-capitolo precedente-
La realtà che si estende oltre le mura
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Volume 3
CAPITOLO 1
Le belle persone...
Andiamo e inganniamo la gente con il più sereno aspetto:
un viso falso deve nascondere quello che il falso cuore sa.
Il cielo era di un radioso azzurro. I raggi del sole, prossimi al meriggio, erano caldi e gentili. Un tepore pomeridiano che faceva apparire il freddo di pochi giorni prima solo un sogno.
Shion sollevò il viso e socchiuse gli occhi per guardare il cielo azzurro.
Lo trovava bellissimo.
Il cielo era bellissimo. Il bianco luminoso delle cadenti rovine, che riflettevano la luce del sole, era bellissimo. Le bolle di sapone, che si libravano alte nel cielo come animate da una magia, erano bellissime. La pelliccia di un cane lucente di mille goccioline d'acqua dopo il suo lavaggio, era bellissima.
Tutto ciò che i suoi occhi gli mostravano era bellissimo. Una bolla solitaria planava in alto nel cielo azzurro, sospinta da una brezza gentile.
“Hey, quando la pianterai di perder tempo?” La voce di Inukashi lo richiamò alla realtà. “Ci sono ancora decine di cani da lavare. Se continui a sognare ad occhi aperti in quel modo, quando il sole sarà tramontato non sarai ancora arrivato a metà del lavoro”
Come per volersi dimostrare d'accordo con Inukashi, un grosso cane bianco, ricoperto di schiuma, emise un piccolo ringhio.
“Ooops, mi dispiace”
Shion infilò di nuovo le mani nella schiuma e lavò il cane strofinando le dita con vigore. Il cane doveva trovare la cosa molto piacevole, dato che aveva gli occhi chiusi e la sua bocca penzolava semi aperta. Oggi era il secondo giorno del suo lavoro di lava-cani, ma aveva già scoperto che i cani possedevano numerose espressioni facciali. Numerose erano anche le loro personalità ed abitudini: alcuni erano pigri, altri diligenti; alcuni irrequieti, altri calmi; potevano essere miti, impazienti, vivaci...per Shion era come un nuovo mondo che gli si era appena aperto davanti.
Il cane dal pelo bianco che stava lavando in quel momento era una femmina ed era chiaramente in età piuttosto avanzata. Sembrava gentile e diligente, e gli ricordava la saggia vecchina che spesso compare nelle favole.
“Shion, impieghi troppo tempo per ogni cane. Si può sapere quanto ti ci vuole per finirne uno?” Inukashi storse il viso in una smorfia, con i suoi lunghi capelli legati dietro la testa e del sapone sul naso.
“Presti questi cani come coperte, non è così?” rispose Shion. “Dovrebbero essere ben puliti, allora”
“Una lavata veloce è sufficiente. Non credere, i miei clienti sono sudici come dei randagi, quei bastardi”
Nell'edificio, quasi del tutto ridotto in pezzi, una parte manteneva ancora la parvenza dell'hotel di un tempo. In quel luogo, Inukashi, in cambio di una somma di denaro, metteva a disposizione una sistemazione per gente non abbastanza fortunata da avere un luogo dove passare la notte. Oltre a un luogo per dormire, i clienti potevano beneficiare anche del calore dei suoi cani contro l'inverno alle porte. I suoi ospiti passavano la notte protetti dal calore di diversi cani, che li difendeva dal gelo notturno, a volte, anche fatale. E il compito di Shion in quel momento era assicurarsi proprio della pulizia di quei cani.
“Inukashi, non penso sia carino parlare così dei tuoi clienti”
“Huh? Cosa hai detto?”
“Non è bello chiamare i tuoi clienti bastardi o definirli sudici”
Inukashi si strofinò il naso con la mano e fece un piccolo starnuto.
“Sei forse mia madre, Shion?”
“No. Mi hai assunto per lavare i tuoi cani”
“Dunque questo fa di me il tuo capo e di te il mio impiegato. E il tuo lavoro consiste nello stare zitto e fare esattamente quello che ti viene detto”
Inukashi strappò il cane dalle mani di Shion e cominciò a risciacquarlo energicamente, bagnandolo con l'acqua del fiumiciattolo dove si trovavano in quel momento.
Alle spalle delle rovine, scorreva un piccolo fiume di acqua pulita. Non molto dopo che Shion era fuggito da No.6 nel West Block, era stato quasi ucciso da una vespa parassita, introdottasi misteriosamente nel suo corpo. Anche se, per la maggior parte di quel tempo, era rimasto privo di sensi, in preda al dolore e alla febbre alta, non poteva dimenticare il sapore di quell'acqua fredda e deliziosa, che era stata più volte versata attraverso la sua gola secca.
Quando aveva ringraziato Nezumi per quell'acqua e per essersi preso cura di lui durante quei terribili momenti, l'unica sbrigativa risposta ricevuta era stata l'esistenza di quella sorgente d'acqua ancora incontaminata non molto lontano dalla loro casa. Probabilmente questo corso d'acqua accanto all'hotel di Inukashi era originato dalla stessa sorgente.
“Inukashi, non dovresti fare una cosa simile. Così il sapone finisce tutto in acqua” Shion si affrettò a fermare le mani di Inukashi. Il sapone galleggiava nella corrente allontanandosi da loro.
“E allora?”
“Tutti bevono da questa sorgente, non è forse così?”
“Beh, sì, è ovvio. Qui non abbiamo nessun aggeggio elaborato per l'acqua potabile o che fornisce acqua calda o fredda a portata di bottone. Tutti attingono l'acqua direttamente dal fiume o dalla sorgente”
“Appunto per questo non puoi sporcarla. Non pensi alle persone a valle?”
Inukashi fissò il viso di Shion per un breve istante.
“E perché dovrei curarmi delle persone a valle?”
“Beh, voglio dire... “ Shion tentennò. “Se sai che c'è gente a valle che berrà quell'acqua, non dovresti contaminarla. Mi sembra normale, no?”
“Normale? E secondo quali standard staresti parlando, Shion? Questo è il West Block. Non riuscirai a sopravvivere se metti gli altri al primo posto”
“Hai ragione, ma arrivare a sporcarla...“ protestò Shion. “Potremmo lavare i cani come ieri, mettendo l'acqua in quei catini di acciaio e lavare i cani nel cortile dell'hotel”
“Ieri erano solo cani di piccola taglia. Per tua informazione, Shion, avremmo dovuto finire tutti i cani già da ieri. Questo tuo perdere tempo ci costa. Riesci a capirlo, non è vero?”
“Sì”
“Non solo sei terribilmente lento, i cani di oggi sono anche grossi. E non è tutto...guarda lì...ne sono un infinità. Te ne rendi conto? Se dovessimo portare un secchio d'acqua ogni volta, ci metteremmo una vita”
Poi Inukashi si fermo e scrollò le spalle leggermente.
“Ma se pensi di voler portare l'acqua dal fiume da solo, io non ti ostacolerò”
“Mi sta bene, lo farò”
“è un lavoro pesante”
“Ne sono consapevole”
“Sappi che io ho intenzione di pagarti solo per il lavaggio dei cani. Trasportare quell'acqua è qualcosa che fai di tua iniziativa”
“Mi sta bene”
“E va bene, allora, spaccati pure la schiena, prego. Io vado a mangiare qualcosa”
Il cane bianco scosse vigorosamente il pelo e le goccioline d'acqua volarono in aria in tutte le direzioni. Shion afferrò un secchio che Inukashi gli aveva lanciato e riempì una secchiata di acqua dal fiume.
“Shion” disse Inukashi improvvisamente.
“Hm?”
“Perché?"
“Perché cosa?”
“Perché non dovrei parlare male dei miei clienti? Perché dovrei preoccuparmi delle persone a valle?”
Shion fissò la faccia scura di Inukashi che sedeva in cima ad un mucchio di macerie.
“Perché siamo uguali”
“Uguali?”
“Sono umani come noi. Quindi...”
Inukashi tirò improvvisamente in dietro la testa e scoppiò a ridere. La sua voce riecheggiava fino a dissolversi in quel cielo dalle lucenti tonalità azzurre. Diversi cani cominciarono ad abbaiare agitati.
“Stessi umani, huh? Ah ah, questa mi ha quasi mandato al tappeto! Non ho mai sentito sciocchezze simili in tutta la mia vita. Shion, è davvero questo quello che pensi?”
“Sì, c'è qualcosa di male in questo?” disse Shion risoluto.
Inukashi balzò giù dalle macerie e gli si avvicinò. Aveva un'ossatura minuta e raggiungeva Shion solo alla spalla. Le sue braccia sottili e le gambe sporgevano dalle vesti nere e la sua pelle era della tonalità del cuoio naturale.
“Quindi i miei sudici clienti e i ragazzini che vengono a prendere l'acqua di là sono umani come noi?”
“Sì”
“Io e te siamo allo stesso modo umani?”
