Volume 6
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Da dove vieni? Dove sei nato?
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Capitolo 1
Sarebbe meglio che non riconoscessi me stesso.
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Conoscendo ciò che ho fatto! Sarebbe meglio che non riconoscessi me stesso.
Svegliati, o Duncan, a questi colpi: vorrei che tu lo potessi!
Poteva udire il suono del vento, un suono arido e malinconico.
Non può essere...
Shion si fermò, battendo lentamente le palpebre. Era avvolto dalle tenebre. Seppure si fosse abituato ormai al buio, l'oscurità si rifletteva nei suoi occhi solo sotto forma d'oscurità, interamente tinteggiata dalle tonalità più nere. E ovviamente, non vi era la più piccola traccia di vento.
Si trovavano al centro della terra.
Un luogo nel cuore di No. 6, un luogo oscuro. Il basamento del Penitenziario. Era naturale che non potesse esservi alcun vento, sarebbe stato impossibile anche solo udirne il rumore. Eppure era sicuro di averne percepito il fischio acuto. Era stato solo per un mero istante, ma lo aveva udito per davvero.
Un suono impossibile nella No. 6 in cui aveva vissuto fino a pochi mesi prima. Non era la brezza gentile che agitava le abbondanti fronde, recando con sé il dolce profumo dei fiori. Era...
Il vento nelle rovine.
  Era simile ai lamenti del vento che fischiava attraverso i ruderi dilapidati di quell'hotel in un angolo del West Block. Un vento che portava con sé un gelo tale da riverberare fin dentro le ossa ogni qualvolta lo avvertiva sulla pelle. Lo stesso vento che sferzava gli inermi anziani che collassavano per le strade o i bambini indeboliti dalla fame, che finivano inevitabilmente congelati a morte. Lo spietato e crudele vento dell'inverno.
Eppure sentiva la mancanza di quel vento.
Desiderava molto più quel vento gelido che spazzava le rovine, piuttosto che la brezza gentile e innocua in No. 6.
Si domandò cosa stesse facendo Inukashi in quel momento. Se stesse rimescolando gli avanzi in un grande calderone, preparando rapidamente il cibo per i suoi cani; o se forse era impegnato a contare i guadagni della giornata. Inukashi, con la sua pelle scura, i capelli neri e il corpo minuto.
Aveva affidato un bambino alle sue cure, imponendogli il neonato contro la sua volontà.
Dacci un taglio, Shion. Ho un'attività da gestire qui, nel mio hotel. Non lo avrai scambiato mica per un orfanotrofio no-profit...
Shion poteva quasi immaginare la sua espressione accigliata in disgusto.
Mi spiace, Inukashi. Non c'era nessun altro a cui potessi rivolgermi. Non avevo altra scelta che implorare il tuo aiuto.
Tsk.
Inukashi schioccò la lingua.
Devi essere sempre una seccatura ovunque vai, tu, non è vero? E va bene, me ne occuperò io. Anch'io ce l'ho un cuore che prova compassione. Ma sappi che è piccolo, talmente piccolo che persino un cane storcerebbe il naso. Ma immagino di non avere scelta. Il mio stesso cane ha rischiato la vita per proteggere questo piccolo, dopotutto. Non posso semplicemente buttarlo via... guardami, che razza di rammollito sono diventato. Mi faccio pena da solo.
Inukashi, hai la mia gratitudine.
Non so che farmene della tua gratitudine, certamente non mi metterà nulla in tasca. Shion, terrò con me il bambino per il momento. Hai capito? Solo per il momento. Meglio per te se vieni a prendertelo. Sei tu che hai deciso di raccoglierlo, tocca a te crescerlo. Hai capito? Meglio per te se vieni a riprenderlo...
"Shion"
Nezumi stava chiamando il suo nome, voltato verso di lui. Shion poteva vedere chiaramente il lucente paio di occhi grigi. Persino nell'oscurità quegli occhi avevano il potere di inghiottire ed emanare luce. O...Shion lasciò i propri pensieri liberi di vagare.
Forse riuscirei a distinguere quegli occhi anche in assenza di luce, anche se ci trovassimo nella più completa oscurità, senza un solo raggio di luce a illuminare la via?
"Non smettere di camminare, assicurati di starmi dietro"
"Oh...giusto. Scusami, ero leggermente distratto"
"Distratto?"
"Mi è parso di sentire il vento soffiare. Un vento simile a quello che soffia nelle rovine di Inukashi... so che si sarà trattato solo della mia immaginazione, ma...Nezumi"
"Mh?"
"Mi domando cosa stia facendo Inukashi adesso"
Nezumi batté le palpebre, Shion ebbe l'impressione che stesse prendendo un respiro.
"Certo che ne hai di fegato tu"
"Huh?"
"Distrarsi in una situazione simile non è affatto da tutti. Un mucchio di gente a quest'ora sarebbe già sotto shock o in preda a una crisi di nervi, ma mettersi ad ascoltare il fischio del vento o pensare casualmente a qualcun altro...davvero colossale. La quantità di fegato che possiedi è tale da porti sullo stesso livello di un Dio. Mi permetterai di venerarti ogni giorno al mattino e alla sera, non è vero?"
"Stai facendo del sarcasmo, per caso?" Domandò Shion.
"Io? Mai" rispose Nezumi. "Non mi permetterei mai di essere insolente con un Dio. Sono genuinamente impressionato. Ma..."
Shion venne afferrato dolorosamente per il braccio, sentiva le dita di Nezumi affondargli nella carne. Conosceva quanta forza possedessero quelle dita, per quanto sottili e quasi delicate apparissero. Fin troppe volte Nezumi aveva afferrato il suo braccio, costringendolo a trasalire per il dolore. Fin troppe volte lo aveva afferrato, sollevandolo e trascinandolo fuori. Ancora e ancora – innumerevoli volte – dalla morte alla vita, dalla disperazione alla speranza, dalla finzione alla realtà, Shion aveva potuto arrampicarsi e sgusciare fuori grazie a quelle dita.
"D'ora in avanti, cerca di essere di più un pavido mortale. Fregatene di Inukashi, concentrati solo sul proteggere te stesso"
"Ho capito"
"...Lo capisci davvero?"
"Sì...forse"
"Forse, huh. Nulla potrebbe rasserenarmi meno" Nezumi scoppiò improvvisamente a ridere, una risata piccola ma spensierata e piena d'allegria" Guarda che razza di conversazione stiamo avendo in un luogo simile, in una situazione simile. L'epitome della frivolezza, sia te che io. Forse frequentandoti sarò in grado anch'io di unirmi agli dèi"
All'improvviso il suo tono si fece severo e grave, mentre le dita affondavano nella carne con ancora più forza.
"Non importa quello che accade, cerca di non separarti mai da me. Le tue energie usale esclusivamente per andare avanti. L'ho già detto una volta. Non lo ripeterò ancora"
Shion fece di sì con la testa. Nezumi gli diede le spalle e si rimise a camminare, dopo aver visto o percepito l'inclinazione del capo di Shion come risposta. Sapeva fin troppo bene che la figura davanti a lui non si sarebbe voltata a guardare indietro facilmente.
Se non avesse desiderato vivere con abbastanza disperazione, attaccandosi avidamente alla vita, Nezumi non si sarebbe voltato verso di lui. [2]
Nezumi non avrebbe mai riverito un Dio frivolo e inosservante. Inalando un respiro d'oscurità, Shion spostò in avanti il suo piede.
