”Scortarmi.... dove?”
Non vi fu risposta. I due robusti ufficiali del Dipartimento, simili in altezza e ampiezza di spalle, rimasero in silenzio con le loro armi puntate contro Getsuyaku.
Nulla avrebbe potuto parlare più forte del loro silenzio.
La fine si stava avvicinando. Getsuyaku capiva che non si trovava una posizione adatta alla fuga. Ma non poteva cedere.
No. No.
”Pe-- perché io... di cosa mi accusate...?”
Questa volta vi fu una risposta.
”Hai esibito un comportamento sospetto. Al Manichino.”
”C-Comportamento sospetto? Deve trattarsi di un errore,” Getsuyaku tentò di giustificarsi. “I... io stavo solo pulendo – è stata colpa del robot. Sono stato convocato perché il pavimento era sporco, e – e per pulirlo, io – “
”Eri tu il responsabile per la manutenzione del robot, no?”
La bocca della pistola si spostò su e giù come per bloccare le parole disperate di Getsuyaku.
”E l'hai eseguita un intera settimana in anticipo rispetto a quando pianificata.”
”E’ perché-- um, non sembravano in gran forma, e... succede spesso, a dire il vero, e...”
Gli ufficiali non proferirono più parola. Le loro labbra erano sigillate, e nessuna emozione si leggeva nei loro occhi. Sembravano loro stessi dei robot.
Solo la rovina attendeva Getsuyaku, se si fosse lasciato scortare da quei robot. Un'evitabile distruzione.
No. No. No.
Io sto tornando a casa. Sto tornando da Lili e Renka.
Gettò a terra il bicchiere che aveva tra le mani e corse all'esterno.
Devo fuggire. Devo fuggire, devo allontanarmi da qui.
Se corro dritto per questa strada e attraverso i cancelli, sarò in Lost Town. Una volta salito sul bus, arriverò alla solita fermata in dieci minuti. Lili sarà probabilmente lì ad attendermi.
”Ben tornato a casa, Babbo.”
”E’ bello essere a casa, Lili.”
”La mamma ci aspetta. Oggi, c'è il tuo piatto preferito – stufato. C'è anche il pane della zia Karan.”
”Grandioso. Sto cominciando già ad avere fame. Oh Lili, presto il Babbo ti comprerà dei vestiti nuovi nuovi.”
”Davvero?”
”Sì. Andiamo a fare compere il mio prossimo giorno libero, ok?”
”Yay! Grazie, babbo.”
”Ah ah ah. E va bene, andiamo a casa. La mamma ci aspetta, no?”
Un colpo incandescente lo centrò dritto nel petto.
Sangue e pezzi di carne schizzarono sotto i suoi occhi.
Cosa era?
Il mondo vacillò perdendo equilibrio. L'oscurità gli chiuse la vista.
No, no, no. Io devo tornare a casa. Sto andando a casa. Io sto tornando....
”Papino, ben tornato.”
”E’ bello essere a casa, Lili.”
Getsuyaku crollò a terra, colpito in pieno petto da un proiettile.
Inukashi distolse lo sguardo, stringendo la mano in un pugno.
Che diavolo.
”Hei, quel tipo è appena stato ammazzato,” brontolò Rikiga.
Si trovavano accucciati dietro alcuni arbusti che costellavano l'area adiacente il Penitenziario. La stanza di controllo delle Pulizie davanti a loro era l'unico dipartimento che connetteva il Penitenziario direttamente col West Block senza cancelli da attraversare. A ogni modo, la porta che conduceva al Penitenziario era accessibile solo dall'interno, dunque era impossibile accedere alla struttura attraverso di essa. Apparentemente, la porta era realizzata in acciaio speciale che persino un piccolo missile non avrebbe potuto danneggiare. Un’infiltrazione sarebbe stata impossibile finché la porta sarebbe rimasta chiusa. In tal senso, il luogo di lavoro di Getsuyaku era molto simile al West Block al punto da essere completamente tagliato fuori da No. 6.
