, giacevano abbandonate diverse bottiglie di vetro vuote. Era facile determinare cosa fosse stato il loro contenuto in precedenza. Shion non aveva bisogno nemmeno di prenderne una ed esaminarla, visto il forte odore di alcol di cui l'aria era impregnata. In un angolo del corridoio lontano dalla luce, c'erano accatastate alla rinfusa delle pile di fogli, legate in fasci, e numerose lattine vuote giacevano sparse intorno. La porta da cui fuoriusciva la luce era l'unica pulita e ancora integra, sebbene fosse indubbiamente molto vecchia. Shion sollevò la mano per bussare, ma Nezumi gliela trattenne.
  “Cosa c'è?”
  “No, è solo...c'è una strana aria”
  “Aria? Cosa vuoi...”
  Prima che Shion potesse terminare la frase, udirono un grido dietro la porta. Apparteneva ad un uomo. Poco dopo un mobile veniva spostato con rabbia. Una voce femminile stava urlando rabbiosa e improvvisamente si sentì il fracasso di vetri rotti.
  “Sembra qualcosa di serio. E ora cosa pensi di fare, Shion?”
  “Che intendi per ora?”
  “Sembra siano impegnati al momento. Dovremmo tornare un altro giorno?”
  “Nemmeno per sogno”
  “Lo immaginavo”
  Ci fu di nuovo un forte rumore. La voce profonda di un uomo gridò chiedendo aiuto. Shion tentò di irrompere all'interno della stanza, ma Nezumi lo trattenne ed aprì la porta.
  La stanza era ben illuminata da una larga lampada. Era la luce più brillante che Shion avesse visto da quando era aveva messo piede nel West Block. La luce irradiava ogni angolo della stanza. Accanto alla finestra si trovava un largo tavolo e contro il muro c'era un sofà in tessuto piuttosto modesto. Il pavimento era ricoperto, anche in questa stanza, da fogli e libri raccolti in pile o gettati qua e là alla rinfusa. Ma questi erano tutti dettagli che aveva notato con seconda occhiata nella stanza più tardi. Quello che Shion aveva visto immediatamente oltre la spalla di Nezumi erano due persone avvinghiate l'una all'altra. Si trattava di un uomo ed una donna. L'uomo indossava i pantaloni ma la parte superiore del corpo era nuda. La donna era vestita completamente in nero. I capelli, tagliati sopra le spalle, erano anche essi neri. Si trovava a cavalcioni su di lui, l'orlo della gonna con lo spacco era scivolato in su rivelandone le gambe. Aveva un corpo sinuoso e ben formato. Un viso arrotondato, naso tondo e occhi tondi. Il suo volto era teso.
  La donna portò in alto la mano destra.
  “Aiuto!” chiamò l'uomo. Shion si rese conto che la donna stava stringendo un coltello tra le mani. Nezumi fece schioccare la lingua con uno tsk.
  “Tu buono a nulla!” strillò la donna. Nezumi si mosse in un attimo. Senza emettere alcun suono, in un lampo, stava stringendo il polso della donna intenzionata a colpire.
Le portò in dietro il polso senza proferire parola.
Il coltello cadde rumorosamente al suolo. Shion lo raccolse velocemente. Notò un fodero rosso nel suo campo visivo, lo sollevò di riflesso e vi ripose la lama, sentendosi finalmente sollevato.
  “Che diavolo fai?” Strillò la donna con una voce stridula. Era ricaduta indietro sul sedere trascinata da Nezumi.
“Non credo che una signora dovrebbe sventolare in aria un giocattolino come questo. È pericoloso” Disse Nezumi con calma.
  “Lasciami in pace. Non sono affari tuoi. Questo buono a nulla, questo sacco di merda di un puttaniere merita di morire”
  La donna scoppiò in lacrime sul pavimento. Stringendo ancora il pugnale, Shion fissava la schiena incurvata della donna. Non aveva idea di cosa fare. Non c'era nulla nei suoi manuali che spiegasse come comportarsi in situazioni simili. Nezumi si inginocchiò davanti a lei e gentilmente iniziò ad accarezzarle la schiena, scossa dai singhiozzi. Il tono di voce si fece un quieto sussurro.
“Non piangere. No...piangi invece. Piangi fino a quando ti sentirai meglio. Continua pure a piangere..."
  La sua voce gentile suonava come una dolce ninna nanna. Il suo sussurro era profondo e tranquillizzante e si insinuava nell'anima di Shion come il suono della pioggia che filtrava nella loro stanza sotto terra. Poteva vedere l'agitazione della donna arrendersi alla magia di quella gentilezza e quella tranquillità dal potere di spazzare via tutto. Tuttavia negli occhi di Nezumi non vi era traccia di quella stessa gentilezza o tranquillità. Dopo aver dato un veloce sguardo intorno alla stanza, il suo sguardo si posò sull'uomo di mezza età che boccheggiava ancora mezzo nudo sul pavimento, poi i suoi occhi si spostarono su Shion ancora imbambolato, ancorato sul posto. Shion avanzò di un passo.
  “Uhm...Lei è Rikiga-san? La persona che lavorava per il giornale Latch Bill?”
  L'uomo si sollevò traballando e iniziò a rivestirsi con una camicia gettata sul sofà. Anche se non esattamente obeso, era piuttosto in carne intorno alle spalle e la vita. Una cicatrice bianca correva diagonalmente lungo la scapola destra.
  “Uh...abbiamo sbagliato persona?” chiese Shion incerto. “Siamo venuti qui perché avevamo sentito che qui avremmo potuto incontrare un certo Rikiga-san...”
  “È la persona giusta, invece”
  Era stata la donna a rispondere. Il suo viso era un disastro, inzuppato di lacrime, sudore e moccio, ma aveva almeno smesso di piangere.
  “Questo bugiardo buono a nulla si chiama proprio così. Tempo fa era un giornalista, ma ora è una squallida scusa di un uomo ridotto a pubblicare squallidi giornaletti porno per pagarsi da bere”
  “E chi è che ha avuto un attacco isterico quando è stata scaricata da questa scusa di persona, huh?” rispose l'uomo che era stato chiamato Rikiga.
  “Di cosa stai parlando?” gli strillò nuovamente la donna. “Sei tu che hai detto di volermi sposare!”
  “E ti sto dicendo, sono sorte delle complicanze e non posso sposarti più”
  “Quali complicanze?”
  “Beh...ah, uhm...vedi....”
  “Se hai intenzione di prendermi in giro, abbi almeno la decenza di pensare ad una scusa valida. Non sono una persona con cui scherzare”
  Alimentata dalle sue stesse parole, l'ira della donna minacciava di bollire nuovamente. Senza preavviso si avventò su Shion, con il respiro accelerato.
  “Ridammi il mio coltello!”
  “No. Non posso farlo..." resistette Shion. “Si fermi, la prego, è pericoloso”
  “Ti ho detto di ridarmi quel dannato affare! Quali 'complicanze', uhm? Sentiamole, le tue scuse. Non posso credere che mi stai trattando così. Ti ammazzo!”
  “Adesso basta, faccia attenzione..."
