19 settembre 2012

Capitolo 37 (prima parte)



Volume 8
Capitolo 3
Figlio di Laerte discendente di Giove, Odisseo dal multiforme ingegno,
trattieniti, frena l'ardente desiderio di guerra,
non lasciare che il figlio di Crono, Zeus dall'ampio sguardo s'adiri.
-Odissea, Omero. [1]


  La porta dell'ascensore si aprì di uno spiraglio, in cui Nezumi si aggrappò con la mano.
Ti prego, dammi la forza. Stava pregando, ma non Dio. Era alla ragazza dallo sguardo ostinato che era rivolto. Safu, dacci la forza. Ancora un po', solo un altro po'...
  La porta si aprì, anche se non interamente. Non potevano ancora fuggire. Nezumi udì un respiro affannato alle sue spalle.
  ”Shion...”
  Shion si stava alzando in piedi, allungando in silenzio le mani e afferrando la porta con le dita. Si scambiarono uno sguardo, mentre Tsukiyo faceva capolino dalle pieghe della superfibra, lanciando un sonoro squittio.
Cheep!
  Nezumi e Shion lo presero come segnale per spingere con tutte le loro forze la porta, che si allargò da lasciar spazio a una persona per passarci attraverso, con un po' di fatica.
  L'ascensore diede uno scossone, e facendogli quasi perdere l'equilibrio.
  ”Fuori, presto!” Nezumi spinse Shion fuori prima di infilarsi nella stretta fessura. L'ascensore lanciò un'irritante stridio, che si tramutò presto in un rombo, andandosi a schiantare di sotto, come se stesse attendendo che uscissero, prima di cadere.
  Nezumi chiuse gli occhi per un momento. Hai la mia gratitudine, Safu. Il sudore gli impregnava le guance. La ferita alla gamba pulsava, e il suo cuore batteva contro i suoi pettorali dall'interno.
  Stava soffrendo.
  La forza mentale e fisica si stava riducendo drasticamente, rimanendo a malapena. Soffriva, eppure questo dolore, queste pulsazioni non erano altro che la prova del suo essere vivo. Era ancora vivo. Ancora vivo.
  Aprì gli occhi, guardandosi intorno.
  C'erano vetri infranti in un corridoio bagnato. Due uomini giacevano a terra morti, il soldato dai capelli neri e Rashi non erano cambiati da come Nezumi e Shion li avevano lasciati.
  Uno giaceva nel corridoio ricoperto di sangue, l'altro gettato a terra accanto alla parte. Le barricate erano sparite. Le pompe anti incendio spente. Non vi erano ombre o presenze umane.
  Nulla. Poteva essere udito solo il loro respiro, quasi troppo forte.
Whoom. Qualcosa esplose. Si voltò e vide del fumo uscire dalla stanza alla fine del corridoio, la stanza in cui erano caduti dopo aver distrutto il condotto di ventilazione. Le fiamme presto cominciarono a diffondersi attraverso la porta socchiusa.
  Stava bruciando.
  Il suono simile a un'esplosione  li raggiunse dal piano inferiore, facendo tremare il pavimento. Poteva udire il trambusto della gente che urlava.
  Il sistema computerizzato di ciascun piano stava eseguendo lo stesso programma, esplodendo e prendendo fuoco. Come sudditi leali, tutti i dispositivi all'interno del Penitenziario stavano seguendo il destino del computer madre.
  Che queste macchine stessero seguendo le orme del loro padrone nonostante non avessero un'anima? No; erano solo stati programmati a farlo. Guasto della madre significava morte per tutti i sistemi all'interno della Struttura. Erano stati configurati ad autodetonarsi appena cessavano di ricevere segnali dalla madre. Nulla di negligente come informazioni ripulite o cancellate, o dispositivi cessanti le proprie operazioni. Venivano forzatamente distrutti.
  Allora stavano seguendo la loro padrona, dopotutto? Era suicidio forzato. Il sistema poneva fine a tutto, insieme alla sua distruzione. Non permetteva a nulla di sopravvivere. Che il creatore di questo sistema avesse applicato la logica del dittatore?
  Le fiamme erano avanzate fin nel corridoio, assalendoli col loro calore. Il fumo impregnava l'aria, denso. Nessun estintore stava operando, nemmeno i dispositivi di rimozione del fumo o filtraggio dell'aria funzionavano. Un sistema messo a punto per eliminare senza errore qualunque oggetto indesiderato, era stato reso completamente inutile.
