28 aprile 2012

No.6 CAP 29 ITALIANO

Volume 6

Capitolo 5
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Nei miei desideri
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Chi sono io? Un uomo che insegue la felicità. L'ho cercata nella cupidigia, ma non l'ho incontrata.
Chiunque viva come me fallirà nella ricerca.
-Tolstoj, "Camminate nella luce mentre c'è luce" [1]
***
Avevo appena superato l'estate dei miei vent'anni quando venni scelto come membro principale del Progetto di Rinascita.
Alla mia nascita questo pianeta si trovava già nel pieno del pericolo. Guerre, inquinamento e distruzione ambientale avevano devastato oltre la metà della superficie terrestre, al punto da divenire inospitale per la vita umana.
Il riscaldamento globale aveva innescato il diffondersi di una serie di nuove epidemie, in un pianeta dove le condizioni atmosferiche erano ormai abnormi e imprevedibili. Nelle interminabili guerre tra popoli e nazioni era fatto ampio uso di testate nucleari.
Quando lo comprendemmo, l'umanità aveva già condotto se stessa sull'orlo dell'estinzione. Solo dopo esser stati incredibilmente vicini alla fine, abbiamo compreso che fosse nostro dovere riflettere sulla stoltezza delle nostre azioni.
Le nazioni, come strutture sociali, erano da lungo tempo crollate. Così ci siamo detti, perché non tentare di vivere le nostre vite, ricominciando nuovamente da zero? Questa volta avremmo vissuto in modo adeguato, così da non commettere mai più gli stessi errori.
Attraversando i confini di razza, nazionalità e origini etniche, coloro che erano riusciti a sopravvivere su questo pianeta giurarono di vivere umilmente, su fondamenta di pace e armonia.
È così che vennero create sei città.
Pochissime erano le regioni ancora adeguate alla vita umana. Metà della popolazione mondiale era deceduta, e le genti si radunarono in queste limitate regioni, cominciando gradatamente a edificare le proprie città.
Anche in questo luogo esisteva una città, un tempo. Una bellissima cittadina. L'abbondanza della natura rimasta ancora incontaminata in questo lembo di terra era così generosa da sembrare quasi un miracolo. Certo, non esisteva il mare – ma vi erano grandi foreste, laghi, acquitrini, e pianure. Sì: era senza dubbio un luogo miracoloso. Un luogo di miracoli, come una rosa sbocciata in mezzo alla devastazione.
Una volta fondata questa città, le persone poterono finalmente vivere in pace, in osservanza del loro giuramento. È proprio in quella città che sono nato, cresciuto e divenuto successivamente un ricercatore. Lo stesso vale per tua madre, Shion.
L'anziano sorrise, pronunciando queste parole.
"Mia madre?"
"Sì. Karan è cresciuta in questa stessa cittadina."
"Che rapporto aveva con mia madre?"
Il sorriso dell'anziano si fece più ampio, portando in sé un pizzico di infantilità. "Eravamo amici d'infanzia."
"Huh?"
  "Karan e io eravamo amici d'infanzia. Giocavamo spesso insieme, sebbene fossi di diversi anni più grande di lei. Ricordo che Karan era molto abile nell'arrampicarsi. Non importa quanto alto, sarebbe stata capace di scalare qualunque albero. La sua audacia mi rendeva spesso nervoso. Oh, sì, ricordo bene. Era una bellissima ragazza, di ampie vedute. E pensare che ora è madre di un figlio già grande..."
"In questo momento, di sua madre non potrebbe importarmi meno," interruppe Nezumi. "A meno che tu non venga a dirmi che vi siete innamorati e la vostra unione ha generato Shion. Non sarà andata davvero così? Oh, questo sì che sarebbe un risvolto interessante."
  "Nezumi!" esclamò Shion indignato.
  Nezumi fece spallucce, lanciandogli un'occhiata. "Tipica trama da dramma di scarsa qualità. Rou, sarebbe opportuno che ti dessi una mossa, sei stato tu stesso a dirlo: non abbiamo tempo. C'era una volta una città, e tu vi sei nato e cresciuto. Poi sei diventato un ricercatore. Dopo di che, sei stato scelto come membro del Progetto di Rinascita. Da qui... le cose sono cominciate a funzionare male."
L'anziano inalò un respiro. "È questo che pensi?"
"Certamente. Basta guardare il nome, 'Progetto di rinascita'. Sento puzza d'ipocrisia lontano un miglio. Cosa c'era da far rinascere, mh? Cosa pensavate di far rivivere, comunque? No, aspetta, conosco già la risposta. Avete rimesso in sesto la vostra amata cittadina, anche se limitatamente. Avete fatto in modo che la vita tornasse a scorrere normalmente, almeno per la maggior parte della gente, finalmente libera dai giorni in cui coabitava quotidianamente con morte e devastazione. Senonché, pochi anni più tardi, eravate già pronti a dimenticare gli errori passati, abbandonare il vostro giuramento e sottomettere ancora una volta l'ambiente al vostro controllo. Ecco lo scopo del progetto. Adunare giovani menti geniali era il primo passo di un progetto che aveva come fine l'espansione, la ricchezza e il potenziamento. Ho ragione?"
Nezumi corrugò le sopracciglia. Il suo elegante profilo era scolpito in odio e disgusto. Gettò con repulsione le parole fuori dalla sua bocca.
"Stolti."
  Il corpo dell'anziano sussultò, irrigidendosi subito dopo. Le parole sembravano averlo colpito come una frustata.
"Commettere per la seconda volta i medesimi errori: l'epitome della stoltezza. Ma voi bramavate il potere. Eravate disposti a tutto pur di rendervi più potenti, persino calpestare cose e persone intorno a voi per tenervi a galla, pur di raggiungere la vostra meta. E come risultato, in quella terra che un tempo era stata un bocciolo tra le rovine, avete dato vita a un orribile mostro. Ecco la vera No. 6."
