31 marzo 2012

No.6 CAP 26 ITALIANO

VOLUME 6
Capitolo 2
Chi lo ha visto morire?
***
Chi ha ucciso il pettirosso?
Io, ha detto il passero,
Con un mio arco ed una freccia,
Io ho ucciso il pettirosso.
Chi lo ha visto morire?
Io, ha detto la mosca,
Con i miei piccoli occhi,
Io l'ho visto morire.
-Mamma Oca [1]

  L'uomo fissava stupefatto la moneta d'oro che Inukashi gli aveva messo tra le mani.
  "È autentica" sussurrò Inukashi al profilo dal mento sottile e sporgente, fermandosi in un silenzio intimidatorio.
  "È davvero....oro autentico?" Il pomo d'Adamo dell'uomo sussultò.
  "Guardala pure quanto ti pare. Controllala quanto vuoi, è autentica"
  "S-Sì... hai ragione, è autentica..."
  "È tutta tua" Questa volta Inukashi aveva parlato con maggiore velocità, come per imporre meglio le proprie parole. Il mento dell'uomo tremava.
  "Mia?"
  "Esatto. Tutta tua. È per te"
  "Cosa? Ma – ah – un'intera moneta d'oro, è troppo..."
  "Certo, non sto dicendo che è un regalo. Non sono un ricco benefattore con soldi da sperperare, io. Sarà tua come ricompensa per un lavoro. Che ne dici?"
  "Un lavoro?"
  Gli occhi dell'uomo vagarono dalla moneta a Inukashi, spalancati, come quelli di un piccolo animale impaurito. Un'ombra di sospetto aleggiò al loro interno.
Ci siamo.
Ecco il momento cruciale. Non gli lascerò il tempo per pensare, non permetterò che i sospetti si insinuino nella sua mente. Lo tenterò, sventolandogli l'oro sotto il naso. È oro, amico, oro. Non qualcosa su cui posi gli occhi tutti i giorni. Per non parlare del fatto che questo tipo è in cerca di soldi, ha bisogno di soldi... in effetti, chi non ne avrebbe bisogno, a meno che non stia morendo?
  È sufficiente sventolare sotto il naso l'oggetto che una persona più desidera, irretendola con parole ben assestate, per spingerla con le spalle al muro e senza possibilità di fuga. Abilmente e opportunamente. Doveva solo seguire l'esempio di Nezumi. Gliel'avrò visto fare con me tante di quelle volte da averne la nausea.
Heh.
Gli sembrava di sentire la risata di Nezumi; poteva persino vedere il suo tipico sorriso ironico.
Visto? Sei in grado di farlo, esattamente come ti ho insegnato. Bravissimo, meriti una ricompensa.
  Chiudi il becco, Nezumi. Per tua informazione, non è per aiutare te che faccio tutto questo. Per i lingotti d'oro, è solo per poter mettere le mani su quell'oro che sto attraversando questo ponte pieno di insidie.
  Inukashi scosse il capo, come per disperdere l'immagine di Nezumi.
Piantala di sbucare fuori nella mia testa in quel modo, pezzo di merda.
  "Cosa intendi per... lavoro?"
  ”Esattamente un lavoro. Ti sto proponendo un lavoro in cambio di una moneta d'oro”
  Allo schioccare sonoro delle dita di Inukashi, l'uomo ammiccò, l'ombra di sospetto nei suoi occhi sempre più marcata.
  Il suo nome era Getsuyaku e lavorava come addetto alle pulizie presso il Penitenziario. Si trattava del contatto da cui Inukashi riceveva provviste di rifiuti e avanzi della struttura, una transazione sottobanco, ovviamente; erano operazioni di contrabbando. Ogni tre giorni riceveva dall'uomo il suo carico di cibo e avanzi, in cambio di una cifra appropriata, solitamente un paio di monete di rame o una d'argento in caso di oggetti particolarmente di valore.
  Questa, era la prima volta in cui parlavano tanto a lungo. I loro discorsi si erano sempre limitati a un paio di parole, scambi di battute quali: "è tutto"; "grazie. Il tuo compenso, allora"; "giusto"; non potevano nemmeno essere considerate conversazioni, durante le quali non si guardavano neppure negli occhi. Era sempre stato così.
  Getsuyaku era responsabile dell'amministrazione e dell'incenerimento dei rifiuti prodotti dal Penitenziario, così come del controllo dei robot delle pulizie all'interno della struttura. In una piccola stanza adiacente all'area di raccolta rifiuti e dell'inceneritore, trascorreva le giornate in solitudine, operando macchinari.
  "Quando sono qui, non scambio una parola per l'intera giornata. Non vedo nessuno, non parlo con nessuno. Mi sento davvero solo. A volte non riesco a capire se sono ancora umano o se sono diventato una anch'io macchina" Aveva detto Getsuyaku un giorno in una rara occorrenza, lasciandosi andare a una serie di lamentele a cui Inukashi aveva dato risposte sbrigative. Dev'essere dura, aveva detto mostrandosi d'accordo, ma nella sua mente aveva solo risposte dure.
Piantala di fare il bambino.
  La stanza di controllo per lo smaltimento dei rifiuti e avanzi era collocata nella parte più remota del Penitenziario. Ogni scarto prodotto dalla struttura veniva raccolto lì, separato e trasportato automaticamente all'inceneritore, dove le macchine ne controllavano la temperatura di combustione ed eliminavano le ceneri. Quasi la totalità della procedura era completata automaticamente, l'unico compito di Getsuyaku consisteva nel monitoraggio ed accensione delle macchine. Una sola persona era sufficiente per questo lavoro. Certo, un lavoro senza nessuno con cui parlare è probabilmente malinconico, e allora? Non mi risulta che tacere per un giorno abbia mai ammazzato nessuno.
Provaci a vivere una vita in cui sei tanto affamato da riuscire a pensare solo al cibo per l'intera giornata. Provaci tu a passare i giorni leccando sassi per la strada, cercando di placare i morsi della fame. Solitudine? Un giocattolino di lusso per gente che non ha da preoccuparsi di come riempirsi lo stomaco.
  Inukashi limitò le sue critiche alla sola mente, fingendo all'esterno simpatia, dicendo cose tipo "dev'essere dura". Getsuyaku era un partner importante per gli affari, non avrebbe ricavato nulla di buono dal metterselo contro.
  Sebbene smistamento, incenerimento e pulizia della camera inceneritrice fossero automatiche, il passo precedente la separazione richiedeva un intervento umano. Il trasferimento dei rifiuti dall'area di raccolta al nastro trasportatore, per qualche ragione, era l'unico passaggio non automatizzato, e Getsuyaku doveva operare manualmente una piccola pala meccanica per sollevare i rifiuti. Era a questo punto che aveva l'opportunità di mettere segretamente da parte rifiuti o abiti ancora indossabili, la stessa merce che Inukashi gli avrebbe poi comprato: ecco come funzionava. Inukashi distribuiva le sue mercanzie ai chioschi di cibo e abiti usati nel West Block, ricavandone una discreta somma di denaro.