  ”Shion, di sotto. Dobbiamo fuggire di sotto.”
  Scesero le scale. L’aria bollente soffiava fino a loro anche lì. Il personale urlava, affrettandosi alla fuga.
  ”Fuoco! Al fuoco!”
  ”No, c'è stata un'esplosione! All'improvviso non potevo controllare più nulla. O guarda che disastro!”
  ”Aiutatemi! Il mio braccio, è amputato – un dottore --”
  ”OH, ho paura – dobbiamo scappare, presto!”
  ”Cosa sta succedendo? Qual'è il problema? Niente sembra funzionare. Nemmeno le porte automatiche si aprono. Che succede alle luci?”
  ”Qualcuno ci aiuti, questa persona è coperta di sangue. Qualcuno, vi prego!”
  ”Il fumo... mi sta soffocando.”
  ”Non possiamo usare l'ascensore. Le scale – restano solo le scale.”
  Era un vero pandemonio. Una folla di camici bianchi si riversò sulle scale, ed ognuno cercava di scendere prima dell'altro. Alcuni scivolarono, cadendo l'uno sull'altro. Altri cercavano di aiutare i loro amici: altri calpestavano i caduti per fuggire; qualcuno piangeva; qualcuno urlava indicazioni per i percorsi d'emergenza. Una donna aiutò un uomo sanguinante a tirarsi in piedi; un uomo spinse una donna a terra, correndo oltre – ciascuno mostrava la loro vera natura in questa tragica scena.
  Un'esplosione ancora più forte della precedente scosse l'aria.
  Doveva essersi aperto un varco da qualche parte, dato che l'aria aveva cominciato a scorrere. Il fumo si dissipò in qualche modo. Anche se per un momento, poterono tirare un attimo il respiro.
  Di nuovo lo stesso suono, e il lontano fragore della folla.
  Nezumi si voltò, accertandosi che provenisse dalla direzione dell'ala prigionieri. I prigionieri intrappolati stavano insorgendo. Ma se tutta l'ala prigionieri era stata monitorata da computer, le porte dovevano essere aperte ormai. Forse il rumore era stato il suono dei prigionieri che esultavano chiassosamente per essere stati liberati.
  Ma se fosse stato quello il caso...
  Raggiunsero il terzo piano. Fiamme, fumo e confusione erano più attenuate del quarto. Qualcuno si era fermato a prendere fiato sulle scale, riacquistando la ragione e cercando di fuggire quest'inferno supportandosi l'un l'altro.
Ce la faremo a fuggire? Un barlume di speranza risplendeva, un raggio di luce che attraversava l'oscurità.
  Tutti i sistemi erano morti. Il Penitenziario era stato ridotto a un mero edificio, un semplice guscio senza alcuna funzione. Con l'aggiunta dei prigionieri, il caos era destinato a peggiorare.
E quando accadrà... forse sarebbe stato facile approfittare della situazione per fuggire. Non c'era molto a bloccare loro la via.
  ”Shion, andiamo.” Nezumi dominò il suo cuore ansioso, ed afferrò il polso di Shion. Shion non si mosse. “Shion!” disse con urgenza. “Che ti prende? Dobbiamo uscire di qui.”
  ”Perchè l'hai uccisa?” Shion mormorò, muovendo a malapena le labbra, quasi un anelito. Nezumi lasciò andare la sua mano, ed incontrò il suo sguardo. Poté sentire il proprio sangue raggelarsi, raggiungendo lentamente le estremità.
  ”Nezumi, rispondimi. Perché hai ucciso Safu?” la voce di Shion era bloccata in gola, venendo fuori in un tono cupo. Nezumi aveva l'impressione di ascoltare una musica piena di interferenze attraverso vecchi altoparlanti.
  ”Siamo – siamo venuti qui per salvare Safu. Salvarla... non ucciderla.” L'intero corpo di Shion aveva cominciato a tremare, ma nessuna emozione poteva essere letta sul suo volto. Nessuna agitazione, nessuna ira, nessuna tristezza o dolore.
  ”Shion, era troppo tardi. Lei era già –“
  ”Safu era viva.” La cupa voce di Shion lo fece sobbalzare, si sentì come se fosse stato schiaffeggiato in pieno volto. “Era davanti a me, viva e vegeta.”