“Sì”
Inukashi sollevò un braccio e lo allungò verso il sole di mezzogiorno sulle loro teste.
“Gli abitanti di No.6 sono umani allo stesso modo come noi?”
Shion fece di sì con la testa lentamente e poi rispose.
“Sì”
La pelle liscia e abbronzata di Inukashi risplendeva nella luce del sole e la sua lunga frangia proiettava un'ombra che le copriva la fronte e gli occhi. Sotto il suo velo, gli stessi occhi marroni scuro si aprirono e chiusero un paio di volte verso di lui.
“Shion, se continui con questo atteggiamento morirai”
“Huh?”
“Se credi davvero in quelle cose sdolcinate che stai dicendo, non riuscirai mai a sopravvivere qui”
“Anche Nezumi mi ha detto le stesse parole, che sarei troppo sdolcinato“
“Troppo sdolcinato non ti descrive abbastanza. Questi tuoi discorsi non sono solo sdolcinati, potrei chiamarli un intero castello di zucchero. Non ne ho mai visto o mangiato uno, ma si suppone sia molto dolce e si scioglie se versi su dell'acqua, giusto?”
“Non ho mai avuto motivo di versarci su dell'acqua, ma immagino hai ragione, effettivamente è troppo dolce”
Inukashi si arrampicò su per le rovine e si sedette giù con il cielo azzurro alle sue spalle. Facendo dondolare le gambe a penzoloni oltre la soglia, parlò quietamente a se stesso.
“Mi domando perché Nezumi si prenda anche solo la briga di sopportarti. Lui odia le persone capaci solo di parlare e che non pensano realisticamente”
“Inukashi, tu e Nezumi siete vicini?”
“Vicini? Cosa intendi per vicini?”
Shion trascinò il secchio lungo il vialetto di erba imbiancata e macerie, e versò l'acqua nella vasca di metallo.
“Significa conoscere molto dell'altra persona”
“Oh, se intendi quello, allora no. Di quel tipo, conosco meno della punta della coda e preferisco non sapere. “Mentre parlava, Inukashi puntò al cucciolo marroncino che stava gironzolando intorno ai piedi di Shion. La punta della sua coda aveva una chiazza bianca.
“Pensavo foste amici, ma immagino di essermi sbagliato...”
“Amici!” esclamò Inukashi incredulo. “Ecco un'altra parola che non mi capita di sentire spesso. Amici. Ahah, ridicolo. Nezumi viene qui solo quando ha bisogno di informazioni che io o i miei cani siamo in grado di raccogliere. Io gli do le informazioni e lui mi dà i soldi. Tutto qui”
Inukashi cadde in silenzio. Il suo sguardo vagante incontrò quello di Shion e scivolò via.
“Non barattate solo informazioni e denaro” disse Shion. Una dichiarazione, non una domanda.
“Uh...beh, ogni tanto, lui...canta per me”
“Canta?”
“Lui ha una buona voce. Quindi io... gli chiedo di cantare. A volte, quando i miei cani muoiono... quando ti svegli e sono già morti va bene, ma...a volte, sono malati o feriti, e non riescono a morire facilmente, e loro.... loro soffrono. Soffrono molto, tanto da piangere per tutta la notte. È in quei casi che lo chiamo per cantare. Non so come si chiami quella canzone. Ma...non lo so descrivere...non lo so, come potrei dire?” Inukashi mormorò tra sé.
“Come ti sembra?”
“Huh?”
“La canzone di Nezumi. La sua voce. Se dovessi compararla con qualcosa, a cosa pensi somigli?”
Inukashi girò la testa di lato e pensò in silenzio. Shion proseguiva silenzioso nel suo lavoro di trasportare i secchi d'acqua. Fece diversi viaggi tra il fiume e la vasca di metallo e solo quando più della metà era stata riempita, Inukashi aprì di nuovo la bocca.
“Il vento, forse...?” disse esitante. “Un vento che arriva soffiando da molto lontano... sì, la sua canzone porta via le anime che soffrono nell'impossibilità di morire. Proprio come il vento che disperde i petali dei fiori, le sue canzoni separano le anime dai loro corpi. Qualunque cane, non importa quanto stesse soffrendo, chiude gli occhi e diventa calmo. Pensi che si sia solo tranquillizzato, ma in realtà non sta respirando. Muoiono tutti in pace, come se tutte le loro sofferenze fossero state un sogno lontano” si fermò. “è stato così anche per mia madre”
“Tua madre è morta?”
“Sì. È stata uccisa da una coppia di mocciosi che vivono a valle, quelli per cui non dovrei sporcare l'acqua, secondo te. Le hanno gettato delle pietre, ed è stata bastonata a morte con un ramo di quercia. Ma anche mia madre era in colpa. Aveva provato a rubargli la loro unica cena. Era strisciata dentro la loro capanna ed è stata beccata con la carne secca in bocca. Quando alla fine si è allontanata ed è riuscita a tornare qui, sia le zampe anteriori che le costole erano spezzate. Perdeva sangue dalla bocca. Non c'era nulla che potessi fare”
Avendo finito di riempire la vasca di acqua, Shion si asciugò il sudore dalla fronte. Non riusciva a comprendere le parole di Inukashi.
“Inukashi, per zampe anteriori... vuoi dire di tua madre, giusto?”
“Sì. È un cane”
“Un cane?”
Shion era a bocca aperta. Inukashi lo guardò e scoppiò a ridere. La sua voce era alta e riecheggiava chiaramente nell'aria.
“Sono stato abbandonato qui quando ero ancora un bambino” spiegò. “Il vecchio che mi aveva trovato era un tipo strambo e viveva qui con i suoi cani, e mi ha cresciuto con loro. Mia madre mi dava il latte. Mi leccava e si accucciava con me quando dormivo. Quando si faceva freddo, si stringeva a me e ai miei fratellini...i suoi cuccioli...e ci teneva al caldo. Mi diceva sempre, poverino, non hai il pelo... ma almeno in estate sei fresco e non prendi le pulci. Me lo ripeteva spesso e mi leccava fino a quando ero pulito”
“Deve essere stata una madre meravigliosa” disse Shion dolcemente. “Gentile e premurosa”
Inukashi aprì e chiuse gli occhi più volte.
“Lo pensi davvero, Shion?”
“Lo credo davvero. Ti amava. Visto che non avevi il pelo, ti proteggeva e si assicurava che non congelassi”
“Sì. Mamma è sempre stata davvero gentile. Ricordo ancora la sensazione della sua lingua. Era calda e bagnata... è divertente, sembra non riesca mai a dimenticare una cosa simile”
“è un dono della memoria”
“Huh?”
“è un dono della memoria, da una madre a suo figlio. Memorie che tua madre ha lasciato per te”
Inukashi smise di dondolare le gambe e tirò indietro il mento.
“Non l'avevo mai pensata così...” disse pensieroso. "Un dono della memoria, huh...”
Shion si inginocchiò sulla riva del fiume e bevve un sorso d'acqua.
Era fredda. La sentì scorrere per il suo intero corpo, era deliziosa.
Ma certo, è proprio quell'acqua.
Era l'acqua che, come un elisir, aveva placato il suo corpo esausto dopo la sua battaglia con la vespa parassita. Non solo il suo corpo...nel momento in cui quell'acqua era scivolata, deliziosa, lungo la sua gola, l'intero essere di Shion era rinato. Lui credeva fosse andata così.
Quest'acqua era connessa con quello che per lui significava essere in vita. La sua freschezza, la sua delizia. Era connessa con quella voce che lo aveva chiamato, la voce che gli aveva detto non morire, vivi, torna indietro anche se significa strisciare.
Era per questo che l'avrebbe ricordata per sempre. Era impossibile dimenticare. Quell'acqua e quella voce avevano piantato radici fin nel profondo del suo essere, radici che avrebbero continuato a crescere robuste, senza mai appassire. Ed in momenti inattesi sarebbero riaffiorate in superficie dal profondo della sua anima per sussurrargli ancora una volta quelle preziose parole.
Non morire. Vivi. Torna indietro anche strisciando.
Erano un dono della memoria, indubbiamente.
“Ti porto qualcosa da mangiare” Inukashi si alzò in piedi in cima alle macerie e parlò in un tono che sembrava piuttosto un comando. “Sarà meglio per te se avrai finito con quel cane nero entro il mio ritorno. Non avrai il permesso di mangiare fino a quando non avrai terminato”
“Wow, mi offri persino il pranzo? Gentile da parte tua”
“Non sono solito dare da mangiare a chiunque, sia chiaro. Ti aspetta un intero pasto. E per intero intendo ben due manicaretti: pane e frutta secca”
“Questo è anche più del solito”
Passando una spazzola attraverso il pelo nero del cane, Shion sorrise ad Inukashi. Erano passati mesi da quando era fuggito dal West Block e ormai una fame cronica tormentava il povero stomaco di Shion persistentemente. A volte sognava di poter mangiare un intero piatto pieno di carne, pesce e uova e ricordava con nostalgia il pane e le torte che preparava sua madre. Ma al contrario, cibi a cui non aveva nemmeno mai pensato prima...zuppe preparate anche solo di scarti di verdura, o il pane duro che cominciava ad ammuffire, li trovava invitanti e riuscivano a soddisfare il suo appetito.