  Per Inukashi, un passaggio manuale prima del processo automatico era una manna dal cielo. Era proprio grazie a questo che poteva commerciare.
  La postazione di Getsuyaku era sprovvista di telecamere e sistemi di sicurezza e, in caso di necessità, attivare il pulsante d'emergenza sul pannello di controllo sarebbe stato un suo stesso compito.
  "Anche se lo premessi, dubito verrebbero davvero ad aiutarmi" Inukashi ricordava di aver sentito Getsuyaku mormorare tra sé queste parole, tempo prima, mentre fissava la piccola leva rossa.
  Sebbene gli impiegati venissero generalmente trasportati dai cancelli alle rispettive sezioni tramite bus navetta, Getsuyaku era l'unico stipato in un vecchio auto-compattatore.
  "Essere trattato in quel modo mi fa vergognare di me stesso. Ormai credo di non aver più una briciola di autostima"
  Doveva essere stata un'altra delle sue lamentele, ultimamente sembravano notevolmente aumentate.
Autostima? Hah, prima la solitudine, ora addirittura autostima? Hai tirato fuori un altro giocattolino di lusso da esibire, huh? Cavoli, parla almeno di qualcosa che mi riempia lo stomaco.
  Osservazioni confinate alla sua mente, ovviamente.
  Non poteva importargli meno della solitudine o dell'orgoglio di quell'uomo, ciò che contava era che si trattasse dell'unico luogo fuori dalla fitta rete di sorveglianza che si estendeva in lungo e in largo per il Penitenziario. Era anche l'unico luogo connesso direttamente con il West Block e No. 6 senza alcuna barriera, poteva capire perché Nezumi vi avesse messo gli occhi. A ogni modo, entrare nel penitenziario da qui era impossibile, i corridoi che conducevano alla sezione principale erano bloccati da doppie porte, impossibili da aprire dall'esterno.
  Chiunque avesse progettato l'enorme edificio, lo aveva reso un labirinto in cui ingresso e fuga erano incredibilmente difficili; ma doveva aver consumato così tanta energia a tale scopo da non aver avuto attenzioni da dedicare in favore del sistema di smaltimento rifiuti. O forse, fin dal principio non c'era stata alcuna considerazione per il futuro addetto ai rifiuti. Persino nel Dipartimento di Sicurezza a guardia del Penitenziario non doveva esistere ufficiale disposto a preoccuparsi delle condizioni lavorative di Getsuyaku. Anche in caso di grave incidente, non esisteva una possibilità su mille che le porte della struttura si aprissero per il passaggio di paramedici. Le porte sarebbero rimaste sbarrate con Getsuyaku lasciato a morire in quel modo.
  Da quel punto di vista, era strano.
  Quale residente di Lost Town, Getsuyaku era considerato un sub-cittadino, ma non cambiava il fatto che vivesse comunque in città. Poteva essere povero, ma era comunque in grado di vivere libero dalle preoccupazioni di morire di fame o di freddo; era abbastanza fortunato da potersi lamentare per la propria solitudine. Per un residente del West Block come Inukashi, uno stile di vita simile equivaleva al paradiso.
  Anche dal loro limitato scambio verbale, Inukashi aveva compreso che Getsuyaku fosse un uomo onesto e affabile, eppure anche il suo sguardo poteva contenere traccie di superiorità o disprezzo, a volte. Era un residente del West Block, dopotutto.
  Resto pur sempre migliore di te.
  Posso mangiare a sazietà.
  Non sono costretto a morire di freddo in inverno.
  Sono un cittadino di No. 6.
  Ecco perché sono superiore.
  Era una storia divertente.
  La gente tende a dividere i propri simili in categorie. Chi viene snobbato e guardato con superbia, si volta per snobbare e guardare con superbia a sua volta. Non si tratta di un meccanismo imposto dalla società, eppure stabilisce ugualmente tale ordine nel suo stesso cuore, per sua stessa volontà.
  Getsuyaku, considerato meno di una macchina dalle classi più alte di No. 6, era triste e amareggiato di tale trattamento, eppure mostrava un'attitudine di superiorità nei confronti di Inukashi, residente del West Block, compiacendosi della propria posizione.
  Una storia davvero strana e divertente.
  C'erano volte in cui pensava che gli esseri umani fossero animali ancor più sciocchi dei cani. Anche i cani tendono a organizzarsi in ordini sociali, ma tali gerarchie sono basate sulla forza. I cani non collocano sé stessi in categorie, classificandosi in base al pedigree, allo stato della loro pelliccia o al luogo in cui sono nati.
  Gli esseri umani, invece, sembravano non esitare in qualcosa che nemmeno un cane si sarebbe abbassato a fare. Esseri umani...che ridicoli...
Siamo tutti uguali.
Una voce affiorò improvvisamente alla memoria risuonando debolmente nelle orecchie. Non apparteneva a Nezumi, la sua era ugualmente vivida, ma non ne possedeva la stessa dolcezza.
Shion...
Uno strano ragazzino cresciuto nella bambagia, dagli insoliti capelli bianchi. Da un lato, pare sia un criminale in fuga, e di prima classe, per giunta. Certamente non è qualcosa che decidi di diventare da un giorno all'altro; sono davvero sconcertato. Dall'altro, non è che un sciocco con la S maiuscola... mi confonde. È davvero assurdo.
  Eppure mi ha detto queste parole una volta.
Sono esseri umani come noi, Inukashi.
  Poi gli ho domandato.
  Io e te siamo allo stesso modo umani?
Sì.
  Le persone di No. 6 sono allo stesso modo umane come noi? La risposta è pervenuta chiara, senza la minima esitazione.
Sì.
  Shion, un tipo assolutamente strambo.
  Hey, Shion. Possibile non esista nessuna gerarchia nel tuo cuore? Non hai mai tracciato linee tra le persone? Non hai mai guardato dall'alto qualcuno, compiacendoti della sua miseria?
  Shion, come umani, siamo davvero tutti uguali?
  "Cosa intendi per... lavoro?" Lo interrogò una voce rauca. Profondamente immerso nei suoi pensieri, Inukashi impiegò diversi istanti per rispondere.
  "Eh?"
  "Il lavoro da una moneta d'oro... cosa dovrei fare?"
  "Oh! Giusto, quello" Ha abboccato più facilmente di quanto immaginassi, questo vecchio deve avere davvero un gran bisogno di soldi.