  Nezumi si alzò in piedi, in un passo si portò al fianco di Rikiga e gli mise una mano sulla spalla.
  “Padre, diventerà la nostra madre d'ora in poi?”
  La donna si immobilizzò. La bocca aperta, le sopracciglia contratte.
  “Padre?”
  Nezumi fece segno con la testa con uno sorriso affezionato.
  “Sì. Siamo i suoi figli”
  “Tu...avevi dei bambini? Non ne avevo mai sentito niente prima d'ora”
  La voce della donna si fece alterata. Rikiga sbatté gli occhi.
  “Nostro padre e nostra madre si sono separati tanto tempo fa” spiegò Nezumi. “Ma la mamma è morta lo scorso mese e così siamo venuti a vivere con nostro padre. Avevamo già sentito che nostro padre aveva un'altra donna. Ma ha detto che avrebbe rinunciato a sposarsi perché noi tre potessimo vivere di nuovo come una famiglia. Giusto, Shion-niisan?” [nii-san= fratello in giapponese]
  “Huh?”
  “Siamo venuti fin qui per cercare nostro padre, vero?”
  “Cosa? Oh. Sì, è così. Siamo i suoi figli, piacere di conoscerla”
  Rikiga tossì per schiarirsi la voce un paio di volte.
  “...Ecco come stanno le cose. Loro sono i miei figli, devo prendermene cura io adesso... crescere questi due da solo. Vivere diventerà più difficile. Non potevo mettere anche te in una situazione simile, tesoro. Io ti amo, ti amo tantissimo. Ma questi ragazzi hanno bisogno del loro padre... non posso importi questo peso e chiederti di diventare la loro madre. Non ho avuto scelta se non quella di chiederti di rompere con me”
  “Quindi le cose stanno così...”
  “Sì...più o meno”
  La donna si passò una mano tra i capelli e sospirò. “Allora è così”
  “Proprio così”
  La donna passò per la seconda volta la mano tra i capelli, poi raccolse il cappotto e il borsello dal pavimento. Guardò Shion e tirò leggermente indietro il mento.
  “Hai dei capelli strani. È una parrucca?”
  “Oh, uhm...sono sorte alcune complicanze...”
  “Altre complicanze? Tale padre tale figlio, dovete amare davvero molto le vostre complicanze. Oh beh, e va bene. Se le cose stanno così, romperò con te. Come se avessi voluto davvero un uomo di mezza età con dei figli a carico”
  La donna sventolò energeticamente la mano.
  “Addio, allora. È stato divertente finché è durata”
  La porta si chiuse. Shion lasciò scivolare il coltello dalle mani, sudate per il nervosismo.
  Rikiga sollevò la sedia, la posizionò dritta sul pavimento e iniziò a raccogliere i pezzetti di vetro sparsi per terra. Probabilmente dovevano aver contenuto una qualche bevanda, poiché il loro contenuto aveva lasciato un alone sul tappeto che emanava un odore di alcol, talmente forte, da far sentire male Shion.
  “Buon Dio, di certo si è lasciata andare" brontolò Rikiga. “È stato divertente finché è durata? Uhm? Metter su una faccia figa all'ultimo minuto, cavolo”
  Rikiga guardò alternatamente Shion e Nezumi e sorrise.
  “Mi avete salvato dal patibolo. Prima di tutto permettetemi di ringraziarvi”
  Aveva spalle larghe e forti e un'altezza considerevole. Aveva un naso alto che si intonava bene con i baffi. Il viso non era eccessivamente attraente né particolarmente sgradevole. Un viso vispo per l'ottimismo e provato dalla sofferenza; era un viso dalla volontà di ferro, astuto e tenace.
  “Avreste potuto recitare meglio, però. Specialmente per una star dello spettacolo come te, Eve”
  Nezumi sollevò il coltello dal pavimento e sorrise finemente.
  “Mi conosci?”
  “Sono un tuo fan. Sono anche venuto a vedere il tuo spettacolo la scorsa settimana”
  “Buono a sapersi, peccato che non sono comparso in nessuno spettacolo la scorsa settimana”
  “Davvero? Beh, comunque pensavamo di fare uno speciale su di te per la rivista. Abbiamo chiesto al tuo manager di avere un intervista con te, ma ci ha mandati via”
  “Mi sembra il minimo, con una rivista come questa...” Le dita di Nezumi scivolarono casualmente tra le pagine. In copertina faceva mostra di sè una foto di una donna nuda. Nel complesso era piuttosto oscurata. Tutte le altre pagine erano pressappoco simili. Donne nude, uomini mezzi nudi. Indecenza e provocazione traboccavano dalle pagine malamente rilegate della rivista.
  “È una guida per i giovani” disse Rikiga. “Insegna loro di tutto, dal controllo delle nascite a come rimorchiare una donna”
  “Dovresti inserire un articolo su come scaricarla quella donna, dopo, vecchio”
  Nezumi gettò via la rivista. Rikiga alzò le mani in un gesto esagerato.
  “Ouch Eve, piuttosto rude da parte tua. Pensavo fossi più una signora
  “Bello sentirlo dire dalla persona che si è fatto atterrare da una donna nemmeno un minuto prima”
  “Ero ubriaco, va bene? E improvvisamente mi è saltata addosso...ma non avrei mai immaginato che avesse un coltello. Davvero inquietanti, queste donne”
  “Eve... è il tuo vero nome, Nezumi?”
  “Non scherzare. Lo uso solo per lavoro”
  “Il lavoro... quindi sei un attore da palcoscenico”
  “Niente di vagamente raffinato come quello che pensi. Probabilmente qualche gradino appena sopra questo giornaletto”
“Ma...oh,” mormorò Shion come illuminato. “È per questo che i tuoi gesti e le tue parole sono così raffinati”
Un riflettore risplende su palcoscenico immerso nel buio, illuminando un singolo attore che emerge dall'oscurità. Catturando gli sguardi, le orecchie, e le anime di tutti i presenti, la sua voce risuona chiara...alcune volte, in una sublime ed elegante melodia; altre, in un fremito straziato come il sibilo del vento che soffia affranto lungo il suolo.
Nezumi sbuffò.
  “Che cosa stai immaginando, Shion? Stiamo parlando di un teatrino qui, nel West Block. Gente con un po' di soldi in più paga per dimenticare per un attimo le preoccupazioni. Non abbiamo tende ricamate, costumi decenti o accessori di scena. Si tratta per la maggior parte di canti e danze improvvisate. Tutto qui”
  “Ma permette comunque alla gente di dimenticare le proprie preoccupazioni, giusto?”
  “Huh?”
  Shion fissava Nezumi senza battere le ciglia. In quest'ultimo paio di ore, aveva sperimentato quasi quanto – no – forse anche molto di più di quanto aveva visto e sentito nella sua intera vita. Certo, era stata solo una piccola parte, ma aveva avuto un assaggio di quanto duro e brutale fosse vivere un giorno, un ora o anche solo un momento in quel mondo. Se quelle persone, nei loro brevi momenti di respiro, sceglievano di andare in un luogo di loro iniziativa e quello era dove si trovava Nezumi, allora pensava fosse fantastico. Non riempiva le loro pance, né leniva la loro sete. Ma la gente cercava comunque questi spettacoli poco elaborati e le storie in essi raccontate, perché immedesimandosi in esse, riuscivano a dimenticare la loro miseria. Applaudivano, piangevano, ridevano e facevano rumore. Era impossibile sapere quando sarebbero morti, ma in quei momenti, potevano ancora vivere e divertirsi. Potevano vivere e divertirsi ancora di più grazie a lui.
