3 ottobre 2011

No.6 CAP 9 ITALIANO

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Volume 2

CAPITOLO 4
L'Angelo dell'Inferno
Io lo amo, lo amo... È questa la pesante pietra che porto al collo e che mi trascina a fondo, ma io amo questa pietra e non potrei viverne senza.
-Chechov "il giardino dei ciliegi" Atto III [1]




  La ragazzina giunse mentre Karan era sul punto di chiudere le persiane del negozio.
  “Signora, sono rimasti ancora dei muffin?” Era una bimba adorabile, con un viso tondo, probabilmente non aveva ancora 10 anni.
  “Quelli al formaggio li ho finiti, ma se ti piacciono i muffin all'uvetta, ne resta ancora uno”
  “Sì, mi dia quello, per piacere”
  “E va bene, Lili, dammi solo un momento” Karan prese il muffin rimanente dal vassoio e lo mise in una busta di carta insieme a due ciambelle.
  “Le ciambelle sono un piccolo extra”
  “Grazie mille signora!” Lili lasciò una manciata di monetine nelle mani di Karan. Doveva averle tenute strette tra le manine per tutta la strada fino al suo negozio: anche se non vi era alcuna traccia di sangue sulle monetine, irradiavano il calore di un corpo umano.
  Lili sbirciò dentro la busta e il suo volto si illuminò notandovi ben due intere ciambelle dentro.
  “Sei una delle mie clienti più affezionate, Lili. La prossima volta ti preparerò dei muffin al formaggio, tutti per te, promesso”
  “Signora, non ha intenzione di chiudere il negozio, vero?” Lili sollevò il visino dal sacchetto e interrogò Karan con un'espressione triste.
  “Non lo farei mai. Perché hai pensato questo?”
  “La mia mamma ha detto che potresti chiudere il negozio. Ma sono felice che non lo farai” Un sorriso sollevato ricoprì il suo volto rotondetto. Karan si accovacciò e cinse la sottile vita della bambina.
  “Grazie per esserti preoccupata per me, Lili”
  Il piccolo corpicino soffice, la sua calda presenza... era così piccola, eppure riuscivano ad infondere a Karan grande coraggio.
  “Mamma e papà erano entrambi preoccupati” disse Lili. “dicevano 'e se non potessimo più mangiare il pane o le torte del suo forno?' Perché sai, il negozio di torte di fronte alla stazione è brutto, costa tanto ed è cattivo con i bambini” disse sbuffando.
  “Ah, sì?”
  “Sì. Perché l'altro giorno c'era un enorme torta bianca in vetrina, sembrava un enorme castello giocattolo. Io ed Ei...oh, sai chi è Ei?”
  “No, non lo conosco”
  “È un mio amico. È bravissimo a fare le bolle di sapone. Dicevo, Ei ed io stavamo guardando la torta insieme, perché era così bella”
  “Stavate guardando la vetrina del negozio?”
  “Sì. E il signore del negozio ha cominciato a strillare con noi. Diceva di togliere le mani dai vetri” disse Lili indignata.
  “Ma è terribile”
  “Già... Allora Ei gli ha strillato contro, gli ha detto ' Stupido vecchio puzzolente!' e anche io gli ho gridato, gli ho detto 'Tu vecchio pelatone!'. E allora siamo scappati”
  Karan scoppiò a ridere. Era da tanto che non rideva ad alta voce. Posò un bacino sulla guancia della piccola Lili.
  “Non posso fare qualcosa di grande come un castello, ma per il tuo compleanno, Lili, ti preparerò una torta molto carina, tutta bianca”
  “Davvero?”
  “Certo. Assicurati di dividerla con Ei anche”
  “Grazie Signora” disse allegramente Lili. “Mi piace tanto la torta alle ciliegie”
  Torta alle ciliegie...anche a Shion piaceva molto.
  Lili salutò con la manina e si allontanò dal negozio. Karan guardò la schiena della bambina allontanarsi fino a dissolversi nel tramonto, poi chiuse le persiane del negozio. Si lasciò sprofondare su una sedia.
  Da quando Shion non era più con lei, trovava duro sopportare l'arrivo della sera. La intrappolava nella morsa di una profonda tristezza perché un altro giorno era passato senza riavere suo figlio. Quella sensazione si trasformava in una pesante stanchezza che rendeva difficile alzare anche un solo dito.
  “Shion ...”
  Alcune era volte un mormorio, altre rimaneva inespresso; altre volte come in una conversazione, altre arrivava quasi a gridarlo...si domandava quante volte invocava il nome di suo figlio ogni giorno.
  Quando aveva sentito che il Dipartimento di Sicurezza aveva preso Shion in custodia, con l'accusa di disturbo civile e omicidio, pensava sarebbe impazzita.
  “Si renda conto che molto probabilmente non avrà più la possibilità di incontrare nuovamente il sospettato”
  La notte in cui le era stata comunicata quella notizia dall'Ufficiale del Dipartimento di Sicurezza, Karan aveva avuto la sensazione che suo figlio sarebbe morto. Sapeva meglio di chiunque altro che Shion non avrebbe mai preso parte ad un omicidio. Ma i sentimenti disperati di una madre non bastavano a convincere il Dipartimento...sapeva benissimo anche questo. In No.6, dove il tasso dei crimini è quasi 0%, non esiste un sistema giudiziario. Il semplice arresto e l'essere preso in custodia conferma lo stato di colpevolezza del sospettato. Invocare colpevolezza o non colpevolezza non era permesso, tanto meno sollevare un'obiezione formale.
  Era già stato rinchiuso nel Penitenziario. Presto, come un VC di prima classe sarebbe stato condannato all'ergastolo; o sotto leggi speciali, condannato a morte. Le parole dell'ufficiale del Dipartimento di Sicurezza non erano mai esagerate o contorte...erano la nuda verità. Lo erano sempre state. La prossima volta che quell'uniforme si sarebbe presentata alla sua porta, sarebbe stata dopo l'emissione della sentenza. In quel momento Karan sperimentò da sé cosa significasse fisicamente essere disperati. Tutti i suoni scomparvero intorno a lei, tutti i colori sbiadirono. Non sentiva odori né suoni. L'oscurità era l'unica cosa che riusciva a vedere davanti a sé. Era un'oscurità nera come l'inchiostro, un'oscurità che non avrebbe mai conosciuto le luci dell'alba. È questa sensazione senza fondo che la gente chiama disperazione...?
  Ho perso tutto.
  Improvvisamente il volto di una persona le attraversò la mente. Se gli chiedessi aiuto, potrebbe fare qualcosa? Ma anche quello spiraglio di luce balenato nel cuore, vacillò presto e scomparve. No... non c'è tempo. Non sapeva neppure dove si trovasse quell'uomo in questo momento. Non aveva tempo per cercarlo e implorare per la vita di suo figlio.
  Sopraffatta improvvisamente dalla nausea, Karan vomitò tutto il contenuto del suo stomaco. Stava cominciando a sudare. Si portò quasi strisciando fin nella stanza che fungeva da deposito e si lasciò collassare sul letto di Shion. La maggior parte degli oggetti di Shion erano stati confiscati dal Dipartimento di Sicurezza come prove. Potrei semplicemente lasciarmi morire anche io, in un angolo di questo deposito. Chiuderò gli occhi e lo seguirò.
  Piuttosto che questa vita così dura, potrei scegliere la pace della morte che viene dopo una breve sofferenza. Non sono una persona così forte da vivere da sola in quest'oscurità.
  Cheep - cheep!
  Pensò di aver udito qualcosa squittire accanto al suo orecchio mentre si trovava sdraiata sul letto di suo figlio. Probabilmente si trattava della sua immaginazione. Potrebbe non essere solo immaginazione. Ma non ha importanza, io ho già...
  Qualcosa le morse il lobo dell'orecchio. Un fastidioso dolore si diffuse da questo. Sollevò la parte superiore del corpo e vide un piccolo topolino allontanarsi in fretta verso un angolo della stanza.
  Cosa ci fa qui un topolino?
  Deglutì, toccandosi l'orecchio. Un rivolo di sangue le scivolò tra le dita. Lost Town si trovava nella parte vecchia della Città, ma era comunque raro che animali, con eccezione dei domestici, girassero indisturbati. Ancor di più per un topo...
