5 gennaio 2012

No.6 CAP 19 ITALIANO

VOLUME 4
Capitolo 4
Il Palcoscenico delle Calamità.
Amabili donne, come in noi è la pietà commendata, così ancora in noi è dalla divina giustizia rigidamente la crudeltà vendicata; il che acciò che io vi dimostri e materia vi dea di cacciarla del tutto da voi, mi piace di dirvi una novella non men di compassion piena che dilettevole.
  • Boccaccio, Decameron.[1]




 Avanzava tra i fili d'erba, circondato da una tiepida e umida foschia. Poteva vedere i suoi stessi piedi, sembravano molto piccoli. L'erba si era fatta più alta, lo raggiungeva fino alle spalle adesso.
 Comprese di essere quasi sommerso da quella lussureggiante massa erbosa perché era molto giovane. Volse lo sguardo verso l'alto, dove il cielo dalle tonalità cerulee si estendeva alto e distante. Il vento era placido e l'aria era ricolma di un incredibile calore.
 Si sentì chiamare per nome.
 Il suo vero nome. Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui qualcuno lo aveva chiamato così. Una brezza leggera agitava gli alti rami, rendendo l'odore delle fronde ancora più intenso.
 Chi era stato a chiamarlo? Chi conosceva il suo nome?
 Una voce stava intonando una melodia. Insieme ad essa, poteva sentire il ronzio d'ali d'insetto. Un'ombra oscura attraversò la sua visione. La prima, poi un'altra e un'altra ancora. Contro uno scenario ceruleo, numerosi insetti volavano su e giù, formando un circolo. Quando si avvicinò loro, i numerosi punti si dispersero in ogni dove, riunendosi poi insieme in un unico punto.
 Una danza.
 Danzavano al suono della melodia.
Vieni qui.
Poteva sentire una voce gentile.
Lascia che ti insegni una canzone. Una canzone di cui avrai bisogno per vivere. Avvicinati.
La voce chiamava il suo nome, esortandolo ad avvicinarsi. Una voce che risvegliava sentimenti nostalgici. Tuttavia non era in grado di muoversi.
 Il brusio d'ali si fece ancora più intenso. Ronzava incessantemente nelle sue orecchie e l'aria sembrava vibrare con esso. Ombre oscure gli danzavano intorno furiosamente.
Oh, questa scena...
Nezumi!”
 Venne riportato indietro, energicamente, da una forza reale. La melodia, la voce che lo invitava ad avvicinarsi, il ronzio d'insetto, e il profumo della rigogliosa vegetazione, tutto quanto era svanito nel nulla.
Rispondimi, Nezumi!”
 Una debole luce raggiunse i suoi occhi. C'era un panno bagnato premuto contro la sua nuca. Sembrava molto confortevole.
 “Shion...”
Sei cosciente? Riesci a vedermi?”
Più o meno...”
Riesci a riconoscere dove ti trovi?”
Sul letto...” disse Nezumi dopo qualche secondo. “Sei stato tu a portarmi qui?”
Quanto fa tre più sette?”
Huh?”
Addizione. Se sommi tre a sette, cosa ottieni?”
Di cosa parli? Stai facendo degli indovinelli?”
Tu rispondimi seriamente. Quanto fa tre più sette?”
Dieci...” Rispose prontamente Nezumi.
Sì. Corretto. Adesso...quanto fa tre volte sette?”
Shion, senti un po'...”
Tre moltiplicato sette. Rispondimi”
Ventuno”
Corretto. E va bene, cosa hai mangiato per cena oggi?”
Eh, mi domando se qualcosa di simile possa essere anche solo definita cena. Due pezzetti di patate essiccate e un sorso di latte di capra. Ho sgraffignato una confezione di biscotti da Inukashi, per cui ho quasi rischiato di essere morso” [2]
 “Senti vertigini?”
 “Affatto”
 “Nausea?”
 “Sto bene”
 “Nemmeno mal di testa?”
 “No”
 “Puoi dirmi cosa...quando ti sei accasciato al pavimento, riesci a spiegarmi come ti sentivi?”
 Shion lo stava studiando con attenzione. Una luce ansiosa e determinata brillava nei suoi occhi. Ricordava la superficie di un lago ghiacciato.
 “Un vento... stava soffiando un vento” cominciò Nezumi con esitazione.
 “Un vento?”
 “Il vento soffiava, portando via l'anima”
  Il vento porta via le anime, gli uomini catturano i cuori
O terra, O vento e pioggia; O cieli, O luce
Lascia che tutto resti qui
Non stava cantato forse qualcosa di simile, quella voce? Nezumi non riusciva più a ricordare chiaramente. La sua gola era secca, talmente secca da essere quasi insopportabile. Gli venne offerta una tazza bianca colma d'acqua pulita che si affrettò a bere. Come la pioggia che porta sollievo all'arida terra, l'acqua che gli era stata offerta era fluita nel suo corpo, reidratandolo in ogni sua fibra. Un conforto che non sarebbe stato in grado di esprimere a parole. Solo in quel momento riuscì a tirare un profondo respiro, ponendo poi una domanda.
 “Shion, sei preoccupato che possa aver riscontrato qualche danno cerebrale?”
Beh, per come sei svenuto all'improvviso, prendere tutte le precauzioni mi sembra il minimo”
 Nezumi si posò una mano alla base del collo. Con la stessa mano, esaminò il torace attraverso la camicia aperta. Nessuna anomalia. Almeno, non visibile ad occhio nudo.
Non si tratta della vespa parassita” disse Shion, lasciando uscire un respiro. “Nessun cambiamento nei tuoi capelli o sulla pelle. Non sono state loro”
Peccato. Non sarebbe stato male avere capelli come i tuoi”
Non scherzare nemmeno su una cosa simile” disse Shion severamente. “Sarà stato anche solo per qualche minuto, ma hai perso comunque i sensi. Non è qualcosa che puoi accantonare con una battuta”
Si è trattata di una semplice sincope”
Semplice sincope? Vorresti dire che è stato un semplice svenimento?”
“Si può sapere perché ti preoccupi così tanto?”
 “Nezumi” Shion si sedette sul letto, sospirando di nuovo.
 “Non sopravalutarti”
 “Cosa?”
 “Non sopravalutarti. Sei un semplice essere umano. Anche tu puoi ammalarti o rimanere ferito, non dimenticarlo. Non sono un dottore, e non possiedo nemmeno conoscenze mediche...ma anche io posso dire che il modo in cui sei collassato poco fa non era una semplice sincope”
 “Grazie per esserti preoccupato per me. Domani andrò in ospedale e mi farò controllare adeguatamente. Se dovessi aver bisogno di un ricovero, mi assicurerò che mi venga assegnata la stanza VIP nell'attico. Spero tu venga a farmi visita”
 “Nezumi, non stavo scherzando quando ho detto...”
 “Sta' zitto!”
 Aveva gridato, anche se non capiva la ragione della sua rabbia. La sua collera non era fuori controllo, né tantomeno odiava la persona che gli si trovava davanti. Eppure non poteva contenere la severità nel suo tono.
 Non voleva una persona che nutrisse una simile sincera apprensione per la sua salute. Non voleva una persona seriamente preoccupata per lui. Non voleva una persona che tenesse a lui. Sentimenti come apprensione, preoccupazione e premura ricadevano troppo facilmente in quello stato d'animo chiamato 'amore'. Non sentiva il bisogno di nulla di simile. Era perfettamente in grado di vivere senza, come aveva sempre fatto. Erano qualcosa di innecessario.
 Ma Shion non lo capiva. Eccolo lì, gravato da ogni sorta di inutile bagaglio. Forse erano proprio l'ignoranza e l'ostinata sincerità di Shion ad irritarlo.
 “Nessun intorpidimento nelle dita, giusto?” proseguì Shion. “Non sembra ci siano rigonfiamenti, nemmeno...”
 Le sue dita sollevarono la mano di Nezumi, distesa fuori dalle lenzuola. Le punte delle dita di Shion tastarono diversi punti della sua mano, premendo leggermente ad intervalli. Era ancora alla paziente e attenta ricerca della presenza di qualsiasi forma d'intorpidimento o edema. Il fatto che Nezumi avesse alzato la voce sembrava non averlo raggiunto affatto.
 Dunque non era solo testardo e ignaro...per completare il tutto era anche ottuso.
 Scacciando via le dita di Shion, Nezumi balzò giù dal letto.
 “Nezumi, non dovresti alzarti così all'improvviso...”
 “Ti insegno”
 “Huh?”
 “Ti insegno a ballare”
 “Di cosa parli? Hai bisogno di restare tranquillo a riposo...”
 “Vieni qui, forza” Nezumi afferrò il braccio di Shion, costringendolo ad alzarsi in piedi. Poi fece scivolare il braccio intorno alla sua vita.
 “Vedi, lo sapevo” disse.
 “Cosa?”
 “Sono più alto di te”
 “Bugiardo” replicò Shion. “Non c'è quasi differenza”
 Nezumi ridacchiò.
 “Dunque, mio Principe. Nessuna esperienza di ballo?”
 “No”
 “Lo immaginavo. Dunque, per prima cosa, cominceremo con i passi base. Forza...raddrizza la schiena, solleva il mento. Non guardare in basso”