Per Inukashi, tale isolamento non costituiva un problema. Il penitenziario era un luogo dove non desiderava mettere piede se possibile. Non possedeva alcun tipo d'interesse a riguardo, e gli sarebbe piaciuto continuare così per il resto dei suoi giorni.
Era più attratto dallo stato e dalla qualità degli avanzi alimentari e cibo che Getsuyaku raccoglieva dal deposito di raccolta rifiuti, adiacente alla Stanza di Manutenzione delle Pulizie. Queste cose erano molto più importanti che la Struttura Penitenziaria di per sé.
Lui e Getsuyaku si conoscevano da tempo; almeno tre anni. Non erano particolarmente vicini o amichevoli l'un l'altro. Avevano semplicemente instaurato un rapporto d’affari.
Getsuyaku era una persona prudente e codarda, con una discreto equilibrio morale e molta avidità. Il tipico individuo che si trova ovunque. Era solo uno dei molteplici individui simili che avrebbe potuto trovare.
Ma teneva davvero alla sua famiglia. Inukashi ricordava di avergli sentito dire infinite volte quanto tenesse a loro più di ogni altra cosa. Era apparso incredibilmente felice mentre sorrideva parlando della sua bambina prossima alla nascita. Un giorno Inukashi gli aveva domandato 'Non è una seccatura occuparsi di un altro essere umano? Non puoi prendertene cura come con i cani.' Getsuyaku era rimasto in silenzio con la bocca semi aperta. Sembrava sbalordito. Inukashi ricordava lo sguardo di pietà che gli aveva attraversato allora il volto mentre chiudeva la bocca.
A quel tempo, non aveva compreso la ragione dietro l'espressione di Getsuyaku. Ora invece aveva l'impressione di averne un’idea migliore. Era grazie al piccolo Shion – no, era tutta colpa sua.
Inukashi sentiva di poter comprendere – almeno un po' – il tipo di amore che Getsuyaku sentiva verso un'altra piccola anima. E per la famiglia che attendeva il loro padre, il loro marito, Getsuyaku non era uno tra tanti, ma un'esistenza unica e sola, insostituibile. Inukashi riusciva a comprendere anche questo.
”Capisco. Allora non si fermeranno ai residenti del West Block. Uccideranno persino la loro stessa gente, huh.” Disse Rikiga, asciugandosi il sudore dalla fronte. Il corpo era teso nonostante il tono leggero.
”Viveva in Lost Town,” Disse Inukashi. “Per quella gente era probabilmente…immondizia.” Inukashi mostrava un'imperturbabile calma, ma era a sua volta teso e nervoso. La base del collo era così rigida da fargli male.
Pensare che sarebbero arrivati ad ammazzarlo.
Non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea che avrebbero potuto ucciderlo. Si era aspettato che l'uomo potesse far saltare la sua copertura in qualche modo. C'erano un sacco di possibili occasioni in cui Getsuyaku sarebbe potuto cadere in fallo e tradirsi in qualche modo. Nel peggiore dei casi, sarebbe stato preso in custodia e imprigionato.
Ma se, come aveva detto Nezumi, il Penitenziario stesso sarebbe collassato, Getsuyaku sarebbe tornato libero in breve tempo. Avrebbero approfittato della confusione per liberarlo dalla sua cella.
'Dio, i problemi che ho dovuto sopportare perché ho creduto ai tuoi bei discorsi.' 'Che ti sia di lezione, mai prendere seriamente le parole di un prestacani.' 'Dannazione, sono caduto dritto nella tua trappola.'
Non gli sarebbe dispiaciuto fronteggiare un paio di lamentele dall'uomo. Infatti, gli sarebbe andato bene anche chinare il capo e chiedere scusa. Poi, gli avrebbe umilmente consegnato l'oro pattuito con gentilezza. Tre monete, più un’altra “per il disturbo”, gli avrebbe detto. Ciò avrebbe certamente risollevato lo spirito dell'uomo.
La demolizione del Penitenziario significava la fine dei loro affari.
Grazie per tutti questi anni.
Nessun problema. Credo di essere a posto coi lavori rischiosi per il resto dei miei giorni.