Avere la possibilità di mangiare è di per sè una fortuna.
Qui, nel West Block, essere affamati era una condizione diffusa. La gente era affamata, infreddolita e moriva di continuo. Shion aveva imparato sulla sua pelle quanto fosse prezioso anche quel singolo pezzo di pane che Inukashi poteva dargli.
Guardò in alto verso il cielo. Il sole era accecante. La luce stava brillando anche su No.6. Il suo vecchio impiego al Parco Forestale, la prestigiosa area residenziale di Cronos, Lost Town, dove viveva sua madre, e il luogo dove viveva ora, il West Block, erano tutte bagnate nella stessa luce. Eppure quelle realtà erano così differenti. Troppo differenti.
Divise da un muro di metallo speciale, prosperità e povertà si opponevano l'una all'altra. Vita e morte. Luce e oscurità. Nello stesso momento in cui in No.6 si teneva una festa dispendiosa, dove le persone affondavano i denti in numerosi piatti prelibati, in un angolo del West Block una persona anziana vestita in stracci moriva di fame. Mentre i bambini e gli adolescenti di No.6 si arrampicavano nei letti nelle loro calde stanze munite di impianti di controllo della temperatura, i bambini nelle baracche del West Block si stringevano abbracciati per evitare di morire di freddo.
Era la verità che Shion aveva visto con i suoi stessi occhi. La luce del sole nel cielo azzurro era una tra le pochissime cose distribuita tra tutti in modo equo ed abbondante.
“Torna a lavorare, allora” sputò Inukashi, dopo di che scomparve nell'ombra delle rovine.
Tutto ciò che restava dell'ingresso, un tempo bordato probabilmente da pesanti porte in legno, era costituito da due paia di cardini arrugginiti. Ogni volta che il vento trovava la sua strada all'interno dell'hotel, il rumore del loro scricchiolio assaliva le orecchie. Inukashi passò attraverso l'entrata, per arrampicarsi poi per le scale del secondo piano. Una particolare struttura architettonica aveva permesso a questa parte del vecchio hotel di essere risparmiata dalla totale furia distruttrice degli elementi. Tuttavia, per quanto resistente, l'intonaco aveva continuato a staccarsi dai muri e lo stesso corridoio e il soffitto erano ricoperti da numerose crepe.
Anche gli edifici possedevano una vita. Dal momento in cui venivano abbandonati, gli edifici cominciavano il lento cammino verso il deterioramento. Iniziavano a morire. Questo hotel, divenuto una rovina, era soggetto costantemente a crolli e deterioramento. Proseguiva sicuro nella sua marcia verso la distruzione, senza curarsi della crudeltà degli uomini o mai lamentarsi del fato che lo attendeva.
Inukashi si domandava occasionalmente cosa avrebbe fatto una volta che l'edificio fosse completamente crollato in macerie.
Il vecchio che lo aveva trovato, dato da bere latte di cane e insegnato la parola e la scrittura non si trovava da tempo, ormai, qui con lui. Era uscito in un giorno di neve e non aveva mai più fatto ritorno.
Neve? Stava nevicando? Forse quel giorno stava tuonando. O forse era stata una mattina con un forte vento... a ogni modo, il vecchio scomparve. È svanito nel nulla, senza nemmeno una parola d'addio.
Non si sentiva solo, aveva i suoi cani con lui. Da quel giorno fino a quel momento, aveva vissuto lì con loro. L'unica realtà che conosceva. Non conosceva la compagnia umana. Nezumi probabilmente era come lui. Anche se forse aveva visto più posti di lui, probabilmente viveva solo, senza conoscere nessuno e senza sentire il bisogno di conoscere. Non c'era una ragione precisa, ma Inukashi lo sentiva. Non aveva prove a riguardo, ma si era reso conto di non avere interamente torto. Inukashi aveva un senso dell'olfatto sviluppato. Nezumi portava sempre con sé un odore di solitudine. E quando quell'odore si era fatto confuso e Inukashi aveva iniziato a notare un altro odore mescolato al suo, Shion gli era comparso davanti.
Era una persona bizzarra. Era molto strano. I suoi capelli erano bianchi come la neve ed aveva una ferita rossa sul collo. Anche se Inukashi non era sicuro, aveva sentito che quella cicatrice rialzata ricopriva completamente il corpo di Shion come la spirale di un serpente. Ma in termini di aspetto fisico, c'erano molte persone più strane di lui. Non si trattava solo del suo aspetto...Shion era strano anche dentro. Ha detto di non sporcare l'acqua per i marmocchi a valle. Ha detto che i cittadini di No.6 e le persone come noi sono uguali. E parla di doni della memoria. Non come uno scherzo o sarcasticamente, ma come se lo pensasse davvero.
È un tipo strano. Molto strano. Perché Nezumi frequenterebbe un tipo strambo come lui?
Inukashi attraversò il corridoio ed aprì la porta alla fine del corridoio.
“Nezumi”
Nezumi era seduto su di una sedia con i piedi poggiati sul tavolo.
“Non sei nemmeno capace di bussare prima di entrare in una stanza?” disse Inukashi irritato. “Qualcuno non ha imparato le buone maniere dalla mammina. Cavoli“ Colpì le lunghe gambe poggiate contro il tavolo con tutta la sua forza. Nezumi sbuffò leggermente in derisione e le mise giù.
“Ma infatti ho chiesto il permesso prima di entrare. Quel cane lì mi ha dato l'ok” Un cane, con delle macchie nere sulla pelliccia, era sdraiato in un angolo della stanza. Piegò la testa di lato ed allargò le fauci in uno sbadiglio.
“Se sei qui per prendere Shion, sei in anticipo. Se continua a questa velocità, probabilmente non finirà nemmeno entro stasera”
“Venire a prenderlo? E perché mai”
“Ma si è azzuffato con i becchini, no? Non è pericoloso che se ne vada in giro da solo? Al massimo lo faccio riaccompagnare da un cane”
“è più che sufficiente”
“Ma i becchini non si arrendono tanto facilmente. Quel tipo spicca già di suo, e se viene preso, chi lo sa cosa potrebbero fargli”
Gli occhi grigi di Nezumi luccicarono e un leggero sorriso si formò sulle sue labbra.
“Ci importa qualcosa di quello che i becchini possono fare a Shion? Che c'è, Inukashi? Sei stranamente gentile, non è affatto da te”
Inukashi fulminò Nezumi con lo sguardo, guardandolo in silenzio.
Il piccolo teatro era uno dei pochi luoghi di intrattenimento nel West Block. Ed in piedi su quel palco, Nezumi faceva pagare il pubblico...o meglio, aveva il potere di far desiderare loro di voler pagare...con quei miseri soldi di cui potevano disporre, per uno spettacolo che non avrebbe portato loro alcun vantaggio fisico. Erano il suo bellissimo aspetto e quella profonda e limpida voce che li persuadeva. La sua voce aveva il potere di accompagnare verso la pace quelle anime intrappolate e morenti, separandole gentilmente dal loro corpo. Il suo aspetto rendeva impossibile discernerlo da un uomo o una donna, un umano o un demone, un Dio o un Diavolo. Il suo pubblico, per un breve frammento della loro serata, poteva dimenticare le fatiche del giorno e le sofferenze del domani e si lasciava immergere ed intossicare dalla sua voce.
Una volta fuori le logore porte di quel teatro, la realtà li attendeva...niente soldi nelle loro tasche; bambini che piangevano per il cibo a casa...ma nonostante questo, i visi delle persone erano sempre pieni da un ebbro appagamento mentre si disseminavano qua e là nell'oscurità.
È tutta un'illusione. È solo una grossa frode.
Ogni volta che incontrava Nezumi, Inukashi sputava mentalmente queste parole dalla profondità del suo stomaco. Nezumi era come una bellissima amante che manipolava gli uomini e li spogliava di tutti gli averi. Inukashi aveva vissuto un'esperienza simile una volta.
Mia madre stava soffrendo così tanto, non sapevo cos'altro fare se non chiamare lui. Gli avevo chiesto di aiutare l'anima di mia madre a lasciare questo mondo pacificamente. Ed era andato bene. La sua canzone era impressionante e mia madre era finalmente libera da tutte le sofferenze. Ma quello che ha fatto prima...la grossa somma di denaro che mi ha chiesto mentre mia madre era lì distesa sofferente...era abbastanza denaro da permettermi un intero mese senza lavorare. Se si fosse trattato di un altro cane avrei lasciato perdere. Gli avrei tagliato la gola o fracassato il cranio con le mie stesse mani e lo avrei fatto morire di una morte facile e veloce. Ma non potevo fare una cosa simile a mia madre. Non avrei mai potuto farlo con le mie stesse mani. Lui lo sapeva ed è per questo che mi ha domandato quella somma. Dopo aver seppellito mia madre nella sua tomba, io e gli altri cani abbiamo dovuto lavorare tre giorni senza mangiare. È una frode. Cattura le anime delle persone, le soggioga e mostra loro un effimero sogno. Potrà essere anche vivido, ma resta sempre falso. Un sogno è sempre un sogno. Non puoi vivere solo di essi.