 “Aw, basta così, fermati” protestò Shion. “Non possiamo ballare qui. E poi è troppo pericoloso. Se ci muovessimo in un luogo così ristretto, faremmo cadere tutti i libri”
 “Non sono così incapace. Bravo così, ora girati. Un passo indietro. Girati ancora una volta. Vedi, ci stai riuscendo” lo incoraggiò Nezumi.
 “Mi sto solo facendo trascinare da te”
 “Ma non stai andando male comunque. I tuoi movimenti sono aggraziati. Un passo in fuori e gira. Bene, stai seguendo il ritmo. Ed ora ripeti il primo passo. Continua a danzare...danza, Shion”
 Shion aprì la bocca per protestare, ma la richiuse subito dopo, abbandonando completamente il suo corpo ai movimenti di Nezumi. Seguiva i passi di Nezumi, prestando ascolto alla dolce melodia che canticchiavano le sue labbra. La fiamma della stufa rifletteva l'ombra di due figure, mentre i piccoli topini si stringevano insieme, osservando gli avvenimenti nella stanza dall'alto di una pila di libri.
 “Whoa...!” Shion inciampò, ricadendo indietro sul letto. Il respiro affannoso e la fronte madida di sudore. “Che faticaccia. Allora è necessario l'intero corpo per ballare, huh?”
 “Non lo sapevi?”
 “No. Mi sembra di essere diventato più intelligente adesso. Dunque?”
 “Hm?”
 “Io sono del tutto senza fiato, mentre tu sei fresco come una rosa. È questo quello che volevi dirmi?”
 “Tu che dici..?”
 “Hai molta più energia, capacità fisiche, e resistenza di me. Non sei tu quello di cui dovrei preoccuparmi...è questo quello che stavi cercando di dirmi, giusto?”
 “Non l'avrei detto in modo così esplicito, ma...”
 Alzatosi in piedi, Shion si era fermato davanti a Nezumi, estendendo la sua mano. Il gesto era stato tanto veloce da durare solo una frazione di secondo.
Huh?
Nezumi era stato afferrato per la base del collo. 'Afferrato' non era la parola giusta...le dita di Shion erano meramente adagiate contro di esso. Tuttavia un violento e raggelante brivido aveva attraversato il suo corpo. Il lacerante brivido di un animale in trappola.
 “Ho pensato che quella cosa... potesse uscire di qui da un momento all'altro” sussurrò Shion con una voce talmente bassa da sembrare bloccata in gola. “Quando sei collassato, è questo quello che ho pensato. Io...io credevo che stessi per morire. Nezumi, non si tratta di te”
 “Huh?”
Non mi preoccupo di te per il tuo bene. Sono solo preoccupato di te per me stesso...per essere libero dalle mie paure” Quando le dita di Shion si allontanarono, Nezumi si rese conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento.
“Nezumi, ci sono ancora tante cose che non conosco. Eppure c'è una cosa di cui sono certo” esitò. “...per me, il pensiero di perderti è qualcosa di terrificante. Credo che più di ogni altro...più di qualsiasi altra persona, ho il terrore di perdere te. Mi spaventa così tanto da essere insopportabile. Voglio solo potermi assicurare che tu non svanisca mai dalla mia vista. Non mi importa se mi prenderai in giro o riderai di me...questi sono i miei veri sentimenti”
Non si trattava nient'altro che di una semplice e onesta dichiarazione d'amore.
Non potrei vivere senza di te.
Quale diretta, quale manifesta, quale insensata confessione era quella. In quel momento Shion stava commettendo il mastodontico errore di rivelare la sua stoltezza, la sua debolezza, la sua fragilità. Ma Nezumi si ritrovava incapace di prenderlo in giro o ridere di lui. Non perché sopraffatto dalla sua sincerità o perché il suo cuore fosse commosso da quella sentita confessione.
Chi... è lui...?
“Buona notte” Abbassando lo sguardo, Shion passò oltre Nezumi.
 “Io dormirò sul pavimento. Tu cerca di riposare questa notte, ok? Hai sudato parecchio. Penso che tu sia molto più esausto di quanto immagini”
 “Sì...” Nezumi riuscì a biascicare a stento una risposta. Appena la schiena di Shion scomparve oltre l'ombra dei libri, Nezumi si strinse forte la gola. Le sue spalle si sollevarono per poi ricadere in un respiro irregolare.
Non ho potuto evitarlo.
Non aveva potuto evitare la mano di Shion. Il collo rappresenta uno dei punti più mortali per un essere umano, anche la più piccola ferita o urto potrebbe risultare fatale. Tuttavia non era riuscito a scacciare via una mano protesa verso di lui per afferrarlo. Shion non aveva avuto intenti omicida, tuttavia era anche vero che Nezumi non aveva abbassato la guardia o aveva deliberatamente accettato le dita di Shion che lo sfioravano.
Non sono riuscito ad evitarlo. Io, tra tutte le persone, mi sono lasciato afferrare.
Non aveva potuto prevedere, evitare o respingere il movimento di Shion. Era stato completamente intrappolato. Se Shion fosse stato un nemico, se avesse avuto l'intenzione di uccidere, se avesse impugnato un coltello...quasi certamente Nezumi sarebbe stato ucciso. Senza nemmeno un lamento, incapace persino di gridare, sarebbe crollato al suolo privo di vita. Sarebbe stato ucciso.
Ucciso con un unico colpo.
Quando le dita di Shion avevano bloccato il suo collo, tra le sensazioni che si erano agitate in lui, non una sola di esse era stata una traccia d'amore o tenerezza. Quella che aveva regnato nel suo cuore era la paura. In quel momento si era sentito terrorizzato. Nezumi aveva incontrato numerosi pericoli prima di allora. Aveva perso il conto delle volte in cui si era ritrovato con le spalle al muro o sul punto di arrendersi. Ma mai si era trovato davanti qualcuno che lo inducesse a farsi piccolo dalla paura in quel modo, paralizzato e incapace di muoversi.
Quegli occhi, quei movimenti, quella sensazione oppressiva.
 Che diavolo era?
Digrignò i denti.
 Poteva sentire i topolini che correvano con le loro zampette contro il pavimento.
 “Cravat, Tsukiyo, fate silenzio. Dai, venite qui”
Sentì la voce di Shion chiamare i topolini. Una volta che lo strusciare di lenzuola e il debole squittio dei topini si furono placati, da oltre il cumulo di libri cessò di provenire qualunque tipo di suono o movimento. Era circondato solo dal silenzio.
Non posso vivere senza di te.
La sua sdolcinata ma sincera confessione, unita a quei movimenti che avevano intrappolato Nezumi completamente...era durato solo un istante, ma in quell'attimo, dagli occhi di Shion era svanita qualunque emozione. Quelli non erano occhi di qualcuno che metteva a nudo la propria anima in una confessione d'amore. Erano occhi di una persona che aveva assestato una pugnalata fatale con maestria, affondando poi il coltello nella piaga. Lo stesso Shion probabilmente non doveva esserne stato consapevole.
Sono io quello che non sapeva niente fino ad ora?
Shion era un ragazzino vissuto in una campana di vetro, con un brillante intelletto e un cuore gentile. Non aveva mai imparato ad odiare, ribellarsi o a combattere. Capace di accogliere le persone, ma che non avrebbe mai arrecato loro del male. In grado di proteggere una persona, ma incapace di aggredirla. Una persona che non possedeva alcun legame con la ferocia o la fredda crudeltà. Una persona che sarebbe potuta diventare solo il sole. Non era forse questo ciò che avrebbe dovuto essere? Ma se così non era, allora...
 Aveva sempre ignorato la vera natura di Shion.
 Nezumi gli aveva salvato la vita, era stato salvato a sua volta, ed avevano vissuto trascorrendo insieme i loro giorni. Loro due erano molto più vicini, connessi in intimità molto più di chiunque altro. Era stato contrario e diffidente verso questo rapporto, ma anche così non era mai riuscito a reciderlo completamente; da qualche parte nel suo cuore l’aveva desiderato e forse aveva cominciato a vederlo come il porto in cui trovare rifugio.
Più di chiunque altro ho paura di perdere te.
Le parole di Shion coincidevano con i suoi stessi sentimenti. Non amava ammetterlo, ma si trattava di una verità a cui non poteva opporsi. Eppure, ciononostante, per la prima volta da quando lo aveva incontrato, sentiva di aver perso di vista quel ragazzo chiamato Shion.
Nezumi digrignò di nuovo i denti, che produssero un rumore pesante e fragoroso, come il suono di ingranaggi arrugginiti. Un suono che riecheggiò in profondità per il suo corpo.
 Non aveva perso di vista Shion...probabilmente non lo aveva mai guardato correttamente sin dal principio. Si era fermato solo alle parti più radiose di Shion, quelle parti illuminate dalla luce. Prima di conoscere Shion, Nezumi aveva sempre guardato alle radici, piuttosto che ai fiori che sbocciavano in superficie. Si era concentrato su quelle parti celate nell'oscurità, piuttosto che su quelle esposte alla luce...ed era fiducioso di possedere la capacità di riconoscerle chiaramente.
 Ma questa volta era stato accecato.
 Così abbagliato dal sorriso spensierato di Shion, dalla sua assenza di difese, da quello sguardo sincero, non era riuscito a vedere nient'altro.
 Non lo aveva perso di vista...non era mai riuscito a vederlo fin dal principio.
 Nezumi cominciò ad avvertire la pelle d'oca.
Shion, esattamente che cosa sei tu?
Domandò, nel suo cuore, a quel ragazzo raggomitolato in un lenzuolo insieme ai topini.
Cosa sei tu?