Si sarebbero dati la mano, forse, e poi si sarebbero separati. Nella mente di Inukashi, quello era stato il modo ideale di dirsi addio. Ma Getsuyaku giaceva faccia a terra sull'arido terreno senza un singolo spasimo. Solo il vento soffiava sul suo corpo.
Pensare che si sarebbe fatto ammazzare.
Pensare sarebbe stato ucciso così facilmente, senza nessuna cerimonia. Getsuyaku è un cittadino. Una persona che viveva all'interno delle mura. È diverso da noi. Non lo avrebbero ammazzato senza pietà. Non avrebbero osato.
Era stato fuori strada per tutto questo tempo.
Sono stato incredibilmente ingenuo. Sapevo nella mia testa quanto fredda e brutale potesse essere No. 6 verso coloro che la tradiscono, rifiutano di obbedirvi o vi si ribellano... pensavo di saperlo, ma non conoscevo nulla. Sono stato un ingenuo. Avrei dovuto dirgli di portare fuori il culo non appena avesse premuto quel bottone. Dirgli di uscire, e...
Si sentiva come se qualcuno lo avesse afferrato per i capelli. Lo scalpo doleva per quanto era teso. Un grido minacciava di sfuggire alla sua gola.
Mi ricordo. Era scritto così nella lettera di Nezumi.
Ordina a qualunque collaboratore di fuggire immediatamente.
Ricordava chiaramente quella riga precisa. Nezumi aveva predetto questa crudeltà, questa brutalità. Ma io non ci ho dato peso. Ero troppo preso dal cercare di convincere Getsuyaku a collaborare, per dedicare anche un solo pensiero alla salvezza delle persone da cui avrei ricevuto aiuto. Non mi era passato nemmeno per la testa fino ad ora. Fino a questo momento, quando è ormai troppo tardi.
Sono stato incauto. Un ingenuo e incauto coglione.
Si morse le labbra.
Ma rimpiangerlo ora non avrebbe cambiato le cose.
”Terribile.” Rikiga si asciugò nuovamente il sudore dalla fronte.
I due uomini che sembravano agenti del Dipartimento di Sicurezza stavano calpestando il corpo di Getsuyaku con la punta delle scarpe. Si fissarono l'un l'altro, annuendo. Ciascuno di loro afferrò una gamba del corpo e cominciarono a trascinarlo. Il sangue scorreva dal cadavere, lasciando righe scarlatte sul terreno impolverato.
”Sono davvero umani?” La voce di Rikiga si fece rauca.
I cani ringhiarono silenziosi accanto a Inukashi.
Oh, se hai ragione... Questi cani sono cento volte migliori di loro. Hanno cuori cento volte più meritevoli di quelli di questi uomini.
Allo schioccare delle dita di Inukashi, i cani balzarono immediatamente in piedi. Rikiga batté le palpebre perplesso.
”Ehi, aspetta un attimo. Che stai pensando di fare?”
”Fargli aprire in due le gole di quei bastardi, naturalmente. Vendicherò Getsuyaku.”
”Sei stupido?” Disse Rikiga incredulo. “Persino i tuoi cani non potrebbero nulla contro quei tipi del Dipartimento di Sicurezza armati. Se scoprono che siamo nascosti qui, spareranno anche a noi. Credi che gente capace di sparare ai loro stessi cittadini possano farsi problemi con noi?”
”Ma se non --”
”Se fosse stato ancora vivo, avresti potuto ancora fare qualcosa, ma è morto. Completamente andato. Non può sentire più nulla ormai. Né rabbia, né sofferenza. Non ha niente di diverso da quel granello di terreno. Dimmi, dovremmo gettar via le nostre vite per un pezzo di terra? Non so te, ma io preferisco tirarmi in dietro questa volta.”
Gli occhi arrossati di Rikiga si fecero più duri.
”Non possiamo ancora morire. Abbiamo un importante lavoro da fare: salvare Shion. Non potremo farlo se ci riduciamo a fantasmi. Questa è la cosa pi importante, non dimenticartelo, Inukashi.”