  "Per tua informazione, non intendo accettare niente di rischioso" si affrettò ad aggiungere l'uomo. "Il mio bambino arriverà in primavera, ho bisogno di lavorare e continuare a guadagnare una paga sostanziosa. In nessuna circostanza accetterò lavori che mettano a repentaglio la mia vita"
Ok. Ho capito, ho capito. Non vorresti correre pericoli, ma hai comunque un disperato bisogno di soldi, da essere disposto a fare quasi di tutto. Chiaro.
  Inukashi strinse gli occhi, lasciando che un piccolo sorriso si dischiudesse sulle sue labbra. Anche questa era un'espressione che aveva imparato da Nezumi. Se desideri tentare qualcuno, sorridigli gentilmente, esattamente così. Un sorriso tanto meraviglioso da togliere il fiato... se possibile.
Impossibile che ci riesca. Non sono un attore, non riuscirò mai ad ammaliare facilmente una persona come fa lui.
  Nonostante questo tentò ugualmente di sorridere. E poi... cosa veniva dopo, Nezumi?
  Il cuore gli correva all'impazzata, martellando furiosamente contro il petto, poteva sentirlo riverberare addirittura nelle orecchie. I palmi delle mani strette in pugni erano madidi di sudore, lo stesso che scorreva anche lungo la schiena. Sentiva la gola secca e la lingua simile a carta vetrata.
  Era talmente nervoso da sentirsi terrorizzato a morte.
  Doveva attirare quest'uomo nella sua trappola usando qualunque mezzo, doveva convincere quest'uomo a ubbidirgli a qualunque costo. Doveva assolutamente riuscirci. Se avesse fallito, qualunque via di fuga per Nezumi e Shion sarebbe stata completamente sbarrata. Non avrebbe potuto rivederli mai più.
  La loro era stata una scommessa incosciente fin dal principio. Nonostante ci fosse meno dell'uno percento di possibilità di fuggire dal Penitenziario, avevano scelto di imbarcarsi comunque in una simile impresa. Sapeva quanto fossero stati stupidi, i più stupidi tra gli stupidi. Era naturale per gente stupida perire, non raccoglievano altro che i frutti di quanto loro stessi avevano seminato.
So che è così, lo so benissimo. Ma...
Ma mi ritrovo a desiderare comunque il loro ritorno, di poterli rivedere ancora. Sì, è vero, ho messo gli occhi su quei lingotti d'oro, sono abbagliato da quella montagna d'oro; ma desidero anche rivedere quei due. Vorrei poter ascoltare con queste orecchie la risata sarcastica di Nezumi, o gli strambi discorsi di Shion.
  'Oh, siete tornati'
  'Così sembrerebbe. Credo di averti detto che saremmo tornati. Non è mia abitudine fare promesse che non mantengo'
  'Egh, piantala di darti delle arie. Non dirmi che sarò costretto a sopportare ancora le tue chiacchiere, adesso... cavoli, bell'aspettativa'
  'Inukashi, mi spiace che ti abbiamo fatto preoccupare'
  'Preoccupare? Hah, Shion, sei ancora nel mondo dei sogni per caso? Non ero preoccupato nemmeno un infinitesimo...'
  'Eri preoccupato, non è così?'
  'Idioti'
  Desiderava avere con loro una conversazione simile, poter scambiare anche qualche semplice parola. Io... prego davvero, davvero che voi possiate sopravvivere, ragazzi, e che torniate indietro sani e salvi. Non pregherò Dio, non mi aggrapperò a lui. Pregerò e conterò solo su me stesso. Farò qualunque cosa nelle mie capacità, senza darmi per vinto... continuerò a credere in me stesso e in voi, ragazzi.
Non è forse questo il senso di una preghiera, Nezumi?
  Vedendo il sorriso di Inukashi, Getsuyaku tirò indietro il mento. Non ne capiva la ragione, ma era evidente non avesse funzionato bene come per Nezumi. Doveva aver avuto qualche atteggiamento sospetto che aveva spinto Getsuyaku a rimanere sulla difensiva.
  Mordendosi le labbra, Inukashi si schiarì la voce.
  "Un bambino? Magnifico, congratulazioni. Non preoccuparti, non è niente di così stupido da mettere in pericolo la tua vita. Si tratta di un lavoretto facile-facile, ma sei l'unico in grado di farlo. Ecco perché vale un intera moneta d'oro"
  "Facile ma che vale una moneta d'oro" Ripeté Getsuyaku sospettoso.
  "Te l'ho detto, si tratta di qualcosa che potresti fare solo tu, non ho altra scelta se non sperare in te, Getsuyaku-san. Davvero, sei l'unico che può farlo, e so che ci riusciresti di sicuro"
  Il volto di Getsuyaku si rilassò impercettibilmente.
Sei l'unico che può farlo.
E ci riusciresti di sicuro.
  Stimolare il suo orgoglio, adulandolo con parole gentili, ecco la strada per convincerlo. Lusingare senza errore la sua autostima ferita e malridotta.
  "Ti scongiuro, lavora con me, Getsuyaku-san."
  "Non è così facile... cosa vorresti che facessi?"
  "Vorrei che mandassi in confusione i robot delle pulizie"
  "Huh?"
  "Controlli i robot delle pulizie così come lo smaltimento dei rifiuti, no?"
  "Ah – beh, sì. Però il controllo di cui parli consiste solo nel premere il pulsante d'accensione di quelli in stand-by. I robot si muovono per conto loro durante le pulizie. Io sono solo incaricato della manutenzione mensile."
  "Quando sarebbe la prossima manutenzione?"
  "Tra una settimana"
  "Non potresti farla domani?"
  "Domani? Ma domani è l'Holy Celebration"
  "E già, non è così? In No. 6 è un giorno di festa"
  "È – è una festività, il che significa che la maggior parte del personale sarà via... incluso me"
  "Tu non avrai la giornata libera" rispose Inukashi. "Sei stato tu stesso a dirmelo. Sei libero solo per tre giorni al mese, e nemmeno l'Holy Celebration è tra questi. Sei stato tu stesso a lamentartene"
  "Bhe – m-ma... "
  "Dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Trovi una scusa qualsiasi, come ad esempio che c'è qualcosa di strano nei movimenti dei robot e anticipi la manutenzione di una settimana. Facile, no?"
  "No, è impossibile... "
  "Ma in realtà potresti farlo. Te ne saranno capitati un sacco di casi simili " Era stato Shion a parlargliene.