Un piccolo passaggio proseguiva verso l'alto lungo una leggera pendenza tra le rocce, larga a sufficienza da permettere l'accesso di un adulto. Forse era addirittura più stretta del corridoio di cemento con le piccole lampadine a intervalli regolari che avevano incontrato poco prima. Il percorso non era lungo, ma curve e tornanti ne rendevano molto più difficile la traversata.
Ma almeno...
Shion si asciugò il sudore con il dorso della mano.
Almeno non c'è puzza di sangue qui.
L'aria era priva del sanguinolente fetore che impregnava il corridoio precedente, dei gridi e gemiti di decine di persone morenti...che venivano uccise.
L'oscurità era l'unica sovrana.
Anche se si fosse trattata dell'ultima parte di un brevissimo istante; anche se una realtà che andava ben oltre la sua immaginazione lo stesse attendendo al di là dell'oscurità, come era stato fin ad allora, almeno in quel momento non era costretto a respirare il terribile odore dell'ingiusto e spietato annientamento di esseri umani.
Se ne sentiva sollevato, sollevato come se avesse incontrato un oasi nel deserto.
Sei un ingenuo.
Si morse il labbro inferiore.
Non c'era bisogno che fosse Nezumi a dirglielo. Era terribilmente ingenuo per davvero.
Posso non sentirne l'odore o udire i loro lamenti. Posso non vederli grazie a un muro che ci divide.
Ma tutto quello sta ancora accadendo esattamente a pochi passi da me.
Il fatto che decine di persone – anche bambini piccolissimi – venissero ingiustamente distrutte senza pietà, sullo stesso lembo di terra dove si trovava in quel momento, restava una realtà.
Solo perché non ne sentiva l'odore o non potesse ascoltarlo, solo perché non lo vedeva, non significava che non fosse una realtà esistente. Solo perché aveva raggiunto un'oasi, non significava che il deserto fosse scomparso.
Sono un ingenuo; un idealista. Non poteva evitare di trovare scuse, di cercare di dimenticare la rabbia che aveva sentito alla vista di tali brutalità. Sentiva il bisogno di distogliere lo sguardo da quegli orrendi eventi, rannicchiarsi e abbandonarsi completamente al comfort di un ignorante torpore.
Sono un ingenuo. Un debole.
Camminava tracciando la parete rocciosa con la mano, facendo del suo meglio per tenersi al passo con Nezumi.
L'importante in quel momento era stargli dietro. Non ho fatto altro che seguirlo. Era stato nel West Block che aveva percorso per la prima volta un sentiero notturno, facendosi strada attraverso i passanti. Senza quell'esperienza, non sarebbe stato nemmeno in grado di camminare attraverso quell'opprimente oscurità che sembrava schiacciargli addirittura gli occhi.
In quel senso, potrei dire d'essere diventato più forte, si disse. Fiducia. Dentro di me, anch'io ho immagazzinato il mio personale tipo di forza. Credere in se stessi con tutte le proprie forze. È fin troppo facile odiare se stessi, crogiolandosi nella propria disfatta...ma si tratta di qualcosa che non frutterà mai alcun risultato. Credere in se stessi, invece, può costituire un tipo di forza. Con questa forza come carburante, imbracciandola come arma, una persona potrebbe riuscire a superare innumerevoli difficoltà.
Concentrandosi sulle piante dei piedi, Shion proseguiva passo dopo passo. Giunsero finalmente in vista di una luce, debole, ma che si rischiarava gradualmente.
Shion accelerò il passo, con la figura di Nezumi che scivolava nella fioca luce.
Emersero in un'ampia sala, molto più spaziosa del luogo in cui Nezumi aveva lottato contro l'uomo dal colore della sabbia. L'elevato soffitto sembrava alto quasi tre piani, ed anche qui, rocce irregolari sporgevano da ogni direzione.
Si tratta di un grande complesso di caverne, aveva detto Nezumi. Doveva trattarsi, dunque, di una formazione naturale. Alcune candele ardevano qua e là tra gli anfratti, accompagnate da luci artificiali che brillavano in più punti. Fioche ma calde fonti di luce. Erano molto belle, piccoli fiori ardenti che sbocciavano in piccole nicchie tra le rocce.
Nicchie?
Shion strinse gli occhi, cercando di mettere a fuoco attraverso oscurità. Tratteneva il respiro, sforzandosi di mettere a fuoco più che poteva, trattenendo così il fiato ancora di più.
Un'ombra si mosse.
Una, due, tre, quattro.... non si trattava di topi; non appartenevano a piccoli animali. Numerose ombre si stavano muovendo, mantenendosi in piedi su due zampe, sussurrando l'una con l'altra. Due zampe, sussurrando...
Esseri umani!
Il groppo che deglutì rimase bloccato in gola, mentre il cuore accelerava i battiti.
Esseri umani. Ci sono esseri umani qui, che ci spiano da quelle nicchie. Uomini. Stringendo maggiormente gli occhi poteva vedere una larga caverna spalancare la sua ampia bocca oltre le candele che ardevano tra le crepe. Ulteriori tunnel dovevano addentrarsi più in profondità per quelle caverne. Quelle persone dovevano essere sgusciate fuori da lì.
La sua vista non gli permetteva di distinguere la sagoma di ognuno, ma poteva riconoscere differenti stature e corporature.
C'erano uomini e donne, adulti come bambini? Erano tutti protesi allo stesso modo verso di loro, guardando incuriositi verso il basso. Sembrava quasi di poter scorgere il cupo bagliore dei loro occhi, se provava a concentrarsi abbastanza a lungo.
"Nezumi, queste persone..."
"Tu chi credi che siano?"
"Oh...sopravvissuti, forse. Deve trattarsi di gente come noi, riuscita a fuggire dal campo di sterminio"
"Errore" Nezumi scosse la testa. Un gesto fiacco, quasi inusuale per lui. "Questa gente vive qui da molto prima"
"Da molto prima... cosa vorresti dire?"
"Lo vedrai tra un attimo"
'Lo vedrai in un attimo' – immagino tu abbia ragione.
Lo vedrai. Purché tu abbia la volontà e la forza per farlo.
Shion serrò i pugni. Era facile porre domande, non aveva fatto altro fino a quel momento. Prontamente, con estrema facilità, si era sempre affrettato a supplicare Nezumi affinché gli venisse data la giusta risposta, senza sforzarsi di comprendere quella realtà che si presentava davanti ai suoi occhi.
Ma ormai questo non va più bene.
D'ora in avanti avrebbe trovato da sé la risposta. Si sarebbe impegnato da solo per comprenderla, per decodificarla. Per quanto vicino, Nezumi restava pur sempre un'altra persona. Continuando ad appoggiarsi a parole altrui, non avrebbe mai avuto accesso alla verità. Non sarebbe mai stato in grado di affrontare quella realtà che trascendeva la sua immaginazione. Non sarebbe mai stato capace di ergersi al pari di Nezumi.
Era suo dovere raggiungere tale verità con le sue singole sole forze.
Nezumi distolse gli occhi grigi da Shion. C'era una luce oscura al loro interno, che si affrettò a scacciare battendo le palpebre. Con un movimento aggraziato, infine, lasciò scorrere la mano lateralmente, una leggiadra movenza di cui solo lui era capace.
"Guarda, non lo trovi spettacolare? Sono tutti accorsi per la parata di benvenuto"
"Famoso persino in un luogo simile, huh?"
"...Idiota. Questo benvenuto è riservato a te, Shion"
"A me?"