  “Penso sia grandioso, Nezumi”
  Nezumi sospirò, esasperato, e fece una smorfia.
  “E piantala, non è così roseo come lo fai sembrare. Probabilmente non hai nemmeno mai visto un palcoscenico”
  “Hai ragione, agli studenti di No.6 non era permesso assistere a spettacoli”
  “Lo immaginavo. Specialmente per i top rankers come te, mister-élite. Tutto quello a cui potevi assistere o leggere doveva essere strettamente limitato...anche se probabilmente non te ne sarai mai nemmeno reso conto, di quello che ti era negato”
  “No. 6?”
  Rikiga si bloccò nel mezzo di portarsi una sigaretta alla bocca. “Hey, aspetta un attimo. Stai dicendo che questo ragazzo imparruccato arriva da No.6? Stai scherzando?”
  “Non è uno scherzo, vecchio. E non porta una parrucca”
  “Allora è un nuovo tipo di acconciatura? È questo che va di moda in questo periodo?”
  “No, sono i miei veri capelli" rispose Shion. “È che... sono successe un sacco di cose a causa di...uh, imprevisti"
  “Oh?” disse Rikiga. “Non c'è niente che ami più degli imprevisti. Se sei davvero venuto fuori da No.6, devi aver avuto imprevisti come nessun altro. Voglio sentire la tua storia. E la ragione dietro quei capelli”
  Nezumi si issò sul tavolo, con le gambe penzoloni.
  “Ne senti l'odore, vecchio?”
  “Cosa?”
  “Il tuo naso si è contratto, hai fiutato uno scoop interessante o sbaglio?”
  Rikiga si toccò il naso con la mano. Nezumi continuava a ridere leggermente.
  “Proprio come i cani randagi quando sentono odore di cibo. Si è contratto, poi le narici si sono allargate”
  Le sopracciglia di Rikiga si corrugarono e il suo volto assunse un'espressione di disgusto .
  “L'ho già detto prima, Eve. Mi sono completamente sbagliato su di te. Pensavo fossi una persona molto più gentile e raffinata. Non avrei mai immaginato fossi un ragazzino così rude e sfacciato. Sono deluso, davvero deluso”
  “Pensavo fossi un mio fan”
  “Mi puoi contare fuori d'ora in poi. Buon Dio, non so cosa ci trovi di così divertente nel farti beffa degli adulti in quel modo”
  “Karan” continuò Nezumi in modo calmo. Rikiga si immobilizzò. “Conosci una donna con quel nome?”
  Il corpo di Rikiga che iniziava a mostrare i segni di un uomo di mezza età, avanzò barcollando pericolosamente. La sua gola si contraeva mentre deglutiva.
  “Conosci Karan...? Sei un suo amico?”
  “È mia madre”
  Rikiga sembrò non comprendere subito il significato delle parole di Shion. Respirò profondamente.
  “Madre?”
  “Io sono...Oh, mi chiamo Shion, sono il figlio di Karan”
  “Figlio... il figlio di Karan, huh... chi è tuo padre?”
  “Non saprei dirglielo”
  “Non sapresti...non sai chi è? È morto?”
  “No...mia madre ha detto che si sono separati subito dopo la mia nascita. Abbiamo vissuto sempre soli. Non ho mai incontrato mio padre”
  Nezumi continuava a ridere.
  “Non mi starai dicendo che c'è la possibilità che lui sia tuo figlio?”
  “No...non può essere...aspetta un attimo, ehm, come hai detto che ti chiami?“
  “Shion”
  “Shion...Aster, huh. A Karan piaceva tantissimo quel fiore. Uh...Shion, puoi aspettare un attimo? Ti prendo qualcosa da bere...ah, qualcosa di non alcolico ovviamente... che cosa vorresti? Ho di tutto. Oh sì, ecco...andiamo da un'altra parte più comoda per parlare”
  Rikiga bussò sul muro dietro il sofà e vi posò la mano destra.
  Il muro si spostò di lato senza emettere alcun rumore.
  “Wow” fischiò Nezumi. “Riconoscimento delle impronte digitali? Ne hai di giochini elaborati, qui. Allora questo posto non cade così a pezzi come sembra”
  Oltre il muro comparve una stanza piuttosto stravagante. Il pavimento era bordato da un lussuoso tappeto, c'erano sedie di pelle, un sofà in pelle ed un tavolo. Un fuoco ardeva nel camino incastonato nel muro.
  “Entra pure, da questa parte. Ti verso del caffè. Sei affamato? Ho una torta buonissima”
  Shion aveva dimenticato che stava morendo di fame. Il suo stomaco vuoto gli doleva.
  “Che tipo di torta?” chiese Nezumi. “Preferirei della carne”
  “Tu sta' zitto” Rikiga sventolò la mano irritato verso Nezumi.
  “Che persona orribile, trattarci in modo così differente...”
  Rikiga lo ignorò scomparendo in una piccola stanza adiacente. L'aroma del caffè li raggiunse presto.
  “Caffè e biscotti, huh. Non posso crederci” Shion non aveva mangiato niente di così elaborato da quando era fuggito da No.6. Nezumi lasciò vagare lo sguardo per la stanza.
  “Hai ragione, sono di sicuro oggetti lussuosi. E vedendo come è arredata questa stanza... sembra che le informazioni di Inukashi fossero corrette dopotutto”
  “Se è così..” disse Shion pensieroso. “No, non può essere...”
  “Cosa non può essere?”
  “Mamma una volta mi ha detto che mio padre era sconsiderato con il denaro e le donne, ed era ad un passo dal diventare un alcolista, un incorreggibile...”
  “Buono a nulla?”
  “Esattamente... Un incorreggibile buono a nulla... ma mi disse anche che era una persona davvero gentile, onesta e lungimirante"
  “Che cosa vorrebbe significare? Tua madre è ancora attaccata a lui?”
  “Non ne ho idea, ma corrisponde alla descrizione, no?”
  Nezumi gettò uno sguardo verso l'entrata della piccola stanza e fece una smorfia.
  “Non saprei riguardo al gentile, onesto e lungimirante, ma di sicuro è sconsiderato con le donne e lì in mezzo c'è anche un 'alcolizzato'. Ora che me lo fai notare, c'è una certa somiglianza intorno agli occhi. Beh, non abbiamo test del DNA qui, quindi non abbiamo modo di accertarcene.  Shion, non hai un bel colorito...”
  “Ah, no... probabilmente sono solo affamato.."
  “Non preoccuparti, se pensassi che quel tipo potesse essere mio padre starei male anche io. Probabilmente mi sarebbe venuta direttamente la febbre”
  “Hai la febbre? Ti senti bene?” Rikiga posò un vassoio sul tavolo. Su di esso c'era del caffè, una torta e un bicchiere di whisky. Shion aveva l'acquolina in bocca.