  "I robot delle pulizie del Penitenziario avranno bisogno di eseguire procedure molto più complesse di quanto immagini. Se fossero stati come Ippo e gli altri – (Qui Inukashi, aveva finito involontariamente per chiedere chi fosse Ippo, e si era irritato sentendo che era il nome di un robot. Apparentemente era stato il suo defunto collega a battezzarli. Li ha chiamati Ippo, Niho e Sampo. Un- passo, Due-passi, e Tre-passi. Hah, non posso credere quanto possa essere rilassato questo tipo. Trovava divertente che lo svampito ragazzino avesse addirittura pronunciato i nomi di semplici robot con affetto, come faceva con i topolini) – che avevano il compito di operare solo all'interno del Parco, avrebbero eseguito operazioni relativamente semplici, dato che non ci sarebbe stata una grandissima varietà di rifiuti. Ma per un edificio di quelle proporzioni, in cui rifiuti di ogni sezione vengono raccolti tutti insieme, semplici procedure non saranno certamente sufficienti. Il tipo di rifiuto o quanto sia unto saranno differenti a seconda della sezione di provenienza, per questo sono abbastanza sicuro che anche le procedure saranno più complesse."
  "Il che significa che richiederanno una manutenzione meticolosa, probabilmente ci saranno guasti di continuo."
  Se non ricordo male, era stato Nezumi a parlare, e gli Shion aveva risposto di sì con la testa.
  "Secondo la mia esperienza, sono abbastanza sicuro che continueranno ad avere parecchi problemi minori. I meccanismi di riconoscimento degli oggetti tendono a rovinarsi, o i movimenti dei robot si fanno più lenti, o qualcosa di simile"
  "Capisco"
  Poi Nezumi mi ha fissato con quel suo sorriso languido, uno sguardo che non mi è piaciuto. Era eloquente, forse anche suggestivo; da quegli occhi non è mai venuto fuori nulla di buono. Ho distolto subito lo sguardo, ma era già tardi ormai.
  In quel momento non ne avevo capito il significato, ma adesso è tutto chiaro. 'Inukashi, questa è la tua occasione per brillare. Si tratta di un ruolo chiave, mi aspetto un ottima performance.'
  Lo so già, questo. Sta a guardare, Nezumi. La mia recitazione sarà così perfetta da spazzar via la tua gigioneria.
  "Sembra che i robot delle pulizie si guastino spesso. Sbaglio?"
  Getsuyaku aggrottò le sopracciglia, rispondendo titubante. "Bhe, non poi così spesso"
  "Che ne dici di anticipare di qualche giorno la manutenzione allora, hm? Non sarebbe così strano"
  "Bhe, voglio dire... non è che non sia impossibile, ma..."
  Inukashi dovette trattenersi dall'esplodere in una risata. Questo tipo è davvero troppo sincero.
  Trovava divertente che Getsuyaku non potesse fare a meno di rispondergli francamente, nonostante si supponesse dovesse assumere un atteggiamento apprensivo nei suoi confronti. Tuttavia non era il momento di ridere, né di distrarsi. Inukashi serrò la mascella, doveva portare quest'uomo dalla loro parte, a costo di approfittarsi della sua natura integra e onesta.
  "Se non è impossibile, significa che è possibile, non è forse così, Getsuyaku-san?"
  "Anticipare la manutenzione non è... beh, non sarebbe impossibile. Ma cosa intendi per far impazzire i robot?"
  "Esattamente quello che ho detto, vorrei che li manomettessi leggermente per fargli fare il contrario di pulire."
  "Contrario?"
  "Fargli sputare fuori spazzatura, tutta la spazzatura che hanno accumulato al loro interno. E vorrei che la mescolassi a questa."
  Inukashi gli mostrò una boccetta. C'era una piccola capsula all'interno.
  "Che roba è?"
  "Niente di pericoloso, rilassati. A contatto con l'aria la capsula comincia a lentamente sciogliersi, emettendo una certa quantità di odore – nemmeno tanto forte"
  "E perché dovrei mescolarla ai rifiuti? E farla spargere in giro dai robot, per giunta"
  "Un innocuo scherzetto" Disse Inukashi scrollando le spalle. Sorrideva, ma non era affatto divertito: il suo intero corpo era completamente ricoperto di sudore, non aveva alcun desiderio di ridere in quel momento.
  Nonostante questo, il suo sorriso era quello di un bambino sul punto di compiere una marachella. Nemmeno Getsuyaku sorrideva, il suo volto mostrava chiaramente la completa sfiducia nelle sue parole.
Cavoli, parlando di diffidenza cronica. Dev'essere stata inventata da un gruppo di Codardi.
  "Se un robot cominciasse a sputar fuori spazzatura e cattivo odore ovunque, causerebbe una gran confusione, giusto?" proseguì Inukashi, continuando a parlare ugualmente.
  Getsuyaku annuì, le dita ancora strette intorno alla moneta d'oro.
  "Una confusione ci sarebbe di sicuro. Prigionieri esclusi, i tipi nell'Istituto sono tutti abituati a lavorare in ambienti lindi e confortevoli. Non si saranno mai sporcati le mani in vita loro, probabilmente. Già – sono sicuro che non abbiano nemmeno mai toccato dei rifiuti prima d'ora"
  "È così, non è vero? Nessuno riconosce quanto sia duro e importante il tuo lavoro, per questo meriterebbero una piccola lezione. Se i robot delle pulizie impazzissero, cominciando a sparpagliare immondizia qua e là, i tizi lì dentro comincerebbero a fare un gran bel baccano, e cosa farebbero per prima cosa...?"
  "Chiedermi di fermare i robot"
  Esatto, ed è quello che farai. E a quel punto – a quel punto, ti verrebbe ordinato di entrare nell'edificio"
  "Per riparare i robot? Mm, beh, immagino che andrebbe così"
  "Ti chiederebbero di pulire il disastro e raccogliere la spazzatura sparsa, dato che nessun altro sarebbe in grado di farlo. E una volta chiamato, finalmente si apriranno per te"
  "Cosa?"
  "Le porte. Le porte che non hai mai potuto aprire, si spalancheranno davanti a te. Potrai attraversarle con i tuoi sorpassati attrezzi per le pulizie, e a quel punto, la capsula avrà cominciato a sciogliersi e diffondere l'odore. Se non dovesse essere sciolta come si deve, al massimo prova a calpestarla... sì, potrebbe avere più effetto" mormorò Inukashi tra sé.
  "E oh, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Come ho già detto, in realtà non sarà un odore così forte. Forse lo troverai leggermente sgradevole ma non è pericoloso. Il mio naso, ormai, gli sarà talmente abituato da non avvertirlo neanche, ma per quei tipi sui loro comodi piedistalli sarà insopportabile, la confusione peggiorerà ancora di più. A quel punto, fingerai di affrettarti a pulire, e... "
Ci siamo, eccoci al punto.
  Inukashi abbassò la voce, sussurrando le parole direttamente all'orecchio dell'uomo.
  Una, due parole.
  L'intero corpo di Getsuyaku si irrigidì. La bocca spalancata mostrava una dentatura bianca e forte.