”E va bene.”
Ciò che Rikiga stava dicendo era vero. Avevano ancora un lavoro da svolgere. Un lavoro che non avrebbero potuto fare da morti.
Schioccò di nuovo le dita, questa volta più lentamente, e i cani si accucciarono a terra. Rikiga emise un lungo respiro.
”Davvero, vorrei non ti comportassi sempre come ti gira. È per questo che non c'è da fidarsi dei giovani.”
”Vecchio.”
”Cosa?”
”Allora dici qualcosa di serio una volta ogni dieci anni. Non sei solo un peso morto. Ti vedo in una luce diversa ora.”
”Dì quello che ti pare.”
”E mentre dico ciò che voglio, lascia che ti ricordi che ci dividiamo anche l'oro. Non dimenticartene.”
”Lo so, lo so. Anche metà del tesoro è sufficiente per permettermi di vivere una vita a ruota libera. Ma se quel tipo s'è fatto ammazzare, come entreremo nella Stanza di Manutenzione Pulizie?”
”Ho la chiave.” Inukashi sollevò una tessera magnetica tra le dita e la infilò sotto il naso di Rikiga.
”Avevi una chiave?”
”Sì, un doppione. In tutto il Penitenziario, la Stanza del Controllo Pulizie è l'unica che usa ancora semplici tessere magnetiche come chiavi. Non ci sono sensori di esseri viventi, sistemi di sicurezza né camere di sorveglianza. È un paradiso se ti ci vuoi nascondere.”
”Bhe, immagino non avessero ragioni di spendere danaro per controllare un luogo in cui si raccolgono solo rifiuti. Quindi hai fregato la chiave dalla tasca di quel poveretto, huh?”
”Non dalla tasca. L'ho presa dal banchetto dove mangiava il pranzo. L'ho presa in prestito dal cassetto.”
Un banchetto vecchio e consumato che sembrava raccolto anch'esso dai rifiuti. Getsuyaku lo usava per mangiare il pranzo da solo. Una volta, ricordo che mi ha dato questo piccolo dolce chiamato muffin. Era delizioso. Credevo che la mia lingua si stesse per sciogliere dalla bontà. Disse che lo aveva comprato da una panetteria locale.
”Immagino tu non debba restituirgliela più, ormai,” mormorò Rikiga con un tono insolitamente grave.
”Hai ragione. Visto che non devo ridargliela, la userò il più possibile.”
Quando vedrò il Penitenziario crollare, dedicherò a te la scena, Getsuyaku. Mi assicurerò di dedicarti qualcosa che valga il sangue che hai versato. So che probabilmente non sarà sufficiente a compensare per la mia imprudenza, ma sarà il miglior saluto di commiato che potrò darti.
Inukashi si portò una mano al petto. La lettera di Nezumi si trovava sotto i suoi vestiti.
Questa volta non farò più errori. Non trascurerò nulla. Non abbasserò la guardia.
Le loro vite dipendono da questo – le vite di Shion e Nezumi. Non posso deluderli di nuovo.
Cheep-cheep-cheep.
Non aveva notato i due topini ai suoi piedi, che si arrampicarono su per il braccio, raggiungendogli la spalla. Hamlet e Cravat. Erano questi i loro nomi, mi pare. Due piccoli animali dotati di intelletto e volontà.
”Siete qui,” disse loro. “Bene, vecchio, sembra che tutti gli attori di supporto siano qui.”
“Indubbiamente. Ora, dobbiamo solo allestire il palco alla perfezione, e attendere che gli attori principali facciano la loro entrata in scena.”
“Yup. Gli attori del secolo. Avremo bisogno di un inno trionfale per accoglierli.”
Un dramma con un singolo atto, ma uno importante.
Speranza o disperazione? Trionfo o insuccesso? Paradiso o Inferno? Vita, o Morte? Il sipario si era già sollevato per questa rappresentazione priva di copione.
È il nostro turno adesso. Vi stiamo aspettando, Nezumi.
Cheep-cheep, cheep cheep cheep.