  “Nezumi” Il suo cuore batteva rumorosamente.
Nezumi. Shion non aveva forse mormorato quella parola più di una volta? Bevendo della cioccolata; fissando degli alberi ondeggiare nel vento; mentre guardava il cielo della sera, aveva mormorato quella parola. Da quel giorno, quando erano stati sfrattati da Cronos e si erano trasferiti a Lost Town a causa di quell'incidente...era stato il giorno in cui Shion era stato sottoposto ad inchiesta e ricevuto un duro ammonimento per aver aiutato un VC, ritenuto un violento criminale in No.6. Nascondere ed aiutare un VC nella fuga è classificato generalmente come un serio crimine, ma in riguardo alla sua giovane età e allo stato emozionale, la punizione si era limitata alla rimozione dei suoi privilegi speciali.
  Karan per qualche ragione, non si era mai sentita particolarmente attaccata a Cronos, né trovava la sua vita in Lost Town dura. Anche se altri avrebbero condannato le azioni di Shion come mancanza di senso comune, lei voleva credere che c'era qualcosa nei sentimenti e nelle convinzioni di suo figlio che lo avevano portato ad agire come aveva fatto. Nonostante la Città gli avesse conferito una posizione di favore quale bambino dotato di un alto livello intellettuale, una parte di lei credeva che suo figlio avesse preferito le emozioni alla conoscenza, e aveva preferito un futuro in cui potesse scegliere di sua volontà, rispetto ad uno già deciso per lui. Questo era stato il motivo per cui aveva deciso di non chiedergli troppo riguardo quell'incidente. Ma in un'occasione gli aveva chiesto riguardo Nezumi.
  “Allora? Questo Nezumi? Chi è?”
  “Eh?”
  “È il nome di qualcuno, non è vero?” Lo aveva pensato a causa del tono dolce con cui suo figlio pronunciava quella parola. Con nostalgia, amorevolmente, alcune volte stanco...portava in sé anche un tono di desiderio. Non avrebbe di certo usato un tono del genere per chiamare un normale topo o un ratto.
  “Ti ha spezzato il cuore questa persona?”
  “Mai. Ma cosa dici, mamma?”
  “Beh, sembrava così”
  “No, certo che non è così. Hai completamente frainteso"
  Ed era in quei momenti che Shion diventava stranamente agitato, arrossiva completamente e iniziava a fare cose come far cadere il suo cucchiaio. Sì, lo ricordava adesso. Nezumi...
  Si alzò, il battito del cuore si fece lentamente normale e sentiva il corpo più leggero. Speranza, sebbene non sapesse il motivo, guizzò dentro di lei. Riusciva di nuovo a respirare e dentro di lei era rinata anche la volontà di andare avanti.
  Un piccolo topino era accucciato accanto ad un sacco di farina. I suoi occhi incrociarono quelli di Karan e roteò il musetto in un ampio giro. Dalla sua bocca venne fuori una capsula, poi sparì nel retro del deposito. All'interno della capsula c'era un fogliettino.
Shion in salvo. Non preoccuparti. Fuggito West Block. Attenta a sorveglianza Dipartimento. Qualsiasi risposta a questo topo. Marrone porta notizie salvezza, nero notizie di cambiamenti o occorrenze anormali. - Nezumi
  La flebile luce che guizzava nel suo cuore divenne una fiamma strepitosa. Premette una mano forte contro la bocca, sentiva che se non lo avesse fatto, avrebbe urlato per la gioia.
  È vivo. Il mio bambino è vivo. Riuscirò a vederlo di nuovo un giorno.
  Karan inspirò e si diede un occhiata intorno furtivamente.
  Se il biglietto aveva ragione e Shion era scappato sano e salvo nel West Block, allora la sua casa era probabilmente sotto stretta sorveglianza dal Dipartimento. Telecamere grandi quanto uno spillo, registrazioni audio, registrazioni di segnali senza fili. Non doveva agire avventatamente.
  Si addentrò maggiormente nel deposito. Accanto ad una cesta di conserve, iniziò a scrivere su un pezzetto di carta da imballaggio. La parola 'West Block' le riportò alla mente una sagoma vaga. Com'è che si chiamava? Lavorava per il Latch Bill... era una brava persona. Ricordava solo questo. Forse lui avrebbe potuto...ma...
C'erano così tante cose che voleva dire a Shion.
  Shion, resta in vita. Qualsiasi cosa fai resta in vita. Tua madre sta bene. Finché sei vivo, io starò bene. Quindi, ti prego, non morire.
  Ma sarebbe stato inutile tirar fuori tutto quello che aveva nel cuore in quel momento.
  Cheep cheep!
  Il piccolo topino comparve ai suoi piedi. Mosse il musetto come per invitarla a fare presto. Non poteva rimanere in un luogo come quello troppo a lungo, specialmente non sapendo dove erano state nascoste le telecamere di sorveglianza. Dopo aver scritto frettolosamente, accartocciò la carta e la gettò al pavimento. In un attimo il piccolo topino la raccolse in bocca e scomparve.
  Se lo seguissi mi condurrebbe da Shion?
  Un pensiero fugace, lo scacciò via velocemente e fece un passo avanti.
  Aspetterò qui, fino al giorno in cui il mio bambino tornerà da me. Resterò qui e aspetterò. E' una cosa semplice da fare. Lui è vivo e si trova nel West Block. Se è vivo, posso aspettare. La speranza non mi è stata portata via. Non ho ancora perso.
  Non ho ancora perso? Contro chi starei combattendo comunque?
  Karan sorrise leggermente a se stessa, sollevò il volto e camminò fuori dal deposito.
  Era passato almeno un mese da allora. Solo una volta era comparso il piccolo topolino. Era completamente marrone, il che significava che Shion era ancora vivo. Si sentiva sollevata, ma allo stesso tempo era piena di angoscia. La prossima volta sarebbe potuto comparire un topo nero. Infondo non c'era niente ad assicurare la sicurezza di Shion.
  Voleva rivederlo. Ultimamente continuava ad avere strani sogni. In questi, Shion era ancora piccolo e lei preoccupava quando non si tenevano per mano. Non lascerò andare questa mano. Ma non importa quanto forte lo pensasse, la manina del piccolo finiva sempre per sfuggire dalle sue e iniziava a correre avanti.
  “Shion, aspetta”
  Non andare lì. È pericoloso...
Shion!”
  Finiva per svegliarsi al suono delle sue stesse grida. Continuò ad avere questo tipo di risvegli per un po' di tempo. Rimaneva così stordita, senza fiato e in preda ai mal di testa. Ma anche così continuava a sfornare il suo pane e ad aprire il negozio per persone come Lili.
  Anche dopo che la notizia dell'arresto e dell'imprigionamento di Shion erano diventate di pubblico dominio, il comportamento della gente intorno a lei non era cambiato.
  L'operaio dell'officina che si fermava sempre per comprare pane all'uvetta e un sandwich per il pranzo sulla strada per andare a lavoro, lo studente delle superiori che passava una volta a settimana per comprare una torta alle noci, la casalinga che ogni mattina comprava il pane appena sfornato...tutti si rallegravano del fatto che Karan continuava con la sua attività.
  “Ogni volta che mangio le sue torte, signora, mi riempiono di felicità. Non so perché, mi rendono semplicemente felice”
  “Non poter mangiare il suo pane all'uva passa porterebbe via tutto il divertimento dalla mia giornata. E' una delle cose che aspetto con impazienza, quindi non me lo porti via, Karan-san”
  “Lei è una fornaia, no? Quindi cucinare è il suo lavoro, qualunque cosa accada. Noi tutti aspettiamo, sa? Ogni mattina, attendiamo tutti l'aroma di pane cotto che si diffonde nelle strade”
  Queste e molte altre parole l'avevano supportata. Anche se era ancora lontana dall'essere forte, le parole dei suoi clienti tenevano la sua anima stretta al suolo quando minacciava di collassare dall'incapacità di confermare se suo figlio stava bene.