  "S...scordati che io faccia una cosa simile"
  "Perché no? È così semplice, usare una pala meccanica dovrebbe essere molto più complicato"
"E se dovessero scoprirmi? Sarei licenziato – no, probabilmente ancora peggio. Verrei arrestato dal Dipartimento di Sicurezza e... oh, niente da fare, basta così" mormorò. "Il solo pensiero mi mette i brividi. No, grazie. La risposta è no. Tornatene a casa, Inukashi. Riprenditi pure la tua moneta"
  Getsuyaku cacciò la moneta nuovamente tra le mani di Inukashi, riluceva debolmente, segno della sua autenticità. Inukashi distorse le labbra in un sorriso, a suo parere vagamente migliore del precedente.
  "Me la restituisci, huh. Capisco. Non ti lasci tentare da desideri terreni?"
  "La mia vita è più importante"
  Inukashi posò gentilmente la mano bruna sul palmo sollevato di Getsuyaku.
"Ooh... " Getsuyaku trattenne il respiro. La moneta d'oro nelle sue mani si era duplicata. "Hey, Inukashi, io non... "
  "Ancora un'altra" disse ponendo una terza moneta d'oro nel palmo. "Tre monete d'oro. Che ne dici?"
  "Perché – perché stai – offrendo così tanto..."
  "Perché è il valore del lavoro che ti sto proponendo. Se andrà bene, avrai altre tre monete d'oro"
  "Inukashi, dove vorresti arrivare? Non si tratta solo di un vecchio scherzetto, non è così? È impossibile. E dove hai preso tutti questi soldi?"
  "Non è necessario che tu lo sappia, devi solo rispondere alla mia domanda: accetti o no? A dire il vero, dubito tu possa tirarti davvero indietro a questo punto"
  "Pe-perchè no? Certo che posso tirarmi indietro. Non accetto, visto?" disse Getsuyaku ostinatamente.
  "Spiacente ma non puoi farlo. Mi hai venduto informazioni interne, hai già dimenticato?" Disse, provando a leccarsi il labbro inferiore asciutto e farinoso. Le palpitazioni nel suo petto si erano in qualche modo calmate. Alla vista del sangue che si ritirava dal volto di Getsuyaku, il sorriso di Inukashi si fece più largo.
Va tutto bene, posso ancora mantenere la calma. Non mi lascerò prendere dal panico, e rovinare così il tocco finale. È tutto sotto controllo.
  "Qualche giorno fa mi hai rivelato la posizione dei circuiti elettrici nel Penitenziario."
  "Quelle erano – beh... era solo una vaga idea di quello che sapevo"
  "Ma lo hai rivelato comunque – no, mi hai venduto quelle informazioni. Due monete d'argento, se non erro. Mi hai venduto informazioni sul tuo luogo di lavoro per due monete d'argento. Se dovessero scoprirti, altro che licenziamento, probabilmente..."
  "A-Avevo bisogno di soldi!" protestò Getsuyaku. "Mia moglie non si sentiva bene, dovevo portarla dal medico"
  "Già. Sei un brav'uomo, dedito alla famiglia. Ma credi che le autorità accetteranno una ragione simile? Ho venduto informazioni ad un residente del West Block in cambio di due monete d'argento per poter nutrire la mia famiglia, sono mortificato. Cosa pensi farebbe il tipo del Dipartimento di Sicurezza se confessi una cosa simile, huh? Ti darebbe una pacca sulla spalla, dicendoti 'Dev'essere stata dura per te'? Scordatelo. Non accadrà mai, lo sai anche tu. Anche tu comprendi la posizione in cui ti trovi e quanto può essere pericoloso il Dipartimento di Sicurezza, no? Oooh, terrificante. Mi vengono i brividi al solo pensiero"
  Inukashi si strofinò le braccia scoperte. Il volto di Getsuyaku si era fatto ancora più pallido e inespressivo. Sembrava una caricatura dall'espressione triste, disegnata su di un pezzo di carta.
  "M-Mi stai minacciando?"
  "Ti sto solo dicendo la verità. E gratis, per giunta"
  Getsuyaku emise un leggero suono strozzato dalla gola quando Inukashi gli diede una piccola pacca sulla spalla.
  "Va tutto bene, amico mio. Ti prometto che non ti accadrà nulla, pensaci. Fino ad oggi hai sempre lavorato sodo e sei un cittadino legittimamente registrato. Chi mai sospetterebbe di te? Nessuno. Proprio perché nessuno ti presta mai attenzione, nessuno ti controllerà"
  "Ma le telecamere di sorveglianza... "
  "Se facessi movimenti sospetti verresti beccato, ma muovendoti con naturalezza e senza farti notare, imbrogliare le telecamere sarà uno scherzetto. Le macchine possono anche mandare immagini dettagliate, ma non possono far vedere nella testa di qualcuno. E scoperto o meno, non cambia il fatto che sarai già entrato"
  Inukashi posò le monete nella mano dell'uomo, stringendola tra le sue.
  "Accetterai il lavoro per me, non è vero, Getsuyaku-san?"
  "Uh... ma solo una volta. Solo per questa volta."
  "Grazie" disse Inukashi riconoscente. "Domani, allora. Poco prima della fine del turno"
  "Poco prima... e mi darai davvero il resto dell'oro?"
  "Ecco perché esseri umani e cani sono differenti. Noi non mentiamo mai. Una volta promesso, manteniamo sempre la nostra parola"
  "Ma – huh?"
  "Cosa?"
  "Non ti è sembrato di udire il pianto di un bambino?"
  "Un bambino? Io non ho sentito nulla."
  "Potrei giurare di aver sentito..."
  "Sarà stata una tua impressione. Non stai per avere un bambino? Ecco perché, avrai scambiato il grido del vento per il pianto di un bambino. Però, lo vedi che ho ragione? Una volta nato, avrai bisogno di ancora più denaro, se vorrai dargli un letto caldo e latte nutriente"
  Getsuyaku mosse le labbra come per dire qualcosa, ma al contrario, sbatté senza una parola la porta della stanza di controllo.
  Svanita la luce proveniente dalla stanza, Inukashi si ritrovò circondato da una pesante oscurità. La gelida aria notturna sibilava oltre le sue gambe.
Phew. Si lasciò sfuggire un profondo sospiro. Anche nell'aria gelida, il suo intero corpo era ricoperto di sudore. Sentiva le spalle pesanti, probabilmente perché i muscoli erano rimasti tesi per tutto il tempo.
Phew. Sospirò, questa volta un sospiro intenzionalmente. Sentiva l'aria gelida scivolare giù lungo tutto il corpo mentre inspirava, vorticando nel suo petto come in un turbinio.
Sarà andata bene? Sarò riuscito a fissare come si deve il loro appiglio?
Non ne sono del tutto sicuro.
  Getsuyaku, uomo pavido e mite, sarebbe stato probabilmente in ansia. Avrebbe tentennato, esitando fino all'ultimo momento, incapace di prendere una decisione.