Appollaiati sulla spalla di Inukashi, i due topini sollevarono le testoline squittendo insieme, come per chiamare qualcuno.
“Si è fermato.”
Nezumi piegò leggermente il capo perplesso alle parole di Shion.
”Che stai dicendo? Non si è fermato ancora.”
L'ascensore stava ancora salendo, continuava a scivolare lentamente verso l'alto. Shion posò un dito al margine degli occhi.
”No, le lacrime. Guarda, si sono fermate.”
Le guance di Nezumi si colorarono all’improvviso.
”Idiota. Non è il momento di fare stupide osservazioni. Se hai il tempo di prenderti gioco di me, concentrati su quella dannata porta. Una volta aperta, non sappiamo cosa ci colpirà.”
”Non mi stavo prendendo gioco di te. Ho solo detto che si sono fermate --”
Zitto. Stai – zitto.”
Nezumi si voltò cocciutamente dal lato opposto. Il suo comportamento era quello di un bambino imbronciato.
Shion lo trovava divertente.
Calmo, ironico, più forte e affascinante di chiunque altro – ecco il tipo di persona che era sempre stato Nezumi, qualcosa che non era mai cambiato. Ma alla fine anche lui possedeva un lato più infantile ed emotivo. Aveva ancora un'immaturità tale da farlo sentire agitato quando non riusciva a controllare le proprie emozioni.
Shion aveva assistito alle lacrime di Nezumi per la prima volta. Quando aveva visto il ragazzo soffocato dall'insopportabile tumulto delle proprie emozioni, c'era una sola emozione che si era agitata dentro Shion, ed era amore. Non era amicizia o adorazione. Fascino o ammirazione. Era semplicemente amore.
Aveva avvertito un'incontrollabile ondata d'amore per le lacrime vulnerabili del ragazzo. Desiderava proteggerlo con tutta la sua vita.
Il vento ululante e il suono della pioggia riecheggiavano nelle sue orecchie.
I suoni di quella tempesta. Le emozioni che aveva sentito in quella terribile notte in cui aveva incontrato Nezumi rivivevano dentro di lui. E anche tanti anni fa, era stato spinto all'azione da quei sentimenti.
Voglio proteggerlo con la mia vita.
Certo, si era trattato solo del suo egoistico e unilaterale sentimento. Nezumi non era fragile al punto di aver bisogno della sua protezione, come aveva appreso in seguito nel modo più duro possibile. Era stato Shion ad essere protetto. Era sempre stato così.
I suoni della tempesta non mostravano segni di placarsi. Risuonavano ancora vividi nella sua mente.
Shion pensava al ragazzo comparso davanti a lui quella notte, la sua spalla piena di sangue quasi come ora, tranne per il fatto che il ragazzino era apparso così magro e delicato allora. Ma nonostante questo, i suoi occhi brillavano luminosi, pieni di vita e senza la più piccola ombra. Il ragazzo non si era aggrappato a lui, né aveva supplicato il suo aiuto. Al contrario, aveva scrutato Shion in modo freddo.
Che genere di persona sei?
Persino ora, la domanda rimaneva ancora senza alcuna risposta.
Che tipo di persona sono io?
La mia ragione, la mia passione, la mia follia, la mia avidità, la mia giustizia – qual'è la loro forma?
Distese le dita. Erano incrostate di sangue. Era il suo o apparteneva a quell'uomo? Il palmo e le cinque dita, macchiate in viscido rosso.
Riuscirei a guardarmi negli occhi?
”Sono orribile,” sospirò Nezumi. Fissava lo specchio, corrugando le sopracciglia turbato. “I miei capelli sono un disastro, il viso è tutto sporco – non potrei stare peggio. Persino le streghe di Macbeth non avrebbero il coraggio di avvicinarmisi. Posso immaginare lo sguardo d'orrore sul volto del mio manager se mi vedesse così.”
”Io credo che tu sia meraviglioso.” [1]
”Shion, non c'è bisogno che provi a tirarmi su il morale. Cavoli, guardami, il mio bellissimo viso è rovinato.”