Espansione, potenza e prosperosa. No. 6 era ciò che si stagliava al vertice di un simile desiderio? Anche Shion sentiva il proprio corpo tremare.
"Accadde nel giro di un attimo" sospirò l'anziano. "La città crebbe a un'impressionante velocità. Ci sono volte in cui mi domando se non si sia trattato solo di un incubo."
"È la pura e semplice realtà, ed è evidente che ne siate i responsabili. Rou, gli individui al centro del Progetto di Rinascita sono gli stessi che occupano attualmente il cuore amministrativo di No.6, non è così?"
"Ne facevano tutti parte. Giovani e intelligenti, ciascuno di loro con i propri forti ideali."
"Tutti volti presenti in questa foto?"
"Sì. Comunque sia, quello nella foto non è l'intero gruppo. Questa – risale a un giorno in cui Karan venne a farmi visita in laboratorio. La persona che scattò la foto era un giovane giornalista, se non sbaglio, venuto da noi per delle ricerche. Come giornalista, anche lui possedeva i propri ideali e un forte senso del dovere."
"Bhe, oramai è solo un vecchio alcolizzato, con meno senso del dovere dello sporco sotto le sue unghie. Eppure, persino lui vi è cento volte superiore. Avrà lasciato che l'alcol gli intaccasse il cervello – ma non la sua ideologia. Ognuno aveva i propri ideali, huh? E sentiamo, è qui che vi avrebbero condotti, infine, i vostri ideali?"
"Nezumi, vorrei che credessi almeno questo. Noi abbiamo davvero provato a creare una città ideale, in questo luogo. Un paradiso libero da guerre e povertà... dove abbiamo sbagliato, io non lo so..."
Nezumi scoppiò a ridere con sdegno. "La gente non più diventare Dio. Gli uomini non possono creare il Paradiso. Vi siete creduti al pari di un dio, onnipotenti Creatori. Eravate convinti di essere in grado di fare qualunque cosa. Ecco il momento della vostra caduta; il momento in cui avete cominciato ad andare fuori dalla strada che vi eravate prefissati; in cui gli ingranaggi hanno cominciato a girare in senso inverso. Avete cessato di prestare attenzione ai sentimenti della gente. Sofferenza e brutalità non rientravano più nel vostro campo visivo, esisteva solo la brama di soddisfare le vostre ideologie – no, i vostri desideri egoistici. Pur di poterli realizzare, avete pensato che vi sarebbe stata perdonata qualunque cosa. No, non ne avevate nemmeno bisogno – la vostra, era una posizione al di sopra del perdono. Quale Paradiso? Avete generato solo una bestia efferata e arrogante circondata da mura d'acciaio, e tramutato tutto ciò che la circondava in un Inferno."
Non vi era alcuna traccia di calore nelle parole di Nezumi. Suonavano fredde, dal ritmo misurato; eppure, Shion poteva percepire la tempesta d'emozioni che sferzava all'interno del suo animo. Poteva avvertire l'infuriare dell'inferno.
"Quando l'ho compreso..." disse l'anziano. "I cambiamenti in No. 6 erano già cominciati. Quelle mura che la isolavano dal suo circondario erano già state innalzate. Prosciugava le ricchezze da tutto ciò che la circondava, dando sostentamento solo a quanto era contenuto entro le sue mura. Si sviluppò un potere assoluto, seguito dal fiorire e radicarsi di organizzazioni in suo supporto."
"Eravate troppo immersi dai vostri esperimenti persino per notarlo? Non credere che questo vi renda meno colpevoli."
"Hai ragione, il mio è stato un grave crimine. Dopotutto, mi trovavo.... dalla parte di chi ha massacrato i tuoi amici e la tua famiglia."
"Cosa?" Shion scattò istintivamente in piedi. Fissava stupito i volti di Nezumi e l'anziano, guardando i loro visi avanti e indietro.
"Dunque è la verità" mormorò Nezumi. Il suo tono appariva quasi l'inverso di un attimo prima. Era in qualche modo fragile, incerto. "Allora è vero... È così. Sapevo eri diventato parte del popolo sotterraneo dopo essere stato esiliato da No. 6. Nutrivo persino un vago sospetto che avessi giocato un ruolo fondamentale nella nascita della città, ma mai avrei pensato avessi preso parte a quel massacro... non volevo credere a una simile eventualità."
"Massacro? Nezumi, di cosa state parlando?"
"La storia di No. 6. Il massacro di Mao. Oltre un centinaio di persone brutalmente assassinate."
"Il massacro di Mao..."
"Scommetto non ne hai mai sentito parlare."
"No, mai... è la prima volta che lo sento."
"Niente di cui essere imbarazzati. Nessuno sa, eccetto perpetratori e vittime. Probabilmente si tratta dell'incidente in cui No. 6 ha rivelato per la prima volta le sue mostruose fauci. Per questo l'intera faccenda è stata insabbiata, non esiste alcuna documentazione. Tuttavia si trova nella mia memoria, e da lì non svanirà mai. Un immagine scolpita a fuoco che mai potrà scomparire."
"Quando è successo?"
"Dodici anni fa."
"Dodici anni! Ero già al mondo."
"E da un bel po', anche. A quel tempo eri già stato certificato èlite, e probabilmente vivevi nella tua magione in Cronos. Oh, che ragazzino sveglio e adorabile dovevi essere."
Shion gli afferrò il braccio quasi inconsciamente.
"Dimmelo. Cos'è successo? Chi è stato ucciso? Si tratta della Caccia all'Uomo? Qualcosa accaduta nel West Block?"
"No."
"Allora, dove?"
"Nella foresta."
"Foresta? Intendi il bosco che si estende a Nord?"
Nezumi scacciò via le dita di Shion, voltandosi nello stesso istante, e affondando le proprie nel braccio dell'altro.
"E va bene," il gelido alito di Nezumi sfiorava il lobo del suo orecchio. "Te lo dirò." Allontanatesi dal braccio, le dita si spostarono contro la gola, tracciando con una lenta pressione il rosso marchio serpeggiante.