  Aveva preso in prestito le loro spalle per stare in piedi, stringendo i denti e continuando a sfornare pane e dolci.
  Ma le sere restavano ancora insopportabili. E se le persone che nella strada per casa passavano davanti al suo negozio erano giovani, tutto si faceva ancora più insopportabile. Le faceva venire voglia di piangere fino allo stremo.
  Si lasciò affondare su una sedia e si coprì il volto con le mani.
  Cheep cheep!
  Sollevò il viso. Sotto il bancone di vetro un piccolo topino stava torcendo la punta del naso. Era marrone.
  “Sei venuto”
  Il topino si guardò intorno, poi sputò una capsula fuori dalla bocca. Istintivamente sapeva già cosa ci sarebbe stato all'interno della capsula trasparente.
  Karan si affrettò accanto al bancone. Spaventato dal movimento brusco, il topo fuggì dall'altra parte della stanza. Karan rimproverò se stessa per le sue dita tremolanti e aprì la capsula. Al suo interno c'era un sottile pezzo di carta piegato.
Mamma, mi dispiace. Sono vivo e sto bene.
  La scrittura era leggermente inclinata e con uno stile distintivo. Era chiaramente la mano di Shion.
  Mamma. La parola divenne la sua voce ed echeggiò nelle orecchie. Proprio in quel momento, in quel preciso istante, suo figlio era vivo. Era vivo mentre scriveva queste parole a sua madre. Le aveva scritte su questo piccolo pezzetto di carta, un messaggio di poche parole. Ma erano abbastanza per farle venire voglia di piangere. Non poteva fermare le lacrime che le rigavano il viso. Seguì le parole con il dito più volte.
  Shion si trovava probabilmente in una situazione dura. Forse stava anche soffrendo in preda alle incertezze. Ma non era completamente scoraggiato. La sua scrittura ristretta ma energica ne era la prova.
  Mamma, io sto bene. Non sono infelice. Non mi sto disperando.
  Karan si asciugò le lacrime al grembiule, giurando che sarebbero state le ultime. La prossima volta che avrebbe pianto sarebbe stata quando avrebbe stretto Shion di nuovo tra le braccia. Fino ad allora non avrebbe mai più pianto. Non si sarebbe più disperata. Cucinerò pane ogni giorno, lo venderò, gestirò il mio denaro, pulirò il negozio, metterò fuori alcuni fiori e andrò avanti a vivere. Farò il mio lavoro.
  “A cominciare da domani, realizzerò altri tipi di muffin. Ma certo, istituirò un giorno speciale per i bambini”
  Karan fece un cenno di assenso col capo alle sue stesse parole e allungò la mano nel bancone per prendere un roll saporito. Il pane, ricoperto di formaggio in polvere, era ancora fragrante e gustoso anche dopo essere diventato freddo. Col suo prezzo accessibile era un prodotto del forno molto popolare. Questo era l'ultimo di quelli cucinati quel giorno.
  “Grazie. Grazie infinite, signor topolino” Spezzò un pezzetto e lo lanciò davanti al topino. Il topolino marrone fissò per un po' il pezzo di pane con diffidenza, poi lo annusò e iniziò a mordicchiarlo cautamente.
  “Nezumi è il tuo padrone? Gli diresti che gli sono davvero grata? E digli anche di passare un giorno per avere un boccone. Gli offrirò tanto pane quanto potrà mangiarne. E pane in abbondanza anche per te ovviamente”
  Sentì bussare alla porta. Non era un suono duro; al contrario, era calmo e quasi esitante. Ma il cuore di Karan si riempì di paura.
  Oh no. C'era la possibilità che la casa fosse sotto sorveglianza del Dipartimento. Era stata così preoccupata dalla nota di Shion che se n'era completamente dimenticata.
  Sarà il Dipartimento di Sicurezza? Sono venuti a prelevare questa lettera...?
  Qui non c'era un sistema di sicurezza completo come nella casa di Cronos. Non c'erano allarmi di sicurezza o videocamere, nemmeno un auto-lock con un sensore di riconoscimento. C'era solo una porta di sottile vetro, tende che la ricoprono ed un lucchetto manuale ormai datato. Un uomo abbastanza forzuto sarebbe entrato con estrema facilità.
  Karan appallottolò la nota tra le mani. Nel peggiore dei casi era preparata ad ingoiarla per intero. Il bussare continuò ancora. Si alzò in piedi lentamente, stringendo le mani in un pugno stretto.
  “Mi scusi" Era la voce di una ragazza. “Scusate, c'è nessuno in casa...?”
  La voce si affievolì. Per un istante la faccia della studentessa a cui piaceva la torta alle noci le tornò alla mente. Ma non era lei. Karan premette il bottone per aprire le tende.
  Dietro i vetri della porta, c'era una ragazza molto magra. Indossava un cappotto grigio lungo fino alle gambe e sembrava svanire nel tramonto. Karan ricordava quel volto che la guardava e le sorrideva.
  “Oh, ma tu sei Safu” Karan aprì velocemente la porta. La ragazza entro nel negozio assieme alla brezza serale e fece un commento riguardo il buon profumo. Poi abbassò il capo.
  “Signora, è un piacere”
  “Già. Quanti anni son passati? Sei diventata così bella. Ero così sorpresa”
  “Mi scambiavano spesso per un ragazzo allora” sorrise Safu, mostrando una fossetta su entrambe le guance. Il suo sorriso era lo stesso di allora. Come Shion, aveva conseguito il punteggio di top rank per la sua intelligenza negli esami dei bambini della Città. Era stata sua compagna di classe nella corso di studi per studenti dotati fino all'età di 12 anni. Karan ricordava di aver sentito che Safu aveva perso i suoi genitori in giovane età e viveva con sua nonna.
  Dopo che Karan e Shion erano stati banditi da Cronos, Safu era stata l'unica compagna di classe ad aver continuato a trattare Shion come prima. Era anche venuta in questo negozio una volta. A quel tempo la sua faccia aveva ancora dei tratti infantili. Ma la Safu attuale, che aveva sciolto la sciarpetta rosa pallido, aveva pelle di seta e una bocca dai lineamenti gentili. Mostrava indizi della meravigliosa donna che sarebbe diventata un giorno.
  “Ma non eri andata via in uno scambio con un'altra città? Ricordo di aver sentito qualcosa di simile da Shion” disse Karan.
  “Sono ritornata. Mia nonna è morta. Me ne hanno dato notizia non molto tempo dopo essere arrivata lì, così ho fatto i bagagli e sono tornata”
  “Tua nonna? Oh, cara...”
  Questa ragazza ha perso l'ultimo suo consanguineo.
  “Safu... non so cosa dire. Il mio cuore ti è vicino”
  Questa ragazza aveva anche sperimentato la stessa disperazione. Aveva sperimentato la solitudine di restare soli in un oscurità senza fine. Ed era così giovane.
  "C'è qualcosa che posso fare per te? Safu, posso esserti di aiuto in qualche modo?”
  “Ci sarebbe.” Safu si alzò in piedi davanti a Karan e la guardò dritta negli occhi. Non era arrabbiata, non era tormentata o consumata dalla stanchezza. Aveva uno sguardo grintoso e pieno di sfida. Il tipo di occhi che solo una ragazza della sua età avrebbe potuto avere.
  “Sono venuta qui perché ho un favore da chiederle, signora”
  “Di cosa si tratta?”
  “La prego, mi dica dove si trova Shion”
  Dopo aver tirato un lungo respiro, Karan guardò Safu dritta negli occhi.
  “La prego, me lo dica” insistette Safu. “È vivo, non è vero? Non è tenuto prigioniero nel Penitenziario. Lui è vivo...dove si trova?”
  Il suo tono di voce era ansioso di una risposta. Karan strinse il pugno più forte intorno alla pallina di carta.
Safu, allora tu hai saputo di Shion?”
  “So solamente quello che è stato reso noto dal Dipartimento. Il che significa che non so assolutamente nulla. Sono tutte menzogne, non è così?”
  “Safu”
  “Quello che hanno detto, riguardo Shion progettare omicidi indiscriminatamente a causa di un distorto odio...è tutta un'enorme menzogna e non ha mai provato alcun rancore verso nessuno”