La notizia era giunta un giorno, all'improvviso.
 Il cielo si era presentato nuvoloso fin dal mattino, annunciando prossima una nevicata. Il terreno era gelato e anche dopo mezzogiorno non mostrava alcun segno di sciogliersi. La neve scendeva in raffiche sporadiche e un vento gelido soffiava attraverso i bazar del West Block.
 Si trattava di un giorno di quel tipo.
 Un vecchio cane era morto a casa di Inukashi.
 “Era il fratello di mia madre” mormorò Inukashi, mentre scavava una fossa nel terreno congelato.
 “Quindi avrebbe dovuto essere tuo zio?”
 “Immagino di sì. Ora c'è un cane in meno con cui posso condividere le memorie di mia madre”
 “Però, era...parecchio vecchio, giusto?” disse Shion dolcemente.
 “Sì. Era prossimo ai cento anni in età umana, quindi non deve aver sofferto troppo. Ieri se andava ancora in giro leccando i cuccioli, ma quando mi sono svegliato questa mattina era già freddo. Nessuno si era accorto di niente fino a quando i cuccioli che dormivano con lui si sono spaventati perché era gelido e sono venuti a piangere da me per avvertirmi. Ha vissuto una vita completa”
 “Deve aver vissuto una vita ammirevole”
 “Sì, ha vissuto una vita ammirevole,” ripetette Inukashi.
 Il terreno era congelato e non stavano facendo grandi progressi con le misere pale e i pezzi di legno con cui stavano scavando.
 “Nezumi” chiamò Shion guardando verso l'alto dove Nezumi sedeva su di una porzione collassata di muro. “Se non hai altro da fare, perché non ci aiuti?”
 “Io? Perché mai dovrei mettermi a scavare la tomba per un cane? Ridicolo”
 Inukashi tirò su col naso.
 “Shion, lascialo perdere. Non voglio nemmeno che tocchi la tomba di un mio cane”
 “Ma potrebbe cantare una canzone”
 “Una canzone funebre, huh”
 “Sì, per accompagnare lo spirito” disse Shion. “Lo farai, non è vero, Nezumi?”
 “I canti funebri sono costosi, ti avverto. Tre monete d'argento”
 Inukashi gettò via la vanga e scoprì i denti ringhiando.
 “Porta qui il culo. Spilorcio di un bastardo fraudolento! Ti squarcerò la gola”
 “Con quei denti che ti ritrovi, il massimo che riusciresti a strappare è un pezzo di pane ammuffito” rispose Nezumi. “Oh già, non erano rimasti dei biscotti nella tua credenza? Credo di aver trovato il mio pranzo”
 “Hey, mi stai prendendo per il culo” ringhiò Inukashi. “Tieni giù le zampe da quei biscotti, Nezumi!”
 Inukashi balzò sulle rovine all'inseguimento di Nezumi, che era già scomparso dalla visuale.
 “Hey, aspettate un attimo, voi due!” Li chiamò Shion. “Nezumi, non avevi detto di non allontanarmi dalla tua vista? Inukashi, hai intenzione di lasciare qui tuo zio?”
 Non ricevette risposta da nessuno dei due. Shion finì per scavare da solo il resto della fossa, in cui depose i resti del vecchio cane per riposare in pace.