"Tu possiedi una rossa cicatrice, omaggio dalle vespe parassite, non è così?"
"Non un dono che fossi lieto di ricevere."
  "Anch'io ne possiedo una. Un dono di No. 6, se vogliamo chiamarlo così."
  "Huh?"
  Nezumi si sfilò la camicia, dandogli le spalle e mostrandogli la schiena. Shion sentì la propria gola serrarsi e il respiro intrappolarsi nella trachea.
"Nezumi, questa..."
C'era un rialzamento sulla pelle liscia della schiena, l'area compresa tra le spalle e i fianchi, dell'approssimativa larghezza di un palmo adulto. L'intera area era colorata in un pallido rosa, tesa come una cicatrice da ustione, resa ancora più fuori luogo dalla levigatezza della pelle da cui era circondata. Sembrava un gigantesco ragno disteso sulla sua schiena.
"Cheloidi, huh..."
"Già. Graziosamente donatemi dodici anni fa."
Shion allungò la mano, toccando il punto che appariva come la testa del ragno. Fece scivolare le dita lungo la cicatrice, come per tracciarne i contorni. Nezumi non mostrava alcun segno di resistenza; restava immobile come una statua, come sottomesso ai movimenti di quelle dita.
"Io non ho mai... notato." Shion emise un sospiro quasi senza pensare. Né quattro anni prima, quando aveva curato la ferita sulla sua spalla, né nei passati mesi trascorsi con Nezumi, aveva mai notato nulla. Possibile che Nezumi glie lo avesse tenuto abilmente nascosto?
"Mi sembra ovvio." Nezumi si accovacciò all'improvviso, raccogliendo la camicia sul pavimento. "Che ragione avrei avuto di mostrartela? Avrei dovuto spogliarmi, e nemmeno a te andava l'idea di rimanere completamente nudo davanti a me, no? Anche se ho già avuto il privilegio di tale spettacolo."
"Bhe... però..." Avrebbe voluto che Nezumi ne avesse parlato prima, che avesse rivelato di quelle cicatrici in precedenza. Desiderava dolorosamente che gli avesse parlato del passato che le circondava. Non poteva biasimarlo per il suo silenzio, eppure, era proprio questo che lo spingeva a desiderare si fosse aperto con lui. Se solo glielo avesse detto prima...
Shion lo avrebbe fatto, ne era certo. Non avrebbe esitato a mettere a nudo il proprio corpo, mente, cicatrici, e dove risiedeva il suo cuore. Lo aveva già fatto in passato. Nezumi non si fida completamente di me. Non mi reputa qualcuno con cui valga la pena esporsi completamente. Cosa posso fare per superare la barriera che ci divide? Cosa devo fare per superare questo abisso? [2]
Digrignò i denti.
Ora basta, non è il momento d'indugiare nei miei sentimenti. Non è una situazione così indulgente, lo so bene anch'io.
Cheloidi. Sollevamenti anomali di una cicatrice. A causa di una bruciatura?
"Siamo stati bruciati vivi" disse Nezumi, come se avesse compreso esattamente cosa vi fosse nel suo cuore. Il suo tono freddo divenne una forza d'urto che investì Shion con violenza.
"Bruciati... cosa intendi per bruciati?"
"Esattamente ciò che ho detto. Un giorno sono apparsi alcuni soldati armati di lanciafiamme, e ci hanno spazzati via col fuoco."
Furenti lingue infuocate turbinarono davanti ai suoi occhi.
Siamo stati spazzati via col fuoco.
Nezumi si tirò in piedi e cominciò a parlare in un tono regolare e inespressivo.
"Shion, il mio popolo – eravamo chiamati Popolo della Foresta. Prima di No. 6... no, ancor prima della Città delle Rose che avrebbe originato No. 6, noi abitavamo la foresta. Era la nostra casa. Vivevamo in armonia – in vera armonia con venti, terra, acque e cielo, con le creature e la natura. Per lunghissimo tempo abbiamo vissuto così."
L'anziano sollevò una mano tremante.
"Proprio così, Shion. Queste terre erano abitate dal Popolo della Foresta, è questo il motivo per cui tanta natura è riuscita a rimanere così miracolosamente illesa."
"Il Popolo della Foresta, che tipo di gente era?" Il cuore di Shion andava a tutta velocità; stava per compiere un nuovo passo nelle verità concernenti Nezumi.
"Trascorrevano le loro vite nella foresta, fin dalla loro nascita," disse l'anziano. "Proteggendola e trattandola con rispetto, hanno fatto crescere questa foresta forte e rigogliosa. Erano in grado di conversare col vento, con le acque, gli alberi, le piante; unire i propri cuori all'unisono con la natura. Vivevano in un modo totalmente opposto dal nostro. Non desideravano lo sviluppo, né il progresso; si limitavano a vivere in pace, nel rispetto delle leggi della natura. Queste terre sono sempre state protette da loro... ecco qual'è la verità."
L'anziano emise un lungo sospiro, chinando il capo. Appena il sospiro lasciò il suo corpo, la sua sagoma sembrò sgonfiarsi e divenire più piccola.
"Era una foresta rigogliosa... con una ricchissima varietà di flora e fauna, dalle dimensioni più disparate. Le stagioni si alternavano con lo sbocciare dei fiori, il maturare dei frutti, l'infoltire delle foglie. Così cullata e protetta, ciascuna creatura trascorreva la propria esistenza brulicante di vita."
"E No.6 ha distrutto ogni cosa." La voce di Nezumi era ridotta a un sussurro. Un incantevole mormorio che scuoteva non solo i suoi timpani, ma anche il cuore di Shion.