"Sei tu l'attrazione. Che un estraneo, un residente di No. 6 per giunta, si spinga fin qui è un evento senza precedenti"
"Ex residente" lo corresse Shion. "Non lo sono da tempo ormai. Ho gettato via la mia ID card, non sono più un cittadino"
"Ora non fossilizzarti su questo, era solo un modo di dire"
"Certo che mi ci fossilizzo" disse Shion ostinatamente. "Non è 'solo' un modo di dire. Non sono debole come credi. Non nutro alcun attaccamento per No. 6"
Forse era spavalderia la sua, ma Shion raddrizzò le spalle.
È vero, io sono un debole. La mia mente e il mio corpo sono fin troppo fragili. Ma nulla potrebbe far vacillare la mia determinazione. Nulla potrebbe confondere i miei sentimenti. La mia determinazione di vivere fuori dalla città; il mio desiderio di vivere insieme a te; nulla ha il potere di farli tentennare, nulla potrebbe gettarli nello scompiglio.
"Chi ha mai detto che sei debole?"
"Lo hai sempre sostenuto"
"Mai. Tu sei una superpotenza. Anche un attimo fa, sono rimasto sbalordito dalla tua grandezza. Davvero incredibile... sono ancora più impressionato. Dico davvero" Nezumi fece spallucce. "E per giunta, non avrei mai immaginato che avresti cominciato a rimproverarmi anche per la parola più insignificante. In una situazione simile, non di meno"
Skrit, skrit, skrit.
Un ratto si arrampicò su per il corpo di Shion, prendendo posto sulla sua spalla. Era piuttosto pesante comparato ad Amlet o Cravat ed emanava un odore di sudicio, ma torceva il musetto inclinando la testa nello stesso modo. Un secondo topo gli si arrampicò sull'altra spalla, strofinando il musetto tra i suoi candidi capelli. Un ennesimo ratto – questa volta un cucciolo – gli si stava strofinando contro la gamba. Gli si avvicinò un altro roditore, e un altro ancora.
I ratti si arrampicavano su e giù per la sua spalla, squittendo affezionatamente.
Skrit, skrit, skrit, cheep cheep cheep.
Chit chit chit. Chit chit chit.
"Hey, smettetela" disse Shion, sopprimendo una risata. "Mi avete preso per lo scivolo di un parco giochi, per caso? Smettetela, mi fate il solletico!" diceva scrollando le braccia.
All'improvviso l'aria sembrò ronzare e l'oscurità incresparsi in modo inquieto. Shion poteva percepire la presenza della gente tra le rocce: respiri, sussurri impercettibili, fruscii di corpi, sguardi furtivi.
"Un ragazzo interessante"
Una voce li raggiunse dall'alto. Era bassa, ma risuonava con chiarezza. Non raggiungeva i livelli del canto di Nezumi, ma era una voce profonda, rassicurante, che scorreva piacevolmente nelle sue orecchie. Si trattava della stessa di un attimo prima? La voce che li aveva raggiunti dalla vuota nicchia dipinta di nero?
'Ascoltiamo pure la tua storia'. La stessa voce che aveva pronunciato quelle parole?
Guardò verso l'alto.
Poteva scorgere la sagoma di un uomo seduto su una sedia nel mezzo di un alcove, in una sporgenza simile a una loggia. O almeno... credeva si trattasse di un uomo. Sembrava... un anziano dai lunghi capelli e barba bianca, avvolto in un indumento che ricordava una toga. Era troppo buio per poterlo vedere bene in volto.
"Un ragazzino interessante. Non susciti alcuna animosità o apprensione nei topi. Posso chiedere il tuo nome? Come ti chiami?"
"Shion"
"Shion...ah, davvero un bel nome"
"Gra-grazie. Per, uhm, il complimento" disse Shion esitante. "E lei?"
"Io? Cosa vorresti sapere di me, Shion?"
"Qual è il suo nome?"
Un mormorio.
L'oscurità s'increspò ancora di più. I ratti squittivano sulle sue spalle mentre una risata saliva al cielo. Dalle alcove, numerose risa si alzavano in ogni direzione, fioccando sulle loro teste.
Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah.
Nome, ha detto.
Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah.
Gli ha chiesto come si chiama.
Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah. Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah. Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah.
Non aveva idea del perché ridessero di lui. Aveva solo domandato il suo nome, come mai era causa di tanta derisione?
Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah. Ah ah ah, ah ah ah, ah ah ah.
Le risa non accennavano a diminuire. Shion si voltò verso Nezumi, che si trovava al suo fianco.
Immobile, con un'espressione indecifrabile, il viso di Nezumi era quasi simile ad una statua.
"Rou" Una profonda voce attraversò l'increspata oscurità e ogni rumore della caverna si arrestò all'istante. Cadde un silenzio doloroso, simile a quello che discende in un bosco quando i sibili del vento cessano di risuonare. In un simile silenzio, solo le parole dell'anziano risuonavano lentamente.
"Rou. È così che mi chiamano"
"Rou...è questo il suo nome?"
"Forse sì, o forse no. Potrebbe semplicemente significare 'anziano'" [3]
"Dunque non è il suo vero nome?"
Seguirono alcuni momenti di silenzio.
"Ragazzo. Nessuno in questo luogo colloca importanza in un nome. Nessuno. Non te lo ha insegnato questo, Nezumi?"
In effetti...
Shion buttò fuori un respiro.
In effetti, non conosco ancora il suo vero nome.
"Rou" Nezumi si fece avanti, avanzando di un passo. "Vorrei che tu ascoltassi la nostra storia"
"Ascoltiamola allora" Il vecchio si raddrizzò nella sedia. "Sei tornato. Mai più avremmo dovuto incontrarci, eppure sei comparso nuovamente davanti ai miei occhi. Ascoltiamone la ragione, dunque"
"Ti sono riconoscente"
"Riconoscente? Nezumi, posso constatare che il vento là fuori ti ha reso debole e codardo. Ma non importa quanto debole o codardo tu possa diventare, voglio sperare che tu non abbia dimenticato le regole"
"Questo non è accaduto"
"Coloro che si allontanano da questo posto non devono mai più farvi ritorno. Tu hai infranto questo taboo. Devi compensare"
"Ne sono consapevole. Sono disposto a pagarne la penalità, dunque ti prego di ascoltarmi"
L'anziano schioccò le dita. Shion non le aveva notate, ma c'erano due lunghe aste collegate alla sedia dell'anziano. Forse era più appropriato chiamarla palanchino.
Impugnando le assi, due uomini sollevarono l'anziano insieme al palanchino.
Le sue gambe?
Non c'era nulla che riempisse la parte inferiore della toga, il cui orlo pendeva senza vita dalla sedia. Dalle ginocchia in giù, l'anziano era privo di entrambi gli arti.
Il palanchino con l'anziano sembrava scivolare giù dalla parete, discendendo lentamente tra le rocce. Un'oscura figura dai lunghi capelli legati in una coda – una donna, come suggeriva la sagoma del suo corpo – spazzava il cammino davanti al palanchino con quella che sembrava una scopa, similmente all'apripista in un corteo.
C'era un sentiero, largo a sufficienza per due uomini per passare spalla a spalla. Sebbene la pendenza fosse ripida, gli uomini la discendevano con passo stabile.
Non era una formazione naturale. Tra le rocce vi erano alcune passerelle ricavate artificialmente. Guardando con attenzione, poteva notare diversi sentieri attraversare ogni parete rocciosa; l'intera formazione sembrava strutturata in modo da poter essere attraversata facilmente.