  ”Era un'illusione. Dovresti saperlo tu stesso. Quella non era lei, era una semplice illusione.”
  ”No! No! No!” Gridò Shion. “Safu era viva. Era viva, per questo era di fronte a me. Nezumi, non importa in quale forma, Safu era sicuramente viva.”
  ”Non importa in quale forma, huh.”
  ”Sì. Safu poteva aver perso il suo corpo, ma era viva. Era viva e mi stava aspettando. Dovevo salvarla. Avrei dovuto restare lì con lei. Non è così, Nezumi?”
Safu era viva. Lo era? Lo era davvero? Nezumi digrignò i denti. Era viva e aspettava Shion. Era rimasta ad attenderlo devotamente, solo lui. Ed era viva solo per vedere Shion un'ultima volta. Ed il suo desiderio era stato esaudito.
Safu, Shion ha affrontato immense difficoltà per raggiungerti. Hai potuto incontrare la persona a te più cara. Ma ciò che hai desiderato dopo è stato scomparire dalla vista di Shion. Sì, sei tu che lo desideravi.
Non volevi che Shion ti vedesse.
  E’ per questo che...
  ”Shion, non avremmo potuto salvarla. Lei e Mother erano fuse insieme. E lei... lei ha scelto di morire con essa.”
  ”E’ per questo? Per questa ragione hai assassinato Safu?”
  ”Cosa avrei dovuto fare allora?” Urlò Nezumi in risposta. Il suo sangue, che sarebbe dovuto essere gelato, ribolliva e correva attraverso il suo corpo in un flusso incandescente. “Non capisci come si sentiva? Ci ha chiamati a lei perché desiderava vederti. E – e non capisci che lo ha fatto perché voleva essere salvata? Non intendo nel senso di fuggire dal Penitenziario, sapeva già che sarebbe stato impossibile. È per quello che desiderava che tu la salvassi almeno da quella terribile situazione. Eri l'ultima persona dalla quale avrebbe voluto farsi vedere in quel modo. Non ti sentiresti lo stesso, nella sua situazione? Riesci a capirlo?”
  Il respiro di Nezumi era erratico. L'espressione di Shion non mutava, nemmeno lo spasmo di un sopracciglio. Nezumi sentiva il fumo pizzicargli gli occhi.
  Dobbiamo fuggire. Non possiamo sprecare altro tempo qui. I suoi pensieri erano lucidi, ma i suoi piedi non volevano muoversi. Tremavano allo sguardo di Shion.
  ”Shion, non posso pensarla come te. Era troppo tardi, ormai. Safu era già morta.” Erano i suoi veri pensieri. “Non stai guardando la realtà. Sarebbe stato impossibile separarla da Mother. Lo ha detto lei stessa: non aveva più un corpo, ma era ancora intrappolata. Ha detto che stava soffrendo, che voleva che tu la liberassi. Desiderava essere liberata da quella situazione, dalla sua umiliazione.”
  Non stava sbagliando. Shion era quello con l'idea sbagliata. Non era capace di accettare la realtà di perdere Safu. Stava cercando di distogliere gli occhi dalla verità.
  ”L'hai usata.” Un basso, bassissimo mormorio, che Nezumi non riuscì ad udire.
  ”Cosa?”
  ”Hai usato Safu per distruggere Mother. Non è forse vero?” Gli occhi di Shion si spostarono lentamente da destra a sinistra. Tsukiyo fece capolino dalla superfibra, correndosi a nascondere nuovamente subito dopo.
  ”Distruggere il Penitenziario era il tuo piano fin dal principio. Il tuo obbiettivo non è mai stato quello di salvare Safu, ma distruggere il Penitenziario, e usarlo come ingresso per distruggere No.6. Hai aspettato un'occasione simile per tutto questo tempo. È per quello che non hai esitato a distruggere Mother. Non hai esitato affatto. L'hai usata per i tuoi propositi. L'hai sacrificata.”
  Nezumi fissò Shion ad occhi sgranati. Usata? Senza esitare affatto? Sacrificata? Shion, lo pensi davvero?
Ma... si sta davvero sbagliando?
  Udì una voce interrogarlo di rimando. Non era di Shion, la voce che lo interrogava apparteneva a lui stesso. Non l'hai usata, forse? Non l'hai sacrificata per i tuoi scopi? Non hai forse dato priorità ai tuoi stessi desideri piuttosto che a salvare un'altra vita?