  "Anche Karen amava le torte” disse Rikiga di riflesso. “Ricordo che le piacevano anche il pane e i dolci”
  “Le piacciono ancora" rispose Shion, “Lavora come fornaia adesso”
  “Fornaia, huh... mm-hmm. Capisco”
  Un'idea balenò nella mente di Shion.
  “Le dice qualcosa 'torta alle ciliegie'?”
  “Torta alle ciliegie? No, non credo... vorresti mangiare una torta alle ciliegie?”
  “No, è che... mia madre mi ha detto una volta, che il giorno in cui sono nato, mio padre tornò a casa con tre scatole, in ognuna di essa c'era una torta alle ciliegie. E le mangiarono insieme”
  Rikiga sollevò il bicchiere di liquido ambrato e strizzò gli occhi.
  “Ah si? Uno dei ricordi cari per Karan, huh? Ma sfortunatamente non ho alcun ricordo di una cosa simile. Non ho mai comprato torte alle ciliegie o ne ho mai mangiate con lei. Non sono nemmeno mai stato un residente di No.6. Shion, non sono io tuo padre”
  Nezumi inghiottì l'intero boccone di torta e diede una gomitata sulla spalla di Shion.
  “Hai sentito cosa ha detto? Che sollievo, huh, Shion?”
  “Cosa vorresti dire, Eve?”
  “Esattamente quello che ho detto”
  Shion tirò fuori la nota di Karan.
Intorno LK-3000. Latch bl. 3f. Non certa -K”
  "È stato questo bigliettino a condurci qui”
  Rikiga osservò con attenzione la nota di Karan. Shion parlò.
  “Poco dopo che io... sono fuggito da No.6, mia madre mi ha mandato questa. Deve aver pensato che lei si trovasse ancora in quell'edificio. Mi domando solo come...”
  'Conosce mia madre' erano le parole che stava per dire, ma gli si bloccarono in gola. Una lacrima stava scappando da gli occhi di Rikiga.
  “Karan... non si è dimenticata di me... si è ricordata di me... la sua scrittura... è ancora la stessa che ricordavo...”
  Il capo chino e le spalle larghe tremavano leggermente. Nezumi tirò di nuovo una gomitata alla spalla di Shion.
  “Egh, guarda. Questo vecchio è un ubriacone pieno di lacrime. A quest'età poi...parlando di cose imbarazzanti, hah.”
  “Sta' zitto. Che c'è di male nel piangere un po'? Tu piangi e strilli di continuo su quel palco”
  “Si chiama recitazione. Cosa, mi stai dicendo che anche la tua è una recita, vecchio?”
  Rikiga folgorò Nezumi con occhi pieni di lacrime e si alzò in piedi a fatica. Tirò fuori una cartellina da un robusto scaffale. Prese una foto da essa e la mostrò a Shion.
  “Questi siamo Karan ed io”
  L'immagine di sua madre gli sorrideva, giovane, bellissima e con indosso un vestito intero senza maniche. Accanto a lei un Rikiga, molto più magro e ben proporzionato di ora, con una punta di infantilità nei lineamenti.
  “È stata scattata decine di fa, non molto dopo esserci conosciuti. Karan era ancora una studentessa, ed era molto interessata agli articoli che scrivevo. Era venuta qui per conoscermi. Il terzo piano dell'edificio della compagnia era il mio studio, ero appena tornato da un'intervista e lei era seduta lì. Era un giorno di pioggia e fuori stava tuonando, ma era venuta comunque fin qui per vedermi... “
  Rikiga tirò su col naso. Shion e Nezumi si guardarono l'un l'altro. Nezumi fece un lungo, esagerato sospiro.
  “All'epoca eri un giornalista, non è vero, vecchio? Non riesci a piegarti un po' meglio? Quindi sostanzialmente stai dicendo che tu e la madre di Shion vi siete incontrati la prima volta al terzo piano dell'edificio della compagnia del Latch Bill, giusto?”
  “Esatto. Andavamo molto d'accordo... mi piaceva passare del tempo con Karan. Penso fosse amore. In quei giorni, No.6 non era così chiusa come oggi. La gente era libera di entrare e uscire. Io avevo appena cominciato la mia carriera di giornalista, e una delle piste che stavo fiutando riguardava No.6”
  “Fiutando? Allora avevi dei sospetti riguardo la città, huh, vecchio? Dovevi avere un naso decente in quel periodo. Peccato che ora sia diventato inutile”
  Rikiga fissò nuovamente Nezumi con sguardo truce e distorse il volto in una strana smorfia.
  “Eve, non stavo scherzando quando dicevo che ero un tuo fan. Quando ho visto per la prima volta un tuo spettacolo, eri al centro del palco e recitavi una poesia. Arthur Rimbaud, credo... Ero rimasto catturato dalla tua figura e dalla tua voce”
  Nezumi leccò la crema della torta dalle dita e incrociò le gambe.
  “Ma, in vero, ho pianto troppo! L'alba è straziante
ogni luna è atroce ed ogni sole doloroso.
Un amore acre mi ha riempito con intossicante torpore
Oh lascia che la mia nave bruci! Oh lasciami andare nel mare! [2]
  "Shion, sai cosa è questa?”
  “Una stanza tratta da 'La barca ubriaca' se non sbaglio.”
  Nezumi sogghignò “Stai risalendo lungo quella curva di apprendimento, vero? Posso offrirti un altro po' di fanservice se vuoi, vecchio, che ne dici?”
  “No grazie, ma lascia che te lo dica, eri così brillante su quel palco. Stento a credere che sei lo stesso insolente moccioso qui davanti a me. Quindi fammi un favore e piantala di parlare”
  “Non arrabbiarti” biascicò Nezumi. Disaccavallò le gambe e la voce si fece seria. Qualsiasi espressione scomparve dalla sua voce, che divenne piatta e grave. Una voce completamente differente da prima.
  “Al principio vennero create sei città, inclusa No.6, come città modello per il futuro. Erano modelli creati alla ricerca di un modo per permettere all'umanità di vivere senza difficoltà, in una terra ridotta in macerie, in balia di condizioni atmosferiche abnormi, a causa, sopratutto, del Diossido di Carbonio, diffusosi per l'enorme consumo di combustibili fossili durante le guerre. Al principio era esattamente questo. L'intento era che ciascuna città contribuisse alla ricerca e allo sviluppo di risorse, quali l'energia pulita, da produrre in massa, per sostituire combustibili fossili e nucleari, e alla ricerca di una conoscenza tecnologia e scientifica, che spaziasse dal nanometro alla scala cosmica, in modo appropriato per le condizioni di ciascuna città. Nella speranza che un giorno gli esseri umani sarebbero stati liberi da qualunque minaccia...che si trattasse di guerre, catastrofi o epidemie...e questo primo passo verso un mondo privo di minacce, il cardine per la speranza, era proprio No.6. Nel rispetto di tutti, questo era stato l'obbiettivo al principio. Non è forse così, vecchio?”
  Rikiga prosciugò il resto del whisky in un solo sorso, tossendo leggermente.