E ora cosa faccio? Cosa dovrei fare? Andare avanti o fermarmi? Oh, cosa faccio? Cosa devo fare?
  Cosa avrebbe scelto in fine Getsuyaku? Avrebbe fatto davvero come Inukashi sperava? Non era sicuro della risposta.
  La mente umana è come la punta di un sottilissimo ramo.
  Si lascia scuotere dal vento con una facilità impressionante.
  Immagino non mi resta che avere fiducia.
  Non in Getsuyaku, era nella sua stessa fortuna che doveva credere. Il volto di Shion riaffiorò alla sua mente, insieme al profilo di Nezumi.
Immagino non mi resta che credere in loro.
  Camminava agilmente attraverso l'oscurità. L'ombra di figura si fece avanti da oltre il carrello degli avanzi, accompagnata dai singhiozzi di un pianto.
  "E piantala di farlo piangere" disse Inukashi schioccando sonoramente la lingua con sguardo truce. "Possibile che non servi a niente nemmeno come baby-sitter? Occupati di lui come si deve, o assicurati almeno che non frigni in quel modo, vecchio, ti scongiuro"
  "Cavoli, sono io quello che vorrebbe piangere qui" rispose Rikiga schioccando a sua volta la lingua, reggendo ancora il bambino tra le braccia. Inukashi non riusciva a vederlo attraverso l'oscurità che li circondava, ma immaginava avesse anche lui un'espressione truce.
  "Guarda, Shion. La tua mamma è tornata, non è grandioso?"
  "Chi avresti chiamato mamma?"
  "Che importa? Di certo non sono io la sua mamma, qui." Inukashi si vide consegnare il bambino, avvolto nel soffice lenzuolino procuratogli da Rikiga. Poteva sentire il calore e il peso del piccolo tra le sue braccia, aveva l'impressione fosse diventato vagamente più pesante.
Possibile? No, sarebbe davvero assurdo. Sarà solo la mia immaginazione.
  Il bambino che aveva raccolto dalle macerie, succhiava latte dal ventre di un cane, agitando le piccole gambine e braccia, rideva spesso e piangeva tutto il tempo. Aveva larghi occhioni vivaci e delle guancette paffute.
  "Mam-m-" Il bambino allungò le braccia verso Inukashi. Sembrava cercare, desiderare, chiamare qualcosa intensamente.
  ”Visto? Ti ha chiamato mamma" disse Rikiga. "Sentiva la mancanza della sua mammina."
  "Probabilmente non riusciva più a sopportare il tuo alito d'alcol, vecchio. Ooh, povero piccolo, va tutto bene adesso. Dev'essere stato terribile, Shion"
  "Dunque?"
  "Mh?"
  "Com'è andata?"
  "Bho, ho fatto tutto quello che potevo, esattamente come ha detto Nezumi."
  Rikiga tirò su col naso.
  "Eve, huh. Quel piccolo bastardo insolente. S'è fatto rinchiudere nel Penitenziario e ha ancora il coraggio di darci ordini. Chi si crede di essere, quello?"
  "Nezumi è Nezumi, amico, lui non 'crede' di essere nessuno. E poi, non sono stati rinchiusi nel Penitenziario, hanno attraversato quei cancelli di loro spontanea volontà."
  "I cancelli dell'Inferno."
  "Hey, vecchio."
  "Cosa?"
  "Pensi che torneranno?"
  "Una volta attraversate le porte dell'Inferno? Impossibile. Solo un miracolo potrebbe farli tornare."
  "Ho sentito dire che i miracoli accadono molto più facilmente di quanto immaginiamo, è stato Nezumi a dirlo."
  "Eve è una frode, nelle sue parole non potresti mai trovare nessuna verità che non sia più piccola della testa di un insetto. Però, lo sai, Inukashi, sp-spero davvero che Shion torni indietro."
  "E Nezumi?"
  "Di Eve non potrebbe fregarmi meno. Anzi, non mi spiacerebbe non doverlo vedere mai più per il resto dei miei giorni. Non potrei essere più felice. Almeno ecco una radiosa prospettiva per me, hmph."
  Inukashi rise silenziosamente. Trovava divertente vedere Rikiga di cattivo umore, e conoscendone la ragione, ne era divertito ancora di più.
  "Tsukiyo." Inukashi chiamò con un filo di voce il piccolo topo. Era stato Shion a dargli quel nome, insieme agli altri topi. Amlet, Cravat e Tsukiyo... era strano, ma una volta conosciuti i loro nomi, trovava incredibilmente facile distinguerli, nonostante fossero stati solo "i topi" fino a un attimo prima.
  Era indubbiamente strano.
Chit.
  Un topo nero apparve da sotto il ventre di un cane anch'esso scuro, disteso al pavimento.
  "Ho un messaggio per il tuo padrone: ho fatto quanto mi hai detto. Le cose cominceranno a muoversi domani sera."
Chit.
  "Pregherò perché tu possa raggiungere sano e salvo il tuo padrone, Tsukiyo."
Cheep-cheep-cheep!
  Il topo scomparve agilmente nell'oscurità.
  "Pensi sappia dove si trova Eve?"
  "Credo di sì."
  "Ha capito cosa gli hai detto?"
  "Probabilmente è in grado di capire anche te, vecchio. Ammesso tu sia sobrio, capirà tutto quello che cercherai di dirgli."
  "Ma com'è possibile? È solo un topo."
  "Non è un semplice topo, ordinari topini non comprenderebbero il linguaggio umano. Quei topi sono incredibilmente intelligenti, sono capaci di comprendere parole e intenzioni. Non è un caso che Nezumi li tenga così tanto in considerazione."
  "Ma come possono non essere topi ordinari?"
  "E io come diavolo dovrei saperlo?"
  "Sono robot?"
  "No, esseri viventi completamente naturali. Solo che... sono intelligenti. Sapevi che Shion si metteva addirittura a leggere per quei topi? Un qualche classico chiamato Vattelapesca; scommetto non hai mai letto classici, non è così, vecchio?" [4]
  "Un classico chiamato Vattelapesca non l'ho mai sentito di certo," rispose Rikiga sarcastico. "Allora perché questi topi possederebbero intelletto?"
  "Ti ho già detto che non lo so. Appartengono a Nezumi, dopotutto, non troverei strano se fossero in qualche modo straordinari."
  "Certo che è strano. Dove li avrà trovati, Eve?"
  "Vecchio."
  "Cosa?"
  "Perché ti stai scaldando così tanto? Cosa, non starai pensando di guadagnarci su qualcosa?"
  "Certo che no," disse Rikiga irritato. "Come se volessi avere qualcosa a che fare con i topi di Eve, non li toccherei nemmeno se avessero monete d'oro infilate in bocca."
  Inukashi trovava difficile che Rikiga potesse lasciarsi scappare un topo con una moneta d'oro tra le fauci, ma si limitò a fare silenziosamente spallucce in risposta.
Topi che comprendono il linguaggio umano...
  Uno di quei topi gli aveva consegnato quello stesso giorno una lettera. Era da parte di Nezumi, le parole scritte in fretta da un tratto sottile.