  Non è forse così? Non è così? Non è così?
  Si udirono delle grida.
  Un gruppo di persone con indosso delle magliette verde scuro giunsero discendendo dalle scale gridando. Erano prigionieri. I loro sonori schiamazzi colpivano le mura intorno a loro, rimbalzavano ed echeggiavano clamorosamente.
Uscite, uscite presto. Risuonavano le grida.
  ”Fermatevi! Fermatevi, ho detto!” Gli ordini degli ufficiali del Dipartimenti di sicurezza si perdevano tra la confusione. All'improvviso risuonò un colpo di pistola. Un uomo che stava provando a correre oltre Nezumi ricadde in dietro, stramazzando al pavimento del corridoio. Era stato colpito alla testa.
  ”Fermi! Fermatevi o aprirò il fuoco!”
  ”Correte! Fuori di qui!” urlavano i prigionieri. “Non fermatevi! Fuggite! Fate presto, presto, uscite di qui!”
  Tutti i prigionieri avevano gli occhi rossi. Qualcosa usciva dalle loro bocche. Ciascuno di loro ruggiva come bestie mentre correvano.
  Diventare un prigioniero del Penitenziario significava morte. Colpevoli o meno, indipendentemente dalla severità del crimine, appena erano imprigionati erano nel braccio della morte.
  Verremmo uccisi comunque, perchè non aggrapparsi a questo miracolo, allora? Ci aggrapperemo a questa possibilità di 1 su un milione, e saremo liberi.
  All'esterno. All'esterno, correte verso la luce.
  Colpi di pistola. Spruzzi di sangue. Un prigioniero dai capelli bianchi si accasciò sulla ringhiera. Colpi di pistola, esplosioni, fumo, fiamme.
  ”Shion, è pericoloso qui.” Nezumi afferrò il braccio di Shion, e lo tirò senza incontrare resistenza. Shion inciampò, urtando la spalla contro il muro. Scivolò a terra, poggiato ancora contro la parete.
  ”Nezumi... mi dispiace.” Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra pallide. “Perdonami. Io–Io–“ Shion si coprì il volto con le mani, tirando diversi respiri mozzati.
  ”Lo so,” disse Shion. “Lo so che non avevamo altra scelta. Hai realizzato il suo desiderio... non avevo alcun motivo o diritto di biasimarti. È colpa mia... avrei dovuto essere io a farlo. Era mio dovere liberare Safu. Ma non potevo. Ero terrorizzato... e non ho potuto farlo. Mi sono appoggiato nuovamente a te, affidato tutto nelle tue mani, e ti ho costretto a fare il lavoro sporco. Non volevo riconoscere la mia codardia, ed ho incolpato te, ti ho usato fino all'ultimo...”
  Nezumi guardò i nivei capelli di Shion. Anche dopo le infernali esperienze attraverso cui erano passati, non avevano perso minimamente la loro lucentezza. Ogni singola ciocca brillava elegantemente.
  ”Sono stato io a coinvolgerti, ho persino trascinato Rikiga-san e Inukashi in tutto questo... e se il risultato doveva essere questo... Nezumi, non siamo venuti qui per distruggere. Siamo venuti qui per dare salvezza. Eppure guarda –“
  ”Noi siamo venuti per la distruzione.”
  Shion sollevò il volto, impregnato di sangue e sudore.
  ”Hai ragione. C'era un solo proposito che avevo in mente, e quello era distruggere il Penitenziario. Fin dal principio, non è mai stata mia intenzione salvare Safu.”
  ”Nezumi...”
  Nezumi distolse lo sguardo, incapace di sopportare ancora lo sguardo di Shion.
  ”Tu mi servivi. Sapevo che senza la tua memoria e capacità di giudizio sarebbe stato impossibile farsi strada all'interno della struttura. Eri il mio ultimo e miglior asso nella manica. Ho pensato per lungo tempo a come ti avrei usato, e... questa è la risposta. Safu era solo una scusa. Io ho... io ho semplicemente usato te e lei per soddisfare i miei stessi propositi.”
Sì, Shion, non ti stavi sbagliando. Ti ho tradito. Non ho fatto che ingannarti fino ad ora. Non sei stato tu a coinvolgermi; è stato il contrario. Sono stato io a tenderti la trappola.