  Karan tirò la ragazza per mano conducendola nel magazzino.
  “Sembra che questa camera non abbia nessuna videocamera di sorveglianza o dispositivo di registrazione. Anche se non so fino a che punto sia sicura..."
  Gli occhi di Safu scintillarono.
  “Se è tenuta sotto osservazione vuol dire che Shion non è stato catturato, vero? È fuggito da qualche parte, non è vero? È riuscito a fuggire in salvo ed è ancora la fuori, vivo...signora, lei ne è sicura, vero?”
  “Perché diresti una cosa simile?”
  “Perché è così calma riguardo tutto questo... Un solo sguardo e ho potuto capirlo. Sembrava piccola e distrutta, ma non ha ancora rinunciato completamente alla speranza. Non era il volto di una madre che ha perso suo figlio”
  “Sono sorpresa, Safu. Saresti un eccellente detective”
  “Signora, Shion è vivo, vero? Sta bene, giusto?”
  Karan continuò a reggere lo sguardo di Safu con le labbra fermamente serrate.
  C'era una possibilità che Safu fosse qui per conto del Dipartimento per scoprire notizie riguardo Shion? Karan ci rifletté un momento. La risposta era no. Se il Dipartimento lo avesse voluto davvero, non avrebbe avuto nessun bisogno di Safu. Sarebbe stato facile estrarre informazioni dalla stessa Karan usando un siero della verità.
  Il Dipartimento stava cercando suo figlio in modo serio?
  Questo pensiero improvvisamente le attraversò la mente. Era stata troppo piegata dall'esaurimento emozionale e dalla confusione da non averci nemmeno pensato, ma se il Dipartimento lo stava cercando con tutte le sue forze, un semplice giovane come lui non sarebbe stato difficile da arrestare. Anche se Shion avesse gettato via la sua ID card, sarebbe stato facilmente rintracciabile attraverso il satellite e avrebbero potuto confermare con estrema facilità il luogo in cui si trovava. A meno che non fosse rimasto costantemente sottoterra, era quasi impossibile sfuggire all'alta definizione dei satelliti.
  “Signora”
  Le mani di Safu afferrarono il braccio di Karan.
  “Shion si trova fuori No.6, vero?”
  “Sì”
  “Lo sapevo... ma è naturale, non è vero? All'interno della Città la sorveglianza arriverebbe ovunque. Sarebbe impossibile nascondersi...”
  “Safu, quale è la risoluzione delle immagini dei satelliti oggi?”
  “I più moderni arrivano sotto i 15 centimetri. Ho sentito che è possibile zoommare mandando comandi dalla terra. Il che significa, che è possibile ottenere l'immagine di una persona che si trova a livello del suolo con estrema chiarezza”
  La scaltra ragazza aveva già immaginato il prossimo pensiero di Karan. Safu deglutì e continuò a parlare.
  “Se i dati di Shion fossero stati inseriti nel sistema, il satellite avrebbe iniziato a cercarlo in automatico. Se si trovasse in superficie, sarebbe impossibile per lui non essere trovato”
  “Mi domando se non sia nascosto sotto terra allora. O...”
  O il suo aspetto è cambiato così tanto rispetto ai dati registrati...era anche minimamente possibile?
  “Signora... Io penso che fino a quando Shion resterà fuori dalla Città, sarà al sicuro”
  “Al sicuro?” Karan ripetette le parole di Safu sotto forma di domanda. Non riusciva a capire quello che la ragazza volesse dire.
  “Non posso dirlo con sicurezza. È solo un'impressione che ho... non abbiamo mai imparato a esprimere sentimenti o impressioni. Ma dopo aver passato tempo fuori da questa Città, di una cosa sono sicura...”
  Le parole di Safu si fecero strane e incerte. Stava cercando disperatamente parole che descrivessero non teoria ma qualcosa che risiedeva dentro di lei.
  “Ah... Sento che questa Città sia davvero chiusa... Chiusa in se stessa come un riccio. Completamente isolata in se stessa e che risolvesse tutto al suo interno... e non fosse minimamente interessata o intrigata da quello che si trova al di fuori da essa”
  “E stai parlando di questa Città proprio al suo interno”
  “Sì. Questa è l'idea che mi sono fatta. Quindi se Shion si trova fuori dalla Città, immagino che il Dipartimento lo lascerà in pace, anche se è il sospettato per un grave crimine. Se dovesse tornare indietro, però, probabilmente lo arresterebbero immediatamente”
  “Vuoi dire che Shion non riuscirebbe più a tornare, non è vero?”
  “Fino a quando la stessa Città non affronterà alcuni cambiamenti...credo che continuerebbe esattamente così”
  “Questa è una cosa davvero crudele da dire, Safu”
  Safu scosse la testa ed afferrò il braccio di Karan nuovamente.
  “Signora, dove si trova Shion?”
  “È nel West Block... è tutto ciò che so”
  “West Block...Allora è cosi?” Un sospiro sfuggì dalle labbra di Safu. Per un istante il suo sguardo vagò in aria. Poi chinò il capo profondamente verso Karan.
  “La ringrazio. Sono felice di averla potuta rivedere, Signora”
  Questa volta fu Karan ad afferrare il braccio di Safu.
Aspetta” disse. “Cosa hai intenzione di fare, ora che sai dove si trova Shion?”
  “Andrò da lui”
Karan era senza parole. Non poteva lasciar andare il braccio che aveva afferrato. La magra sedicenne era in piedi davanti a lei.
  “Safu... cosa stai dicendo? Hai idea di che tipo di posto sia il West Block?”
  “No. Ho solo udito che è un posto spaventoso. Ma ci andrò comunque”
  “Ma...ma...lo hai detto tu stessa ora. Potrebbe essere possibile uscire dalla città, ma rientrare...”
  “Non ha importanza per me"disse Safu piena di determinazione. “Anche se non potessi far ritorno mai più qui, non lo rimpiangerei. Se Shion si trova nel West Block, allora è lì che andrò”
  “Safu”
  “Voglio vederlo. Voglio vedere Shion” Gli occhi di Safu si riempirono di lacrime. Si morse il labbro.
  È una ragazza forte, pensò Karan. Alla sua età, ha già imparato a fermare le lacrime.
  Karan si avvicinò e strinse la ragazza al petto.
  “Grazie, Safu”
  “Signora...”
  “Sai, ho sempre creduto di essere sola. Pensavo che avrei dovuto portare questo peso completamente da sola... ma anche tu sei come me. Anche nel tuo cuore c'è un posto per Shion...grazie”
Io... io lo amo,” disse Safu, con voce tremante. “Dal profondo del cuore l'ho sempre amato, sempre e solo lui”
  “ Mmhmm” Mormorò Karan in assenso.
  “Non voglio perderlo. Voglio stare al suo fianco”
  “Lo so” Accarezzò la schiena di Safu.
  In un lontano passato, ho pronunciato queste stesse parole una volta. Avevo incontrato un uomo a cui tenevo più di ogni altra cosa e non avrei mai voluto perderlo. Desideravo poter essere al suo fianco per sempre.
  Ma si erano separati. L'unica cosa che le era rimasta era un figlio appena nato. 'Shion' era il nome che quell'uomo aveva dato a suo figlio. Era stato l'unico ed ultimo regalo che le aveva dato.
  “Una donna può continuare a vivere anche senza un uomo, ricordalo”
  Era venuto fuori come un sussurro. Forse Safu non era stata nemmeno in grado di sentirlo, poiché sollevò il viso e sbatté le palpebre interrogativamente. Chiudendo le palpebre, una sola lacrima si versò e rotolò giù lungo la guancia.
  “Safu, posso chiederti di credere in lui?”
  “Huh?”
  “Credi in lui. Tornerà a casa un giorno. In qualche modo, so solo che lo farà. Non è debole come appare”
  “Questo lo so, molto bene”
  “Quindi ti prego, aspettalo” implorò Karan. “Aspetta un po' di tempo per vedere come si evolve la situazione. Non credo sia saggio agire incautamente”
  Le spalle di Safu si sollevarono e ricaddero seguendo un profondo respiro.
  “Signora, posso chiederle un ultima cosa?”
  “Dimmi pure”
  “Chi si trova con lui in questo momento?”
