14 gennaio 2012

NO. 6 - Afterwords - vol 4

NO. 6 - Afterwords

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Volume 4 (tankobon) – Riguardo la vita e la morte.

    Scrivere solo di pensieri intimi in uno spazio come la postfazione potrebbe essere qualcosa di timido, sciocco o imbarazzante. Riflettendoci, mi rendo conto che ho ripetuto questo errore di continuo, ed anch'io sono stufa di questo a volte. Quindi penso che farò di questa, l'ultima volta. Sopportereste le mie lamentele per l'ultima volta? Sono spiacente.

    Quest'anno, ho perso due persone a cui ero molto legata. Una era il signor O'oka Hideki, critico e membro redazione della nostra rivista; l'altro era il signor Yamakage Yoshikatsu, della sezione di libri per giovani adulti della Kodansha. Entrambi mi hanno supportata a modo loro come scrittrice dalle loro rispettive posizioni. Essendo una persona tanto primitiva, ho compreso solo dopo aver perso queste due persone quanto il loro supporto significasse per me, e nella mia perdita, confusione e solitudine ho pianto come un bambino perso al tramonto.

    Specialmente il signor Yamakage era stato il mio partner insostituibile nells creazione della storia di No.6.  È stato qualcuno che è rimasto con me fin dal primo volume. È stata anche la persona che ha dato a questa storia il proprio titolo, No. 6. E più di ogni altra cosa, la persona che mi ha insegnto cosa significa vivere, e cosa significa morire.

    Quelle che seguono sono parole che non posso dimenticare.

    Era appena cominciata l'estate, o forse stava finendo – un periodo in cui le stagioni stavano cambiando. Il signor Yamakage ed io stavamo parlando di questo e quello riguardo il mio prossimo lavoro all'interno di un taxi, quando mi disse:

    "Signora Asano, sa, questi giorni sto sudando."

    Il signor Yamakage mi aveva detto questo all'improvviso, abbassando leggermente la voce. La sua espressione aveva una punta di sorriso, come faceva spesso quando parlava. E allora? Pensai. Sudore? Non è normale sudare quando fa caldo? Dovevo aver avuto un'espressione confusa sul viso per non aver compreso il significato dietro quelle parole. Ma lui proseguì.

    "Quando fa caldo, sudo come è giusto che sia. Mi fa pensare, wow, sono davvero vivo."

    Mi sono resa conto che era passato solo poco tempo da quando il signor Yamakage era tornato a lavoro dopo una seria malattia; annuì allora, comprendendo infine quello che intendeva. Ed ora, ripensando a quelle parole, avverto ancor di più il loro peso.

    -- Perchè questo è quello che significa essere vivi. Sudare quando senti caldo; piangere quando sei triste; ridere quando sei felice. È camminare dritti lungo una strada, o arrampicarsi per una scala. Sono i giorni che passano ordinari, mondani, che provano che siamo ancora vivi. Il signor Yamakage mi ha insegnato questo. No .6 è la storia di due ragazzi, ma è anche una storia di vita e di morte. Per una scrittrice come la sottoscritta, che prova a scrivere di vita e di morte come il fulcro della propria storia, e allo stesso tempo in un modo leggero e divertente, probabilmente il signor Yamakage aveva oltrepassato i confini di un editore per farmi pervenire un simile messaggio.
   
    Signora Asano, la prego, ami il fatto che lei sia viva; ne faccia tesoro, e preziosamente, preziosamente scriva di tali sentimenti. Facciamo diventare No.6 questo genere di storia – una storia dove risiede la vera vita umana.

    Era un uomo brillante. Non aveva affatto paura di vivere la sua vita, e cadere negli artigli della morte. Avrei tanto desiderato che mi avesse accompagnata in questa corsa ancora per un po' – no, per l'intero tragitto.

    Signor Yamakage, è andato via troppo presto. Non è giusto che è dovuto scomparire in quel modo, scolpendo se stesso nelle mie memorie. Quando la incontrerò nella prossima vita, mi assicurerò di riempirla delle mie lamentele. E probabilmente mi rivolgerà quel sorriso, annuendo con calma, e chiedendomi scusa in quel modo timido.