Nel momento in cui Inukashi irruppe nella stanza senza fiato, Nezumi si trovava già seduto sul tavolo, dondolando la busta di biscotti tra le mani.
 “Ridammela” Inukashi cercò di chiamare in raccolta lo sguardo più folgorante che poteva. Non credeva potesse sortire qualche effetto, ma quando la confezione di biscotti venne lanciata prontamente verso di lui, fu preso leggermente alla sprovvista.
 “Cosa? Non sei affamato?”
 “Perché, mi offriresti da mangiare se ti dicessi di sì?”
 “Piantala di illuderti” scattò Inukashi. “Non sei un mio cane, non ho un solo biscotto per te, qui”
 Inukashi ripose la busta nella credenza. Seppure vecchia e traballante, la teneva chiusa a chiave. Comunque, era evidente che il lucchetto era stato forzato.
Cavoli, non posso permettermi di rilassarmi o abbassare la guardia con questo tipo. Non che lo farei mai, ovviamente.
Inukashi richiuse il lucchetto della credenza e si voltò. Nezumi si trovava ancora seduto nella stessa posizione ed Inukashi si piegò per raccogliere un detrito dal pavimento. Anche quella stanza stava cadendo ormai in rovina. Fortunatamente mura e pavimento erano ancora intatti. Non solo bloccavano il vento e la pioggia, ma come spazio vivibile poteva essere considerato uno tra i migliori che il West Block potesse offrire. Tuttavia anche quella stanza stava cominciando a mostrare i segni della dilapidazione. I ciottoli incastonati nelle pareti come elementi decorativi stavano cominciando a staccarsi.
 Fissando con attenzione la pietruzza tra le sue mani, poteva quasi riuscire a distinguere il blu con cui era stata dipinta. La strinse leggermente contro il suo palmo.
 “Nezumi”
 Appena Nezumi si voltò a guardarlo, Inukashi gli scagliò contro la pietruzza, diretta verso il suo volto. Nezumi la schivò piegando leggermente la testa e aggrottò le sopracciglia.
 “Nezumi” Inukashi lo chiamò nuovamente, questa volta senza gettargli nulla. “Cosa c'è, ehi?”
 “Cosa intendi per, 'Cosa c'è'?”
 “Hai qualche problema per caso?”
 “Problemi?”
 “Intendo se hai qualche pensiero per la testa”
 “Huh?”
 I due ragazzi si riguardarono a vicenda, sbuffando insieme nello stesso momento. Dopo di che ricaddero in silenzio. Nezumi fu il primo a romperlo.
 “Non credo di aver mai avuto qualche pensiero per la testa in vita mia. Mai”
 “Lo immaginavo”
 “Stesso anche per te, non è vero?”
 “Io? Io ho sempre qualche pensiero per la testa. Il cibo per i cani o come procurarmi la paga per il giorno successivo. Le preoccupazioni non finiscono mai. Ho anche i cani a cui pensare. Saranno anche di grande aiuto, ma sono anche un bel problema. Non posso mica lasciarli morire di fame. Le mie giornate non sono mai spensierate come le tue”
 “Spensierate, huh” Nezumi fece una pausa. “Hey, Inukashi”
 “Cosa?”
 “La Caccia si avvicina. Penso sarà tra un giorno o due”
 “Intendi che senti che si sta avvicinando, giusto?”
 “Sì, lo sento. Mi domando se dovrei avvertirli”
 “Chi?”
 “Gli altri residenti del West Block”
 Inukashi sbatté gli occhi, squadrando il profilo di Nezumi.
 “Avvertirli di fuggire perché la Caccia si avvicina?”
 “Sì”
 “E secondo te dove potrebbero fuggire?”
 Nezumi non rispose. I suoi occhi erano rivolti verso il basso, lo sguardo fisso sulla punta degli stivali. A prima vista, sembrava che la sua mente fosse immersa nei pensieri; sembrava esitare a rispondere.
 “Se quei gentiluomini di No.6 affiggeranno un avviso che dirà 'Effettueremo la Caccia nel giorno tal-dei-tali, da questa ora a quest'altra', allora va' pure a dirlo a tutti” disse Inukashi. “Se conoscessero l'ora in cui avverrà la Caccia, allora potrebbero fuggire. Ma non hai modo di conoscerla con esattezza, non è così? Hai detto che pensi sarà tra un giorno o due, ma si tratta solo di un tuo vago presentimento. Potrebbe succedere tra cinque minuti, come tra una settimana. Se un indizio inaffidabile come il tuo fosse sufficiente per metterli in fuga, non avrebbero vissuto qui fin dall'inizio. Non c'è nessun posto dove fuggire. Non esistono altri luoghi dove è possibile vivere. È per questo che tutti si aggrappano disperatamente a questo posto”
 Mentre parlava, Inukashi pensò che anche Nezumi avrebbe dovuto conoscere bene tutto quello.
 Di luoghi che soddisfacessero le condizioni per la vita umana, su quella terra ne erano rimasti ben pochi e preziosi. Probabilmente, ad eccezione delle sei città-stato, non ne esistevano altri. Inukashi non poteva saperlo, ma No.6 sorgeva in un ambiente di gran lunga favorevole comparato alle restanti cinque città. La gente si riuniva lì per sopravvivere. Lasciare quel posto equivaleva alla morte. Le persone lo avvertivano, non da una conoscenza acquisita o attraverso informazioni. Era il loro stesso istinto a dirlo.
 Non potevano sfuggirgli. Non avevano un luogo in cui ripararsi. La Caccia ricorreva una volta ogni due o tre anni. Se saremo fortunati, saremo risparmiati. Quindi restiamo qui. Era l'unica scelta possibile.
 Che fosse per rassegnazione o a causa del desiderio di sopravvivenza, alla fine, tutti quanti finivano per rimanere in quel posto. Era l'unico luogo in cui avrebbero potuto vivere. Ed era per questo che era definito un inferno.
 “Dire una cosa simile dovrebbe essere superfluo” sbuffò Inukashi esageratamente. Hai ragione, mormorò Nezumi.
Cosa diavolo gli prende?
 È spaventato per quello che sta per accadere?
 Nezumi? Spaventato?
Inukashi si ritrovò a scuotere vigorosamente il capo, i lunghi capelli ricadevano pesantemente rimbalzando contro la schiena.
Impossibile. Inukashi non aveva mai visto Nezumi in una luce favorevole, ma al contrario, lo vedeva come un pericolo con cui avere a che fare. Nezumi non mostrava mai la parte più importante dei suoi pensieri e poteva risultare estremamente poco cordiale a volte. Ogni volta che Inukashi aveva visto l'impressionante abilità con cui maneggiava il suo coltello, si era domandato se Nezumi avesse mandato diverse persone all'aldilà in quel modo.
 Inukashi avrebbe preferito non avere a che fare con lui se avesse potuto...questa era la sua onesta opinione. Ma nonostante questo, Inukashi sapeva che Nezumi non sarebbe mai stato subdolo o menzognero; e seppur estremamente cauto, Nezumi non era un codardo. Inukashi era consapevole di questo.
Ha deciso di introdursi nel Penitenziario. Se è quello che ha deciso, allora è ciò che farà. Ed ora che ha preso la sua decisione, non dovrebbe avere nulla da temere o da cui essere intimidito.
Nezumi, che probabilmente non aveva notato lo sguardo sospetto di Inukashi, scrollò le spalle con indifferenza.
 “Hai ragione. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire qualcosa di simile. È solo...”
 “Solo cosa?”
 “Shion non lo ha accennato”
 “Accennato cosa? Di avvisare tutti per potersi mettere in salvo?”
 “Sì”
 “Bhe, effettivamente sembrerebbe qualcosa che direbbe quella testa vuota...però, come dire, Shion non sa molto riguardo la Caccia, no?”
 “Ci sta arrivando”
 Nezumi saltò giù dal tavolo e raccolse una pietruzza che giaceva accanto al muro.
 “Sarà anche lento a cogliere gli indizi a volte, ma non è stupido. Probabilmente avrà già compreso esattamente di che tipo di Caccia si tratta. Anche se il concetto non si sarà ancora radicato in lui”
 “Uh-huh” disse Inukashi dubbioso. “Bene, allora. Significa che si è fatto più intelligente. Forse ha finalmente capito che tipo di posto è il West Block”
 “Probabile”
 Mentre Nezumi giocherellava con la pietruzza tra le mani, la domanda lasciò le labbra di Inukashi prima ancora di rendersene conto.
 “Cosa ti tormenta?”
 Un velo oscuro era calato sul paio di meravigliosi occhi grigio-scuro. Il vacillare di una scintilla. Inukashi ricordava di aver già visto la stessa ombra e lo stesso tipo di scintilla. Per molte, moltissime volte. Erano le stesse che possono essere viste negli occhi di un bambino morente. In quegli occhi spalancati che fissano il vuoto, pieni di sofferenza, angoscia e paura; incapaci di comprendere perché faccia così male e cosa gli sarebbe accaduto. Non erano uguali, ma restavano comunque molto simili.
 “C'è qualcosa che ti spaventa?” L'ennesima domanda sfuggì alla sua bocca.
Allora c'è qualcosa che ti spaventa per davvero? Non si tratta del Penitenziario né della Caccia. Potrebbero anche rappresentare un pericolo per la sua vita, ma non instillerebbero paura in lui. Allora cosa...
Shion?
Inukashi aggrottò le sopracciglia, facendo un piccolo starnuto.
 “Di cosa hai detto che avrei paura?” disse Nezumi.
 “No...” disse Inukashi con indifferenza.
 Non conosceva esattamente che tipo di relazione intercorresse tra Shion e Nezumi o che tipo di connessione condividessero, né aveva mai desiderato approfondire la questione. Non lo riguardava. Ma era sicuro che Shion non sarebbe mai diventato nemico di Nezumi. Si trattava di qualcosa che non sarebbe mai potuta accadere. Inoltre, che danno avrebbe potuto arrecare un misero ragazzino ignaro e con la testa tra le nuvole, se si fosse messo contro di loro?
 Inukashi inspirò.
Oh beh, non ha importanza. Di qualunque cosa si tratti, non ho intenzione di farmi coinvolgere da questi due più di quanto non lo sia già. Gesticolando con la mano, fece segno a Nezumi di andar via.
 “Tornatene a casa”
 “Ma quale saluto cordiale”
 “Se fosse per me, non mi scomoderei nemmeno a salutarti...Nezumi?”
 Nezumi si era coperto il volto con le mani. Barcollò, addossandosi pesantemente contro il muro. Con la schiena contro la parete, scivolò giù fino a rannicchiarsi sul pavimento. Tirando su le ginocchia, abbassò infine il capo.
 “Nezumi, cosa cos'hai?”
 Nessuna risposta.
 “Hey, Nezumi. Smettila di scherzare. Stai facendo le prove per la tua commedia o cosa? Non ti darò nessun suggerimento per recitare, sappilo”
 “Una canzone...”
 “Huh?”
 “Sento una canzone...di nuovo...” la voce di Nezumi tremava affievolendosi ed Inukashi poteva udire il suo respiro elaborato, che si trasformò in un debole mormorio.