Inukashi aprì un mobile e tirò fuori del pane e un sacchetto pieno di frutta secca.
“Se non sei venuto a prendere Shion, cosa ci fai qui allora?”
“Potresti offrirmi qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame”
“Stai scherzando” disse Inukashi in tono derisorio. “Mi dispiace, non ho nulla che si addica ad una stella dello spettacolo come te. Ma se mi paghi una moneta d'argento, ti posso dare del pane, della frutta ed acqua in abbondanza”
“Una moneta d'argento per pane ammuffito, frutta secca dura come una pietra e acqua presa dal fiume qui a due passi? Questo si chiama approfittarsene, Inukashi”
“Molto più abbordabile delle tue canzoni”
Nezumi rise leggermente.
“Sei ancora arrabbiato per quella storia?”
“Certo che sì, dannazione”
“Ma dai, ho cantato per i tuoi cani così tante volte dopo quella volta. Potrei chiamarla carità, per quanto poco ho preso come pagamento”
“Quello mi fa arrabbiare ancora di più. Ti sei approfittato di me. Sono stato truffato di tutti i soldi che avevo in quel momento. Ero ad un passo dal morire di fame”
“E va bene, se dovesse succederti di nuovo, sentiti pure libero di chiamarmi” disse Nezumi affettuosamente. “Ti canterò una bella canzone che parla di cibo, mentre vai via da questo mondo”
“Sprizzi compassione da tutti i pori, tu, non è vero?” rispose Inukashi. Fece spallucce e si alzò in piedi, fermandosi davanti a Nezumi. Ripropose la domanda ancora una volta.
“Che cosa vuoi?”
Nezumi, affondato ancora più in profondità nella sedia, lanciò una sola moneta sul tavolo. Gli occhi di Inukashi si spalancarono.
“Quello è oro...” sussurrò.
“È oro vero. Puoi vedere da te”
Inukashi strinse la moneta luccicante tra le dita e la fissò.
“Hai ragione...è vera, sì. È vero oro”
“Voglio che tu faccia un lavoro per me” disse Nezumi in un tono privo di espressioni.
“Un lavoro? Un lavoro che vale un'intera moneta d'oro?”
“Quello è l'anticipo. Quando avrai finito il lavoro ti darò un'altra moneta d'oro”
“Siamo in vena di spender soldi, vedo. Ma non lo accetterò” Inukashi rigettò la moneta sul tavolo.
“Hai intenzione di rifiutare un lavoro che vale ben due monete d'oro, senza nemmeno sentire di che si tratta?”
“Lo rifiuto appunto perché è un lavoro che vale due monete d'oro. Ne riesco a sentire la puzza”
“Puzza?”
“L'odore del pericolo. Il mio naso mi sta avvisando...mi dice, non andare lì o ti farai ammazzare. Non importa quanto denaro aggiungerai. Se muoio è tutto finito. In ogni caso, un lavoro che riguarda un Topo e vale due monete d'oro è come ficcare le mani in un nido di serpenti velenosi. Non voglio ancora morire”
“Appunto per quello accetterai il denaro facendo in modo di non morire...non è quello che significa fare un lavoro? Evitare i pericoli non si tramuterà mai in profitto”
“Dipende dal livello del pericolo. I tuoi lavori sono pericolosi e difficili. Stiamo parlando di un lavoro che vale due intere monete d'oro, qui. Se qualsiasi altra persona venisse da me per propormi questo affare accetterei in un attimo. Dannazione” brontolò Inukashi. “Mi sento già truffato”
Nezumi si alzò in piedi e rimise la moneta d'oro in tasca.
“Peccato. Immagino non si possa fare nulla, allora“
“Nessun rancore. Le cose con te si fanno semplicemente troppo rischiose. Se fosse possibile, preferirei non avere molto a che fare con te, anche”
“Allora è reciproco” disse Nezumi con disinvoltura. “E va bene. Tronchiamo qui ogni rapporto. Io non verrò mai più da te per un lavoro. Per quanto riguarda te, non importa quanto starai soffrendo, fa in modo di non cercarmi”
Inukashi afferrò velocemente il braccio di Nezumi che gli stava voltando la schiena. Un movimento così improvviso che si era quasi ritrovato a perdere l'equilibrio.
“A-Aspetta un attimo, Nezumi. Che cosa vuoi dire con non importa quanto soffrirò?”
“Te l'ho appena detto. Se un giorno finirai come tua madre e starai soffrendo nell'incapacità di riuscire a morire, non avrà nulla a che fare con me. Potrai chiamarmi quanto vuoi ma io non verrò”
“Cosa stai dicendo...?” Inukashi disse tremante. “Io, morire dolorosamente? È impossibile... e poi, sono più giovane di te, non è vero? Almeno lo credo”
Nezumi si scrollò pigramente di dosso la mano di Inukashi.
“Inukashi, l'età non ha alcuna importanza in questo posto. Lo sai bene anche tu, non è forse così? È impossibile predire quando giungerà la morte. Sopraggiunge all'improvviso. E quante persone conosci, qui nel West Block, abbastanza fortunate da morire senza soffrire, huh? La maggioranza soffre, soffre e muore in atroci sofferenze. Anche domani, qualcuno potrebbe conficcare un coltello nel tuo stomaco. Potresti finire per romperti la testa con un calcinaccio che ti arriva addosso mentre cammini. Una ferita potrebbe finire infettata da batteri e deteriorarsi fino al punto di farti marcire vivo. Potresti ammalarti seriamente. Potresti davvero garantire con sicurezza dell'essere al sicuro da tutto questo? Huh, Inukashi? Puoi dire con certezza che tu, in mezzo a tutte le altre persone sventurate che vivono in questo inferno, morirai senza soffrire?”
Il paio di occhi grigi bruciavano nei suoi. Avevano la lucentezza di un tessuto pregiato e brillavano leggermente come le nuvole che ricoprono il sole. La sua voce riverberava profonda nelle sue orecchie.
Inukashi inspirò e fece un passo indietro.
Era un trucco. Un'illusione. Sta cercando di soggiogarmi.
“Soffri pure quanto ti aspetta prima del sopraggiungere della tua morte. Io non mi intrometterò. A te sta bene così, huh?”
Inukashi si lasciò affondare in una sedia.
Conosceva la morte. Ormai gli sarebbe stato impossibile contare le volte in cui aveva assistito alla sua opera. Neppure una sola tra quelle morti poteva essere chiamata serena. Era per quello che... era per quello che lui desiderava fortemente continuare a vivere. Aveva la sensazione che, più fosse riuscito a sopravvivere, più alta era la possibilità di una morte più dignitosa. Anche se troppo flebile per essere chiamata speranza, Inukashi era consapevole di quella piccola fiamma nel suo cuore che bruciava per il desiderio di una morte serena.
Dannazione.
Inukashi digrignò i denti. Le labbra di Nezumi erano curvate in un sorriso.
La sua è una minaccia. Potrei dirgli di no, ma se dovesse succedermi quello che è successo a mia madre...le mie ossa spezzate, le mie interiora a brandelli, il sangue che non si ferma dalla mia bocca...e stessi per morire in quel modo... se non ci fosse nulla per alleviare il mio dolore, addolcirlo almeno un po'...se non mi restasse altra scelta se non quella di gemere e implorare che qualcuno mi uccida, velocemente, fino al momento in cui la morte giungerà per reclamarmi a sé...il solo pensiero gli mandò un brivido lungo la spina dorsale. Stava sudando freddo.
“E va bene, siediti” disse Inukashi debolmente. “Ascolterò prima quello che hai da dire”
La mano guantata di Nezumi si allungò verso di lui e gli accarezzò la guancia.
“Bravo bambino”
“Fottiti”
Inukashi folgorò con lo sguardo il volto che gli sorrideva ancora. “Lascia che ti dica una cosa, Nezumi. Non pensare che questo tuo trucchetto possa funzionare ogni volta”
“Trucchetto? Voglio solo che tu faccia un lavoro per me. Un modo alquanto maleducato di trattare un cliente, non credi, Inukashi?”
“Questa sarebbe la tua idea di cliente decente? Approfittarti della debolezza di qualcuno, minacciarlo e costringerlo a fare un lavoro pericoloso per te? Persino le zecche sono più gentili con i cani che infestano, comparate a te”
“Non trovi piuttosto” disse Nezumi. “Che la colpa sia della persona che possiede quella debolezza di cui ci si può approfittare? Da queste parti, permettere a qualcuno di scoprire il tuo punto debole può costarti la vita. Non è una novità per te, spero?”