”Non mi ero mai accorto fossi un simile narcisista.”
”Ho semplicemente una precisa idea di me stesso. Ciò che è bello è bello. Ciò che è sgradevole è sgradevole.”
”Parli solo dell'aspetto fisico?”
O ti riferisci anche a come le persone sono nel profondo? Può il tuo sguardo penetrare la bellezza e la sgradevolezza al loro interno?
La mia ragione, la mia passione, la mia follia...
Nezumi recitò un frammento di Macbeth, dalla battuta delle streghe.
”Brutto è il bello, bello il brutto, libriamoci per la nebbia e l'aer corrotto." [2]
L'ascensore si fermò.
Si sentiva chiamare – avvertiva la forte sensazione che Safu lo stesse chiamando.
Shion.
La porta si aprì scorrendo silenziosamente.
”Non correre subito fuori. Prendi le tue precauzioni.” Il braccio di Nezumi lo trattenne mentre usciva per primo. Stava trascinando la gamba, anche se di poco. Il sangue si era fermato, ma doveva trattarsi di una ferita piuttosto seria. Se si muoveva eccessivamente, correva il rischio di sanguinare ancora. Entrambi i loro corpi avevano quasi raggiunto il limite.
Shion.
Safu. Stai bene? Riuscirò a vederti? Sono venuto a prenderti, così da poter fuggire insieme. Guidaci.
Shion...
Un corridoio si apriva davanti a loro, nero e lucido. Il lato in cui si trovava l'ascensore era un semplice muro. Il lato opposto ospitava tre porte a uguale distanza. Era deserto. L'ascensore si chiuse silenziosamente alle loro spalle.
”Quale porta?” Nezumi si voltò per domandare. “Destra, sinistra o centro? Forse hanno tigri e lupi pronti a saltarci addosso se apriamo quella errata.”
”No – nessuna di queste.”
Shion camminò dritto per il corridoio. Non era né la destra, né la sinistra, né la centrale.
All'improvviso, una delle porte si aprì, ed una donna avvolta in un camice bianco comparve.
”Cosa-- “ la sua tavoletta elettronica le scivolò dalle mani. “Voi – come avete fatto a entrare –?”
Sorpassarono la donna che stava immobile in silenzio.
”Aspettate – dove state –”
”Mia signora.” Nezumi raccolse la tavoletta elettronica, posizionandola nuovamente tra le mani della donna. “Sono terribilmente dispiaciuto per averla spaventata. Non siamo persone sospette – ok, forse lo siamo – ma non ha nulla di cui preoccuparsi. Non abbiamo intenzione di farle del male. Quindi stia calma, ora, per cortesia.”
Shion si fermò dove il corridoio raggiungeva un vicolo cieco.
Safu.
Il muro si aprì in due parti uguali.
La donna urlò. “Come – come ha fatto quella porta ad aprirsi?”
Nezumi fischiò. “E’ come la caverna delle Mille e Una Notte. Shion, che tipo di incantesimo hai usato?”
”No – come è – “ La donna si accasciò al suolo. Sembrava stesse svenendo dallo shock, dato che il suo volto era pallido come un lenzuolo.
C'era un'altra porta oltre la prima: una porta rossa.
”Appariscente.” Nezumi schioccò la lingua, portandosi al fianco di Shion. “Si aprirà?”
”Probabilmente.” Shion posò una mano sulla porta. Nezumi rabbrividì. Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.
”Nezumi – cos'hai?”
”Ho udito... una voce.”
”Puoi sentire la voce di Safu anche tu?”
”No. Quella... non era umana. Quella... a chi appartiene quella voce?”
”Cosa diceva?”
”...Finalmente, sei arrivato.” Nezumi strinse un pugno al petto. Lasciò fuori un lungo respiro. “Finalmente, sei arrivato. Ti stavo aspettando.”
Finalmente sei arrivato. Ti stavo aspettando.
Io sono stato chiamato qui da Safu. Chi è che stava chiamando te? Chi ti sta attendendo oltre questa porta?