"Shion, forse lo ignoravi, ma alla tua nascita No. 6 era ancora nel pieno della sua espansione. Cercava d'inghiottire e appropriarsi di ogni singolo pezzo di terra idoneo alla vita, per questo conclusero che eravamo d'intralcio. Noi, il Popolo della Foresta – obbedivamo alle leggi della foresta, non avremmo mai accettato di venerare altro; per questo ci siamo rifiutati di divenire parte di No. 6. Solo coloro che si trovavano entro quelle mura argentate, appena terminate a impressionante velocità, erano trattati da esseri umani. I restanti, potevano essere invasi o distrutti a loro piacimento – questa stava diventando la politica di No. 6. E coerentemente ad essa, invasero e si appropriarono dell'intera foresta. Riesci a comprendere ciò che dico?"
"Sì."
"E riesci a immaginare cosa viene dopo?"
Shion fece di sì con il capo. Poteva sentire il proprio collo scricchiolare. "L'esercito di No. 6... invase il tuo villaggio. Pensarono che se non eravate disposti a cooperare... vi avrebbero distrutti."
"Già. Bravo, stai imparando a guardare oltre."
Shion si strinse un pugno al petto. Il cuore non si limitava a correre – stava palpitando. Non riusciva nemmeno a respirare regolarmente.
"I-In quel momento... cosa stavi facendo...?"
"Dormivo. Era notte fonda, ed ero ancora piccolo. Troppo piccolo.... per ricordare molte cose. Non ricordo il volto di mia madre o la voce di mio padre. Ricordo solo un caldo infernale. E la violenza delle fiamme che divoravano tutto quanto... ecco cosa ricordo. Lo ricordo bene, Shion."
"Hanno bruciato.... l'intero villaggio."
"Diedero alle fiamme e uccisero indiscriminatamente ogni persona. Appiccavano fuochi alle abitazioni con la gente ancora all'interno, e sparavano su coloro che tentavano di fuggire. Riesci a immaginarlo? Hai provato la Caccia all'Uomo sulla tua pelle; No. 6 ha continuato a ricreare quell'Inferno molte, molte volte."
Poteva immaginarlo, vedeva la scena del massacro in immagini vivide. Sebbene fosse stato lui stesso una vittima, catturato nella Caccia e gettato nell'oscurità che lo aveva condotto fin lì, sempre al fianco di Nezumi; nella scena che scorreva nella sua mente si trovava dalla parte degli assassini. Era lui a puntare il lanciafiamme, il cui fuoco si precipitava verso anziani, bambini, uomini e donne.
Il sudore gli inumidì la pelle. Aveva la nausea.
"Ma ti sei salvato. Hai riportato delle ustioni... ma sei sopravvissuto."
"Un'anziana donna – non ho idea se fosse la mia vera nonna. Mi prese tra le braccia e si lanciò in una fuga disperata. È grazie a lei che sono riuscito a sopravvivere."
"La tua famiglia, sono stati..."
"Non è sopravvissuto nessuno."
Shion deglutì la saliva nella sua bocca. Era amara. Incredibilmente amara.
"Quindi No.6 ha invaso e distrutto la vostra foresta, continuando ad espandere il suo territorio."
"Esatto. Era nei pressi dell'attuale aeroporto, gli alberi disseminati nella zona sono tutto ciò che ne resta. Forse desideravano il suolo per costruire una pista d'atterraggio. Qualche anno dopo il massacro, le mura si sono ampliate fino alla forma attuale."
Una goccia di sudore scivolò già dalla sua guancia. C'era ancora un sapore amaro nella bocca.
"C'è dell'altro," aggiunse Nezumi. "Riguardo come sono stato rinchiuso in questa parte sotterranea del Penitenziario."
"Giusto – ascoltiamolo."
Heh. Nezumi scoppiò in un improvvisa risata. Una risata spensierata ma allo stesso tempo ironica, qualcosa di cui solo lui era capace.
"Non sembra tu abbia tutta questa voglia. Sei pallido come un lenzuolo."
"Ascolterò. Voglio ascoltare. Nezumi, intendo ascoltare la tua storia fino alla fine. Penso di avere l'obbligo... di ascoltarla."
Le dita di Nezumi si strinsero con forza intorno al suo mento.
"È la verità?"
"Ho promesso. Ho detto che non ti avrei mai più mentito. Manterrò la mia parola. E – se possibile..."
"Se è possibile?"
"Non voglio mentire nemmeno a me stesso."
"Un nobile proposito."
Le dita si ritrassero, e il suo viso, oscuro fino a un attimo prima, venne ingentilito da un sorriso. Freddezza e ironia erano svanite, Shion pensò addirittura di leggervi della dolcezza in esso. Alla vista di quel sorriso, le forze lo abbandonarono all'improvviso. Aveva le vertigini. Aveva l'impressione che il terreno gli fosse svanito da sotto i piedi e stesse galleggiando per aria. Il suo intero corpo era diventato freddo.
Stava perdendo i sensi.
"Shion?"
"Non è nulla" divaricò leggermente le gambe per supportare la sua postura instabile.
Non ho intenzione di cadere qui. È appena cominciata, siamo ancora all'inizio. Io devo ascoltare... devo udire la verità dalle sue labbra. Chiuse gli occhi. Come si aspettava, il caotico inferno mulinava ancora dietro le sue palpebre. Persone si contorcevano a terra, avvolte in un mare di fiamme. Poteva persino udire le grida strazianti e il tanfo di carne bruciata.
Sono dalla parte degli assassini?
Dodici anni fa mi trovavo nella mia stanza confortevole in Cronos, godendomi sontuosi pranzetti e un letto pulito. Anche mentre Nezumi si trovava in un inferno di fuoco e veniva quasi ucciso, io vivevo una lussuosa vita che non meritavo.
  Chi potrebbe dire che non fosse un peccato? Sarò anche stato ancora un bambino, ma condividevo ugualmente lo stesso mondo dei perpetratori del massacro. È una verità inamovibile: io ero dalla parte di No.6, non di Nezumi. Qualcuno avrebbe davvero il coraggio di affermare che non si trattava di un peccato? Io, potrei davvero farlo?...No, non ne avrei il diritto.
L'oscurità ondeggiò, la figura di Nezumi si fece incerta e tutti i suoni scomparvero. Poi, un paio di solide braccia scivolarono sotto le sue.