  ”Il mio piano è stato un successo. Guarda che confusione. Il Penitenziario sta cadendo a pezzi. Shion, io – ho manovrato le cose perché andassero secondo le mie intenzioni. Francamente non mi aspettavo andassero così bene. Sei servito al tuo scopo cento volte meglio di quanto mi aspettassi. Mi sei stato.... davvero utile.”
  Shion si tirò in piedi su passo instabile.
  ”Nezumi, cosa stai dicendo?”
  ”Non ho mai creduto che Safu potesse essere salva. Il momento in cui è stata imprigionata, sapevo che la possibilità della sua fuga era vicino allo zero. Shion – non mi è mai importato di salvare Safu. Quando ho inserito la bomba in Mother stavo solo pensando di distruggerlo e uscire di lì il prima possibile. Tutto qui.”
  Il tessuto di superfibra scivolò dal collo, cadendo ai suoi piedi. Stava inconsciamente chinando il capo? Nezumi si chinò per raccogliere il tessuto, e fissò attentamente il ragazzo davanti a lui.
  ”Non ti sto chiedendo di perdonarmi. Non è qualcosa per cui posso chiedere scusa e chiudere lì.”
  ”Di cosa stai parlando?” Domandò Shion ad alta voce. “Non sto capendo una singola parola di quello che dici.”
Davvero? Davvero non lo capisci?
Sei un bugiardo, Shion. Lo capisci eccome. Capisci ogni singola parola di quello che sto dicendo. E non mi perdonerai mai. Perderai fiducia in me e mi odierai. O vorresti dire piuttosto
Cheep!
  Tsukiyo squittì all'improvviso. Nezumi avvertì la tensione diffondersi lungo la spina dorsale, come dardi trasparenti che lo trafiggevano. Era intento omicida.
  Si voltò. Un uomo era in piedi davanti a lui, mirando con una pistola. Non era un ufficiale del Dipartimento di Sicurezza. Si trattava di uno dei soldati sotto i comandi di Rashi.
  Nezumi lo aveva notato troppo tardi.
  ”Shion, a terra!” Spinse Shion più forte che poteva. Immediatamente venne raggiunto da un impatto, un raggio di luce sembrò trafiggere il suo intero corpo.
  Era insopportabilmente caldo.
  Provò a gridare.
Scappa, Shion. Presto, pensò, ma nessuna voce lasciava le sue labbra. Da qualche parte – da qualche parte nel suo corpo, stava bruciando. Era insopportabilmente caldo.
  ”Nezumi!”
  Poteva vedere Shion, con gli occhi sgranati. Poteva vedere chiaramente la bocca del ragazzo che urlava, le sue braccia tese verso di lui, la forma delle sue dita. L'immagine era così vivida da sembrare difficilmente reale.
  La scena da chiara si fece confusa, e l'oscurità calò intorno a lui.
  Ogni colore svanì.

***
Raugh!
  Il cane nero si schiantò sul pavimento. Le zampe tremavano mentre la schiuma usciva dalla bocca. L'ufficiale del Dipartimento si era alzato in piedi e stringeva una piccola pistola tra le mani. Il cane smise infine di muoversi. Nonostante la sua natura aggressiva, amava sonnecchiare al sole. Spesso si sdraiava alla luce del sole più o meno come adesso, allungando le zampe allo stesso modo. Aveva un temperamento capriccioso ma era leale ad Inukashi.
Mi dispiace.
  Inukashi lanciò uno sguardo al cane chiedendogli perdono di cuore. Mi spiace per averti coinvolto. Perdonami.
  Poteva vedere la canna della pistola e il sottile volto dalle guance scavate dell'uomo che la stringeva. Inukashi non trasalì né si arrestò, un momento d'esitazione, un momento di confusione poteva costargli la vita. Una volta iniziato a muoversi, doveva continuare ad andare avanti. Con il nemico davanti a lui non aveva opzioni per tirarsi indietro.
  Puntò il fucile, facendo fuoco alla cieca in una furiosa successione.
Che voi siate dannati, maledetti bastardi. Assassini arroganti. Crudeli e sporchi ladri. Restituiteci tutto ciò che ci avete rubato. Avete calpestato tutti nel West Block per tutto questo tempo. Avete ammazzato indiscriminatamente. Assassini a sangue freddo. Dovreste vergognarvi. Giusto, esseri ignobili e spregevoli. Siate maledetti.