Nezumi accarezzò ancora una volta, con più gentilezza, la guancia di Inukashi, che restava in silenzio e sussurrò in modo comprensivo.
“Tu temi la morte. Più di ogni altra cosa, hai paura della sofferenza che la precede. Faresti di tutto per evitarla. Sono consapevole di questa tua paura, ed in più ho la facoltà di lenire quel dolore per te, non è vero? Non è mia intenzione minacciarti e estorcerti nulla. Sto seguendo esattamente i passi appropriati, pagandoti del denaro in cambio di un lavoro”
“Basta così!” Inukashi colpì il tavolo con il pugno.
Due cuccioli che giocavano al di sotto uscirono impauriti e corsero via.
Due cuccioli che giocavano al di sotto uscirono impauriti e corsero via.
“Tu impostore! Tu sofista! Tu attore di terza categoria! Spero che tu finisca per affogarti col veleno per topi e ti decida a morire una volta per tutte.” Senza fiato, Inukashi respirò irregolarmente.
“Hai finito?” disse Nezumi interrompendolo. Il suo tono calmo e rilassato fomentò ulteriormente l'ira di Inukashi. Ma era inutile irritarsi. Nezumi aveva ragione. Era lui ad essere in torto per aver esposto la sua debolezza e essersi mostrato vulnerabile.
Queste erano le leggi di quel luogo.
Inukashi sospirò e si sistemò nella sedia.
“E va bene, sentiamo pure cosa hai da dire. Non ho molto tempo. Cerca di essere rapido e indolore”
Nezumi si sedette anche lui su di una sedia. Aveva smesso di sorridere.
“Mi servono informazioni”
“Fin qui ci arrivavo anche io” disse Inukashi sbrigativamente. “Nemmeno tu saresti così stupido da venire qui per comprare da mangiare. Allora? Di quali informazioni hai bisogno?”
“Riguardo il Penitenziario”
Inukashi cadde quasi per terra.
“Il Penitenziario!” esclamò. “Vuoi dire quello presidiato dal Dipartimento di Sicurezza?”
“Esistono altri Penitenziari di cui nessuno sa nulla?” disse Nezumi sarcasticamente.
Inukashi lo ignorò.
“Dunque ti servono informazioni... che tipo di informazioni intendi?”
“Qualunque tipo, non importa quanto poco importanti possano essere” Nezumi pescò un topolino bianco dalla tasca della sua giacca. Era più o meno della misura di un pollice di una persona adulta. Gli occhi di Inukashi si restrinsero.
“Quella cosa è un robot? È più piccolo di quello che hai dato a me”
Sfilandosi i guanti, Nezumi premette leggermente sulla testa del topo. Il dorso del topo si divise in due, proiettando verso l'esterno un bagliore dorato, che tremò per un istante per poi delineare un immagine che fluttuava nella luce.
“Che roba è?”
“Un ologramma. Il meccanismo istallato in questo topo utilizza la luce per riprodurre degli oggetti”
“So cosa è un ologramma” disse Inukashi irritato. “Anche se è la prima volta che ne vedo uno, a dire il vero” disse ripensandoci. “Quello che ti sto chiedendo è cosa è rappresentato qui. Che roba è questa, la cianografia di un edificio?”
“Si tratta della pianta della struttura interna del Penitenziario, benché sia alquanto datata. La struttura stessa potrebbe non aver subito grandi mutamenti da allora, ma il suo sistema amministrativo avrà subito senz'altro perfezionamenti”
Inukashi lo guardò aggrottando le sopracciglia, come per dirgli 'stai scherzando'
“Niente da fare. Non importa di che tipo di informazioni hai bisogno, non riuscirò mai a procurartele”
“Per quale ragione?”
“Per quale ragione? Non farmi domande stupide. Hai idea di che tipo di posto è quello? Ovvio che no“ disse chiaro e tondo “Nemmeno io ne ho idea. Nessuno saprebbe dirti nulla, perché non c'è stata una singola persona che sia tornata viva di là. Non tornano nemmeno i cadaveri. Una volta che hai oltrepassato quei cancelli speciali, scompari. Svanisci dalla faccia della terra. Ecco che tipo di posto che è quello, chiaro? Ecco quello che si dice in giro”
Inukashi deglutì, rabbrividendo. Nezumi fece eco delle sue parole senza mostrare espressioni.
“Si dice?”
“Si dice...“ Inukashi cominciò a parlare esitante “che nel basamento ci sia un'enorme inceneritore, e che tutti i prigionieri vengano gettati lì dentro. Chiunque cade nelle loro mani finisce bruciato come spazzatura. E le ceneri vengono sparse sui campi coltivati nel South Block, anziché essere consegnate all'impianto di smaltimento rifiuti. Si vocifera che se ne servano come fertilizzanti per il terreno. Lì dentro, proprio in quel posto infernale”
Inukashi puntò al livello più basso, presumibilmente il basamento, sul diagramma che galleggiava al di sopra del tavolo e venne attraversato di nuovo dai brividi. Era uno spazio completamente bianco e nulla vi era scritto al suo interno. Questo spazio curiosamente vuoto gli infondeva una sensazione terribile.
“Non c'è alcun inceneritore lì” mormorò Nezumi.
“Come fai ad esserne così sicuro?” disse Inukashi accusatorio. “Lo hai visto per caso? Come puoi dirlo a meno che tu non lo...“
Inukashi lasciò la frase a metà e si ritrovò a fissare Nezumi.
“Abbia visto...?”
Non ricevette alcuna risposta.
“Conosci l'interno del Penitenziario? Quando...“ Inukashi indicò la luce con la mano e la strinse poi in un pugno. L'immagine si agitò leggermente e si deformò.
“Quando hai ottenuto questa mappa?” domandò. “Questi sono dati interni”
“Inukashi, non ti pago con monete d'oro perché io risponda alle tue domande. Voglio tutto quello che riesci a trovare...devi trovarmi anche la più piccola informazione riguardo l'interno del penitenziario, e aggiungerlo a questi dati. Se dovessi essere esigente, preferirei informazioni accurate riguardo il sistema di sicurezza e operativo”
“Sei stupido o cosa? Sistema operativo? Solo i pezzi grossi vi hanno accesso, sono informazioni top secret. Il fatto stesso di riuscire a mettere mani su informazioni simili sarebbe presagio di sfortuna”
“È per questo che non ti sto chiedendo così tanto. Raccogli le informazioni che riesci. Qualsiasi informazione riesci a trovare che abbia a che fare con il Penitenziario e le voglio il più presto possibile. Tieni, ti lascio questo”
Nezumi spense l'interruttore e gettò il piccolo topo proiettore ad Inukashi. Inukashi corrucciò il naso come se avesse appena toccato un corpo in decomposizione a mani nude.
“Pensi debba usare il topolino che mi hai dato la volta scorsa?” Chiese.
“No, sarebbe infruttuoso. Il Penitenziario è traboccante di sensori di sicurezza. Qualsiasi robot, non importa quanto piccolo, verrebbe fatto esplodere se sorpreso ad aggirarsi all'interno, senza un'opportuna identificazione”
“Allora usa dei veri topi“ continuò Inukashi. “Riusciranno ad entrare sicuramente con più facilità dei miei cani. Un piccolo organismo vivente non dovrebbe avere problemi con i sensori, giusto?”
“Rallenta. Dimenticati dei topi, anche una mosca o uno scarafaggio verrebbe incenerito in automatico. Il laser li brucerebbe fino a non lasciarne traccia. In quel luogo non permettono di entrare liberamente nemmeno ad una mosca. Ecco che tipo di posto è”
“E allora cosa dovrei fare io?” disse Inukashi frustrato. “Come dovrei entrare, secondo te, e raccogliere informazioni da un posto completamente controllato da computer?”
"Difatti non ho mai detto che dovresti entrarci. Hai ragione riguardo l'interno del Penitenziario...è completamente monitorato, fin nel più piccolo dettaglio. Tuttavia restano ancora molteplici campi che richiedono personale. E non a caso, è proprio dalle labbra delle persone che scivolano fuori informazioni. Se c'è qualcosa cosa che un computer non è in grado di controllare, quella è proprio la lingua di un uomo”
Inukashi curvò le spalle esageratamente. Stava iniziando a capire, anche se vagamente, dove Nezumi stava dirigendo il loro discorso. Se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito non vederci chiaro affatto.