  Era una domanda inaspettata. Qualcuno che si trovava con Shion...invisibile, ma al suo fianco nondimeno. Chi era questa persona?
Nezumi, mi domando...”
  “Nezumi?”
Sì, Nezumi. È l'unica persona che riesco a immaginare”
  “Mi domando se per Shion si tratti di una persona estremamente importante” chiese Safu.
  “Io credo di sì... Forse anche più di quanto potremmo mai esserlo entrambe...”
  Safu sorrise e annunciò che sarebbe tornata a casa.
  “Aspetta, Safu” disse Karan con urgenza. “Promettimi che non farai nulla di avventato. Aspetterai finché farà ritorno, non è vero?”
  Il sorriso della ragazza non scomparve, ma la luce nei suoi occhi era piena di sfida e vi alloggiava una chiara intenzione.
  “Non mi piace aspettare”
  “Safu....”
  “Sono sempre stata così. Non posso starmene ferma e non fare nulla mentre aspetto. Questa mattina, sono andata a preparare le pratiche per cancellare il mio viaggio di studio. Sono libera adesso. Quindi andrò. Andrò dove si trova Shion, a qualsiasi costo”
  Karan scosse la testa. Sentiva che qualunque cosa avesse detto non le avrebbe fatto cambiare idea. Ma doveva fermare Safu in qualche modo. Non poteva farle prendere la stupida scelta di camminare dritta nella tela del ragno.
  “Safu, sarò anche sua madre, ma nemmeno io conosco ogni singola cosa che riguarda Shion. Esistono ancora molte cose di cui non sono a conoscenza. Ma...vedi, almeno di una cosa sono certa, lui non vorrebbe che corressi pericoli solo per vederlo. Se ti dovesse succedere qualcosa ne soffrirebbe per tutta la vita. So almeno questo. Quindi ti prego...”
  Safu sollevò il mento. Arricciò le labbra saldamente.
  “Questo non ha niente a che fare con quello che prova Shion”
  “Huh?”
  “Lo sto facendo perché voglio. Mi sto comportando egoisticamente, ne sono consapevole. Ma non posso starmene seduta ad aspettare Shion in questo stato. Voglio vederlo così tanto. Ecco cosa sto facendo. Questo è tutto quello che posso fare... non sono una madre, signora...non posso essere forte come lei. Non posso continuare ad aspettare con fiducia. Non voglio dover rimpiangere nulla. Se...se per caso, dovesse finire per non tornare più in dietro... sarei io a dover soffrire per tutta la vita. Io non voglio questo. Non voglio perderlo”
  “Ma Safu...” Karan ripetette nuovamente le stesse parole nel suo cuore.
  Ma Safu, sai, una donna può andare avanti a vivere senza un uomo. Potrà essere doloroso, potrà sembrare come se le tue braccia ti fossero state strappate via dal corpo, ma saresti comunque in grado di vivere e portare con te quella ferita. Anche con quel peso, un giorno sarai in grado di ridere di nuovo. Ecco perché...ti prego, non mettere la tua vita in pericolo per un uomo. Ti prego, vivi per te stessa.
  Come poteva rispondere ai testardi e fortemente devoti sentimenti di questa ragazza? Come poteva convincerla? Karan lottava maldestramente ma con disperazione per trovare le parole giuste. Ma Safu stava già voltando le spalle.
Signora, sono felice di essere riuscita ad incontrarla. Addio”
  No, Safu...non dire mai parole di commiato come quelle.
  “La prossima volta vieni pure a trovarmi prima di pranzo” disse Karan. Sperò che le sue parole riuscissero a raggiungere in qualche modo la ragazza vestita di grigio.
  “Prima di pranzo?”
  “Sì. Sforno il pane da prima mattina fino a pranzo. Di prima mattina sforno sopratutto panini e pagnotte, ma verso l'ora di pranzo, anche pane dolce e torte. Stavo pensando di preparare tre specialità diverse di muffin. Mi piacerebbe che venissi ad assaggiarle. Avrei anche del delizioso tè nero per accompagnarli”
  Ci fu un momento di silenzio tra le due.
  “Ma certo” proseguì Karan, “Safu, se ti va, ti piacerebbe aiutarmi qui in negozio? Ti insegnerò come si prepara il pane. Mi sono sentita molto sola tutto per questo tempo. Se ti andasse di venire a lavorare qui ne sarei tanto felice”
  Sapeva che si stava comportando da sciocca. Ma cosa altro avrei potuto dire? Come altro potrei distrarre il suo cuore da Shion? Come posso proteggerla dal pericolo?
  “Grazie, signora. Io adoro i muffin. Non vedo l'ora di poterli assaggiare”
  La ragazza salutò nuovamente e si inoltrò per le strade notturne. Karan fissò la schiena di Safu svanire in lontananza. Sentiva le braccia e le gambe pesanti. Dalle sue labbra scapparono un sospiro dopo l'altro.
  Perché gli amori adolescenziali dovevano essere sempre così agitati, ansiosi e ciecamente devoti? Le ragazze a quell'età non sapevano come aspettare pazientemente e con fiducia. I loro sentimenti sono così turbolenti, così ardenti di desiderio di possesso e così dolorosi.
  Avevo totalmente dimenticato come ci si sente.
  Karan sospirò nuovamente.
  Solo dopo aver chiuso a chiave la porta ed essere sul punto di spegnere le luci, Karan notò la sciarpa rosa pallido. La ragazza aveva dimenticato la sua sciarpetta. Riusciva quasi a immaginare la sua agitazione.
  Sì, Safu stava ancora vacillando nell'indecisione. Se esisteva anche una piccola incertezza, forse poteva ancora riuscire a fermarla. Dopotutto non era ancora troppo tardi.
  Karan strinse la sciarpa tra le mani ed aprì la porta del negozio.
  Era sul punto di raggiungere la strada principale dal vicolo quando si rese conto di aver dimenticato la sciarpa. Era un capo cucito a mano da sua nonna.
In quel momento sciarpe e maglioni fatti a mano erano tornati di moda perché molte persone trovavano il tessuto di lana piacevole sulla pelle. Ma quando Safu era piccola nessuno indossava sciarpe in No.6. La maggior parte delle persone indossava intimi fatti di Super-fibra sotto i vestiti, e tutte le parti a contatto con la pelle erano tenute a temperatura costante. La gente non aveva bisogno di indossare sciarpe né maglioni sottili o tantomeno guanti.
  La nonna di Safu lavorava a maglia per hobby e adorava cucire sciarpe e maglioni per sua nipote. Safu veniva spesso derisa dai compagni di classe per questo. Anche se facevano parte dello stesso circolo èlitario, i suoi compagni di classe erano soliti trovare, beffeggiare o criticare ogni piccola differenza. Le sciarpe cucite a mano e i maglioni che indossava diventavano così un bersaglio di scherno.
  “Wow, è un oggetto del secolo scorso?”
  “Ne avevo visti solo in un museo prima d'ora”
  Nessuno capiva il significato di considerazione per gli altri, l'importanza di avere rispetto per l'animo delle persone o per la loro dignità. Perché non era mai stato insegnato loro nulla a riguardo. E nonostante questo venivano considerati prescelti. Ai prescelti era permesso fare qualunque cosa. I cittadini di No.6 appartenevano ciascuno al proprio ceto sociale: c'erano i prescelti e poi tutti gli altri. Tuttavia, in quelle classi, corredate delle attrezzature più avanzate, oltre ad un'enorme quantità di conoscenza teoretica, non veniva fornito loro nient'altro.
  Ma Shion era diverso da loro. Sapeva come comportarsi con gli altri con tanto rispetto quanto ne usava per se stesso. Poneva se stesso né al di sopra né al di sotto degli altri. Era una persona strana. Così lo lo aveva visto al principio.
  Questa persona è differente dagli altri.
  Non ricordava più quando fosse successo, ma una volta le aveva fatto un complimento per un maglione che stava indossando. Il maglione aveva un bordino rosa lungo il petto e intorno alle maniche.
  “Ti dona molto”
  Safu stava controllando il piano delle lezioni nel display sul suo banco. Esitò un attimo, sorpresa che qualcuno le avesse rivolto la parola così all'improvviso.