Si tratta per caso di... un insediamento?
Shion diede una nuova occhiata all'ambiente, riflettendo con attenzione. Caverne, chiaramente usate come residenze; sentieri che correvano lungo le pareti rocciose; la camera in cui si trovavano e gli spazi oscuri che sembravano proseguire oltre...e inoltre aveva l'impressione di sentire odore di cibo che veniva bollito o stufato. E debolmente, molto debolmente, aveva pensava di avvertire il vento. Uno spostamento d'aria, in altre parole, questo luogo era collegato con la superficie. Questo era un insediamento umano.
Un insediamento sotterraneo?
Cercò di porre freno ai pensieri che minacciavano di disperdersi in ogni direzione. Doveva darvi un ordine, trovare un filo conduttore che potesse essere coerente.
Secondo Nezumi, questi abitanti dell'oscurità non erano superstiti della Caccia all'Uomo.
Probabilmente era vero. Un mondo sotterraneo, lontano dalla luce del sole, sarebbe stato un luogo inospitale per vivere. Sembrava quasi impensabile per esseri umani, organismi adatti alla vita in superficie, vivere in un luogo non condizionato da sole, vento e natura circostante. Eppure poteva vedere tali persone con i suoi stessi occhi, le prove di un insediamento umano.
La scena davanti ai suoi occhi era chiaramente qualcosa non creata da un momento all'altro. Questo era più che evidente. Queste persone, probabilmente, avevano vissuto per lungo tempo sotto terra, dove avevano stabilito il loro insediamento e gradualmente cominciato ad adattarsi alla vita. Questa sembrava l'unica ipotesi plausibile.
Shion si lasciò scappare inconsciamente un lungo sospiro.
Ricorda, questo è il basamento del Penitenziario. Cosa ci fa un insediamento umano in questo luogo? Può essere davvero solo una coincidenza?
Forse...
I pensieri di Shion infervoravano la frustrazione dentro la sua testa. Per quanto rimuginasse, non riusciva a venirne a capo, varcare i confini della speculazione. Questo lo induceva a pensare, speculare, concepire ipotesi o teorie, con ancor più disperazione.
E se questo luogo fosse stato abitato da molto più tempo...non era forse, questo reticolo di ampie caverne, esistito fin da tempi antichi?
Aborigeni...
Se genti avessero vissuto su queste terre da molto prima della nascita della città-stato di No. 6?
Un tempo, l'area del West Block era stata una piccola ma ridente cittadina. Molte persone risiedevano in quel luogo, incluso Rikiga. Anche sua madre e suo padre – di cui non possedeva memorie, nemmeno del suo volto – avevano vissuto lì. La cittadina era mutata, divenendo quella madre che avrebbe dato luce all'attuale No. 6. Eccetto che non era stata la cittadina a cambiare, ma i suoi abitanti. Attraverso mani umane, le enormi mura d'acciaio speciale e la possente città-stato avevano preso vita. E al di fuori di quelle mura, i resti della cittadina di un tempo si erano trasformati in un'arida distesa desolata, conosciuta con il nome di West Block. E quella era solo la zona occidentale.
Poteva davvero pensare che la cittadina a Ovest fosse l'unico luogo distrutto da No. 6? Le montagne a Nord, le foreste e le pianure erbose che si estendevano da Est a Sud, i laghi e le paludi che costellavano la terra da oriente a occidente? Osservando l'area geografica di No. 6, era logico pensare che si fosse espansa in ogni direzione, proliferando ed espandendosi verso ciascuno dei punti cardinali...
Un brivido corse lungo la schiena.
Nelle montagne a Nord, le pianure meridionali, le paludose terre orientali. Da qualche parte in quelle ampie distese, un popolo di genti a lui sconosciuta aveva vissuto un tempo. E se non fossero stati i soli? In quelle montagne, in quelle foreste o nelle pianure, quanti popoli avevano trascorso le loro vite? Anche in queste caverne... [4]
Aborigeni, un popolo insediatosi in queste caverne fin da tempi antichi.
Persone appartenenti a un mondo completamente differente da quello in cui Rikiga e sua madre avevano vissuto; forse erano rimasti nei loro territori, così come gli abitanti della cittadina, non entrando mai in contatto tra loro. Forse nessuno dei due gruppi era mai stato consapevole dell'esistenza dell'altro.
Un tempo, questo lembo di terra era una rigogliosa foresta. Su questo pianeta, solo sei regioni soddisfacevano ancora le condizioni adeguate per la vita umana.
E in queste regioni erano state edificate città, cresciute eventualmente in città-stato. Imparando dalla lezione morale della storia, gli uomini avevano abolito le guerre, accettando il vieto di qualunque potere militare come condizione essenziale per la sopravvivenza della razza umana. In accordo col Trattato di Babilonia, che prevedeva la rinuncia di qualunque arma o esercito, ogni città aveva abbandonato il proprio nome, adottando un semplice numero come denominazione, da No. 1 a No. 6.
Le sei città, nel rispetto dell'unicità e l'indipendenza di ognuna, intrattenevano forti legami e erano riconosciute facenti parte di un'unica nazione; i leader politici come la popolazione accettavano questo quale pensiero comune.
Queste sono le uniche terre rimasteci. Un'ulteriore distruzione non è permissibile. La guerra non conduce ad altro che all'estinzione, mettendo in pericolo la nostra stessa esistenza. Dobbiamo abbandonare qualunque arma per il futuro dell'umanità.
Sotto questa ideologia, abbiamo fondato sei città unite nell'amicizia e nella comprensione.
Da No. 1 a No. 6.
Nelle sei regioni, benedette dalle condizioni naturali più favorevoli, generosità della natura, intelligenza umana, e tecnologia scientifica erano utilizzate al meglio per costruire la città ideale, così come mai era accaduto nell'intera storia dell'umanità.
Questa era la nascita della Città Santa di No. 6.
Quella era a grandi linee la storia che Shion aveva imparato come candidato élite nel suo corso speciale.
Il brivido che avvertiva si era fatto ancora più intenso, con un gelo che sembrava propagarsi fino alla punta delle dita.
Chiudendo gli occhi – ma anche da aperti – poteva rivedere le immagini della Caccia all'Uomo susseguirsi nella sua mente. Quella era la realtà, scene a cui aveva assistito con i suoi stessi occhi.
Baracche spazzate via, tende ridotte a brandelli, gente terrorizzata e in fuga che veniva ammazzata senza pietà. Uomini e donne, anziani come bambini o neonati, tutti indiscriminatamente annientati. Le armi più moderne all'attacco di gente la cui massima forma di ribellione era il lancio di pietre. Non era stato altro che un massacro.
'Rinunciare a qualunque armamento'. Come no...
Si stava mordendo inconsciamente le labbra. Poteva sentire il gusto del sangue diffondersi nella bocca. Deglutì, mandò giù la saliva insanguinata. Non poteva conoscere la situazione nelle altre città, ma...ma...
Ma era consapevole che No. 6 fosse sul punto di diventare uno stato armato dallo schiacciante potere bellico.
Da quando?
Deglutì nuovamente.
Da quando questa città ha cominciato a cambiare? Quando ha cominciato ad allontanarsi dalla politica e dagli ideali del Trattato di Babilonia? Da quando... sin dal principio?