  “Quindi immagino che i classici non sono l'unica cosa che puoi recitare di cuore, Eve. Il tuo manager mi ha detto che non conosce il tuo vero nome, età, o dove sei nato. Ha detto che eri un girovago comparso dal nulla. Ma io non la bevo...non sei un semplice artista girovago. Quale è la tua vera identità?”
  “Tieni a freno il naso. Quindi nel periodo in cui è stata scattata questa foto No.6 era ancora vista come la speranza dell'umanità, giusto? Ma tu nutrivi dei dubbi. Dovevi avere proprio un buon naso per aver fiutato qualcosa di marcio”
  “Quando sono diventato giornalista, No.6 era già in fase di cambiamento” disse Rikiga. “Centri di ricerca stavano radunando ogni tipo di lavoratori capaci e i loro dipartimenti fiorivano; ma dall'altra parte, la circolazione delle notizie e la libertà di parola si facevano sempre più limitate. Mi domandavo se davvero sarebbe diventata una Città Utopica. Avevo i miei dubbi. Tu e quella tua bocca intelligente avevate ragione. A quel tempo avevo un naso capace di sniffare cose che nemmeno io stesso riuscivo a vedere. Mentre mi davo da fare, le barriere aumentavano e si facevano sempre più fortificate, e anche entrare ed uscire dalla città diventava sempre più difficile. Presto, si arrivò a un punto in cui non potevi nemmeno entrare o uscire senza un permesso. Successe nel giro di un attimo. Dato che ero un giornalista, si assicurarono che non potessi mettervi più piede. In quel modo, misero al bando la libertà di stampa. Ovviamente questo significa che non ho potuto rivedere Karan da allora. A dire il vero, penso che quello mi abbia fatto più male del non essere in grado di fare il mio lavoro.
  Una decina d'anni dopo... hai quello che vedi ora. La periferia di No.6 divenne un luogo il cui solo scopo era servire la Città centrale. Terre adibite all'agricoltura, pascoli per il bestiame, foreste ricreative...e questa è la loro discarica. Distruzione, dispute, malattie, violenza...la spazzatura che No.6 sputa fuori finisce tutta qui. Voi due probabilmente non lo sapete, ma questa città sarà stata piccola, ma era un posto molto più decente di adesso. Almeno non un luogo classificato ed impersonalmente etichettato come West Block. Ma hanno trasformato questo posto in una discarica. Quale sarebbe la speranza di cui parlano? Bella 'Città Santa' è questa...stanno solo portando disgrazie a quel nome. È piuttosto un diavolo che rilascia tossine ovunque vada”
  “Immagino che uomini e città possono essere uguali, allora” Rimarcò Nezumi. “Col tempo dimenticano le ambizioni con cui erano partiti e si lasciano corrompere irrimediabilmente”
  Nezumi prosciugò il resto del caffè e lanciò uno sguardo all'uomo che aveva appena terminato di parlare.
  “Cosa vorresti dire? Stai dicendo che mi sono lasciato corrompere?”
  “Puoi negarlo?”
  Shion diede una veloce occhiata al profilo di Nezumi. Sentiva che Nezumi stava provocando Rikiga. Rikiga stava rispondendo a quella provocazione. No...probabilmente era semplicemente finito nella trappola ben elaborata di Nezumi.
  “Mi staresti criticando per come sono diventato un alcolizzato? Per come mi sono ridotto a stampare riviste piene di immagini nude, bevendo tanta birra da potermici fare il bagno e sopratutto di come mi sono quasi fatto ammazzare da una donna?”
  “Sembri amareggiato, vecchio. Ma usare belle parole non ti aiuta a vivere qui”
  “Questo lo sanno tutti”
  “Quello di cui sono curioso è il perché questa stanza è così elegante. Una stanza calda e buon cibo. Non è facile ottenere queste cose qui. Non riesco a immaginare tutte queste entrate da quel giornaletto porno. Il che significa...stringi i cordoni della borsa di qualcuno. Ho ragione?”
  Nezumi sorrise. Un sorriso arrogante ma al contempo elegante, come quello di qualcuno che ha passato il giudizio divino.
  “Ho sentito che spesso, alti ufficiali di No.6 vengono qui in segreto”
  La bocca di Rikiga deglutì.
“Vecchio, ho sentito dire che procuri donne per quei tipi, degli accordi come mediatore. Immagino che le connessioni di quando eri un giornalista restano ancora piuttosto utili. E l'enorme pagamento che ottieni da questi tipi ripaga per uno stile di vita lussuoso. Leccando i piedi a individui al centro di quella Città che hai appena chiamato Diavolo, arraffi le parti migliori, vivendo sulle spalle di donne che non hanno altra scelta se non di vendere il proprio corpo per non morire di fame e di freddo. Non la chiami corruzione questa?”
Dal viso di Rikiga svanì ogni espressione. Non c'erano luci né ombre e appariva stranamente piatto. Il fuoco dal camino rischiarava la parte destra del suo viso.
  “Dove lo hai sentito?”
  “Da un cane”
  “Un cane?”
  “Un cane mi ha detto di aver sentito te ed un uomo bisbigliare sotto le scale. Dopo di che l'uomo è salito in macchina ed ha guidato dritto attraverso i cancelli speciali dell'Ufficio Controllo Accessi ed è entrato dentro No.6 senza la minima difficoltà. Sono poche le persone a poter girare tra No.6 e il West Block liberamente. Solo gli alti ufficiali che hanno una carta di identificazione speciale possono. Chiunque altro sarebbe stato distrutto ai cancelli"
  Shion deglutì. Gli sembrava di assistere ad una commedia. Non poteva leggere nulla dal volto dell'uomo, colorato cremisi dalle fiamme.
  La bocca di Rikiga si storse in una smorfia.
  “Ti vuoi unire allora?”
  “Unirmi?”
  “No.6 è un posto noioso. Non è permesso avere uno stile di vita disordinato. Non esistono mendicanti o prostitute. Ciascuno è indifferente. Quindi vengono qui per distendere le ali. Vengono qui e ridono delle donne che si vendono per qualunque scarsa somma sono disposti a pagare. Questi uomini riconfermano semplicemente di far parte di una classe particolarmente privilegiati e se ne compiacciono. Dopo il loro breve momento di divertimento ritornano alle loro noiose vite. Quelli che vengono qui sono questo genere di persone”
  “Quindi gli affari vanno a gonfie vele, huh? Buon per te”
  “Fortunatamente sì. Ma le loro richieste sembrano non avere fine. Ogni volta mi fanno richieste diverse. Prima vogliono una ragazza dalla pelle nera, poi una giovane con un tatuaggio sulla schiena. A volte diventa davvero stressante”
  Shion aveva il capo chino. Le parole di Rikiga lo addoloravano. No.6 era una bella città solo in superficie. Ora non sapeva più se chiamarla vera bellezza, ma anche così non poteva comunque definirla ordinaria. La sua natura e i suoi edifici mantenevano un bilancio delicato, mai con uno che si affermava sugli altri e tutta la sua gente era gentile ed educata. Dietro tutto questo, però, si nascondeva la verità che stava udendo in quel momento. I suoi occhi incontrarono quelli della Karan in fotografia.