“Certo” convenì prontamente. “Per avviare i computer e gli androidi hai bisogno di persone. Anche le guardie saranno umane e gli stessi Agenti del Dipartimento entrano ed escono da quel posto liberamente. E non dimentichiamoci dei prigionieri, anche loro sono umani, giusto? Ma per tua informazione, a parte loro, le uniche persone che possono entrare ed uscire dal Penitenziario sono residenti di No.6. Per attraversare i cancelli speciali hai bisogno di una IC card. [Integrated Circuit Card credo] E mi risulta impossibile poterne creare una per entrare in No.6. Il che significa che nessuno nel West Block è in grado avvicinarsi a quell'edificio a meno che non vi sia condotto dentro come prigioniero. Non che qualcuno, abbastanza sano di mente, possa desiderare avvicinarsi a quel posto, comunque. Quindi...“ stava parlando piuttosto velocemente. “Beh...in conclusione, è praticamente impossibile per noi interagire con il personale interno del Penitenziario, perché si tratta di residenti di No.6, e questo rende la cosa impossibile, giusto? Dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Quei tipi vivono in un mondo completamente diverso dal nostro. È semplicemente un altro mondo“
“Inukashi”
“Cosa?”
“Sei prolisso oggi”
Inukashi distolse lo sguardo. Sapeva che abbassare gli occhi significava dichiarare sconfitta, ma non aveva energia per guardare furiosamente il paio di occhi grigi che lo fissavano di rimando. Sapeva già chi avrebbe vinto e chi avrebbe perso tra loro.
Nezumi si alzò in piedi e si avvicinò ad Inukashi, che fissava il pavimento. Gli sussurrò in una voce bassa e stridula, ma allo stesso tempo sensuale...una voce da donna.
“Sei sempre così. Quando hai qualcosa da nascondere, diventi improvvisamente più eloquente. Peccato per te, ma ho capito quello che nascondi... sotto quella tua lingua, che si agita come una foglia al vento, è nascosto un segreto furtivo“
Le sue dita accarezzarono leggermente il mento di Inukashi, scorrendo lungo la linea del mento e degli zigomi, fino a pizzicare leggermente il lobo del suo orecchio. Inukashi rabbrividì. Il breve momento di piacere venne seguito all'istante da una fitta piccola e acuta. Il lobo del suo orecchio era stato strattonato.
“Ow!” disse indignato. “Che cavolo fai!”
“Non sottovalutarmi, Inukashi”
“Di cosa parli? Io non...“
“Smettila di fare il finto tonto. So bene per cosa usi i tuoi cani. È per quello che sono qui”
Inukashi emise un forte tsk ed allontanò rudemente la mano di Nezumi dal suo corpo. Nezumi ridacchiò divertito.
“Usi i tuoi cani per contrabbandare, non è vero? Trasporti avanzi di cibo e rifiuti dal Penitenziario fino a qui nel West Block. Sono quattro anni ormai”
“Sì...“ rispose Inukashi sconfitto. “E quindi? Trasportare beni fa parte dei miei affari. Un topo come te non ha il diritto di dirmi cosa fare”
“Mi risulta che il Penitenziario abbia il su impianto di smaltimento rifiuti” continuò Nezumi. “Sono in grado di smaltire qualsiasi cosa al suo interno. Hai appena detto che nemmeno i cadaveri fanno ritorno da quel luogo. Hai ragione. In quel luogo si occupano persino dei cadaveri. Il che significa che nemmeno un granello di polvere dovrebbe scappare dal suo interno, tantomeno avanzi di cibo. Nonostante questo, tu, da quello stesso Penitenziario, riesci in qualche modo ad ottenere periodicamente dei carichi di avanzi di cibo e li rivendi ai chioschi qui nel West Block. Ci fai un bel guadagno, non è vero? Forse anche più della tua piccola attività all'hotel?”
“Che c'è, il mercato nero non è di tuo gradimento?” disse Inukashi aspramente. “Stai scherzando. Da quando saresti diventato un lacchè del Dipartimento, huh, Nezumi?”
“E non mi risulta nemmeno che delle macchine siano in grado di fare affari nel mercato nero. Una volta programmate, è impossibile che infrangano i comandi loro impartiti. Se c'è qualcuno che infrange le regole, quel qualcuno sarà esattamente un essere umano. C'è qualcuno tra il personale interno del Penitenziario che ti sta rivendendo quegli avanzi, non è forse così? No, non si limita al solo cibo. Probabilmente ti sta passando le razioni dei prigionieri e anche i loro effetti personali. A ogni modo, che tu abbia un contatto con qualcuno all'interno del Penitenziario è un dato di fatto. È da lui che devi riuscire a fiutare una pista. Usa questo qualcuno per ricavare le informazioni di cui ho bisogno”
Inukashi scosse la testa. Il ragazzo davanti a lui stava cercando di coinvolgerlo in qualcosa di ancora più pericoloso di quanto aveva immaginato inizialmente. Inukashi iniziò a sudare freddo.
“è impossibile...“ mormorò. “I tipi con cui faccio affari sono i più infimi tra gli infimi. Si occupano praticamente solo della pulizia e dello smaltimento dei rifiuti al fianco dei robot. È impossibile che possano essere in possesso di qualche informazione utile”
“Ed è esattamente per questo che chiederai loro quello che sanno. I membri dello staff che occupano posizioni di rilievo saranno sicuramente sotto il più stretto controllo delle autorità. Non potrebbero permettersi rischi quali lasciarsi scappare qualche tipo di segreto. Tuttavia l'amministrazione sarà più disattenta riguardo i pesci piccoli. E se il loro lavoro consiste nello svolgere le pulizie all'interno dell'edificio, saranno stati probabilmente ovunque nel Penitenziario. Chi lo sa, potresti scoprire che dispongono di più informazioni di quanto pensi. Il tuo compito è di fiutare queste informazioni. Il tuo naso è buono quanto quello di un cane, non è forse vero?”
Inukashi si lasciò scappare un sospiro e tentò inutilmente un ultimo atto di rappresaglia.
“Mi servono soldi. Per ottenere qualsiasi informazione da loro, ho bisogno di soldi. Due monete d'oro non basteranno di certo”
Nezumi accennò di sì con il capo e gli passò un piccolo sacchettino in pelle. In esso vi era una considerevole somma di monete d'oro.
“Per il momento dispongo solo di questi” Nezumi improvvisamente si inginocchiò e guardò Inukashi negli occhi.
“Inukashi, ti prego, aiutami. Ti sto implorando”
Implorare? Nezumi, mi stai implorando davvero?
“Se accetterai questo lavoro, te lo prometto, se un giorno dovessi ritrovarti afflitto da sofferenze insostenibili, correrò al tuo fianco a qualsiasi costo. Non importa dove sarai, riserverò una canzone per la tua anima. Te lo prometto”
“Chi crederebbe ad una promessa tra un cane ed un topo?”
Nessuno poteva garantirlo. Ma anche così...Nezumi avrebbe mantenuto la sua promessa.
Quasi per istinto, questa sensazione prese forma nell'anima di Inukashi.
Non importa in che modo o luogo starei morendo, se fosse una morte accompagnata dalla sofferenza, sarebbe sempre comparso per dare pace alla mia anima. Sarà una persona terribilmente difficile da comprendere, ma se c'è una cosa che ho capito di lui è che non infrangerebbe mai una promessa.
Inukashi credeva fortemente nel suo istinto. Allungò la sua mano e la richiuse intorno al sacchetto di pelle.
“E va bene, accetterò il lavoro”
“Ti sono debitore” Nezumi fece un breve respiro, e attorcigliò la superfibra intorno alle spalle. Poi si mise un dito sulle labbra.
“Ritengo sia superfluo dirlo, ma niente di tutto questo...“
“Lo so. A nessuno deve giungere voce riguardo questo lavoro. È la mia regola principale. Raccoglierò informazioni il più velocemente possibile, e ti contatterò prima che nessuno possa scoprire nulla”
“Conto su di te”
“Nezumi, c'è una cosa che vorrei chiederti”
“Dimmi”
“Perché lo stai facendo?”
Silenzio. Era impossibile riuscire a leggere una sola espressione dal viso di Nezumi. Inukashi si leccò il labbro inferiore e continuò a parlare.
“Con tutti questi soldi avresti potuto vivere una vita tranquilla per un bel po'. So che sei una star e che guadagni un bel po' di soldi, ma anche così, questi sono troppi. Mettere in gioco tutto questo denaro e arrivare a minacciarmi...“
“Non ti sto minacciando. Sono solo venuto da te per proporti un lavoro”
“Hmph...chiamalo come vuoi. Allora, spingerti fino a propormi un lavoro...cosa ti spinge a voler ficcare il naso nel Penitenziario così tanto? Quale è la tua ragione?”
Nezumi non rispose. La sua unica risposta fu un mezzo sorriso. Era uno artificiale, di quelli che usava per il palco.
“Non hai bisogno di conoscere le mie ragioni per portare a termine il tuo lavoro, non sbaglio forse, Inukashi?”
“Certo, ovviamente” disse Inukashi irascibilmente. “Ma tuffarsi in questo tipo di lavoro pericoloso senza conoscere nemmeno le ragioni è piuttosto fastidioso, amico”
“Scoprirlo non potrà mutarne il rischio”
Tsk. Questo tipo adora rigirare i discorsi a suo favore...non posso competere con lui quando si tratta di discussioni verbali.