  Continuava a insultarli mentalmente. Non poteva dare voce ai suoi vilipendi. Se solo la sua ira avesse potuto tramutarsi in proiettili e fare a pezzi quell'arma grigio-azzurra.
Non potresti darci un miracolo una volta tanto, Dio? Sei stato lesto a voltare le spalle al West Block, come una madre che abbandona il proprio bebè sulle pianure desolate. Possibile che la tua coscienza morale non ti dia noia affatto? Dammi almeno un miracolo, allora, per farti perdonare. Dacci quel miracolo così che possiamo sopravvivere.
  Il suo piede scivolò, facendogli perdere l'equilibrio e atterrare sul di dietro. I proiettili rimbalzarono ai suoi piedi. Se non fosse caduto sarebbe stato certamente colpito.
Phew, mi resta ancora un po' di fortuna.
  "Non muovetevi, sporchi ratti." Gli agenti del Dipartimento puntarono le armi contro di loro. Nello stesso istante, risuonò un brusio snervante.
  "Vi stermineremo per bene. Preparatevi."
Sporchi ratti? Non osare mettermi allo stesso livello di quegli animali inferiori.
  Inukashi provò a tirare il grilletto, ma si rese conto di aver finito i proiettili. Lanciò un'occhiata alla pala elettrica.
  Che diavolo stai facendo lì dietro, vecchio? La quasi comicamente ampia bocca del cannone acustico stava ancora emanando il basso brusio. I preparativi erano stati completati.
Cosa? È questa la fine? Non scherziamo. Un gelido vento soffiò verso di lui. Finisce davvero così? Morirò qui? Adesso? Non può essere. Non scherziamo. Nezumi, non è questo quello che hai promesso. L'intero spettacolo sta per essere rovinato prima che gli attori principali siano nemmeno comparsi. Cosa diavolo faccio adesso? Fa qualcosa, qualunque cosa, Nezumi!
  All'improvviso le luci si spensero, e un allarme cominciò a risuonare.
  "Cosa? Che succede?"
  "Non lo so. Sta accadendo qualcosa all'interno."
  "Hei! Non hai sentito un'esplosione?"
  "Huh? Oh, ora che mi ci fai pensare -- "
  Inukashi poteva sentire la forte agitazione provenire dagli ufficiali.
  "Non vedo nulla! Non si vede nulla qui dentro!"
  Stridenti grida riecheggiarono nell'oscurità. È come con la puzza. Sono davvero dei deboli. Inukashi sorrise compiaciuto.
  Gli abitanti di No.6 diventavano così incredibilmente e stupidamente deboli, quando un cambiamento, persino piccolo, del loro candido e confortevole ambiente avveniva. Forse dei soldati avrebbero avuto maggior resistenza, ma gli agenti del Dipartimento di Sicurezza erano impauriti, esponendo chiaramente la loro fragilità.
Guarda che razza di perdenti. Avete costruito quell'arma di massacro con una faccia tosta, ma avete paura del buio. Disgustosi. Inukashi continuò a lanciare loro ogni tipo d'insulto, restando ancora seduto a terra, cercando di trattenersi dall'uscire dall'oscurità.
  "Non ancora, non correre," si disse.
  L'allarme si fece ancora più forte, un volume talmente alto da scuotergli i timpani.
  Allerta d'emergenza. Allerta d'emergenza.
  Livello 5, Livello 5.
  Evacuazione d'emergenza. Evacuazione d'emergenza.
  A tutto il personale, evacuate immediatamente.
  Livello 5, Livello 5.
  "Livello 5!? Che roba è, cosa sta succedendo?"
  "Non lo so, ma dovremmo evacuare. Dobbiamo uscire di qui, o saremo in pericolo."
  "Hei, eccolo, l'ho sentito di nuovo. Ci sono esplosioni ovunque. Uscite!"
  "Mi-Mi piacerebbe, ma è così buio... perchè le luci d'emergenza non si accendono?"
  "Questo è un deposito di rifiuti. Credi ci siano luci d'emergenza qui?"
Ora! Inukashi saltò in piedi, usando il suo intero corpo come leva. Sono abituato al buio. Vedrete quanto sono diverso da tutti voi.