Mamma, il luogo dove vivevamo, il luogo dove vivi ancora adesso, era solo un mostro che indossa la maschera di qualcosa di bello. Mamma...
“E mi stai chiedendo di aiutarti nella ricerca delle donne?”
  Era la voce asciutta e secca di Nezumi. Rikiga scoppiò a ridere. Una risata volgare che suonava come un insulto per le orecchie.
  “Ma no, quello sarebbe davvero uno spreco di lavoro da mettere in buon uso. Ci ho pensato dalla prima volta che ti ho visto su quel palco. Potresti guadagnare un sacco di soldi se volessi. Farti sommergere di soldi da questi tizi annoiati, per te sarebbe un gioco da ragazzi, basterebbero due paroline dolci. Che ne pensi? Ti farebbe guadagnare molto di più di quella catapecchia di teatro”
  “Mi stai dicendo di prendere dei clienti? L'alcol ti è arrivato alla testa, vecchio?”
  Rikiga sogghignò. “Non fare il superiore con me. Dio solo sa da dove vieni e dove sei stato...un attore girovago come te probabilmente ha già avuto esperienze. È perfettamente inutile che fai l'innocente...”
  “Sta' zitto!”
  Era stato Shion ad urlare. Gettò la tazza di caffè con tutto il suo contenuto addosso a Rikiga.
Saltò sul tavolo, lo afferrò per la camicia bagnata e lo bloccò con tutto il suo peso. Rikiga lanciò un piccolo grido cadendo sul pavimento.
  “Ora basta!” gridò Shion rabbioso. “Come ti permetti di dire una cosa tanto spregevole! Chiedi scusa...Chiedigli scusa!”
  Shion a cavalcioni su Rikiga lo scuoteva violentemente. Il capo di Rikiga veniva battuto contro il pavimento più volte. Tenendolo ancora per il bavero, Shion gli strinse le mani intorno al collo.
  “Non...posso...respirare..." ansimò. “Shion, ti prego... non riesco proprio...mi scuserò... quindi fermati..."
  “Stai zitto! Insolente...vergognati..."
  Un paio di mani gli scivolarono sotto le braccia e venne trascinato indietro.
  “Shion, è abbastanza. Basta o il vecchio finirà per perdere i sensi”
  Rikiga si rannicchiò su se stesso tossendo.
  “Non posso crederci” mormorò Nezumi, tenendo ancora Shion per le spalle. Era rimasto davvero colpito. “Non avrei mai immaginato che proprio tu saresti ricorso alla violenza. Immagino che anche tu lasci che il sangue ti vada alla testa ogni tanto, huh. Attaccare qualcuno a quel modo...”
  “...è la prima volta in vita mia...” disse Shion, leggermente senza fiato.
  “Lo vedo. Il tuo cuore sta andando ancora a un miglio al minuto”
  Shion si girò e si liberò dalle mani di Nezumi.
  “Perché non ti arrabbi?”
  “Arrabbiarmi? Se dovessi prendermela per uno scherzo simile ogni volta, sarei perennemente arrabbiato. Ci sono abituato, non è un grosso problema”
  “Stupido!”
  “Stupido? Shion, perché ti stai scaldando così tanto?”
  “Sei uno stupido. Quella non era una battuta. Non dire che ci sei abituato. Non...”
  Gli occhi gli bruciavano. Una lacrima gli scappò prima che potesse stringere gli occhi.
  “Shion...dai, non piangere. Perché mai dovresti... non posso crederci, stai piangendo” disse Nezumi esasperato.
  “Lui... ti ha insultato”
  “Huh?”
  “Ti ha insultato. Ha detto delle cose orribili...ti ha messo al pari di quegli indecenti ufficiali di No.6. Ma tu mi dici che non è un problema. Non ti sei nemmeno arrabbiato... e quello mi ha fatto sentire ancora più impotente e arrabbiato...così arrabbiato... non so nemmeno più cosa fare..."
  Nezumi aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. Afferrò la tovaglia e ne allungò un lato verso Shion.
  “Ho solo questa ma almeno ti ci puoi asciugare la faccia”
  “Ok”
  “Shion, quello ad essere stato insultato sono io, non tu. Non piangere per gli altri. Non litigare per qualcun altro. Combatti e piangi solo per te stesso"
  “Non capisco cosa vuoi dire”
  “Immaginavo non lo avresti fatto...a volte è come se parlassimo due lingue diverse. Guarda, ti sta uscendo del moccio dal naso. Puliscilo, forza”
  “Mm-Hmm”
  "Per me è impossibile capirti. Anche se passassimo le nostre intere vite insieme, probabilmente non sarei lo stesso in grado di capirti. Sei qui esattamente davanti a me, ma allo stesso tempo è come se distassi anni luce. Probabilmente è per questo che..."
  Rikiga si alzò in piedi dietro di Shion.
  “Mi dispiace interrompere il vostro momento ma vorrei farvi sapere che quella tovaglia è di seta. Ho fatto una faticaccia per procurarmela, quindi apprezzerei se non ti soffiassi il naso proprio con quella”
  Diede una sbirciata alla faccia di Shion.
  “La tua faccia arrabbiata era identica a quella di Karan. Mi sono sentito come se fosse stata Karan in persona a sgridarmi. Anche se lei non mi avrebbe mai urlato dietro con tanta violenza”
  Poi si girò verso Nezumi ed abbassò il capo in segno di scusa.
  “Sono dispiaciuto, ho superato il limite. Meritavo di essere preso a pugni. Sembra che la mia morale si sia davvero marcita”
  “Non è marca. È semplicemente a mollo nell'alcol”
  Nezumi diede a Shion una leggera spinta nella schiena.
  “Penso che per oggi basti così. Andiamo a casa”
  “Va bene, ma prima vorrei pulire”
  Nezumi scoppiò a ridere.
  “Sei davvero un bravo bambino”
  “Prendimi in giro quanto vuoi ma ho comunque intenzione di pulire”
  Shion si abbassò per raccogliere la tazzina di caffè. Nezumi prese le cartelle e i piatti sparsi sul pavimento. Improvvisamente il suo corpo si irrigidì. Il respiro gli si fermò in gola e si immobilizzò.
  “Nezumi, cosa c'è?”
  “Questo..."
  Le dita di Nezumi tremavano leggermente stringendo una fotografia. Probabilmente era caduta da una delle cartelle. Rikiga strinse gli occhi.
  “Che c'è? Ah, quello”
  C'erano diversi uomini e donne nell'immagine, con Karan al centro del gruppo.
  “E' una fotografia dell'ultima volta che sono entrato in No.6. Un immagine di Karan con i suoi amici”
  “Quest'uomo...”
  Nezumi puntò all'uomo alto accanto a Karan.
  “Quel tipo, huh" disse Rikiga distrattamente. “Chi era quel tipo? Penso avesse detto di essere un ricercatore biologico...sembra un tipo brillante, vero? Non ricordo un granché di lui però. Non era uno che spiccava. Eve, conosci questo tipo?”
  “Può darsi”
  “E come lo conosceresti?”
  Nezumi tirò un sospiro e rispose lentamente.
  “È il mio padrino”