“E va bene” disse in fine. “Ora basta. Va' via di qui”
Inukashi agitò la mano per mandare via Nezumi. Avvertì l'odore del sapone di poco prima. L'immagine di un viso gli attraversò la mente. Era il viso di qualcuno che stava lavando i cani nel cortile del suo hotel, ricoperto di sudore. La domanda incurante ruzzolò fuori dalla sua bocca.
“Nezumi, questo non ha niente a che fare con Shion, non è vero?”
Per un breve istante, gli occhi grigi vacillarono. Gli occhi di Inukashi non mancarono questa leggera esitazione. La punta del suo naso si contrasse. Poteva fiutare qualcosa.
“Shion?” Nezumi sollevò le spalle leggermente. “E cosa centrerebbe Shion in tutto questo? Nulla di tutto questo riguarda lui”
“Proprio ora, mi hai detto di non divulgare informazioni riguardo questo lavoro a nessun altro. Intendi che non posso dire nulla nemmeno a Shion?”
“Certo che no. Non c'è alcun bisogno di coinvolgere persone che non hanno niente a che vedere con tutto questo”
“Tesoro mio, non sei tu quello gentile adesso?” lo schernì Inukashi. “Ho perso il conto di quanti lavori pericolosi mi hai costretto a fare finora, ma quando si tratta di Shion, oh no, non posso coinvolgerlo. Ahah, ho capito. Immagino che anche tu ti affezioni alle persone se ci vivi insieme per abbastanza tempo. Quel ragazzino strambo dai capelli bianchi è così prezioso per te?”
Nezumi scomparve dalla sua vista. Prima di avere il tempo di emettere un singolo grido, Inukashi si ritrovò con il corpo premuto contro una parete e una serie di dita stavano affondando nella sua gola.
“Basta con questa tua insolenza“ disse Nezumi a denti stretti. “Un'altra parola e mi assicurerò che tu non possa parlare mai più”
“Voglio proprio vedere” disse Inukashi spavaldo. “Pensi che questi qui ti lascerebbero andare?”
Diversi cani, sdraiati sul pavimento, si tirarono in piedi, ringhiando minacciosamente mentre si posizionavano a cerchio intorno Nezumi. Ma prima che uno dei grossi cani scoprisse le zanne, una piccola ombra grigia saltò fuori da un angolo della stanza.
Si udì un guaito soffocato.
Il grosso cane alzò la voce in un guaito sofferente. Un piccolo topolino era attaccato alla sua gola. Il cane si dimenava, scuotendo violentemente la testa da un lato all'altro, ma presto collassò sulle zampe anteriori. Tutte e quattro le zampe erano in preda a convulsioni. Gli altri cani indietreggiarono impauriti. Inukashi spinse via Nezumi e gridò allo stesso modo in cui aveva fatto il cane.
“Il mio cane, il mio cane!” Sollevò il corpo del cane tra le braccia. Una voce gelida gli raggiunse le orecchie.
“Se non vuoi finire come lui, fa calmare gli altri cani”
“Nezumi, dannato...“
Cheep – cheep.
Il piccolo squittio di un topo. Inukashi sollevò il volto dal cane e il suo respiro gli si mozzò in gola. Guardando in giro per la stanza, si ritrovò immobilizzato sul posto. Dalla cima dei mobili, da sotto il tavolo, attraverso l'ombra della porta, da numerosi angoli della stanza, una quantità infinita di piccoli topi grigi lo fissavano silenziosamente. I loro occhi erano rossi e brillavano dall'interno.
“Buoni” comandò Inukashi a voce bassa. I cani ubbidirono. Tornarono alle loro postazioni iniziali e si sdraiarono sulle pance.
“Tranquillo, non è morto” disse Nezumi. “Resterà solo paralizzato per un po'. Dagli venti, trenta minuti e stara bene. Respira normalmente, no?”
Era esattamente come Nezumi aveva detto. Il respiro del cane era difficoltoso ma costante. Stava tentando di tirarsi in piedi ma sembrava non avesse abbastanza forza per farlo. Piagnucolava pietosamente.
“La pagherai per aver fatto questo al mio cane” Nel momento in cui Inukashi strinse il pugno, la porta si aprì con un Bang. Shion entrò correndo.
“Inukashi!” Shion si immobilizzò, stringendo ancora la maniglia della porta. Il suo sguardo scivolò da Inukashi, che stava abbracciando il cane, a Nezumi.
“Nezumi, cosa ci fai qui?”
“Cosa c fai tu qui? Non dovresti abbandonare il tuo posto di lavoro in quel modo”
“Beh, ho sentito un cane guaire e mi è sembrato di sentire anche la voce di Inukashi...pensavo fosse successo qualcosa...Inukashi, cosa è successo a quel cane?”
“è solo paralizzato“ rispose Nezumi al suo posto. Un topolino marrone tirò fuori la testolina dalla spalla di Nezumi. Saltò sul pavimento e si arrampicò su per il corpo di Shion.
“Amlet, sei venuto anche tu?” gli disse Shion.
“Amlet? Si può sapere cosa stai dicendo?”
“è il suo nome. Perché adora che gli venga letto Amleto ad alta voce”
Il viso di Nezumi si contorse.
“Non dare nomi ai miei topi senza permesso”
“Beh, tu non ti decidevi a darglielo” disse Shion imperterrito. “Sembra gli piaccia parecchio come nome. Giusto, Amlet?”
Il topo fece di sì muovendo su e giù il musetto.
“Ridicoo“ sputò Nezumi. “Quindi, se questo tipo è Amlet, l'altro come si chiama? Othello? Macbeth?”
“Cravat”
“Cravat? C'è mai stato un nome simile in Shakespeare?”
“è il nome di una sfoglia fritta. Il colore del suo pelo gli somiglia. Significa 'cravatta', a causa della forma. La pasta contiene mandorle tritate e va arrotolata a forma di cravatta per friggerla...“
“Ho capito, basta così” interruppe Nezumi. “Tu sogna pure di riempirti la pancia con queste gravatte o come si chiamano quando andrai a dormire stanotte. Io torno a casa. Parlare con te mi fa venire un mal di testa...”
“Sicuro che non sia colpa dei tuoi nervi piuttosto? Sei sempre irritato. Forse sei stanco”
“E di chi sarebbe la colpa se sono costantemente irritato? E poi, tu...“
Sentendo lo sguardo perplesso di Inukashi su di sé, Nezumi chiuse la bocca. Si riavvolse la superfibra intorno al collo e camminò fuori dalla stanza senza aggiungere una sola parola. Amlet si strofinò contro la guancia di Shion e squittì una volta prima di correre dietro al suo padrone.
I topi grigi che avevano invaso la stanza erano misteriosamente scomparsi. Inukashi permise ad un lungo respiro di abbandonare le sue labbra e si lasciò scivolare giù sul pavimento. Il cane tra le sue braccia brontolò leggermente. Shion si abbassò su di un ginocchio e cominciò ad ispezionare il cane con minuzia.
“Sembra sia stato paralizzato con qualche tipo di droga... ma il suo cuore batte normalmente, e non sta vomitando. Vedrai che starà bene”
“Davvero? Non morirà?”
“Starà bene. È solo mezzo paralizzato. Dovresti dargli dell'acqua fresca da bere. Aspetta, vado a prenderne un po'” Shion riempì il secchio che aveva utilizzato per portare l'acqua dal fiume e lo portò al cane. Il cane bevve l'acqua offertagli con avidità.
“Vedi, sembra che l'intorpidimento sia quasi del tutto sparito. Ma questo cane...come ha fatto a finire paralizzato?”
“è stato Nezumi”
“Nezumi? Al cane? Non è possibile”
“Certo che è possibile!” disse Inukashi con rabbia. “é stato lui. Quel bastardo ha paralizzato il mio cane. Non si ferma davanti a nulla. È implacabile, astuto e crudele. Io farei attenzione se fossi in te. Se ti lasci ingannare da quella sua faccia graziosa e credi che sia una persona dolce e gentile come la tua mammina, ti attende una sgradevole sorpresa”
“Io non credo che lui sia mia madre, ma penso davvero che sia una persona gentile”
Inukashi fece dei cerchi in aria con il dito indice davanti alla faccia di Shion.
“Idiota. È proprio quello che intendevo quando ho detto che ti sta imbrogliando. Sei troppo ingenuo per notare che razza di persona senza cuore sia in realtà”
“Nezumi non è senza cuore. Mi ha salvato la vita più di una volta. Se non fosse stato per lui, non sarei mai riuscito a sopravvivere”
“Nezumi ha aiutato uno sconosciuto? Senza nulla in cambio?”
“Senza ricevere nulla in cambio. E al contrario“ disse Shion pensoso “Penso si sia procurato solo un fastidio. Potrebbe sembrare strano detto proprio da me, ma penso di essere stato abbastanza un peso per lui. Dopotutto, io non so nulla di come si viva qui”
Inukashi si morse le labbra. Lasciò indugiare il suo sguardo sul profilo di Shion che stava ripulendo la ferita del cane con dell'acqua.