  “Quel maglione è molto carino. E anche solo guardandolo posso dire che è molto caldo”
  “Gra...grazie”
  “Figurati. Ma ora ho anche imparato qualcosa di nuovo”
  “Huh?”
  “Nero e rosa si accostano bene insieme. Non lo immaginavo
  Non era stata nulla che si avvicinasse ad una vera conversazione. Inaspettata e a senso unico. Ma in quel momento, nell'animo di Safu, quel ragazzo dal viso gentile si era conquistato un posto speciale ed era riuscito a lasciare un segno.
  Che persona strana...
  Era una persona strana. Diversa da tutti gli altri. Un giorno probabilmente, finirà per percorrere una strada diversa dal resto di noi. Se ne andrà via, rinunciando senza esitazione a tutto ciò a cui noi ci siamo aggrappati, a tutto quello che ci è stato insegnato a considerare importante.
  Ne aveva avuto il presentimento.
  Così quando Shion era stato selezionato per il programma di studi per studenti dotati, per poi perdere il privilegio poco dopo ed essere costretto a trasferirsi a Lost Town, Safu non ne era stata sorpresa. La sua premonizione si era appena avverata. Non c'era nulla di cui essere sorpresi. Ma avrebbe voluto conoscerne la ragione.Voleva conoscere il significato di quell'espressione che assumevano spesso gli occhi di Shion.
  Cosa stai guardando? Chi stai cercando?
  Non lasciare che i tuoi occhi vaghino così lontani. Guarda me. Sono proprio davanti a te.
  Erano parole semplici, ma non riusciva ad esprimerle. Erano dei sentimenti così forti, ma non davano segno di aver raggiunto il loro destinatario. Giorno dopo giorno venivano inventati nuovi strumenti di comunicazione sempre migliori, esistevano e venivano usati nella vita di tutti i giorni cellulari sottili come tessere, computer indossabili e fogli elettronici...ma ciascuno di loro le risultava inutile. Non esistevano applicazioni per mostrare la propria anima alla persona che le stava accanto. Questo la riempiva di ansia.
  Era arrabbiata con se stessa per non conoscere parole per dichiararsi e verso Shion per non provare nemmeno a capire quali fossero i suoi veri sentimenti. Ma anche così, aveva messo a nudo la propria anima poco prima di partire per lo scambio. Era imbarazzata con se stessa per essere stata così diretta, ma era l'unico modo in cui avrebbe potuto dirlo.
Ti voglio, ti ho sempre voluto.
  Parole semplici e dirette. Era la miglior confessione che era riuscita ad allestire. Ma alla fine era stata accantonata con estrema velocità.
Ho sempre pensato a te come ad un'amica.
  Una risposta degna di un premio Oscar. Era stata così ridicola che avrebbe voluto cancellare tutto scoppiando a ridere. Così divertente da essere quasi doloroso.
Tu zuccone, idiota, ti vuoi decidere a crescere un po'?
  Nella sua testa lo aveva criticato, ma anche se era andata così, era felice di essere riuscita a dirgli quello che desiderava. Anche questo le bastava. Si era alleggerita di un peso dal petto. Tra due anni, quando tornerò dallo scambio, ci riproverò di nuovo. Lo guarderò negli occhi, quando sarò di due anni più matura. I suoi sentimenti sarebbero restati immutati. Avrebbe continuato a struggersi ancora per lui dal desiderio.
  Ma Shion, per la maggior parte del tempo, non stava nemmeno guardando Safu. Il suo cuore era stato chiaramente rapito da qualcun altro e si era dimenticato di lei. Per la prima volta, aveva visto quel ragazzo calmo, sereno e taciturno diventare turbato proprio davanti ai suoi occhi.
  Le emozioni di Shion avevano perso il loro equilibrio, abbandonandosi totalmente al tumulto.
  Quella volta aveva provato a seguire lo sguardo di Shion, nella stazione, attraverso quella folla, ma non era riuscita a vedere nulla. Di chiunque si trattasse, era probabilmente la persona che Shion stava cercando. E adesso probabilmente si trovava al suo fianco. Pur non avendone le prove, lo sentiva. Era inutile chiedersi la sua identità. Era qualcuno che lei non conosceva.
  Mi chiedo se si tratti di questo 'Nezumi'. Karan aveva fatto quel nome.
  Un topo?
  Ecco la risposta. Anche quella volta in stazione era comparso un topo. Prima di dividersi in stazione, un piccolo topolino si era arrampicato sulla spalla di Shion.
  “Nezumi” La ragazza provò a pronunciare quel nome ad alta voce, ma l'immagine che si formò nella sua mente fu solo quella di un topo da laboratorio. Il vento soffiò. Avvertiva freddo al collo. Dovrei tornare a prendere la sciarpa? Proprio mentre era sul punto di cambiare direzione, un'ombra oscura le comparve davanti.
  “Lei è Safu-san?” Venne chiamata per nome. Un brivido leggero le corse lungo la schiena. Quelle uniformi...erano ufficiali per l'Applicazione della Legge del Dipartimento di Sicurezza.
  Perché degli Ufficiali del Dipartimento...?
  “Safu-san, giusto?” Le venne posta nuovamente la domanda. Una domanda di cui sembrava conoscessero già la risposta.
  “Sì”
  “Potrei vedere la sua ID card?” dopo aver confermato la carta che Safu mostrò loro, gli ufficiali si guardarono l'un l'altro annuendo. Il tono di voce era gentile ma in alcun modo amichevole. Era meccanico, senza nessuna traccia di calore umano. Safu sentiva ancora più freddo adesso.
  “Se non le dispiace, vorremmo che ci seguisse al Dipartimento di Sicurezza”
Cosa?”
  Nel tempo in cui aveva lanciato un piccolo grido, era già stata circondata da entrambi i lati dagli ufficiali ed era stata afferrata per le braccia.
  “La preghiamo di salire in auto”
  “No, lasciatemi!” Si dimenava ma la loro presa non accennava ad allentarsi.
  “Fermatevi! Cosa volete da me? Ditemi perché” domandò Safu.
  “Entra in quella dannata auto e lo scoprirai presto” Le parole erano diventate dure. Erano chiaramente intenzionati a scortarla con la forza. Safu lasciò rilassare il proprio corpo.
  “E va bene. Vi prego almeno di non utilizzare la violenza” Fece un passo avanti.
  “Ah!”
  Facendo finta di inciampare gettò il proprio corpo in avanti. Le mani degli uomini alleggerirono la presa. Si scagliò contro l'uomo alla sua destra, che indietreggiò di qualche passo. Safu fece roteare la borsa, usandola per colpire l'altro uomo con forza. Si affrettò a mettere distanza tra loro.
  Doveva allontanarsi. Se l'avessero catturata, non avrebbe rivisto Shion mai più.
  Essere scortati forzatamente dal Dipartimento di Sicurezza significava...lo sapeva per istinto, non con la logica. Non potrei mai più rivederlo.
  Vide un'ombra alla fine del vicolo. Era troppo lontana per riconoscerla chiaramente, ma riusciva a vedere che stringeva qualcosa di chiaro tra le mani.
  La sua sciarpetta rosa pallido.
  “Signora”
  I suoi piedi si fermarono.
  Signora, no. Non deve venire qui.
  Provò a girarsi, ma venne presa per le spalle. Sentì il polso venire tirato e piegato dietro la sua schiena. Un dolore lancinante. La bocca venne coperta senza lasciarle possibilità di gridare.
  Fermatevi!
  Gli uomini non pronunciarono più alcuna parola. Silenziosamente procedettero nella cattura di Safu. Una sensazione di terrore riecheggiò per tutto il suo corpo.
  Ho paura. No. Aiutatemi. Si dimenava nel tentativo di liberarsi. Udì il rumore del suo cappotto che veniva strappato. Un bottone venne strappato via e rotolò nella strada.
Aiuto. No...aiuto...
  Avvertì una scossa all'altezza del collo. Il corpo si fece pesante e non riuscì più a muoverlo.
  “No... aiuto...” Stava perdendo conoscenza. La scena notturna davanti a lei sbiadiva lentamente.
  Shion.
  Prima che potesse sussurrare quel nome, Safu venne trascinata nell'oscurità.