-FINE CAPITOLO-

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1.Shirane, Haruo, & James Brandon. Early Modern Japanese Literature: An Anthology, 1600-1900. New York: Columbia UP, 2002. 57-58. Original source: Ihara, Saikaku.
Saikaku Shokoku-banashi. 1685.
  2. Rimbaud, Arthur. "The Drunken Boat" ("Le Bateau ivre"). Completed Works, Selected Letters. Trans. Wallace Fowlie. Chicago: University of Chicago Press, 2005. 135.

  ho sostituito sciocco con testa vuota. Nel fandom internazionale (fanfiction in inglese, principalmente) ormai il soprannome ufficiale di Shion è diventato l'insulto datogli da inukashi, in inglese airhead, che significa appunto testa vuota, testa tra le nuvole, svampito.

9 commenti:

  1. Accidenti, devo andare a dormire, ma avrei continuato a leggere all'infinito.
    Quindi di Inukashi non si capisce il sesso ; intrigante e senz'altro più particolare di quella ritratta nell'anime.
    Più leggo la Novel più trovo l'anime "povero".
    Con del materiale così bello, delle descrizioni emotive (e paesaggistiche) così accurate avrebbero decisamente potuto far di meglio.
    Mi sembra quasi che ci abbiano provato, abbiano buttato giù qualcosa al volo senza impegnarsi fino in fondo.
    Per esempio il chara dei personaggi è pressochè identico a quello di Allen Walker e Yuu Kanda.
    E' talmente vero che ci sono un sacco di immagini che li mettono a confronto, addirittura una volta ho caricato su un forum un'immagine di Allen e Yuu che molte persone hanno scambiato per Nezumi e Shion.
    Uff, seccante per chi vede l'anime, vergognoso per chi ne ha fatto il chara.
    Un po' di serietà ecchecavolo!
    Ora ti lascio ringraziandoti di tutto cuore per il tuo lavoro.
    Buona notte!

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    1. riguardo il character design ci sarebbe da parlare a lungo: il lavoro fatto da Toi8 (il disegnatore) non è male. Ho visto i primi schizzi dell'immagine di Nezumi, molto simili alla novel (con i capelli corti).... in un intervento nell'artbook ha scritto che ha optato per i capelli lunghi per una questione di facilità nel disegno: Nezumi con i capelli corti era facilmente confondibile con lo Shion-primadellavespa quindi ha scelto i capelli lunghi anche per rispettare quella descrizione di androgenità che traspare dal Nezumi della novel (molto spesso si allude che al fatto che sia talmente bello da essere difficile distinguere se sia maschio o femmina, è stato anche uno dei primi pensieri di Shion), cosa che con la voce non hanno mantenuto addatto (per quanto mi è piaciuto il suo doppiatore, non rispetta affatto la descrizione della voce di Nezumi... anzi, il ragazzo è in grado di usare più di una 20ina di voci diverse, tra cui anche femminili.... per non parlare della descrizione alla reazione della gente alle sue canzoni....
      Riguardo Shion invece... ha davvero improvvisato parecchio... i capelli di Shion ho il dubbio dovessero essere neri anzichè castani (era scritto dark), i suoi occhi sono VIOLA, verrà specificato nel 5o libro, e la cicatrice non è mai arrivata sulla guancia, si ferma al collo. Sinceramente non capisco il perchè degli occhi rossi (albinismo), quando l'effetto della vespa parassita era l'invecchiamento (abbiamo visto altri riempirsi di rughe e macchie di vecchiaia, è invecchiamento quello, non trasformazione in albino.... e poi il vecchio nelle caverne allora, se a chi sopravvive alle vespe parassite gli diventano gli occhi rossi, come mai Rou non li aveva di quel colore?).
      P.s. l'anime ha saltato tanta di quella roba che non immagini nemmeno... conversazioni importanti, scene commoventissime... ha stravolto diverse cose, anche...