  "Bastardi!" Gridò agitando davanti a lui il fucile, che colpì qualcosa. I cani ringhiarono e si avventarono sui soldati. Inukashi cominciò ad estrarre tutti i tubi e i cavi collegati al cannone.
Bastardi. Dannati bastardi. Costruire una merda come questa. Un mostro buono a nient'altro che ammazzare.
  Livello 5, Livello 5.
  Evacuazione d'emergenza. Evacuazione d'emergenza.
  "Fuori! Uscite fuori! È pericoloso qui!"
  "Sì, fuori! Dobbiamo evacuare!"
  Gli ufficiali del Dipartimento di Sicurezza fuggirono attraverso la porta che conduceva all'esterno.
  Inukashi si alzò in piedi, respirando a fatica. Il suo intero corpo era impregnato di sudore, e tremava forte. Non riusciva a fermarlo. Il cuore palpitava così velocemente da fare fatica a respirare.
  Cadde sulle ginocchia mentre le forze lo abbandonavano. I suoi cani gli si avvicinarono. Uno dal pelo maculato gli strofinò il naso contro. Inukashi avvolse con le braccia il suo collo peloso, affondando il viso nella soffice pelliccia. Sapeva di cane. Conosceva questo odore dacché avesse ricordo. Era il profumo di sua madre, dei suoi fratelli e dei suoi amici. Un profumo più dolce di qualunque fiore.
  Lacrime affiorarono dai suoi occhi, scivolando giù una dopo l'altra. Siamo salvi. Siamo stati salvati. Il cane gli leccò le lacrime sulle guance. È caldo. Oh, è così caldo. Sono ancora vivo.
  "Inukashi..." Rikiga sgusciò dalla porta del deposito rifiuti. "Sembra siano fuggiti."
  "Cavoli, vecchio." lanciò un lungo sospiro di proposito. "Quanto puoi essere utile? Eri andato a fare spese per la cena, per caso?"
  Si asciugò gentilmente le lacrime in modo che Rikiga non potesse vederle. Rikiga scrollò le spalle, ridendo sommessamente nell'oscurità.
  "Te l'ho detto, sono un filantropo, io. Sono anche nato e cresciuto come gentiluomo. Nessuno potrebbe essere meno adatto di me per ammazzare qualcuno. Da qualunque parte possa voltarsi la fortuna, non potrei mai impazzire e perdere il controllo come te."
  "Bhe, tu puoi voltarti e non tornare mai più. A ogni modo, non sei altro che un ubriacone inutile anche quando sei nei paraggi, mi sei solo di peso."
  "Nulla di cui essere arrabbiati," disse Rikiga in tono leggero. "Ah, ma devo dire che è stato un combattimento impressionante. Ho un nuovo riguardo nei tuoi confronti. Se io fossi stato una ragazza, mi sarei innamorato di te in questo stesso istante. Bravo, bravo."
  Inukashi storse il naso all'applauso di Rikiga.
  "Tu che t'innamori di me, vecchio? Che storia dell'orrore. Mi hai fatto venire la pelle d'oca. Sono appena scampato alla morte, ok? Apprezzerei che tenessi lontano da me certi argomenti, sono dannosi al mio povero cuore. L'ultima cosa che vorrei fare è crollare per lo spavento qui."
  Non prestando attenzione agli insulti di Inukashi, Rikiga portò la mano all'orecchio, ascoltando con attenzione. L'allarme era cessato all'improvviso così come era cominciato.
  Anche Inukashi tese l'orecchio.
  Poteva sentire qualcosa, come il distante fragore del mare o dei fulmini.
  Che roba è? Cos’è quel rumore?
  "Qualcosa sta esplodendo all'interno del Penitenziario," Disse Rikiga con voce stranamente languida. "E non è tutto... posso sentire anche delle urla. È lì dentro. Sì, posso sentirle."
  La porta che collegava il Penitenziario all'area di trattamento rifiuti era ancora aperta, motivo per cui potevano udire quello che avveniva all'interno. Due spazi che erano sempre stati nettamente divisi erano ora connessi.
  "Hei, Inukashi. Sarà un precursore? Sarà questo l'inizio?" La sua voce venne fuori tremante. Inukashi non poteva guardarlo in viso, ma sapeva che rikiga era probabilmente Rosso dall'eccitazione. Non aveva nemmeno bisogno di guardare. La mia faccia sarà probabilmente dello stesso colore, pensò. Sono irrequieto ed elettrizzato.