Percependo uno sguardo su di sé, Shion sollevò il capo incrociando gli occhi di Nezumi. Gentilmente avvolto in un ricco ed elegante tessuto grigio, ecco come lo facevano sentire quegli occhi. Sentiva il nucleo del proprio corpo pulsare. Ogni pensiero susseguitosi nella sua testa fino a quel momento giunse bruscamente a una frenata.
Un momento di piacere.
Era inspiegabile come bastasse leggere quale luce si trovasse in quegli occhi, per farlo sentire respinto o accettato.
Ma quello non era il momento per abbandonarsi ad emozioni egoistiche e auto-indulgenti. È facile vacillare una volta smesso di pensare, lasciarsi trasportare da parole altrui o dalle emozioni del momento.
Nezumi non avrebbe mai accettato o protetto una persona che avesse preferito lasciarsi trasportare dalla corrente al pensare.
E inoltre, pensò Shion sollevando il mento. Ciò che desidero non è essere protetto da lui. Non ho rinunciato ai miei pensieri, continuerò a decodificare il mondo e le sue dinamiche con le mie sole forze. Affronterò il mondo nella sua vera forma, fissando la realtà dritta negli occhi. Non la chiameresti forse battaglia, Nezumi?
Shion allontanò lo sguardo, immergendosi nuovamente nei suoi pensieri.
Da quando?
Fin dal principio?
Sì, era fortemente probabile. No. 6 doveva essere stata distante dalle ideologie di pace e coesistenza dal momento stesso della sua nascita.
Queste terre avevano probabilmente ospitato popolazioni da molto tempo addietro. No.6 le aveva invase, espandendo il proprio dominio su quei popoli allo stesso modo in cui una bestia affamata divora le proprie prede fino alle ossa. Aveva espanso i propri confini, ponendo le fondamenta per la futura città-stato. Pace? Coesistenza? Aveva riso divertita davanti a queste parole e con un'animalesca forza aveva fatto proprie le aree circostanti.
Proprio come aveva distrutto il West Block, massacrandone la popolazione con una schiacciante forza bellica.
E poi... per quanto riguarda il resto? LED – diodi a emissione luminosa. Dispositivi che si illuminano applicando elettricità alle giunzioni tra due particolari semiconduttori. Luci artificiali la cui esistenza è impossibile in natura, chiare opere frutto della scienza. Non erano forse creazioni di No.6? O...forse appartenevano a una civiltà con un livello scientifico pari o superiore? Se così fosse stato, una civiltà simile non si sarebbe mai lasciata invadere facilmente. Sapeva che la scienza non era onnipotente, però...
Si sentiva frustrato.
Cheep.
Un ratto saltò giù dalla sua spalla, correndo a nascondersi tra le crepe delle rocce.
Cosa succede?
Il suo sguardo aveva cominciato a seguire il topino quando venne attaccato alle spalle all'improvviso. Un'ombra gli piegò il braccio dietro la schiena, imbavagliandolo, e, nel giro di pochi attimi, si ritrovò legato con una fune. Venne spinto, cadendo con le braccia ancora legate dietro la schiena.
"Che cosa significa?" Gridò, sollevandosi con una spalla.
"Shion, non reagire" Gli disse Nezumi, anche lui legato e inginocchiato, scuotendo la testa in sua direzione. "Non resistere, resta calmo"
"Ma perché...ow! La corda... fa male"
"Lascia che il tuo corpo si rilassi. Respira e rilassati, ti sentirai meglio"
Shion ubbidì alle parole di Nezumi facendo come gli era stato detto. Nezumi aveva ragione...si sentiva meglio. Certo che è davvero incredibile. Catturarci e immobilizzarci nel giro di pochi istanti...oh, tuttavia...
"Non abile quanto te"
"Cosa?"
"Tu possederesti maggior dimestichezza sia la corda che col pugnale"
"Oh, ma grazie. Essere complimentato da te in persona, sono indegno di un tale privilegio, davvero"
"Sono sempre incantato e meravigliato per le tue...gh.” La corda scavò con maggior forza nella sua gola, mozzandogli il respiro.
"Silenzio" Sibilò al suo orecchio una voce inespressiva.
Era quell'uomo? L'uomo dai capelli, carnagione e occhi color sabbia?
"Un'altra parola e ti spezzo il collo"
La corda si fece ancora più stretta. Sembrava davvero che il suo collo venisse schiacciato, le vie respiratorie si piegavano per la pressione. Si sentiva quasi appeso per la gola. Non poteva respirare. Era incredibilmente doloroso.
"Piantala" disse Nezumi in tono calmo. "Sfogare le tue frustrazioni su qualcuno incapace di opporre resistenza, hai intenzione di vendicarti per poco fa, per caso? Vedo che hai acquisito vizi abbastanza discutibili nel periodo in cui non ci siamo visti, Sasori" [4]
Le corde si allentarono e per un istante Shion non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo. Cadde al pavimento scoppiando in una fitta di tosse, ma il suono di un corpo che cadeva strisciando contro il pavimento lo costrinse a sollevare il capo.
Nezumi si trovava a terra accanto a lui, il piede dell'uomo sferrava calci contro la sua spalla. Indossava sandali intrecciati da ciò che sembravano sottili pezzi di corteccia. [5]
"Anche tu, Nezumi" La voce dell'uomo si era fatta livida e opprimente. "Ne ho abbastanza dei tuoi commenti insolenti. Se non ti è chiara la posizione in cui ti trovi, te la farò comprendere io"
Il piede dell'uomo si mosse per sferrare un nuovo calcio.
"Sei un intruso giunto dall'esterno, non lamentarti se finisci ammazzato"
"Fermati!" Urlò Shion dimenandosi disperatamente. Nezumi sollevò il capo, scuotendo la testa come per dirgli di tacere. Eppure lui non poteva.
"Codardo! Sei esattamente come ha detto Nezumi. Picchiarci quando siamo legati e impossibilitati a combattere...sei un vile, una persona disgustosa!"
"Shion" mormorò Nezumi con una smorfia di dolore. Diversi rivoli di sangue correvano lungo le sue tempie raggiungendo la guancia. Shion fissò l'uomo, contraendo i muscoli dello stomaco.
"Che razza di luogo è questo? No. 6?"
"No. 6, hai detto?" Il corpo dell'uomo cominciò a tremare, gli occhi color sabbia luccicavano affilati, una luce quasi omicida. Ma Shion non si sarebbe lasciato mettere a tacere. Anche lui stava tremando, ma non per la paura. Era ira. Una forte ed intensa ira ribolliva in lui.
“È la verità. Siete praticamente identici. Ciò che stai facendo ora non è affatto diverso da quello che fa No. 6. Schiacciate i deboli con la forza, infliggendo soprusi senza la minima pietà. Come potreste essere differenti?"
"Non sono affatto debole, per tua informazione" Nezumi scrollò le spalle con le mani ancora legate dietro la schiena. "Shion, ho capito cosa intendi, però non aggiungere altro. Se continuerai a parlare, questo vecchiaccio ti ucciderà a calci. I calci sono la sua specialità"
"Devo ammazzarti" Ringhiò l'uomo. "Non sei altro che un demone, un malvagio portatore di sventura. Se non mi liberassi di te in questo momento, porteresti sicuramente la catastrofe ad abbattersi su di noi"
"Un occhio davvero acuto, Sasori" Disse Nezumi sospirando esageratamente. "Hai certamente centrato il punto. Una catastrofe senz'ombra di dubbio. E della classe più alta, per giunta"
"Nezumi, cosa intendi per 'catastrofe'?... Stai parlando di me?"
"Esattamente" Disse Nezumi in una piccola risata.