Il vento... porta via le anime... gli umani rubano... i cuori.


“Nezumi, cosa stai dicendo? Cerca di riprenderti”
Allora ha qualche tipo di malessere.
Inukashi si accucciò, posando una mano sulla sua spalla.
 “Cerca di resistere. Vado a chiamare Shion”
 Si sentì afferrare per il polso. Una presa così potente, che Inukashi si ritrovò quasi a gridare dal dolore. Posandosi l'altra mano sulla fronte, Nezumi si sollevò lentamente in piedi, respirando lentamente.
 “Ehi, Nezumi”
 “Sto bene”
 “Non mi sembri star bene aff...ahh, insomma” tagliò bruscamente. “Quello che ti succede non è affar mio”
 “Stesso per me”
 Nezumi liberò la mano di Inukashi ed avanzò di qualche passo. I suoi passi sembravano stabili.
 “Oh, giusto” Nezumi si girò di nuovo verso la porta, agitando le dita. Nel mezzo si trovava una moneta d'argento.
 “Cos...ehi, non dirmi che...”
 “Ed invece ti dico di sì. Un compartimento nascosto sul retro della dispensa, huh? Trucchetti piuttosto sofisticati nascondi in questa stanza, Inukashi”
 “A-Aspetta un attimo. Tu...tu l'hai aperta?”
 “Certo che sì. Una moneta d'argento. La accetterò come pagamento per la giornata di lavoro di Shion. Insieme alla busta di biscotti, ovviamente”
 “Anche i biscotti!?” Piagnucolò Inukashi. “Mi stai prendendo per il culo”
 “Non erano vecchi né ammuffiti. Una superba confezione di biscotti. Con questi avremo uno splendido tè pomeridiano. Ti ringrazio”
 Inukashi si lanciò contro Nezumi, col solo risultato di una porta sbattuta fermamente sulla faccia.