"Basta così. Shion, fermiamoci qui." Nezumi rafforzò la presa e la sensazione riportò Shion ai suoi sensi.
"Tu sei – beh, lo sono anch'io, in realtà – siamo entrambi mentalmente esausti. Siamo riusciti a trascinarci in qualche modo attraverso quell'esperienza estenuante, per non parlare dell'essere rimasti costantemente all'erta. Saremo entrambi al massimo della stanchezza. Va bene così, riposati. Prenditi del tempo per rilassarti, altrimenti il tuo cuore finirà per cedere."
"... io non posso... sentire nessuna canzone."
"Huh?"
"Anche se comincio a perdere conoscenza, non riesco a sentire.... canzoni, come te..."
"Shion."
"Io non posso... farlo."
"Shion, guardami."
Shion alzò lo sguardo verso il paio d'occhi grigi. Così calmi, così sereni.
"Te l'ho già detto, io sono io e tu sei tu. Non possiamo essere uguali, né mai lo diventeremo. Eppure, siamo in grado di sostenerci l'un l'altro in questo modo. Sia tu che io. Poco fa, mi hai sostenuto e dato dell'acqua. Probabilmente eri terribilmente assetato anche tu, eppure hai salvato quell'acqua per me, fino all'ultima goccia. Shion... tu sei nato all'interno di quelle mura ed io vi ho vissuto all'esterno; questa è la realtà e non possiamo farci nulla a riguardo. È inevitabile. Eppure, quando l'altro sta per cadere, noi tendiamo la mano per sostenerlo, senza la più piccola esitazione. Anche questo è inevitabile. Gli diamo da bere, proviamo a proteggerlo. Anche questa è una verità su di noi."
"Nezumi..."
"Non volevo farti sentire in colpa. Non intendevo accusarti di alcun crimine. Io... non posso nemmeno immaginare di volerti fare del male. Perdonami, avrei dovuto pensare un po' più alla tua situazione."
Shion avvertì qualcosa di caldo premergli contro il retro degli occhi. Ancor prima di poterlo focalizzare, lacrime stavano scivolandogli lungo il volto.
Che cosa imbarazzante. Piangere in questo modo, patetico.
Sebbene avesse serrato i denti contro le labbra nel tentativo di trattenere le lacrime, i singhiozzi riuscirono a trovare ugualmente la loro strada tra denti stretti.
Non essere gentile con me. Non chiedermi scusa. Preferirei piuttosto che mi incolpassi, che mi ferissi, o accusassi di qualunque crimine. Se non lo facessi, finirei per appoggiarmi a te. Mi aggrapperei a quella realtà di cui parlavi, continuando ininterrottamente a giustificarmi, fino alla fine. Sono ancora così debole.
Shion non era in grado di controllare le proprie emozioni. I suoi nervi, tesi per tutto questo tempo, faticavano a tornare alla normalità una volta ceduto. Ignorando la sua stessa volontà, continuavano a lasciar cadere liberamente le lacrime.
"Non piangere" La mano di Nezumi carezzò gentilmente la sua schiena. "Non devi piangere. Eri solo un bambino, non hai nulla di cui essere biasimato. Quelli che dovrebbero pagare per i loro crimini sono gli adulti. Coloro che hanno dato origine a quella creatura e hanno lasciato che assumesse simili proporzioni, sono loro che dovrebbero scontare le proprie pene. Non è così, Rou?"
"Sì. I crimini poggiano interamente su di noi."
"Dunque, quale sarebbe il tuo personale crimine? Cosa avresti commesso?"
"Sono stato io a generare il seme del massacro."
Fu come se l'aria si fosse raggelata. Shion sentì le braccia di Nezumi tremare impercettibilmente sotto le proprie.
"Lo scopo del massacro non era acquisire terreno per una pista d'atterraggio. L'obiettivo era Elyurias."
Elyurias. La grande sovrana.
.
"Non abbiamo mai avuto un sovrano, o almeno non che io ricordi. Non ho mai udito quel nome prima d'ora," disse Nezumi.
"È naturale, sono stato io a darglielo. La tua gente non ha mai adoperato un nome per lei, tuttavia la venerava. Allo stesso modo in cui venerava gli alberi, il sole, la luna... e la temeva. Proprio così – lei era temuta. Era oltremodo potente. Un potere da cui noi come voi eravamo ben lontani – probabilmente, un potere che alcun uomo avrà mai modo di possedere. Per questa ragione No. 6 la desiderava. Bramava il suo potere. Nezumi – il tuo popolo era a conoscenza della sua potenza, eppure la temeva e rispettava. Mai ha pensato di servirsene per la sua prosperità. Questa è la differenza tra noi e il tuo popolo. A ogni modo, la mia, non fu una partecipazione diretta al massacro. Ciononostante, sono consapevole che questo non costituisce una scusante.”
”Sentiamo la verità, allora. Quale sarebbe stato il tuo ruolo?”
  ”Io-io incontrai Elyurias nella foresta, scoprii il suo potere, e ne feci rapporto ai miei superiori. Si potrebbe dire che ne ero affascinato. Ossessionato, forse. Presentai un dettagliato resoconto di quanto avevo scoperto. I piani alti si mostrarono fortemente interessati alla mia ricerca e vi contribuirono con generosi fondi. Come ricercatore, venni definito una rara gemma. In quel periodo, io mi lasciai abbagliare da fama e fortuna. Oh..."
Le parole dell'anziano rimasero in sospeso. Il suo sguardo vagò per un istante nel vuoto.
”Cosa?”