"Quel tipo è malvagio" Continuò l'uomo. "Indossa un'aura demoniaca come un mantello, portando sfortuna ovunque vada. Riesco a vederlo, Nezumi, tu stesso hai detto che è un residente di No. 6"
"Ex residente, per correggerti. Vissuto in città fino a pochi mesi fa"
"Per questo è così malvagio. Lui... è l'incarnazione stessa di No.6"
Nezumi strinse leggermente gli occhi, leccando il sangue dalle labbra con la punta della lingua.
"L'incarnazione di No. 6, huh... capisco. Dunque è così che ti appare"
"Io lo so" Rispose l'uomo. "Riesco a vederlo chiaramente. Devo ucciderlo, liberarmi di lui prima che sia troppo tardi, altrimenti..." L'uomo avanzò di un passo e Shion si ritrovò a indietreggiare inconsciamente. L'aura omicida che radiava era talmente intensa da non poter fare a meno di arretrare.
Fa sul serio.
Quest'uomo ha davvero intenzione di uccidermi.
L'uomo avanzò di un nuovo passo, ma improvvisamente Shion lo vide ruzzolare in una capriola, schiantandosi poi contro il pavimento. Nezumi lo aveva rovesciato a terra.
Nezumi fu in piedi in un attimo, le corde che scivolavano a terra come per magia. Stringeva un piccolo coltello tra le mani.
L'uomo tentò di tirarsi in piedi, ma venne prontamente fermato dal ginocchio di Nezumi affondato nel suo stomaco. L'uomo gemette sommessamente, curvando la schiena per il dolore e lasciando la gola scoperta, dove venne subito premuta una lama.
"Portare entrambi fin qui mi è costata un'enorme fatica, non credere che ti permetta di farlo fuori tanto facilmente"
"Perché... hai portato... una simile catastrofe?" Borbottò l'uomo in respiri soffocati. "Intendi distruggerci tutti?"
"Il contrario" Le labbra di Nezumi si incurvarono. "La mia intenzione è mandare No.6 alla sua tomba. Ecco perché l'ho portato qui”
"No.6? Quel ragazzo avrebbe il potere di farlo?"
"Chi lo sa. Se non proviamo non potremo saperlo. Non posso lasciare che tu lo uccida prima di aver tentato. Quella tua gelosia, comunque, non ti sembra un tantino imbarazzante?"
"Gelosia?"
"Già, sei geloso di Shion. Ha assunto il controllo dei tuoi ratti come se nulla fosse. È naturale che tu sia geloso, sbaglio forse?"
L'uomo stava digrignò sonoramente i denti.
"Nezumi... la tua scortesia non è cambiata affatto. Davvero irritante, ti prometto che sarai il primo che strangolerò a morte"
"Quale splendida promessa, non vedo l'ora. Ma prima..." Il debole sorriso scomparve dalle sue labbra e una goccia di sangue scivolata lungo il mento gocciolò sul torace dell'uomo, colorandolo di rosso. "Giuramelo, Sasori. Giura che non alzerai mai più un dito contro Shion"
La lama del pugnale sussultò insieme alla gola dell'uomo che si contraeva.
"Giuralo"
L'uomo si chiuse ostinatamente in un silenzio.
"Basta così" Una voce gentile risuonò per la sala, conteneva addirittura un cenno di risata. "Noto che non sei cambiato affatto, Nezumi. Né la tua abilità col coltello, né quel tuo modo sarcastico di parlare. Oserei dire che si sono raffinati ancora di più"
Il sorriso dell'anziano aveva la stessa aria benevola della sua voce; il palanchino discendeva muovendosi con passo stabile.
"Rou"
"Sei davvero cresciuto, stentavo a riconoscerti. Non avrei mai immaginato di poterti rincontrare da adulto"
Nezumi lasciò andare la presa, affrettandosi a inginocchiarsi. Il pugnale roteò una volta tra le mani prima di scomparire, anche questo simile a un trucco di magia. L'uomo mormorò qualcosa a denti stretti, mentre i suoi ratti correvano sul grembo di Shion.
"Credevo avessi da lungo tempo lasciato queste terre per un luogo lontano. Non ti avevo ordinato questo, forse? Lasciare questo posto, dimenticare ogni cosa, gettar via tutto quanto e vivere una vita libera?"
"Rou, vorrei che mi ascoltassi"
"Non saresti mai dovuto tornare. Per nessuna ragione, non avresti dovuto mettere mai più piede qui"
"Io non posso essere libero" Disse Nezumi serrando con forza i pugni. "Finché esisterà No. 6, io non potrò mai essere libero. Non posso dimenticare, né gettar via il passato"
"Nezumi"
" Dovresti saperlo bene anche tu. No.6 esiste ancora. È ancora lì. Come potrei essere io l'unico a vivere in libertà? È impossibile"
"Ti avevo detto di non lasciarti intrappolare, di vivere libero da catene. Che se non lo avessi fatto, non saresti mai stato in grado di sopravvivere; è qualcosa che io comprendo bene. Per questo ti ho liberato nel mondo esterno. E pensare che saresti tornato..."
"Perché ho compreso come stavano realmente le cose..."
"Compreso?"
"Ho compreso che le tue non erano altro che menzogne"
L'aria vibrò agitata e voci stentatamente udibili rimbalzarono tra la gente che osservava nascosta tra le rocce.
"Le tue erano menzogne, semplici fandonie. Era impossibile che io potessi vivere senza essere intrappolato. Al contrario, dovevo essere intrappolato. Anche se avessi ingannato me stesso, fingendo di essere libero, avrei continuato ad essere ugualmente in catene. D'ora in avanti intendo conquistare la vera libertà con le mie stesse mani. Rendermi libero, ecco la ragione per cui sono tornato"
"La libertà di cui parli sarebbe combattere No.6?"
"Combatterla e vincere. Cancellare la sua esistenza dalla faccia della Terra. Il giorno in cui vedrò la Città Santa giungere alla sua fine sarà il giorno in cui sarò per la prima volta libero. Sarei in grado di vivere realmente libero. Lasciare questo posto... di mia spontanea volontà"
"Nezumi!" Urlò Shion senza pensare, afferrandogli la spalla. "Cosa volevi dire un attimo fa? Lasciare questo luogo? Cosa..."
"Shion" Nezumi sgranò tempestivamente gli occhi. "La corda... come hai...?"
"Huh?"
"Le corde. Come hai fatto a liberarti? Non avevi alcun coltello addosso"
"Cosa? Oh, sono stati i ratti ad aprirle per me a morsi"
"I ratti? Impossibile, stai scherzan -"
Shion gli mostrò un'estremità della corda, sventolandogliela davanti agli occhi.
"Guarda, l'hanno rosicchiata tutti insieme. Ci hanno messo un attimo, non lo trovi impressionante?"
Gli occhi di Nezumi raggiunsero la cima rosicchiata della corda, aggrottando le sopracciglia perplesso.
"Riesci a controllarli fino a questo punto?"
"Io? No, certo che no. Non sarei capace di nulla di simile, lo hanno fatto di loro iniziativa. Sono davvero gentili e intelligenti, sai?" Affermò Shion orgoglioso.
"Gentili e intelligenti, huh. In parole povere, i tuoi ratti hanno rosicchiato la corda legata dal loro stesso padrone. Ha proprio ragione; sono davvero gentili e intelligenti. Hai dato loro un addestramento perfetto, sono davvero obbedienti, Sasori"
L'uomo dalle tinte sabbia chiamato Sasori si limitò a muoversi irrequieto, mantenendo in silenzio. Il vecchio, al contrario, lasciò andare un breve respiro.