Aveva appena terminato di seppellire un vecchio cane denutrito.
 Shion gettò il terriccio sulla tomba e posizionò in cima una pietra che Inukashi aveva selezionato dalle macerie, come lapide di fortuna. Mentre congiungeva i palmi in preghiera, diversi cuccioli si erano seduti al suo fianco, agitando le codine alla tomba appena fatta.
 Avvertì una presenza dietro di sé. Non avendo udito nessun passo avvicinarsi, non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi si trovasse alle sue spalle.
 “Cosa stai facendo?” Domandò Nezumi.
 “Porgo i miei rispetti al defunto”
 “Stai pregando per un cane?”
 “Ha vissuto una vita appagante su questa terra. Penso sia qualcosa di ammirevole”
 Nezumi calciò le macerie con la punta dello stivale ed annuì.
 “Sì, immagino tu abbia ragione. Morire ad un età avanzata in questo posto è quasi un miracolo. Poter morire di una morte pacifica, in un mondo che non la concede a chi la meriterebbe... Hai ragione. È davvero degna d'ammirazione”
 “Pregheresti anche tu per lui?”
 “No, grazie. Se hai finito, torniamocene a casa. Hai finito il tuo lavoro per oggi, non è vero?”
 “Hai fregato quei biscotti da Inukashi?”
 Nezumi sollevò un dito verso di lui, agitandolo in disapprovazione.
 “No, no. Un nobile principe come lei non dovrebbe usare parole tanto rozze come 'fregare'”
 “Li hai fregati, non è vero?”
 “Per il tuo lavoro. Sono la ricompensa per la tomba che hai scavato. Insieme a questa” Una moneta d'argento comparve tra le dita di Nezumi.
 “Una moneta d'argento ed una confezione di biscotti. Non pensi di essere stato un po' troppo cattivo con lui?”
 “Va bene così. Gli ho affidato un compito che vale ben due monete d'oro. Pensa a quella d'argento come ad un investimento. E va bene, compriamo un po' di carne secca al mercato e torniamocene a casa”
 Shion camminava spalla a spalla con Nezumi. I cuccioli lo seguirono gironzolandogli intorno ai piedi, accompagnandoli fino ai confini delle rovine.
 “Dov'è Inukashi? Non lo vedo da nessuna parte”
 “Starà piangendo da qualche parte”
 “Lo hai fatto piangere?”
 “Quello lì piagnucola per qualunque cosa. Parla come se fosse un duro, ma in realtà è un piagnucolone. In questo momento, probabilmente, starà dando fondo a tutte le sue lacrime perché non riesce a credere di essersi lasciato fregare l'argento e i biscotti”
 “È orribile” disse Shion preoccupato. “Hey, Nezumi”
 “Hm?”
 “Riguardo Inukashi.. uh...per caso, lui è...”
 “Lui cosa?”
 “Uh...no, lascia perdere. Scusa”
 Si arrampicarono per i ruderi di una scalinata di pietra, dirigendosi verso il mercato contornato da baracche. Il vento soffiava contrario. Sembrava in grado di sottrarre anche la più piccola forma di calore dai loro corpi. Mi domando cosa stia facendo Safu in questo momento. Spero non abbia freddo. O che non sia affamata.
 Ti amo, Shion. Più di chiunque altro.
Non era in grado di ricambiare i sentimenti della ragazza, probabilmente non lo sarebbe mai stato. Non poteva amare Safu nel modo in cui lei avrebbe voluto, ma l'affetto che provava per lei era comunque forte.
Safu, resta in vita. E aspettami. Ti prego.
Il vento si fece più potente e si strinse nelle spalle per il freddo.
 “A cosa stai pensando?” Nezumi gli lanciò un'occhiata, mentre i capelli fluivano nel vento.
 “Safu”
 “Ti direi di non agitarti...ma probabilmente sarebbe difficile non farlo. Tuttavia sappi che non ci ricaverai nulla. Cerca di tenerlo a mente”
 “Lo so”
 “Abbassati di più il cappello. Ci sono i becchini. Sarebbe una seccatura se decidessero di rivolgerci la parola”
 Prima ancora che Nezumi avesse terminato la frase, un uomo corpulento si avvicinò loro, separandosi dal gruppo che beveva presso le baracche.
 “Aspetta un minuto, ragazzino”
 Era, senza ombra di dubbio, lo stesso uomo in cui era incappato Shion l'ultima volta. Ricordava il tatuaggio a forma di serpente che spiccava sul suo braccio.
 “Hey, se non è quel ragazzino insolente dell'altra volta. È bello incontrarti di nuovo, ragazzino, huh? Mi accerterò che te la spasserai per bene”
Tsk. Mentre schioccava la lingua, il braccio destro di Nezumi si mosse agilmente. L'uomo venne centrato da una pietruzza blu esattamente in mezzo agli occhi. L'uomo gridò mentre si ripiegava indietro. Shion si fece strada tra la folla di persone, mettendosi a correre.
 “Da questa parte” Seguendo Nezumi, scivolò in un vicolo e si accovacciò velocemente al suolo. Il becchino passò oltre, tuonando rabbiosamente.
 “La cosa è piuttosto seria” commentò Nezumi. “Se dovesse acciuffarti la prossima volta, non te la caveresti con una semplice percossa. Meglio che ti prepari all'idea”
 “Sarei l'unico a dovermi preparare?”
 “Io me la svignerò di certo”
 “Idem”
 Nezumi si lanciò intorno un'occhiata furtiva prima di uscire fuori dal vicolo. Apparentemente, un uomo che corresse in giro sbraitando era un'occorrenza quotidiana, visto che le persone continuavano a camminare per le strade come se nulla fosse.
 “Ma sei diventato veloce a fuggire, questo è certo. Ne hai fatti di progressi dall'ultima volta”
 “Sei stato tu ad istruirmi...Oh, l'avevo già detto quella volta, non è vero?”
 Nezumi sorrise. Non era esasperato, di sdegno o di fredda crudeltà. Era un sorriso sensuale. Shion si ritrovò rapito da esso.
“Eve!” Da qualche parte nel vicolo qualcuno stava gridando. “Che diavolo ci fai qui?”
 Un uomo minuto con una camicia bianca ed un paio di pantaloni neri sostava davanti a loro col volto fumante. Indossava un cappello scuro a falde larghe ed una sciarpa dello stesso colore. Anche se non gli donava molto, il suo abbigliamento aveva un eleganza che non aveva mai visto nel West Block.
“Oh...Manager. Da quanto tempo”
 “Tanto tempo, indubbiamente” disse l'uomo indignato. “Ti stavo cercando. Si può sapere come mai non ti sei più presentato a teatro? Senza di te su quel palco non possiamo cominciare nulla. Cosa succede?”
 “Ah...ecco, ci sono stati dei contrattempi e... mi domandavo se potessi prendermi una pausa dal lavoro per un po' di tempo”
 “Una pausa?” Disse l'uomo incredulo. “Sei diventato matto? La maggior parte del nostro pubblico viene a teatro per vedere te. Stai progettando di far cadere il mio teatro in bancarotta, per caso?”
 Il manager rilassò improvvisamente il volto in un sorriso sottomesso e la sua voce assunse un tono adulatore.
 “Eddai, Eve” disse implorante. “Che ne dici di parlarne io e te, da uomo a uomo? Se hai qualunque tipo di lamentela, sono sempre lieto di ascoltarti”
 “Lamentele, huh... piuttosto difficile”
 “Non ne hai nessuna? Allora...”
 “Ne avrei talmente tante, che se dovessi elencarle tutte, mi ci vorrebbe fino a domattina”
 “Eve, ti sto implorando. Se è per il tuo compenso, possiamo trovare un accordo. Se non puoi venire stasera, forse partendo da domani...”
 All'improvviso si udì un rumore. Un suono che avrebbe indugiato nelle orecchie di Shion, si sarebbe scolpito nella sua memoria, e avrebbe continuato a perseguitare incessantemente i suoi sogni per il resto della sua vita.
 Il suono della distruzione. Il suono del genocidio. Il suono della morte. Il suono della disperazione. Urla, grida, pianti, passi. Ogni cosa si mescolava insieme, ricadendo l'una sull'altra, aggrovigliandosi, contorcendosi, sollevandosi in un unico turbine di confusione e paura. L'inferno si era materializzato davanti agli occhi di Shion.
 La gente aveva cominciato a correre freneticamente in ogni direzione. Le baracche collassavano una dopo l'altra e le tende venivano strappate via.
 “La Caccia all'uomo!” gridò qualcuno.
È la caccia all'uomo.
È la caccia all'uomo.
È la caccia all'uomo.
Anche i gemiti del vento venivano sopraffatti dal trambusto.
 Un anziano inciampò, finendo a terra. Shion non fece in tempo ad aiutarlo e finì calpestato da innumerevoli piedi in fuga.
 “Ci siamo” Nezumi deglutì. Si voltò, impartendo al manager un breve comando.
 “Corra!”
 Una fragorosa esplosione si udì sopra le loro teste. L'aria si era increspata per l'urto. Qualcosa precipitò su di loro, colpendoli con un impatto stordente. La baracca in cui era situato il chiosco di carne era stata fatta saltare in aria da un'esplosione.
 “Shion!” Si sentì spingere a terra, sovrastato dal corpo di Nezumi. Così pressato contro il pavimento, sentiva il proprio respiro mozzarglisi in gola. Poteva sentire la voce di Nezumi direttamente contro il suo orecchio.
 “Shion, stai bene?”
 “Sì”
 Non era il momento di perdere i sensi. Era cominciata. Tutto stava cominciando in quel momento.
 Quando Nezumi si allontanò, Shion si sollevò da terra, gemendo debolmente. Lanciò uno sguardo al cielo. Una distesa grigia si estendeva sopra di loro. L'intero secondo piano della baracca, che bloccava la visione fino ad un attimo prima, era stata fatta esplodere e non era rimasto più nulla. L'aria era pesante di polvere.
 “Cosa ne è stato di quell'uomo?”
 “Chi?”
 “Il tuo manager o chiunque fosse”
 “Oh, probabilmente si sarà allontanato. Se è stato fortunato è riuscito a fuggire. Altrimenti...sarà finito come lui” Con un gesto del mento, Nezumi indicò un braccio insanguinato, che spuntava da sotto un muro collassato. Grosso e peloso.
 “Probabilmente il vecchio del negozio di carne”
È la caccia all'uomo.
Aiuto.
Oh, santo cielo.
Dannazione.
Ci ammazzeranno.
Correte, correte, correte.
Ahh, ahh, ahh.
 Innumerevoli voci si scontravano insieme in un incomprensibile frastuono. Shion si accovacciò all'ombra di quello che restava di un muro, cercando di evitare di finire trascinato dalla massa di persone. A meno di un passo da lui poteva vedere il braccio del venditore di carne.
 “Nezumi, è questa...”
 “Guarda”
 Lo sguardo di Shion vagò verso il punto in cui Nezumi stava indicando.
 “Oh...” Il respiro e la voce gli si bloccarono in gola.
 Due veicoli corazzati stavano avanzando fianco a fianco lungo la strada, bloccandola quasi interamente. Si facevano lentamente strada nel mercato. Le baracche non riuscivano a competere con loro e, come fatte di carta, scricchiolavano, finendo schiacciate sotto le ruote.