”No... mi è solo tornato in mente qualcosa che mi disse Karan a quel tempo. Io le facevo paura. Avevo uno sguardo spaventoso, quasi pericoloso, disse. E che, non ne capiva la ragione, ma le facevo paura... è stato solo diverso tempo dopo che ne ho compreso il motivo. Proprio così... non avevo compreso... i cambiamenti che stavano avvenendo... in me stesso, come in No. 6... ho persino riso della sua paura. Non avevo compreso di aver gettato via i miei ideali, che mi ero allontanato dalla strada che intendevo percorrere. Ma – a quel tempo, le organizzazioni che detenevano il potere si erano già formate, e stavano velocemente acquisendo maggior spessore. Forze armate erano state assemblate in segretezza, e un rigido sistema di controllo e sottomissione della popolazione era prossimo al completamento. Non l'ho mai compreso – non ne ho mai avuto il minimo sospetto. Ero ancora convinto.... ero ancora...”
"...che No. 6 fosse la città ideale?”
"Sì. Una pacifica città edificata su fondamenta di speranza e duratura armonia, che non avrebbe ricorso ad armamenti per interagire col resto del mondo. Una città capace di garantire umana dignità per ciascun individuo; che rispettasse ogni persona quale essere umano. Il mondo e No. 6, natura e scienza, realtà e ideali si sarebbero amalgamati armonicamente, unificandosi insieme senza contrasti. Avevo piena fiducia in tutto questo. Mi sono immerso nelle mie ricerche, accompagnato da queste convinzioni, e... ho dato vita a una tragedia. Non avrei mai immaginato che No. 6 potesse essere in possesso di un'armata. Non avrei mai pensato che avrebbe mobilitato la propria milizia e invaso le regioni circostanti. Quando ho appreso la verità riguardo il massacro, era già trascorso diverso tempo dall'accaduto... ma sprofondai nel panico. L'impatto con cui mi colpì fu tale da far irrigidire il mio intero corpo. Fu allora che compresi il significato della parole di Karan. Ebbro di gioia per i miei superficiali successi lavorativi, avevo lasciato che divenissi una persona incapace di provare sentimenti, qualcuno insensibile agli avvenimenti che lo circondavano, stolto e pericoloso più di chiunque altro. Quando lo compresi, presentai ricorso ai piani alti per chiarificare le verità riguardo il massacro. Era il solo modo che avessi per protestare.”
Le spalle di Nezumi tremavano, come se non trovasse nulla di più divertente.
”Eri davvero convinto che ti avrebbero ascoltato?”
”Lo ero.”
”Ingenuo.”
”Credevo fossero dalla mia parte. Pensavo a loro come miei amici, compagni che condividevano i miei stessi ideali, e la medesima speranza di creare una città utopica – non come politici o ricercatori.”
”Così hai presentato un'infervorata obiezione. E come risultato, sei stato arrestato e imprigionato come ribelle.”
”È andata pressappoco in questo modo... non si sono spinti al punto di uccidermi, tuttavia.”
”Persino in loro restava ancora della pietà.”
”No... non si tratta di questo.”
L'anziano fece scivolare una mano sul grembo. “Devono aver deciso che non ce ne fosse bisogno, dopo quanto affrontato dal mio corpo. Shion.”
”Sì.”
”Guarda.” L'anziano portò in alto un braccio, sollevando l'indumento che lo ricopriva.
”.............”
Al fianco di Shion, Nezumi si mosse a disagio. Anche Shion tratteneva il respiro, protraendosi leggermente avanti. Il segno di una rossa cicatrice avvolgeva il braccio dell'anziano, dal gomito fino alla sua spalla. Procedeva in spire come quella di Shion, ma il colore era vagamente più scuro.
”Questa... è di una vespa parassita....”
”Ormai posso asserirlo con chiarezza. Da qualche parte nel mio corpo devono esserci i resti di una vespa che ha fallito la sua schiusa. A quel tempo, mi trovavo agli arresti domiciliari per ordine delle autorità. Collassai nella mia stanza all'improvviso, perdendo conoscenza. Al mio risveglio, erano comparsi questi marchi sul mio braccio.... ed entrambe le gambe avevano perso ogni funzionalità.”
”Le sue gambe...”
”Tu hai perduto ogni colore nei capelli, io le mie gambe. Come prezzo della mia sopravvivenza, presumo. A ogni modo, a quel tempo nessuno riuscì a comprenderne l'esatta causa, incluso me stesso... se fosse accaduto adesso, probabilmente avrei costituto un ottimo campione sperimentale, ma all'epoca non vi era posto per simili pensieri razionali nei piani alti. Erano immersi nel lavoro per la costituzione delle organizzazioni governative. Il Penitenziario era ancora in fase di completamento. Mi sono salvato per miracolo, perdendo in cambio le mie gambe, e sono stato sistemato in queste caverne sotterranee. E così sono stato esiliato. Shion, sono stato il primo ospite della vespa parassita e il suo primo sopravvissuto.”
”Allora, Rou..." Nezumi sollevò il mento, dirigendo il suo sguardo direttamente sull'anziano, affilato come una freccia.
Incredibile.
Nezumi possedeva ancora pieno controllo di sé. Era in grado di governare perfettamente ragione ed emozioni. Shion si asciugò il viso col dorso della mano, stretta in un pugno. Secondo Nezumi non potevano essere uguali. Probabilmente aveva ragione. Ma a ogni modo, avrebbe potuto provare ad avvicinarglisi.
  Voglio raggiungere la sua stessa capacità di recupero. Voglio essere in grado di proteggermi, fisicamente come mentalmente, e trovare il modo di restare me stesso.
  Non è una speranza né una preghiera; Si tratta di un giuramento con me stesso. Un giorno, diventerò forte. Troverò il tipo di forza che mi impedisca di trovare costantemente scuse con me stesso.
Nezumi puntò un dito verso l'alto.
”Allora, Rou, non credi che i piani alti possano decidere di convocarti da un momento all'altro? Probabilmente si saranno finalmente accorti degli incidenti in città, ma non hanno idea di come comportarsi. È giunto il momento che i loro sguardi arroganti vedano la realtà per quella che è. Non pensi verranno a chiederti aiuto?”