Shion avvertì una vibrazione contro il suo palmo. La porta cremisi si aprì.
“Gh...” Sia Shion che Nezumi emisero un suono strozzato. Le loro voci erano rimaste bloccate in gola.
”Cosa--”
C'erano diverse colonne trasparenti piene di un liquido chiaro. Tali colonne, spesse abbastanza per permettere a stento a un bambino di muovere le braccia, erano disposte in una fila ordinata.
”Cervelli.” Nezumi deglutì a fatica.
Cervelli.
In ciascuna colonna galleggiava un cervello. Diversi tubicini trasparenti lo collegavano alla base, Rilasciando una luce biancastra di tanto in tanto.
Era una scena bizzarra, Alla quale Shion non avrebbe mai immaginato di assistere. Era completamente fuori dalla sua immaginazione.
La porta cremisi si richiuse. Appena prima di chiudersi completamente, ebbe l'impressione di udire il suono del vento. Un'allucinazione uditiva? Probabilmente. Ma ciò che stava vedendo ora con i suoi occhi non era un'illusione. Era la realtà. Questa scena era concreta. Esisteva davvero.
Le gambe tremavano. Il cuore era in sgomento.
La mano di Nezumi scivolò sotto il suo braccio.
Oh, eccomi che mi sorreggi ancora..
Procedettero lentamente attraverso le colonne.
Per quanto si estenderà? Ci sarà una fine?
”Shion.” Sì sentì chiamare. Alzò lo sguardo.
Safu era lì. Indossava quel maglione.
Il maglione nero realizzato a mano da sua nonna. C'erano righe rosa scuro sugli orli delle maniche e sul seno.
”Safu!”
Eccola lì.
Shion allungò la mano davanti a lui.
Fine volume 7
note:
[1] su questa non ne sono proprio sicura. Su tre fonti controllate, la traduzione di 9thavenue dice "You look good enough to me." ('sembri stare abbastanza bene', o 'non mi sembri così male', anche se non mi sembra una frase da Shion, questa... lui è più diretto con i complimenti.). La sia la novel cinese che la traduzione di hiriajuu usava "I think you're beautiful."
Immaginavo sarebbe finita male per Getsuyaku ma...che tristezza! La cosa peggiore, poi, sono i pensieri di Inukashi, é così scioccato/a -per non sbagliare metto la sbarretta, ahahahaha-, ha sbagliato ad affrontare un lavoro e per questo ha perso un collaboratore...ma, probabilmente, se non fosse stato per il nuovo arrivato, il piccolo Shion, la reazione sarebbe stata diversa. Adoro quando un personaggio si evolve!
RispondiEliminaIl pezzo di Nezumi e Shion non lo commento...TROPPI SENTIMENTI TUTTI INSIEME! XD
Ti ringrazio per il tempo che dedichi nel tradurre questa fantastica storia, davvero, complimenti! :)
ファイ
(Sbava tre ore sull'icona)
EliminaOk, allora, riguardo Inukashi e Getsuyaku... mi chiedo se Inukashi avrà mai occasione di capire che Lili era la figlia di cui Getsuyaku parlava spesso... Lili e Inukashi SONO destinate a incontrarsi (anzi, in un drama cd c'è proprio una scena con loro due insieme, e pensare che Inukashi è stata/o (same problem here XD) la causa della morte del suo secondo padre, dopo che ha assistito alla morte del primo con i suoi stessi occhi... a quella povera bambina sembrano capitare una disgrazia dopo l'altra, il simbolo della vittima innocente degli orrori degli adulti...
La parte di Shion e Nezumiii *fangirla* <3
RispondiEliminaMi è dispiaciuto un po' per Getsuyaku, però...ora che hanno trovato Safu, manca davvero poco alla fine, eh D:
vero, altri 8 capitoli e poi è finita.... non voglio q.q
EliminaTi ringrazio tanto Annamirka (e anche chi collabora con te ovviamente!)per l' impegno che dimostri e il gran bel lavoro.