"Basta col sarcasmo, Nezumi. È sempre stata una tua brutta abitudine. Per quanto tu sia fisicamente cresciuto, questo tuo vizio non sembra cambiato affatto. Un bel problema"
C'era del calore nella voce del vecchio, il calore di un padre che sorride esasperato per le bravate di suo figlio. La sue parole erano piene della fonte di tale calore...amore.
Quest'uomo provava tenerezza nei confronti di Nezumi.
Shion guardò l'anziano nel suo palanchino. Questa è la prima volta, pensò. Era la prima volta che incontrava qualcuno che mostrasse un atteggiamento caldo e pacifico nei confronti di Nezumi.
Nezumi era sempre stato solo. Aveva sempre vissuto solo. Non aveva mai avuto nessuno al suo fianco, né mai aveva lasciato avvicinare nessuno. Shion desiderava fortemente Nezumi a modo suo. Era rapito dalla sua forza, dalla sua eleganza e bellezza. Sperava di rimanere per sempre al suo fianco. Simili sentimenti risiedevano dentro di lui come un fatto inamovibile; tuttavia, era anche incerto su quale nome potesse dare a simili sentimenti.
Ammirazione, amicizia, rispetto, amore... era indeciso; non poteva evitare di esserlo.
Ma ciò che sentiva provenire dal vecchio nel palanchino era certamente affetto. Un amore simile a quello di un genitore verso il suo bambino.
Pensare che esistesse qualcuno del genere per Nezumi.
"Shion" Lo chiamò il vecchio.
"Sì"
"Avvicinati"
"Aspetta" Sasori si fece avanti, afferrando il braccio di Shion. "Rou, questo ragazzo è pericoloso. È rivestito di malvagità, non puoi permettergli di avvicinarsi a te"
"Malvagità...questo ragazzo?"
"Non è un semplice ragazzo. Questo qui è un demone. Distruggerà tutto, io lo sento. Perché non riesci a capirlo, Rou?"
Era difficile non adirarsi con parole simili indirizzate nei propri confronti. Shion cercò di liberarsi dalla mano di Sasori, ma le dita non mostravano alcun segno di cedimento, stringendo anzi il braccio con maggior forza.
"Io non vedo alcun problema. Lascia che Shion si avvicini"
"Rou"
"Non vedo alcun problema. Bontà e malvagità, virtù e immoralità, verità e menzogna...sono tutte incredibilmente simili. Così simili, infatti, che spesso diventa arduo poterle distinguere. Non è forse così, Nezumi?"
"Immagino di sì"
"Sei stato tu a condurre qui questo ragazzo. Sicuramente non sarà interamente malvagio, né del tutto virtuoso. Ora, Shion: ti avvicineresti a me, se non ti dispiace?"
Le dita si ritirarono dal suo braccio. Sasori indietreggiò di qualche passo, ringhiando silenziosamente. I suoi arti color sabbia si piegarono nell'oscurità, mentre Shion si avvicinava lentamente al palanchino, con diversi ratti che gli correvano intorno.
L'anziano aveva dei limpidi occhi scuri, occhi che ospitavano un luminoso scintillio, mentre fissava Shion, risoluto.
Quest'uomo...
Shion ebbe la sensazione che quest'uomo potesse essere molto più giovane di quanto avesse originariamente immaginato. L'appellativo 'vecchio' e i capelli bianchi che gli contornavano il volto, lo avevano indotto a pensare che fosse un uomo in età avanzata. Eppure l'intensità della luce in quegli occhi non era quella di un anziano.
Il vecchio sollevò la mano pallida e sottile.
"La tua testa"
"Come, scusi?"
"Mi lasceresti toccare i tuoi capelli? Sono di un colore piuttosto insolito"
Shion si abbassò, chinando il capo in avanti. Il vecchio allungò la mano, lasciando scorrere gentilmente una mano attraverso i suoi capelli in movimenti circolari. Avvertiva un leggero solletico. Shion si sentiva leggermente imbarazzato, sembrava di essere accarezzato sulla testa.
"Perché?" Domandò l'uomo con una nuova pesantezza nella voce, affievolitasi ad un tono rauco. Le tracce della gentilezza di poco prima erano svanite, lasciando posto ad un unico tono teso.
"Perché mai i tuoi capelli..."
"Non sono solo i suoi capelli" Disse Nezumi, facendosi avanti deciso. "Shion, mostragli il tuo serpente rosso"
"Huh? Neanche per sogno"
"Perché no?"
"Dovrei togliermi tutti i vestiti. Non voglio spogliarmi davanti a così tanta gente"
"Stupido" Nezumi schioccò la lingua. "Da quale regno proviene, Principessina? Non è il momento di fare la fanciulla imbarazzata. Muoviti! Mostragli quello che hai dovuto passare"
Le dita di Nezumi si avvicinarono per sollevare il bordo della camicia, e Shion indietreggiò di scatto.
"Ho capito! Lo faccio da solo, non mi serve il tuo aiuto per spogliarmi"
"Ah, sì? Sono meravigliato, davvero lodevole"
Contrariamente alla sua voce, gli occhi di Nezumi non mostravano la stessa vivacità, apparivano tesi e affilati. Shion si liberò della camicia, avanzando di qualche passo verso l'anziano.
Il vecchio trattenne il respiro, mentre le sue dita tremanti tracciavano la striscia rossa che sfregiava il petto del ragazzo.
"Queste... queste cicatrici..."
Nezumi fece un accenno col mento come per incoraggiarlo.
Posso dirglielo?
"Questi marchi, perché..." Balbettò il vecchio. "No, non può essere..."
"Sono opera di una vespa parassita"
"Una vespa parassita" Ripeté il vecchio.
"Si nutrono di esseri umani, uccidendone l'ospite al momento della loro nascita. Io...sono riuscito a sopravvivere. Il risultato sono queste cicatrici e i miei capelli bianchi"
La bocca dell'anziano si contrasse, e i suoi occhi, tra le numerose rughe, brillarono di una strana luce. Nezumi afferrò Shion con forza per la spalla.
"Rou, No.6 finirà in polvere. Un giorno crollerà, non solo dall'esterno, ma anche ad opera di forze che agiscono dal suo interno. Questi sono i primi segni"
"Una vespa parassita che dimora in esseri umani... capisco... ha cominciato ad apparire in città, dunque"
"Esatto. E per una semplice coincidenza, apparentemente. Sono comparse all'improvviso, sfuggendo persino alle previsioni di chi detiene il potere. Diversi cittadini sono morti in modo inaspettato, ma le autorità non sono state in grado di prevenirlo, non credo ci abbiano nemmeno provato seriamente. Probabilmente non si rendono conto della gravità della situazione, ancora. Ormai sono diventati superbi"
"Superbi...."
"Sono convinti che il mondo giri secondo i loro piani. Tanto arroganti da illudersi di esserne i sovrani, assoluti e onnipotenti... si sono lasciati accecare dalle loro stesse illusioni, diventando incapaci di vedere la realtà. Ormai sono incapaci di vedere oltre quella facciata"
Anche quando sembrava strisciare al suolo, la voce di Nezumi era capace di risuonare ugualmente chiara e cristallina. Immersi nelle tenebre, solo la sua voce bassa e risonante riempiva l'aria.