”Non succederà. La totalità delle mie ricerche venne confiscata, avranno analizzato tutto il possibile. Oramai il mio potere è prossimo all'inutilità. Sono diventato vecchio, vivere i giorni che mi restano in questo luogo sotterraneo e lasciare infine questo mondo – questo è il mio unico desiderio. Non possiedo il potere né la volontà per cambiare la realtà. Tuttavia di qualcosa sono certo: quanto è in procinto di accadere in No. 6 è mille volte più terrificante e distruttivo di quanto voi possiate solo immaginare. Un grandissimo numero di persone perderà la vita. Né io né No. 6 possediamo il potere per fermarlo. Tuttavia, tu ne possiedi la capacità.”
“Fermarlo? Morte e distruzione? E perché mai dovrei? Non potrei sperare in uno sviluppo più sublime.”
”Nezumi, saranno i cittadini quelli che perderanno la vita. Adulti o bambini, moriranno indiscriminatamente. Stai dicendo che resteresti semplicemente a guardare?”
”Cosa c'è di male?”
”Hai detto che Shion non è colpevole di alcun crimine. È la verità. Ma allo stesso modo, di quale crimine potresti accusare quei bambini che vivono all'interno delle mura? Se incrocerai le braccia rimanendo semplicemente a guardare, sapendo che dei bambini innocenti moriranno... se lascerai senza intervenire che qualcosa di simile accada... tu, e chiunque agisca allo stesso modo..."
L'anziano raddrizzò la schiena, rispondendo fermamente allo sguardo di Nezumi.
“...non siete che assassini.”
Nezumi emise un suono strozzato dalla gola, a malapena udibile.
”Non spetterebbe a me dirlo. Ma, a questo punto credo di averne il dovere. Nezumi, tu sei il solo sopravvissuto di un massacro. Proprio per questo, non puoi metterti allo stesso livello dei perpetratori. Non puoi lasciarti sprofondare allo stesso livello di coloro che odi.”
"Gh..."
Nezumi cadde in silenzio. Shion fece un passo avanti.
”Che cosa dovremmo fare? Cosa possiamo fare?”
Sua madre si trovava all'interno della città. Anche Lili, la ragazzina del vicinato, era all'interno di quelle mura insieme alla sua famiglia. Lo studente che andava a comprare il pane ogni mattina; il lavoratore con cui scambiava saluti sulla strada del lavoro.
Una fugace immagine di Karan – la ragazzina che aveva conosciuto nel West Block – si sovrappose al volto di Lili all'improvviso.
Non posso. Non posso lasciare che muoiano.[3]
”Non lo so, a dire il vero,” disse l'anziano. “Non riesco a immaginare un modo che possa prevenire questa tragedia. Nulla mi si presenta d'inanzi. Non vi resta che agire come i vostri cuori vi suggeriscono. Voi – i vostri cuori – saranno in grado di salvare la gente dalla devastazione. È così che appare ai miei occhi, non riesco concepirla in altro modo. Shion.”
”Sì.”
”Prendi questo.” L'anziano fece scorrere la mano lungo il bracciolo della sedia, da cui comparve un cassetto, e ne estrasse qualcosa di piccolo. Con un altro dei suoi numerosi sospiri, offrì l'oggetto a Shion. Sembrava fosse invecchiato all'improvviso, la scintilla di giovinezza che aveva visto nei suoi occhi, svanita completamente.
”Questo... è un chip.”
”Sì. Quasi la totalità delle mie ricerche è contenuta al suo interno. Vespe parassite, Elyurias, il Popolo della Foresta... tutto quanto. Dopo che avrai salvato la tua amica, ti prego, cerca di decodificarla.”
”Io?”
”L'affido a te. Ora... sono stanco. Era una vita che non parlavo tanto a lungo. Sono stanco, desidererei riposare.”
L'affido a te. Trova la risposta. Te ne prego, trova una risposta che non preveda altro sangue versato. Shion poteva udire le tacite parole del vecchio.
C'erano ancora molteplici misteri rimasti irrisolti: il modo in cui questo reame sotterraneo era venutosi a creare; come Nezumi vi era giunto e la ragione per cui lo aveva abbandonato; gli eventi che lo avevano condotto al loro incontro – moriva dalla voglia di sapere, ma per il momento avrebbe trattenuto queste domande all'interno del suo cuore.
Era il momento d'agire, non di apprendere.
Cheep-cheep-cheep! Cheep-cheep-cheep!
All'improvviso, i topi cominciarono a mormorare rumorosamente. Uno dei ratti ai suoi piedi alzò apprensivamente la voce.
Screech, screech!
Shion aveva già sentito questa voce prima. Apparteneva a –
"Tsukiyo. Nezumi, c'è Tsukiyo qui."
"Lo so. Cavoli, si può sapere come fai a distinguerli in quel modo?" Portando le dita alle labbra, Nezumi emise un fischio acuto.
Screech, screech! Un piccolo topolino nero arrivò quasi capitombolando, gettandosi giù da una parete rocciosa.
Skrit, skrit. Un ratto gli si avventò addosso in un balzo.
"Fermati!"
Al comando di Shion, il ratto si immobilizzò.
"Non è una preda. È un nostro compagno, lascialo andare." Appena il ratto sollevò le zampe che lo bloccavano, Tsukiyo balzò tempestivamente in piedi, arrampicandosi sulla spalla di Nezumi.
"Ottimo, ce l'hai fatta. Messaggi da parte di Inukashi?"
Tsukiyo fece di sì col musetto. Il piccolo corpicino era disseminato di ferite che cominciavano a sanguinare. Nezumi deglutì, prestando ascolto ai suoi squittii.
"Sembra che i preparativi per salire in superficie siano terminati. Dobbiamo agire tempestivamente. Rou, avrei voluto ascoltare ancora altri dettagli della tua storia, ma sembra che non ne avremo il tempo. È giunto il momento di andare."
"E andate, dunque. C'è nulla di cui avete bisogno?"
"Cibo e acqua, possibilmente. Sono così affamato che mi sembra di svenire."
"Sarà preparato immediatamente. Sasori, da loro qualunque cosa desiderino."