 “Nezumi, quei veicoli corazzati...”
 “Sì. Dal loro aspetto, si direbbero vecchi modelli, ma i loro armamenti sembrano ancora in grado di funzionare. Per far saltare in aria il secondo piano del negozio di carne devono aver utilizzato delle onde d'urto. Quando avranno cominciato a metterle in uso?” Nezumi mormorò tra sé. “O stanno forse usando questo posto per testarle?”
 “Non era questo che volevo chiederti. Voglio dire...appartengono a No.6?”
 “Beh, di certo non appartengono a me, questo è sicuro”
 Che No.6 possedesse un esercito, era qualcosa di completamente nuovo per Shion.
 Prima ancora che fosse nato, le sei città-stato che costellavano la Terra, si erano unite insieme per firmare un trattato che sanciva la loro solenne promessa di abbandonare le armi e proibire il possesso, lo sviluppo e l'uso di qualsiasi tipo di armamento. Il passato aveva insegnato che l'ostilità tra le nazioni poteva solo causare la distruzione dell'ambiente e il deterioramento della madre terra, compromettendo l'esistenza stessa della razza umana. Per sfuggire alla loro stessa estinzione, tutte le città avevano firmato un trattato e giurato di onorarlo.
 Era chiamato Trattato di Babilonia, prendendo il nome dell'antico castello in cui era stato sancito.
 Ma Shion non era più sorpreso da nulla di tutto questo, ormai. Se No.6 era una fittizia utopia, allora era solo appropriato per la città possedere un esercito, soldati ed armi per poter opprimere, dominare e cancellare le sue genti.
 Shion osservava guardingo i veicoli corazzati ormai prossimi, cercando di calmare il suo respiro. Nezumi sogghignò leggermente.
 “Pensavo saresti andato più nel panico. Sei diventato più forte”
 “Sei stato tu ad allenarmi”
 “E tu un bravo allievo da allenare, ma il tempo dei giochi sembra sia finalmente arrivato”
 “Sì, lo so”
 La folla di persone si allargò, mentre il flusso veniva spinto indietro. Uno dei veicoli corazzati si era posizionato davanti a loro, bloccandone la via. I gridi della folla si erano fatti più forti. La gente si spingeva, rovesciandosi l'uno sull'altro come tessere del domino e, mentre gridavano e urlavano in pianti disperati, si riunirono in un'unica massa inquieta, raggruppata al centro della piazza. Proprio nell'area dove Shion e Nezumi si erano nascosti, esattamente davanti al negozio di carne distrutto. Il negozio di carne, la caverna dall'altro lato della strada, il negozio di abiti usati adiacente e il negozio di cibi essiccati, erano stati tutti completamente distrutti. Probabilmente erano stati fatti saltare in aria di proposito, per rendere più facile la cattura. Alcuni soldati avevano fatto la loro comparsa e stavano circondando la folla, impugnando delle pistole.
 “Fate silenzio” Dal veicolo armato proveniva la voce bassa e profonda di un uomo.
 “Aiuto! Vi prego, salvate almeno il mio bambino” Una madre stava alzando la sua voce con un neonato tra le braccia, supplicando perché qualcuno la sentisse. Tuttavia nessuno le dava una risposta.
 “Vi prego, non ha ancora un anno. Non uccidetelo!” Come innescato dalla sua angoscia, il bambino cominciò a piangere tra le sue braccia. “Vi scongiuro... non uccidetelo...”
 Shion si morse le labbra. Il suo intero corpo stava tremando.
Cosa dovrei fare. Cosa posso fare? Cosa...non c'è nulla che io possa fare.
Udì un mugolìo.
 Una voce. Era la voce di un cane. Girandosi intorno, gli occhi di Shion incontrarono un cane che sporgeva la sua testa fuori dalle macerie. Era uno dei cani di Inukashi...quello gli che aveva consegnato la lettera. Proprio qualche giorno fa, Shion gli aveva dato una premurosa ed attenta lavata per esprimergli la sua gratitudine. Era un largo cane dal manto marrone scuro. Shion allungò le sue braccia verso la madre.
 “Mi dia il bambino”
 La madre spalancò gli occhi, stringendosi il bambino piangente al petto.
 “Si sbrighi, lo dia a me”
 “Cosa vorresti fare con il mio bambino?”
 “Potremmo riuscire a salvarlo. Si sbrighi” Strappando quasi il bambino dalle braccia di sua madre, Shion si sfilò il cappotto con cui avvolse il piccolo corpo e lo distese in uno spazio tra i detriti. Il cane gli si sdraiò accanto e non appena gli leccò il viso, il pianto del bambino si fermò all'istante. La pelliccia castana del cane si armonizzava perfettamente con il muro collassato, praticamente dello stesso colore. Sembrava quasi impossibile da notare.
Forse ce la farà. Forse...
“Conto su di te”
 Il cane agitò dolcemente la coda.
 “Il mio bambino...mio figlio...” La giovane donna si coprì il volto tra le mani.
 “Se riuscirà a sopravvivere, vada alle rovine dell'hotel” le disse Shion.
 “Hotel?”
 “Le rovine dell'hotel. Il bambino verrà custodito lì. Non si preoccupi, avranno cura di lui. Quindi si assicuri di farcela. Viva. E la prego, si assicuri di tornare a prenderlo”
 La madre annuì, chiudendo i suoi occhi in una preghiera.
 “Che io sia maledetto se mi farò ammazzare da voi!” ruggì una voce robusta. “Non ci lasceremo ammazzare da bastardi come voi!”
 Insieme alle voci, diverse piccole rocce sfrecciarono verso i soldati. Un ronzio eccitato attraversò tutta la folla. Pietre e ciottoli volavano uno dopo l'altra partendo dalla folla, diretti verso ai soldati.
 “Merda” Nezumi fece una smorfia. “Shion, sta' giù!”
 “Huh?”
 “Buttati a terra e tieni giù la testa!”
 Shion fece come gli era stato detto, coprendosi la testa con entrambe le mani ed accovacciandosi al pavimento. Quasi nello stesso momento, i soldati aprirono il fuoco con delle raffiche elettriche. I fasci delle pistole elettriche trapassarono crani, toraci e stomaci dei presenti. Uomini, donne, anziani, e giovani. Ognuno di loro cadde a terra, senza nemmeno il tempo di un lamento. Si agitavano in preda a convulsioni, poi i loro corpi si facevano immobili.
 "Se vi ribellerete, verrete uccisi. Non ci saranno eccezioni
 Quella della voce bassa non era solo una minaccia. Ognuno dei presenti lo aveva compreso. Il clamore nel bazar, o in ciò che ne restava, si spense immediatamente. Le persone avevano smesso addirittura di muoversi, raggelate dalla paura e rigide nella disperazione.
 Shion si sollevò cautamente. C'era un cadavere davanti a lui, aveva una ferita in mezzo agli occhi. Tuttavia non era quella ferita ad essere stata fatale, sembrava solo rossa ed gonfia. La ferita mortale si trovava più in basso: la persona era stata colpita direttamente in mezzo alla fronte. Era il becchino. La bocca spalancata e gli occhi senza vita che fissavano il cielo. Accanto a lui, un'anziana donna giaceva accovacciata al pavimento, bisbigliando qualcosa sotto voce come in una cantilena. Il suo sguardo vacante vagava senza meta.
 La scena davanti a lui aveva perso ogni colore. Shion non era in grado di distinguere il colore della scena, la cui immagine si era permanentemente marchiata a fuoco nella sua memoria. Anche se sbiaditi, sapeva che le persone presenti avevano vestiti e capelli di colori diversi; era consapevole che le macerie non erano di un'unica tonalità; ricordava con certezza che il cane aveva una pelliccia marrone...ma il cadavere dell'uomo riverso al pavimento, la vecchia signora impazzita e la vista della folla immobile si presentavano monocrome. Poteva vedere solo il bianco e il nero. C'era solo un'unica eccezione. Questa era nello scuro grigio che fluttuava davanti ai suoi occhi. Non apparteneva alle nuvole, ma si trattava del colore di un paio d'occhi. Erano occhi grigio scuro che ardevano luminosi e profondi, traboccanti di vita. Il colore da cui Shion era stato attratto, catturato e che non sarebbe mai più stato in grado di dimenticare per il resto della sua vita.
 “Ripeto. Se vi ribellerete, sarete uccisi. Nessuno si muova
 Nessuno si mosse. Non potevano muoversi. Solo il vento soffiava liberamente.
 “Shion” Nezumi afferrò il suo braccio. “Cerca di non perdere la calma”
 Shion guardò Nezumi negli occhi, distendendo le dita sopra quelle che afferravano il suo bicipite. Non si stava aggrappando per disperazione, né si stava abbandonando completamente alla ricerca di conforto. Voleva solo rendersi sicuro.
Qui è dove si trova il mio cuore. Ero umano quando il mio cuore è stato rubato da lui ed ero umano quando ho desiderato di essere al suo fianco. E questo non cambierà, non importa quale nome dia a questi sentimenti.
In una realtà disumana, quasi troppo disumana, l'unica cosa che una persona può fare per rimanere umana è rifiutarsi di lasciar andare i propri sentimenti per un'altra persona. Tenere stretto il proprio cuore. Shion strinse leggermente la propria mano intorno a quella di Nezumi.
Nezumi, io voglio restare umano.
Nezumi respirò sommessamente.
 “Cerca di restare calmo. Puoi farlo, vero?”
 “Sto bene”
 “Certo che sì” disse Nezumi pensieroso. “Dovresti stare bene. Non avrei dovuto preoccuparmi”
 “Adesso verrete trasportati”
 I veicoli corazzati si spostarono e un largo camion nero comparve silenziosamente al loro posto.
-FINE CAPITOLO 4-
-capitolo successivo-
note.
[1]http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_2/t318.pdf
novella ottava.
Volevo solo far notare una cosa.... traducendola dall'inglese viene così: “Adorabili signore, come come la nostra pietà è comandata, così la nostra crudeltà è severamente punita dalla giustizia divina. E per potervi provare questo, così come per darvi un incentivo per scacciare ogni crudeltà dal vostro cuore, mi piacerebbe raccontarmi una storia tanto deliziosa quanto piena di compassione.”
 [2] ho scritto pezzo di patate essiccate ma non ne sono certa. “strips of dried potatoes “, google immagini mi mostra le patatine da frittura... o.o bhoo. Comunque poveracci, non hanno nulla da mangiare. E Nezumi dice che ha rubato una confezione di “crackers”, ma il dizionario me li segna come biscotti. I crekers che intendiamo noi (quelli salati, per intenderci), sono chiamati “graham cracker”