"Sembra che la situazione sia ancora tranquilla in città; riescono ancora a mantenere pace e routine giornaliera. Ma è come un vaso colmo fino all'orlo, basterebbe davvero poco per farlo traboccare. Riesce a malapena a mantenere l'equilibrio"
"Basterebbe una piccola spinta e comincerebbe a traboccare... è questo che vorresti dire?"
"Una bella esplosione, che distrugga il vaso e lasci fuoriuscire tutto quanto"
L'anziano mormorò qualcosa silenziosamente, congiungendo le mani come in una preghiera.
"Dunque ascoltiamo pure...tutto dal principio"
Un paio di lucenti occhi si posarono su Shion con decisione.
-Fine Capitolo-
Note:
[1] traduzione presa di qui: http://www.readme.it/libri/3/3055270.shtml
[2] Nota sul testo giapponese. In italiano non ho modo di dare la stessa inclinazione, e nemmeno la traduttrice inglese, visto che ha dovuto scriverlo in nota. Cmq ha scritto questo: voltato verso di lui (turn to him): L'espressione 'voltarsi per fronteggiare qualcuno' è spesso utilizzata in un senso romantico col significato di "ricambiare i sentimenti di qualcuno". Il modo in cui è formata la frase sembra in risalto qui. Potrei stare leggendo troppo nel significato (parole di 9th avenue, non mie), ma non mi meraviglierei se la Asano lo avesse fatto di proposito.
[3] il carattere Rou significa letteralmente anziano.
[4]"E forse non una singola razza. Nelle montagne, foreste e pianure, quanti popoli avevano continuato a vivere le loro vite? Anche in queste caverne... " questo l'ho improvvisato parecchio. Il testo originale è "In the northern mountains, the southern plains, the eastern marshes. Somewhere, a race of peoples unknown to Shion had once lived. And not only one race. In the mountains, forests, and plains, people had carried on their lives. In these caverns, too.... " . Il problema è che non riesco a comprendere il senso di quel 'and not only one race'... quindi l'ho interpretato come qualcosa del tipo ' se non fosse l'unico popolo?'
[4] Non so se lo dirà dopo, ma Sasori significa scorpione in giapponese.
[5] come questi immagino http://it.dreamstime.com/fotografie-stock-vecchi-sandali-russi-fatti-della-corteccia-image20992643
grazie mille per aver reso disponibili tutti questi capitoli! ho letto tutto in un fiato, è davvero stupendo No.6! malinconico ma dolce, proprio bello :) grazie grazie
RispondiEliminaELena
è meravigliosa, non è vero? Q_Q *ossessionata da 8 mesi*
EliminaNuova lettrice.
RispondiEliminaMa sai che io ti adoro, vero? Mi sono pappata tutti i capitoli in due giorni e non faccio altro che ringraziarti ad ogni parola che leggo. Potresti mandarmi una foto così da poterci costruire una statua? Davvero, me la metterei in giardino e tutti i giorni le farei una riverenza!
Cavolo, questa storia è meravigliosa, mi sono innamorata del manga (che sto leggendo in inglese), passerò all'anime quando avrò finito la novel, mi dicono che ha una fine diversa :/
L'adoro! *-*
Ehehe ><
EliminaQualcuno che ha letto il manga/novel prima dell'anime o.o sei merce rara, sai? (un po' ti invidio, l'anime ha cambiato certe cose nel carattere dei personaggi, Shion in primis, a cui è difficile riabituarsi leggendo solo in seguito novel o manga [che come hai visto, sono invece abbastanza simili]).
Comunque benvenuta, e chiedo venia per gli e(o)rrori che faccio puntualmente, ma quelli fanno parte del pacchetto completo, sono in dotazione (anche la statua dovrebbe essere piena di errori per essere fedele all'originale XD).
Benvenuta ancora^^
Ciao! Sono una nuova lettrice anch'io, quindi volevo ringraziarti per il lavoro splendido che fai traducendo questa novel ancora più splendida (si, sono leggermente fissata) :D Io ho visto prima l'anime, ma a parer mio la novel (e il manga) sono molto meglio... quindi grazie *_*
RispondiEliminaAhh, benvenuta anche tu (la cerchia delle fans-dipendenti di No.6 si allarga sempre più, bene bene *-*). Ti capisco, è una storia davvero unica, i personaggi che la Asano dipinge sono di un intensità e uno spessore che li rende quasi reali... quelli dell'anime non possono esservi comparati, non reggono il confronto.
Eliminacontinuo a seguire anche io, sempre più presa dalla storia.... grazie ancora.
RispondiEliminaFrancesca
Benvenuta anche a te.
EliminaPiccolo avviso, spero che qualcuno lo legga... questa settimana 9th Avenue sembra non pubblicherà capitoli, e io sono un po' indietro con la traduzione (sono a metà traduzione, ma avendo degli impegni, non so quando riuscirò a finire di correggere tutto... posso andarmene con calma comunque, visto che prima del 1 Aprile sembra non aggiornerà. Quindi penso di pubblicare il nuovo capitolo tra martedì/mercoledì. Per chi non li ha ancora visti, ho tradotto i riassunti dal volume 6 al 9, incorporando i pezzetti che avevo già tradotto in passato (anche per vedere cosa riguarda il capitolo attuale)... scusate per la lentezza Q_Q
Capitolo molto interessante da moltissimi punti di vista....
RispondiElimina"Shion desiderava fortemente Nezumi a modo suo. Era rapito dalla sua forza, dalla sua eleganza e bellezza. Sperava di rimanere per sempre al suo fianco. Simili sentimenti risiedevano dentro di lui come un fatto inamovibile; tuttavia, era anche incerto su quale nome potesse dare a simili sentimenti.
Ammirazione, amicizia, rispetto, amore... era indeciso; non poteva evitare di esserlo."
Vado di corsa a leggere il seguito!
Spassiba!
aspetta, è in bielorusso? o.o
EliminaOhhhh quanto amore! La Asano è davveo una maga! I-il filo dei pensieri di Shion è praticamente fantastico, mi sembra davvero di essere lui o di entrare nella sua testa...
RispondiEliminaGrazie ancora per la traduzione ;___;*/
ah, benvenuta e buona lettura^^
EliminaMA non sono meravigliosi? Q.Q
Non ho parole per questo capitolo perché è troppo bello XD...ma ne ho tante per la Bones.
RispondiEliminaMio Dio,prima full metal alchemist,poi soul eater,Host Club e tanti altri. Ma come si può rovinare manga/novel o qualsiasi altra cosa in questo modo? Cioè è assurdo .__. posso capire che niente,proprio niente avrebbe potuto trasmettere l'emozioni della novel..ma non ci hanno neanche provato! Mah..non so che dire xDDD Oggi ho quasi ammazzato una ragazza che mi ha detto "No.6 è un yaoi" XDDDD Cioè okay forse puoi dire che c'è qualcosa tra loro due (per me c'è di sicuro) ma essere catalogato in "yaoi"...-.- no davvero XD Amo i yaoi con tutto il mio cuore ma quest'opera è troppo bella,piena,umana per essere chiamata semplicemente un opera "yaoi". Quest'autrice ha messo il cuore in quello che ha fatto..dire che è brava è poco,cioè è niente...non riesco a trovare un termine per la sua bravura.
Quest'opera ti fa riflettere sullo stato,sull'umanità,sulle convinzioni degli esseri umani,su come viviamo la vita,sulla vera natura degli esseri umani...su loro pensieri. Insomma coglie la "vita" stessa...definire l'opera stessa un semplice yaoi è un offesa.