    Grazie a tutti quelli che hanno atteso il Volume 4, e chiedo perdono (per averlo publicato molto più tardi di quanto avessi originariamente promesso).

    E quando sono stata sul punto di cadere sulle mie ginocchia, dichiarando che anche questa storia era finita perchè il signor Yamakage non c'era più, ringrazio tutti quelli che mi hanno supportata in quel momento: il signor Kageyama Toru e Kitamura Takashi, che hanno portato a termine il loro lavoro da veri professionisti, e mi hanno convogliato un vigoroso incoraggiamento che non ha bisogno di parole. Vi ringrazio davvero, davvero tantissimo.

    Agosto 2005
    Asano Atsuko.


    Volume 4( bunko)


    È una storia imbarazzante, ma quando scrivo una postfazione, tutto ciò che finisco per scrivere in questi giorni sono lamentele e scuse. Credo sia assolutamente necessario che ogni storia – e No. 6 non fa eccezione – dovrebbe rifiutare ogni sorta di lamentela o scusa.

    Per questa ragione, questa volta ho deciso non scrivere alcun tipo di postfazione, ma solo i miei pensieri così come affiorano dentro di me.

    Mentre scrivevo il quarto volume di No. 6 – o piuttosto attraverso l'intera serie – ho continuato a riflettere su cosa sia la 'speranza'.

    Speranza è credere nel futuro.

    Nel mondo in cui viviamo, ripongo davvero una salda fiducia nel futuro, mentre scrivevo le mie pagine? Ci sto ancora pensando (dato che questa storia è ancora in corso, dopo tutto).

    Ci penso e ci ripenso, ma non importa quanto mi sforzi, sembra non riesca a giungere ad una risposta.

    Non è che ho perso la speranza. In questi giorni ed anni, avverto davvero un senso di pericolo imminente, in una certa misura(anche se non sarà diretto verso la cosa giusta). Non mi dispero o mi sono arresa, ma se dovessero domandarmi quanta effettiva speranza stringo tra le mie mani – allora, bhe, non ho altra scelta se non quella di piegare la testa in perplessità. Si tratta di qualcosa che incute in me un certo senso di disagio---

    Fame, guerra, distruzione, povertà, omicidi, disperazione...

    I cambiamenti che avvengono in superfice come all'interno delle persone, sono cambiamenti che scombussolano; e nella vita di tutti i giorni, come una barchetta di bamboo in balia di forti correnti, non sappiamo quando finiremo risucchiati nei vortici d'acqua.

    La piccola luce di speranza che risplendeva dentro di me mentre scrivevo il volume 1 sembra essere diventata difficile da individuare con il miei occhi.

    La mia vista è forse peggiorata?

    O è la stessa luce ad essere diventata più debole?

    Hmm? Sta cominciando a diventare una lamentela anche questa. Nota per me stessa: fa conto che non lo sia.

    Le storie detestano ed evitano lamenti e scuse come nessun altro, ma allo stesso tempo, queste incoraggiano la tua battaglia a credere nel futuro.

    Le storie non nasceranno o si svilupperanno mai da persone che dicono, "Beh, è così che vanno le cose." con uno sguardo traverso o pessimistico; o vengono fuori da quelli che hanno gettato via tutto, dicendo "Non mi importa più cosa succederà." Solo coloro che stringono gli occhi per cercare di mettere a fuoco il fioco raggio di luce e decidono a compiere quell'esitante passettino avanti – è solo partendo da quel minuscolo passo che una storia può nascere.

    Forse credere in quel piccolo passo è qualcosa di molto simile al credere nel futuro.

    E per te, che hai letto questa storia fino ad ora – ti andrebbe di compiere questo piccolo passo insieme a me?

    Estate 2008
    Asano Atsuko

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1 commento:

  1. Questo mi fa pensare che quasi nessuno sa cosa significa "sentirsi vivi".
    E' bello sapere quello che pensa l'autrice..è sempre molto utile per capire la storia stessa.

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