RispondiEliminaSono davvero contenta di poter leggere questa bella novel :)
E' un po' che la seguo e mi dispiace che la mia pigrizia acuta mi abbia impedito di commentare prima T.T
Parlando del capitolo, sono rimasta molto sorpresa dai pensieri di Shion quando dice che non prova amicizia, adorazione, fascino o ammirazione ma Amore. Insomma si capiva che provava qualcosa di forte, ma a volte mi chiedevo se non fosse per l' appunto un miscuglio incerto di quelle emozioni... Invece è arrivata la conferma!
Oltre a questo, No.6 è davvero un gran insegnamento.
Grazie e alla prossima !
(scusate se non ho risposto a tutti, poco tempo q.q)
EliminaRiguardo "l'amore", vorrei fare una precisazione che ho dimenticato di inserire nel testo. Il testo originale inglese era "There was only one emotion that welled up inside Shion, and it was love. It was neither friendship nor adoration. Neither romance nor awe. Just love."
Infatti sono in dubbio se ho interpretato la frase correttamente. Bisogna tener conto che per gli inglesi, come avevo specificato anche nei primi capitoli (la scena del 'hai capacità linguistiche di uno scimpanzè'), con 'love' identificano OGNI tipo d'affetto, dall'amore genitoriale a quello di coppia. E quel 'it was neither-nor', più che scartare un tipo d'amore, lo vedo come 'non era solo amicizia, ne solo adorazione. Ne solo amore romantico(in italiano sembra non avere senso... per questo l'ho indirizzato al fascino) ne solo ammirazione.'
Cmq, ho chiesto ad Avenue che termine usa il libro per indicare amore lì... attendo risposta
Mi fa troppo ridere il pezzo di Nezumi: ”Sono orribile,” sospirò Nezumi. Fissava lo specchio, corrugando le sopracciglia turbato. “I miei capelli sono un disastro, il viso è tutto sporco – non potrei stare peggio. Persino le streghe di Macbeth non avrebbero il coraggio di avvicinarmisi. Posso immaginare lo sguardo d'orrore sul volto del mio manager se mi vedesse così.”
RispondiElimina”Io credo che tu sia meraviglioso.” (Io pure lo penso, Nezumi adorato)
”Shion, non c'è bisogno che provi a tirarmi su il morale(Te lo tiro su io, il morale... mio adorato!)
Cavoli, guardami, il mio bellissimo viso è rovinato.”(Povera stelluccia)
”Non mi ero mai accorto fossi un simile narcisista.”
”Ho semplicemente una precisa idea di me stesso. Ciò che è bello è bello. (Sì sono d'accordo con te!)Ciò che è sgradevole è sgradevole.”
”Parli solo dell'aspetto fisico?”
O ti riferisci anche a come le persone sono nel profondo? Può il tuo sguardo penetrare la bellezza e la sgradevolezza al loro interno?
La mia ragione, la mia passione, la mia follia...
Nezumi recitò un frammento di Macbeth, dalla battuta delle streghe.
”Brutto è il bello, bello il brutto, libriamoci per la nebbia e l'aer corrotto."
Un istante prima ridi di questi due che battibeccano e poi rabbrividisci nella scena asuccessiva che prelude al'incubo finale...
Che follia.
Grazie per il capitolo, considerando il solleone estivo!
Oddio,leggendo questa seconda parte non ho potuto fare a meno di pensare a quanto Inukashi
RispondiEliminasia cambiata. Sembra un'altra persona. E' mostruoso! E la cosa ancora più impressionante e che non ti viene
da dire "oddio com'è successo?" come molte volte..abbiamo seguito esattamente tutto il percorso con cui è cambiata.
Comunque il modo in cui Asano-sensei gestisce l'emozioni del lettore è spaventoso.
Mettere una scenetta comica/emozionante tra Shion e Nezumi e poi mostrarci "quello" è epico.
E' come se ti preparasse al peggio. Onestamente ho visto fare questo ottimo lavoro in questo campo solo a Tite Kubo.
Il capitolo in se è molto molto emozionante .__.
Povera Lili <_< ha perso un'altro padre ._.