  Karan vide delle ombre intrecciate in una lotta. Udì un piccolo grido che riconobbe subito come la voce di Safu. Esitò per un momento, poi si mise a correre. Ma le sue gambe non si muovevano come avrebbe voluto e alla fine inciampò e cadde, battendo forte un ginocchio contro il terreno.
  Quando Karan riuscì a tirarsi su, gli uomini stavano trascinando il corpo privo di sensi di Safu nell'auto. Era come un teatrino di ombre silenzioso che recitava in una strada deserta. Ma quello che si stava svolgendo sotto i suoi occhi sotto i lampioni delle strade uniformi non era altro che la realtà. Quegli uomini non stavano recitando...stavano portando a compimento una missione assegnata loro, senza una singola parola.
  Dipartimento Di Sicurezza.
  Il respiro le si fermò in gola. Accovacciata al pavimento, era incapace di muoversi. Non era dolore ma paura quello che non le permetteva di muovere i suoi piedi.
  Uno degli uomini lanciò un occhiata nella sua direzione. O almeno ebbe questa impressione. Il corpo le tremava in preda al terrore. Karan era accovacciata a terra, fuori dal raggio di luce dei lampioni, quindi nel buio sarebbe stato difficile essere vista. Ma con gli occhiali a visione notturna degli agenti, l'ora del giorno non era una preoccupazione. Erano in grado di vedere al buio come in pieno giorno. Probabilmente riuscivano a vedere Karan chiaramente.
  Era terrorizzata.
  Ma l'uomo entrò rapidamente nell'auto. La Station Wagon nera scivolò via silenziosamente e scomparve dalla vista di Karan nel giro di pochi istanti. Karan si sollevò da terra e strinse la sciarpa tra le mani.
  “Safu”
  Pronunciò il suo nome ad alta voce e finalmente il vero terrore di tutto quello a cui aveva appena assistito prese il sopravvento. Le mani le tremavano. Si trascinò a fatica fino a casa e chiuse a chiave la porta. Il leggero odore di pane riuscì a tranquillizzarla lievemente.
  Safu era stata portata via dal Dipartimento di Sicurezza. Si era trattato quasi di un rapimento.
  Perché? Che bisogno avevano di catturarla? È stato a causa di Shion? Se è cosi, allora perché Safu e non io? Perché mai...
  Lei non lo sapeva, non sapeva nulla.
  Cheep.
  Un piccolo topolino tirò fuori la testolina da sotto il bancone. Stava stringendo una mollica di pane al formaggio tra le zampine.
  “Nezumi
  Nezumi sarebbe stato in grado di aiutarla? L'avrebbe salvata? Avrebbe afferrato la mano che stava allungando?
  Karan allungò la sua mano verso il piccolo animaletto dagli occhi color uva.
-Fine capitolo-
- note -
  1. Chekhov, Anton. The Cherry Orchard. Trans. Michael Frayn. London: Methuen Drama, 1978. 44.