Un fastidio? Aveva ragione. Da quelle parti, qualcuno ingenuo e credulone come lui e gentile con chiunque non era altro che una seccatura. E una seccatura spesso può trasformarsi in catene in grado di legare mani e piedi.
Ma Nezumi stava vivendo con questo tipo strambo e fastidioso, senza chiedergli nulla in cambio. Non stava cacciando Shion fuori dalla sua tana...al contrario, lo stava tenendo al riparo proprio lì.
Perché?
“Hey, Shion”
“Hm?”
“Voi due parlate sempre così tra voi?”
“Huh? Beh...Sì, immagino. Perché?”
“Perché di solito Nezumi non si comporta così. Non lascia mai mostrare le proprie emozioni”
Shion piegò la testa di lato interrogativamente, come per dire 'davvero?'. Il cane leccò il dorso della sua mano. Era il suo modo di esprimere gratitudine per avergli curato la ferita.
Inukashi mosse il naso e sogghignò. Aveva fiutato qualcosa di interessante.
Shion e quel lavoro riguardo il Penitenziario erano in qualche modo connessi. Per questo ragazzino, Nezumi era disposto a entrare in un territorio pericoloso.
Inukashi non aveva prove. Non riusciva a pensare a nessuna ragione palese per cui Nezumi potesse fare quello che stava facendo. Ma che avesse scoperto la debolezza di Nezumi non aveva dubbi. Il mio naso non mente mai.
Nezumi, quindi questo tipo strambo e ignaro è la tua debolezza, il tuo tallone di Achille, huh? Heh, allora le cose potrebbero farsi interessanti. Sei stato tu a dirlo. Lascia che qualcuno scopra la tua debolezza e potrebbe costarti la vita. Hai dannatamente ragione. Ed adesso ho la tua vita nelle mie mani. Mi assicurerò che tu abbia quello che ti meriti per quello che mi hai fatto. Puoi contarci.
“Potrei sbagliarmi, ma...” la voce di Shion raggiunse le sue orecchie. Stava accarezzando il cane, che si era alzato in piedi e scodinzolava energicamente, apparentemente ripresosi completamente dalla paralisi.
“Huh? Hai detto qualcosa?”
“Questo cane...fa parte della tua famiglia, per caso?”
“Oh...“ Inukashi si fermò. “Sì, hai ragione. È l'ultimo cucciolo di mia madre. È stata picchiata a morte poco dopo averlo dato alla luce. “ Vi fu un intervallo prima di continuare “Come hai fatto a capirlo?”
“Ho avuto questa sensazione” disse Shion. “Ho pensato che avesse occhi davvero intelligenti e compassionevoli. In qualche modo mi ha ricordato quello che hai detto su tua madre, così mi sono chiesto se avessi ragione”
La mano di Shion accarezzò il collo del cane. Gli occhi del cane si chiusero e dalla sua bocca scappò un leggero sospiro. Dalla sua espressione pacifica era difficile immaginare si trattasse dello stesso cane che aveva mostrato le zanne a Nezumi solo qualche istante prima.
“Shion, tu non hai riso”
“Huh? Di cosa?”
“Di mia madre. Di solito quando racconto agli altri che mia madre era un cane, ridono o mi prendono in giro o mi trattano come una stramberia... ma tu...hai detto che mamma era gentile ed amorevole. Sei l'unico che mi abbia ascoltato senza ridere o prendersi gioco di me, tranne...”
Inukashi si mangiò le parole e deglutì forte. Se ne era appena reso conto. Simultaneamente, si era sentito schiacciare da un'ondata di agitazione che minacciava di soffocarlo.
Shion, ancora in ginocchio, guardò in alto verso di lui con un'espressione preoccupata. Inukashi si leccò le labbra asciutte e lentamente formulò il resto della frase come seguendo il filo della sua memoria.
“Sei l'unico...a parte Nezumi”
- note-
1. Shakespeare, William. Macbeth. Cambridge: Cambridge UP, 1921-1951. (1.7. 81-82)
Bello, bello, bello! Mi piace davvero il personaggio di Inukashi, ha una storia triste e complessa.
RispondiEliminaNelle varie traduzioni dell' anime, anche inglesi, questo personaggio è stato presentato come appartenente ad un determinato genere (non voglio mettere spoiler), ma credo che in giapponese non sia così.
Del resto, nella lingua giapponese non esiste distinzione di genere se non specificata.
Altrimenti non mi spiegherei in nessun modo la sorpresa di Sion quando nella puntata 9 lo "consola"...
esattamente. Indipendentemente dal suo sesso, per il momento bisogna parlarne come *lui/lei* parla di se, ovvero al maschile, e come gli altri lo interpretano. Tra l'altro è un dettaglio che contribuisce a crearne il fascino del personaggio, quindi continuerò a trattarlo come uomo. La stessa Asano lo tratta così, anche se, come dicevi, sia nell'episodio 9 sion si rende conto di come stanno le cose, ed anche nel volume 9 della novel, c'è questa scena simile, ma non so se parlarne, dovrei fare spoiler e a qualcuno potrebbero dare fastidio ^^.
RispondiEliminaP.s. ho raggiunto le traduzioni di 9th avenue quindi d'ora in poi publicherò lentamente perchè... non ho materiale XD (lei mette on line mezzo capitolo a settimana, e la mezza metà della scorsa settimana è in fase di correzione, quando è pronta la metto on, approfitto della lentezza per ricorreggere i primi capitoli, che ho accelerato senza dare nemmeno riletture a volte XD mi spiace davvero per chi ha dovuto leggere quei capitoli pieni zeppi di errori ><)
Che bello saper che Inukashi ci sarà fino all' ultimo volume! Grazie per l' informazione! Resto in attesa delle tue traduzioni, ti ringrazio sempre per il tuo lavoro ;D
RispondiEliminaeheh, si, ci sarà. il finale è abbastanza differente dall'anime, o meglio tutta la scena del penitenziario copre gran parte della storia (se non sbaglio la caccia all'uomo in cui vengono fatti prigionieri e portati al penitenziario accade a fine volume 4, quindi dal 5 al 9 sono tutte scene del penitenziario. Ed in più l'anime ha posticipato la sequenza della caverna, l'anziano Rou lo incontrano nel penitenziario, non prima..)
RispondiEliminaCome al solito non finirò mai di ringraziarti; ho un mal di testa feroce ma non riesco a staccarmi dalla lettura di questa meravigliosa Novel.
RispondiEliminaSenza di te non sarebbe stato possibile; allora ancora una volta grazie per avermi portato nel mondi di No° 6 a conoscere questo Nezumi, simile e così diverso dall'anime, Shion, Inukashi, Rikiga, Karan, Safu e tutti gli altri.
Cioè in questo momento mi trovo nella mia stanza con la luce spenta(e mi bruciano gli occhi). Sono le 3 e 39 nel mattino e non riesco a staccarmi dal leggere questa fantastica novel...sono drogata. Ok è raro per me,certo molto spesso mi capita di rimanere sveglia a quest'ora in estate ma mai in vita mia avevo letto qualcosa che non fosse un manga al PC. A parte il fatto che mi da fastidio (ma oh be bisogna accontentarsi :D) perché ho gli occhiali e gli occhi mi fanno male di più ma proprio odio leggere gli e-book or qualsiasi cosa al PC perché penso che niente sia meglio di poter leggere un libro ma in ogni caso tutto quello che ho in testa è "vai avanti .. vai avanti". Comunque il comportamento di Nezumi in questo capitolo è fantastico. Questo ti dimostra come anche le persone che giocano con il cuore degli altri hanno dei difetti e dei punti deboli. Nezumi è capace di centrare quelli degli altri ma non i suoi. Fantastico,quest'autrice ha una chiara visione dell'umanità e dell'anima umana,fantastica. Sembra una persona che può darti davvero tanto.
RispondiEliminaLa parte del "tu sofista" mi ha fatto ricordare la mia prof di Filosofia (assurdo lo so) giuro è stata epica. Adoro Inukashi anzi adoro ogni personaggio di questa novel,sono curati così bene senza mai tralasciare neanche uno è come se fossero tutti importanti.
Giuro che mi sento come una stalker a commentare ogni capitolo ma pensare di non farlo mi da una brutta sensazione. Non saprei LOL.
Eheh. Io stavo aspettando il nuovo capitolo della novel appena pubblicato dal sito inglese, sono sul letto col tablet, e scrivere è scomodissimo. Ora vado, notte.
RispondiEliminaInukashi è il mio personaggio preferito di tutta la storia :-) al di là dell'avere una storia interessante, è qualcuno che sa stare al mondo e ci sa muoversi all'interno, sembra crudele ma in realtà ha un gran cuore ed è molto leale :-)
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