5 commenti:

  1. Capitolo splendido ed estremamente complesso specie riguardo la "paura" di Nezumi verso Shion.
    Ha paura perchè si è reso conto di aver giudicato Shion solo un bravo ragazzino?
    Ha paura di essere così coinvolto da Shion da essere indifeso?
    Ha paura di quella parte di Shion che non conosce?
    Ha capito che Shion non è solo un ragazzino sdolcinato, ma che in lui alberga qualcosa a lui sconosciuto?
    Non comprendo la paura di Nezumi, come non riesco a capire la sua scarsa attenzione alla complessità di Shion.
    Già perchè in Shion non c'è nulla di scontato a parte l'apparente buonismo.
    Dovrò rileggere attentamente questo capitolo.
    Grazie, domo arigatou, thank you, mercì, spassiba, gracias, danke per il capitolo!

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    1. mhh ho letto di diverse persone che non capivano la sua paura, ma... come mai? Penso sia chiara, la prima priorità di Nezumi è sempre stata preservare se stesso, evitare di morire, evitare qualunque genere di pericolo. è il primo che si da alla fuga, il primo che rifugge il pericolo in modo da non finire mai all'angolo. Non si ferma nell'indecisione, non esita, perchè sono tutte forme di pericolo. Nezumi è la persona che gira con la superfibra intorno alla gola per coprire i punti vitali( protezione fisica), e non lascia che le sue emozioni scivolino e raggiungano gli altri attraverso il suo volto, i suoi occhi (protezione emozionale). La sua prima regola è tenere a distanza da lui tutto quello che è pericoloso, anzi, non permettere a nulla di avvicinarsi a ciò che può costituire un punto debole (fisico o mentale)... Nezumi è spaventato, terrorizzato perchè non si è reso nemmeno conto che stesse accadendo. Non ha abbassato la guardia con Shion, questo non è accaduto perchè lo sottovalutasse: Shion è in grado di sopraffare le sue difese, anche se queste difese sono al massimo. Mi rendo conto però che parlo perchè conosco il seguito, e se considero qualsiasi altro personaggio che ha avuto a che fare con Shion (vedi Inukashi o Rikiga) non si aspetterebbero affatto questa 'forza'.... probabilmente la Asano aveva intenzione di gettare dubbi nel lettore, qui... mh...

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  2. "Prima di conoscere Shion, Nezumi aveva sempre guardato alle radici, piuttosto che ai fiori che sbocciavano in superficie. Si era concentrato su quelle parti celate nell'oscurità, piuttosto che su quelle esposte alla luce...ed era fiducioso di possedere la capacità di riconoscerle chiaramente."
    Bellissima mi viene da piangere ;___;. Nezumi. . vedere Nezumi in questo modo è..straordinario..non posso trovare il termine giusto ma ..è bello.
    Comunque io non posso credere che Nezumi abbia davvero detto "mi domando se debba avvertirli".Mio Dio è cambiato tantissimo(Ben fatto Shion xD)

    "Nezumi sorrise. Non era esasperato, di sdegno o di fredda crudeltà. Era un sorriso sensuale. Shion si ritrovò rapito da esso."
    MA MA MA MA!! XD Prima "confessione" poi "non posso vivere senza di te" NO DAVVERO DFSGD. Non mi si può fare questo xDD 1 Shion sei un idiota 2 Voglio vederlo anch'io il sorriso sensuale di Nezumi .___. xD

    "Qui è dove si trova il mio cuore. Ero umano quando il mio cuore è stato rubato da lui ed ero umano quando ho desiderato di essere al suo fianco. E questo non cambierà, non importa quale nome dia a questi sentimenti."
    Ecco a cosa mi riferivo prima,forse non ho letto la parte in inglese ma sono sicura che non avresti potuto renderla meglio. Proprio un colpo al cuore.

    Comunque più vado avanti più amo Nezumi. Shion è fantastico è un personaggio bellissimo ma io mi sento attratta di più da Nezumi,i personaggi come lui sono complessi e davvero davvero difficili da creare. Nessuno mi aveva mai mostrato così bene un personaggio come Nezumi. Non sto sottovalutando Shion mi rendo conto - anzi io sono sempre stata sicura che aveva quella forza dentro di se,quella forza che gli ha permesso di centrare il cuore di Nezumi. Ma studiare e vedere il processo di mutazione di Nezumi è affascinante. . .

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    1. già, vedere la sua evoluzione è davvero affascinante (anche se, io amo Shion per il motivo inverso, il fatto che ha il potere di cambiare le persone, portare indietro l'umanità di qualcuno.... eppure nonostante questo, non è il solito personaggio completamente puro e innocente, anzi, possiamo dire che ha dei concetti un po' distorti di giustizia (senza fare spoiler successivi, pensa ad esempio a quando ha aggredito Rikiga solo perchè aveva suggerito che Nezumi potesse vendere il proprio corpo... ok, era arrabbiato, ma addirittura arrivare a strozzarlo...)

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    2. Questo è vero. E lo ammiro tantissimo proprio per questo. E per lo stesso motivo dico "non lo sottovaluto" lui non è un personaggio casto e puro anzi è umano è talmente umano da far paura. Specialmente quando si tratta di Nezumi.

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