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  2. Seriamente questa novel è troppo per il mio cuore.
    Ti mostra così disperatamente come le persone sono e come si sentono,come si comportano e cosa invece realmente pensano. La frase poi "Era stato scacciato di nuovo. Non importa quante volte provava ad afferrare Nezumi, veniva sempre allontanato. Crudelmente respinto. Ma ancora, Shion continuava ad allungare la sua mano." mi colpisce così tanto. . intendo è come un leone in gabbia che cerca disperatamente di uscirne ma non ci sono strade se non colpire la gabbia stessa.
    Shion ha bisogno di Nezumi e non è solo perché lui è "diverso" dagli altri ma perché Nezumi gli ha permesso di vedere quello che lui aveva paura di capire. Lui sapeva che tutto quello che vedeva era sbagliato ma non aveva mai incotrato nessuno che la pensasse come lui - nessuno che avesse il coraggio di fare ciò che ha fatto Nezumi nessuno di "diverso" in quel mondo di gente tutta uguale,vuota e senza vere "conoscenze". Si sono salvati entrambi. . è così bello. . è così commovente. . seriamente l'emozioni sono così complicate da capire. . ma così facili da sentire.
    Ma più che altro adoro quel loro rapporto,il modo in cui si stuzzicano è tutto così adorabile(e poi è mai possibile che oramai non posso far altro che vederli come coppia?XD).Ma poi dico io invece di mettere tutte quelle scene esageratamente inutili tra la bambina e la mamma di Shion non potevano seguire di più la trama? Fennec e l'altro tizio manco vengono nominati. Nell'anime non si capisce neanche chi stava dietro a tutto quel casino. Sto iniziando ad odiare gli anime.
    E poi mi stai davvero dicendo che la scena dove Nezumi vede quella foto e va dal suo padrino sta già qui? Quanto diavolo hanno tolto quelli dell'anime? X°D
    Comunque la scena dove Shion si arrabbia è qualcosa di epico sia nel manga che nell'anime è carina ma qui. . MIO DIO. La yaoista che è in me non può fermarsi.
    Ok questa novel è fantastica e piena di sentimento però io più la leggo e più voglio sti due insieme (anche solo nella mia testa no-problem) . Leggendo l'intervista all'autrice mi ha colpito particolarmente la parte dove diceva che essendo entrambi dello stesso sesso sarebbe stato più facile rendere il loro rapporto "unico" ammetto che sarebbe vero,se fossero stati di sessi diversi non sarebbe stato così divertente ma specialmente non mi avrebbe attirato tanto non perché sono entrambi uomini visto che sarebbe stato lo stesso se fossero state due donne(e io amo anche lo yuri) semplicemente loro sono loro,non potrei pensarli in modo diverso xD Ora senza pensare a loro come "coppia" si può benissimo vedere che il rapporto che hanno non è il tipo di rapporto che puoi trovare ovunque ,mi piacerebbe poter stabilire in legame come questo con qualcuno.

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    1. Per me è palese che si amino, e credo che più uno va avanti con la lettura e più se ne renda conto. Più che altro, sembra quasi sminuire il loro rapporto, chiamandolo "amore", perchè con amore noi tendiamo a indicare anche storielline che finiscono nel giro di un attimo...
      il modo in cui loro due si cambiano, il modo in cui hanno influenza e persino hanno in considerazione e quasi sul piedistallo l'altro, lo rende qualcosa di spaventosamente intenso. Sbaglieremmo a dire "il loro è un amore perfetto" perchè non lo è, ci sono così tante incomprensioni tra i due, scaturite sopratutto dal fatto che finche entrambi non sbattono con la faccia contro il muro chiamato realtà, non hanno veramente una vera immagine di chi è l'altro....
      Eppure quello che percepisci è proprio questo... il bisogno che hanno l'uno dell'altro, nonostante il male che scaturisce dallo starsi vicino... Se guardi Shion ad esempio, nonostante tutta la cattiveria che Nezumi gli scaglia contro, Shion ha una totale, cieca fiducia nelle sue parole. "Le parole di Nezumi possono essere brutali, dolorose, ma dice sempre il vero"... e lo crede davvero, al punto da accettarle, anche dolorosamente, senza mai mettere in discussione se forse lo stesso Nezumi non stia sbagliando in un certo verso. E la prima cosa con cui Nezumi sbaglia è il giudicare Shion.... è incapace di leggerlo, ma anche di separare l'immagine di Shion dall'odiata No.6...
      Odia No.6 e incolpa Shion per i peccati e le colpe della città... Shion riconosce che quale cittadino, ha colpa per non aver mai voluto cercare di capire, di conoscere la realtà, per aver semplicemente accettato per buona la realtà così come gli dicevano fosse (anche se in cuor suo sentiva che c'era qualcosa di sbagliato e che no.6 non era l'utopia che volevano far credere). Le sue parole di fedeltà alla città le pronunciava comunque....

      è presto per i tipi della caverna, in realtà l'anime ha invertito le cose, ma non voglio dirti nulla... ><

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    2. Capisco. Grazie per l'informazione :]
      Comunque . . percepisco quello che intendi. E' quello che si chiama "vero amore" credo,cosa che noi non vediamo da un bel pò. Onestamente non sono una persona smielata e non cerco cose come "l'amore" che intendiamo in quest'epoca. Ma quel rapporto,il rapporto che hanno loro è così bello,intenso. .come dici tu non importa cosa si dicano,come litighino o qualsiasi altra cosa loro sono sempre insieme,si fidano l'un dell'altro perché pur dopo tutte le cose che dice Nezumi io sento davvero fortemente che si fida di Shion. E Shion è sempre stato "attratto" da lui così come dice. L'ho capito specialmente nella descrizione della mamma e di Safu nel capitolo di dopo. E' come quando incontri una persona che ti cambia la vita e non riesci più a pensare ad altro. . è davvero bello. Che fantastica autrice ha quest'opera. Mai vista una così brava.

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  3. Leggere questo romanzo è fantastico e appassionante.

    ...Leggere i commenti dei lettori è altrettanto appassionante xD

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  4. altro capitolo spettacolare, ormai mi sento ripetitiva >.< ci sarà mai un capitolo che mi deluderà?? spero proprio di no, ma se continuasse così credo che arriverei all'ultimo volume completamente schizzata xD xD già così penso spesso a questa storia, figuriamoci se i capitoli diventano sempre più belli xD xD
    comunque i personaggi sono fantastici ed io amo sempre più profondamente Shion *w*
    grazieeee ^^

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    1. ohh, se fino ad ora ti ha commossa... prepara i fazzoletti, ne avrai bisogno... disperatamente XD

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  5. Molti e anche qualcuno qui dicono che in confronto l'anime è "povero". Una cosa che invece non mi piace è che non descrive molto i sentimenti di Shion o Nezumi, solo in alcune parti. Non mi piace vedere dieci righe di dialogo e nessuna su come apparissero in quel momento Shion e Nezumi o su cosa provassero. Nemmeno un "Shion sembrava arrabbiato" o simili...? Sarò io abituata in modo diverso

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