  Sta cominciando. Sta finalmente cominciando. Sta davvero cominciando.
  Nezumi, Shion, l'avete fatto davvero, ragazzi. Non ho idea di cosa diavolo abbiate fatto, ma ci siete riusciti. Siete stati voi a far scattare l'allarme nel Penitenziario. Livello 5. Non è forse il livello più alto e pericoloso? Se è così... hah, questa storia si sta facendo interessante. Sarà molto divertente.
  Questi in lontananza devono essere colpi celebrativi.
  Inukashi si stava leccando inconsciamente le labbra.
  Nezumi, quel bastardo fraudolento non era solo un ciarlone. Ha fatto davvero quello che ha promesso.
  "Pensi che il Penitenziario possa crollare?" mormorò Rikiga, la voce ancora tremante.
  All'improvviso le luci si accesero, poi si spensero nuovamente e la stanza sprofondò nuovamente nell'oscurità. La porta si chiuse, aprì, tentò di chiudersi nuovamente, fermandosi a circa due terzi della via.
  "Cosa è stato? Sta provando un balletto per caso?" Rikiga provò con una stupida battuta, a cui Inukashi non sentì affatto il bisogno di ridere.
  "Va a ballare con lei, vecchio." Si stava leccando di nuovo le labbra. Non è una danza. Questi sono gli ultimi spasimi. I suoi ultimi affanni prima di abbandonare la vita. Come quel vecchio cane, anche il Penitenziario sta soffrendo in agonia sull'orlo della morte.

n  Continua -
Note:
[1] ho cercato di trovare una traduzione ufficiale (ed è stato difficile persino cercare di capire da quale libro dell'odissea fosse tratto, alla fine l'ho trovato, libro 24). La traduzione ufficiale italiana che ho trovato è questa: http://it.wikisource.org/wiki/Odissea/Libro_XXIV
O generoso, di Laerte figlio,
Contienti, e frena il desiderio ardente
Della guerra, che a tutti è sempre grave,
Non contro a te di troppa ira s’accenda
L’ampioveggente di Saturno prole.

Ma differiva parecchio dalla traduzione di 9th avenue, così l'ho tradotto alla lettera (aiutandomi con un'altra versione in inglese trovata su un altro sito).
9th avenue:
"Zeus-sprung son of Laërtes, Odysseus of many devices,
hold back, cease from the struggle of war's impartial contention,
lest wide-thundering Zeus son of Kronos be angry against you."


" High-born son of Laertes, ready Odysseus, stay !
Cease from the struggle of uncertain war ! Let not
the son of Kronos, far-seeing Zeus, be moved to
anger ! "






3 commenti:

  1. Cavolo, sempre sul più bello! Grazie per il capitolo, cosa farei senza di te!? Non vedo l'ora di leggere la fine e nello stesso tempo vorrei che ci fossero ancora tanti capitoli ad aspettarmi. Grazie e speriamo che la Asano scriva u seguito.

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  2. Dopo tantissimo tempo torno a commentare e leggere.
    Questo capitolo è stupendo come sempre ;A;. Amo questa novel <3
    Grazie ancora per le traduzioni!

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  3. Ma che strazio è la scena fra Nezumi e Shion. >.> Così emozionante...Nezumi che gli rivela la verità nuda e cruda, mi viene in mente il momento in cui ha detto lui stesso a Shion di non usare soltanto delle belle parole; invece è un po' quello che ha fatto anche lui un attimo prima, dicendogli di aver solo esaudito la volontà di Safu. Forse questi sono i capitoli in cui i veri sentimenti di Nezumi emergono maggiormente e la cosa non può che farmi felice. *-* Adoro, tanto, troppo il suo personaggio, m'intenerisce tantissimo, provo stima e compassione per lui, praticamente se Nezumi piange piango anche io... Stupendo, tutto davvero stupendo. Grazie, grazie e ancora grazie. Fin dai primi capitoli ho pensato che nonostante le poche imprecisioni questa traduzione fosse leggibilissima (e mi attengo solo al testo italiano che vedo qui, io non ne sarei lontanamente capace), ma ora, e già da parecchio, il tutto ha assunto una fluidità incredibile, c'è più trasporto nelle parole, più scioltezza nelle frasi...insomma diventi sempre più brava, è fantastico. *^*

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