Inukashi. Ho disposto che questa lettera venisse recapitata dopo la Caccia. Conoscendo i miei topi, si saranno sicuramente adoperati per consegnartela.
  La lettera cominciava senza apertura formale o convenevoli, ed era piuttosto informale.
Conoscerà almeno il modo giusto di scrivere una lettera? O pensa che non sono nemmeno all'altezza di un suo saluto? Beh, se è così, che razza di maleducato.
  Comunque sia, una lettera da Nezumi era inaspettatamente inusuale e seppure si lamentasse, i suoi occhi vi erano ugualmente rimasti incollati, continuando a lamentarsi durante l'intera lettura.
  La lettera conteneva dettagliate istruzioni per coloro che erano rimasti nel West Block, e dopo la lettura, Inukashi aveva finalmente compreso il significato dietro quello sguardo eloquente e suggestivo negli occhi di Nezumi.
Capisco, allora è questo che vuoi che faccia. Quale toccante lettera d'amore mi hai inviato.
  Quel tipo è semplicemente marcio dentro, non che sia una novità.
  Tirò un profondo respiro. La decisione era sua: strappare la lettera, facendo finta di non averla mai vista, o seguire gli ordini di Nezumi.
  Trascorse un breve momento d'esitazione, al termine del quale, Inukashi ripiegò la lettera con cura, esalando un lungo respiro.
  Oltre le istruzioni per Inukashi conteneva dettagliati ordini per Rikiga, ecco la fonte del malcontento dell'uomo.
  "Quel moccioso pensa di potermi dare ordini. Dannazione, mi sento come se quello spregevole topo mi stesse controllando da lontano. Mi irrita così tanto."
  "Non farai nulla, allora?"
  "Non posso, è in ballo la vita di Shion."
  "Così come la montagna di lingotti d'oro."
  "Esattamente."
  Amore e bramosia, spesso queste due condizioni erano tutto l'occorrente per spingere qualcuno all'azione. Per la quantità di lamentele che scorrevano dalla sua bocca, Rikiga si muoveva con sorprendente agilità e efficacia. Aveva addirittura portato con sé un carico di micro-bombe, preparate probabilmente da parecchio tempo.
  A suo dire, Rikiga aveva speso un'irragionevole quantità di danaro, ma sarebbe stato un piccolo sacrificio se fosse riuscito a impadronirsi di quei lingotti d'oro.
  Sia Inukashi che Rikiga avevano completato una metà degli ordini di Nezumi, c'era ancora parecchio da fare. Si trattava di un momento cruciale.
  "Sappiamo che Tsukiyo e gli altri sono dalla nostra parte. Non pensi sia abbastanza per stare tranquilli, almeno per il momento?" Inukashi diede voce ai suoi onesti pensieri. Umani, cani o piccoli topoini, purché non si trattasse di nemici, era qualcosa di cui esserne grati. Sperava che Rikiga si concentrasse su "stranezze" e "misteri" più tardi, in un momento in cui non si fossero trovati in situazioni tanto delicate.
Sarà risaputo ormai da circa cent'anni che Nezumi è qualcuno impossibile da comprendere, vecchio.
  "Abah, abah, abha," Shion cominciò a fare vivacemente versetti.
  "Congratulati con noi, Shion." Inukashi sollevò il piccolo nel cielo notturno dove brillavano numerose stelle. "Festeggia per noi. Per il nostro presente e il nostro futuro."
  "Babhuh." Shion sollevò le braccia all'improvviso, avvolto nel lenzuolino strappato. Allungava le manine verso l'alto, come per indicare qualcosa.
"Cosa?" Inukashi seguì con lo sguardo la direzione della piccola mano, fino a raggiungere la città dorata. La Città Santa di No. 6, lucente, si affermava decisa attraverso la nera oscurità.
  Le minute ditina di Shion erano ferme a indicare quella luce dorata.
  "Quella è No. 6. Cosa c'è? Ha attirato la tua attenzione?"
  Shion non stava sorridendo. Non piangeva neppure. Con i suoi occhi sfumati di viola spalancati, tutto ciò che faceva era fissare intensamente No. 6.
-FINE CAPITOLO-
Note:
[1] filastrocca per bambini inglese
testo originale:
Testo originale
Who killed Cock Robin?
I, said the Sparrow,
with my bow and arrow,
I killed Cock Robin.
Who saw him die?
I, said the Fly,
with my little eye,
I saw him die.
Who caught his blood?
I, said the Fish,
with my little dish,
I caught his blood.
Who'll make the shroud?
I, said the Beetle,
with my thread and needle,
I'll make the shroud.
Who'll dig his grave?
I, said the Owl,
with my pick and shovel,
I'll dig his grave.
Who'll be the parson?
I, said the Rook,
with my little book,
I'll be the parson.
Who'll be the clerk?
I, said the Lark,
if it's not in the dark,
I'll be the clerk.
Who'll carry the link?
I, said the Linnet,
I'll fetch it in a minute,
I'll carry the link.
Who'll be chief mourner?
I, said the Dove,
I mourn for my love,
I'll be chief mourner.
Who'll carry the coffin?
I, said the Kite,
if it's not through the night,
I'll carry the coffin.
Who'll bear the pall?
We, said the Wren,
both the cock and the hen,
We'll bear the pall.
Who'll sing a psalm?
I, said the Thrush,
as she sat on a bush,
I'll sing a psalm.
Who'll toll the bell?
I said the bull,
because I can pull,
I'll toll the bell.
All the birds of the air
fell a-sighing and a-sobbing,
when they heard the bell toll
for poor Cock Robin.
Traduzione italiana
Chi ha ucciso il pettirosso?
Io, ha detto il passero,
Con un mio arco ed una freccia,
Io ho ucciso il pettirosso.
Chi lo ha visto morire?
Io, ha detto la mosca,
Con i miei piccoli occhi,
Io l'ho visto morire.