10 commenti:

  1. Salve, sono Rosalba! Volevo farti tanti complimenti per il tuo lavoro. Ho visto da poco l' anime di No.6 e l' ho trovato davvero interessante, mi ricorda tanto uno dei miei libri preferiti: "1984" di G. Orwell.
    Leggere la traduzione in italiano delle novels è stato davvero un piacere. Grazie ancora per condividerle con noi ;D

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  2. ti ringrazio. Adoro questa storia quindi condividerla con altri mi sembra il minimo ed anche un piacere^^ Riguardo '1984' di Orwell, non l'ho mai letto, ma da quello che leggo in giro è il romanzo dispotico per eccellenza. Non era un genere che avevo mai approfondito prima di No.6, ma mi sta interessando molto... grazie ancora per la tua lettura^^ Mi fa sempre piacere vedere qualcuno che ama ciò che amo io...

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  3. Già 1984 è tremendo, ancora più devastante di No° 6 ma ti consiglio di leggerlo perchè è stupendo.
    Grazie per questo capitolo; non amo molto Safu però devo riconoscere che è un po' sfigata.
    Non so se nella Novel le va meglio che nell'anime..spero di sì.
    Corro a leggere il capitolo successivo.

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  4. Bello anche questo. Safu qui mi piace molto di più. Si mi piaceva tanto anche nell'anime ma qui è più bella (oramai non c'è neanche più da dirlo) XD Mi intriga la cosa , perché l'hanno presa? In realtà non l'ho capito neanche nell'anime x°D. Bello.
    Grazie ancora per aver tradotto davvero ;_;. Sono sicura che hai riempito il cuore di tantissima gente.

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    1. Perchè l'hanno presa? vedrai.... tutta quella parte (del penitenziario) nella novel fa venire i brividi... induce davvero a pensare...
      E hai ragione su Safu, merita molto più affetto, ma molti la odiano q.q

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    2. *Cough* Okay ora dirò qualcosa di orribile ma diciamoci la verità chi odia Safu lo fa per una sola ragione : Ama la coppia Nezumi x Shion. Onestamente me ne sono capitate di persone del genere e non vedo altre ragioni. A parte il fatto che è un bellissimo personaggio (almeno per ora poi sicuramente dopo mi piacerà pure di più) quale sarebbero le ragioni per odiarla? Arg. Non le vedo xD.
      Comunque ora sono ancora più cuoriosa naggia xD

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  5. hai ragione si odia safu xè nn la si vuole tra nezumi e shion. shion x nezumi forever!! xDD

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  6. sapete, rika e annamirka...leggere i vostri commenti è bellissimo. mi aiutano a capire quello ke non afferro tanto bene. grazie di tutto!! ^^

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  7. Bellissimo anche questo capitolo [si sto diventando monotona xP]
    mi piace perchè l'autrice ha dato molto peso alla forza delle donne. Mi piace questo aspetto, e trovo che sia racchiuso molto bene in questo pensiero di Karan:

    Ma Safu, sai, una donna può andare avanti a vivere senza un uomo.
    Potrà essere doloroso, potrà sembrare come se le tue braccia ti fossero state strappate via dal corpo,
    ma saresti comunque in grado di vivere e portare con te quella ferita.
    Anche con quel peso, un giorno sarai in grado di ridere di nuovo.
    Ecco perché...ti prego, non mettere la tua vita in pericolo per un uomo.
    Ti prego, vivi per te stessa.

    Potere alle donne :D :D

    comunque se devo essere sincera anche a me non stava molto simpatica Safu, eh già anche io adoro la NezumixShion e Safu rovinava tutto xD però, devo essere sincera, la luce che le da la novel è diversa dall'anime [monotonia portami via xD xD] e quindi sto imparando ad apprezzare di più anche lei.

    In questo capitolo mi sono affezionata tantissimo a Karan, è la madre perfetta praticamente, adoro il suo essere donna e madre. La fa sembrare molto vera e reale.

    Grazie per il tuo lavoro

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