Chi ha preso il suo sangue?
Io, ha detto il pesce,
Con un mio piccolo piatto,
Io ho preso il suo sangue.

Chi farà il suo sudario?
Io, ha detto lo scarafaggio,
Con un mio filo ed un mio ago,
Io farò il suo sudario.

Chi scaverà la sua tomba?
Io, ha detto il gufo,
Con un mio piccone ed una mia pala,
Io scaverò la sua tomba.

Chi sarà il prete?
Io, ha detto il corvo,
Con il mio piccolo libro,
Io sarò il prete.

Chi sarà il chierichetto?
Io, ha detto l'allodola,
Se non è di sera,
Io sarò il chierichetto.

Chi porterà la fiaccola?
Io, ha detto il fanello,
Io la trasporterò in un minuto.
Io porterò la fiaccola.

Chi riceve le condoglianze?
Io, ha detto la colomba,
Io sono a lutto per il mio amore.
Io riceverò le condoglianze.

Chi trasporterà la bara?
Io, ha detto il nibbio,
Se non sarà durante la notte,
Io trasporterò la bara.

Chi farà il drappo funebre?
Noi, ha detto lo scricciolo,
Sia il gallo che la gallina,
Noi faremo il drappo funebre.

Chi canterà il salmo?
Io, ha detto il tordo,
Come lui appoggiato su un cespuglio,
Io canterò il salmo.

Chi suonerà la campana?
Io, ha detto il bue,
Perché io posso tirare,
Perciò addio, pettirosso.

Tutti gli uccelli in aria
Sospiravano e singhiozzavano,
Mentre ascoltavano la campana suonare
Per il povero pettirosso.

























8 commenti:

  1. Waaaah grazie! Ma io adoro Inukashi *___* PS_sono l'anonima del capitolo prima, ho deciso di darmi un nome :D

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  2. Ciao! anche io sono nuova ma voglio farti i miei più sentiti complimenti per la traduzione e ringraziarti per condividere il testo con noi. Si vede che ci metti molta passione e molto impegno, anche nelle numerose note che fai. Ti avevo scritto su efp a proposito di questo sito, solo ora mi sono accorta che sei la stessa persona, hahahaha! Pensa che io in una settimana mi sono letta il manga in inglese, mi sono vista l'anime 2 volte e mi sono sparata tutti questi capitoli insieme. Un vero colpo di fulmine! Le novel sono meravigliose, lasciano molto più spazio di riflessione su tempi profondi e importanti, che mi hanno fatto riflettere e riconsiderare alcune idee che avevo radicate da tempo. Mi piacciono molto anche i personaggi, il fatto che pur essendo uno shounen i due protagonisti siano entrambi molto forti, allo stesso livello, e non clichè come spesso appare. Sarò l'unica ma adoro anche il personaggio di Safu, riesco a capire appieno le sue motivazioni e ad ammirarla per questo. Forse è una cosa che hai già scritto in precedenza, ma ogni quanto aggiorni i capitoli? Grazie davvero e complimenti ancora.

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  3. ciao e ben venuta. Dunque, per gli aggiornamenti dei capitoli, ultimamente li sto publicando sempre verso fine settimana, anche se non è intenzionale. E' tutto molto relativo, la traduzione la finisco anche in mezza giornata se sono ispirata, il problema è la correzione (la chiamo correzione ma è più un adattamento... in realtà la struttura del testo originale è composta da frasi brevi, devo unirle, sistemare i tempi verbali e alle volte anche capire cosa l'autrice volesse dire... non è così facile quando trovi una frase per ogni verbo.... )
    Il capitolo di questa settimana è quasi pronto, devo rileggerlo un ultima volta e sistemare qualcosina e poi posso metterlo online. Ancora benvenuta^^

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  4. Mi ha fatto morir dal ridere Inukashi che cerca di usare i sistemi di Nezumi per corrompere quel poveretto.
    Il fascino di Nezumi è inimitabile, com'è vero che alla Presta cani manca tanto Shion e anche l'odiato Nezumi.
    Grazie a Shion molte persone stanno riscoprendo !la loro umanità i loro sentimenti".
    Bello sciogliersi nella tenerezza !
    Grazie, danke per il capitolo!

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  5. Inukashi è fantastica l'amo. XD E il piccolo Shion mi confonde .-.'
    Cioè quando l'ho letto ho detto "che ci fa Shion lì?" haha sono un idiota XD
    Comunque bellissimo sto' capitolo*o*

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