"Prima di questo – " Sasori si avvicinò a Nezumi. "Nezumi, c'è una cosa che vorrei chiederti."
"Cosa?"
"Non starai pensando di far saltare in aria la porta con una micro-bomba, spero? Se farai qualcosa del genere, crollerà l'intero posto."
Nezumi corrugò le sopracciglia, fissando Sasori con un un'espressione esageratamente perplessa. "Sasori, per arrivare qui abbiamo attraversato i cancelli posteriori del Penitenziario. Per quanto vecchio, un bomb-detector resta sempre un bomb-detector. Si da il caso che quei cancelli ne siano equipaggiati. Sarà anche possibile introdurre coltelli o piccole pistole, ma non micro-bombe. Se fosse stato possibile, ne avremmo addosso almeno un centinaio, a quest'ora."
"Bene. Basta che non ci coinvolgi in questa storia."
"Dubiti di me?"
"Chi lo sa cosa potresti fare. Sei un tipo pericoloso, tu."
"Hey, pensavo fosse Shion il demone, qui."
"I demoni non piangono." Sasori lanciò un' occhiata a Shion. "Un demone non piangerebbe... in quel modo."
Alle parole dell'uomo, Shion sentì il volto avvampare. Si sentiva terribilmente imbarazzato.
"Stentavo a crederci," disse l'uomo. "Essere capace di piangere apertamente in quel modo, senza riserve... davvero assurdo."
"Bhe, non è vero," balbettò Shion. "È solo che... ero molto stanco, e con i nervi... – a fior di pelle – tutto qui, davvero, non è che pianga sempre in quel modo..."
L'aria si mosse.
Sasori stava ridendo. Era il primo sorriso che Shion gli vedeva in viso.
"Sei davvero interessante. Forse, sei molto più decente di Nezumi."
Un ratto si posizionò sulla spalla di Shion, dandogli un leggero buffetto col muso.
"Anche lui dice lo stesso," disse l'uomo, indicando il ratto. "Sei molto più decente di lui."
"Che diavolo dovrebbe significare?" Nezumi schioccò la lingua, poi fece un segno col mento.
"Andiamo, Shion."
"Sì."
"Rou, questo è un addio. Probabilmente sarà l'ultima volta in cui ci vediamo. Stavolta non tornerò."
"È per il meglio. Tu sei fatto per vivere in superficie. Sei una persona che deve vivere nel vento e nella luce. Prego perché le nostre strade non si uniscano mai più. Ah, ma tu non sei una persona che sente il bisogno di preghiere, sbaglio?"
"Non ne ho bisogno."
"Oh – Rou, vado anch'io, dunque," Disse Shion. "Avrei voluto poter ascoltare ancora la sua storia."
"Confido che il resto pervenga dalle tue stesse mani. Grazie a te, ho potuto rivivere memorie di Karan. Ma non c'è bisogno che tu le dica di me... Anche tu dovresti dimenticartene. Questo è un addio, Shion."
"Addio. Grazie per tutto quanto."
Cominciarono a camminare.
Quando Shion si voltò nuovamente, la candela si era già spenta. L'oscurità ricopriva tutto quello che si trovava alle loro spalle.
***
La luce d'emergenza lampeggiò e la sirena cominciò a suonare.
La porta per il Penitenziario si sollevò lentamente davanti ai suoi occhi, e Getsuyaku avanzò di un passo. Mura e corridoi bianchissimi si estendevano davanti a lui, l'immagine stessa del candore.
Che diavolo è questa roba, eh?” Getsuyaku venne accolto con un fiume d'insulti non appena varcò la soglia della stanza di controllo. “Cosa gli prende a questi robot pulitori, eh? Invece di pulire, sparpagliano rifiuti e cattivo odore ovunque. Li hai controllati come si deve, almeno?” L'uomo era praticamente un gigante, quasi una volta e mezzo Getsuyaku, sia in altezza che in larghezza.
”Sono mortificato, è da un po' che stanno dando problemi. Non avrei mai immaginavo che potesse accadere qualcosa del genere.”
”Basta con le scuse. Sbrigati a pulire.”
”Sì signore.”
  ”Oh, che odore terribile” disse una donna dai lunghi capelli, torcendo la bocca mentre si tappava il naso. “Con questo fetore non riesco nemmeno a lavorare.” La donna lasciò la stanza con voce alterata, calpestando l'alluce di Getsuyaku nel processo, cosa che sospettava non essere accidentale. Non gli rivolse nemmeno una scusa, né lo degnò di un singolo sguardo.
Mura trasparenti ripartivano la stanza in diverse sezioni, disposte in base alla loro priorità, le più importanti disposte nella parte più interna. Getsuyaku si trovava in una zona adiacente alla porta, una sezione comunemente chiamata Manichino, adibita principalmente al monitoraggio della ventilazione. Era un dipartimento relativamente basso nella scala delle priorità, probabile ragione per cui aveva potuto accedervi senza grossi problemi.[4]
"Sono davvero mortificato." Impugnava un aspirapolvere, aspirando l'immondizia disseminata sul pavimento.
"Sei completamente inutile. Potrei trovarne almeno una dozzina di custodi per rimpiazzarti, lo sai? Un altro casino e ti ritroverai licenziato in tronco. Ugh, che puzza terribile. È insopportabile. Hm? Cos'hai da guardare?"
"Niente, signore." Getsuyaku abbassò gli occhi.
"Hai qualcosa da ridire, mh? Qualche lamentela? Un residente di Lost Town che alza addirittura la cresta?"
Getsuyaku avvertì un forte calcio sugli stinchi. Barcollando, urtò dolorosamente il fianco contro un angolo del bancone.
"Allora? E non startene lì imbambolato. Datti una mossa e lavora!"
C'era un vento che danzava nella sua mente. No, un feroce turbinio. Sferzava contro le pareti, borbottando rumorosamente.
Maledizione. Mormorava tra denti stretti. Maledizione, maledizione, maledizione, maledizione.
Cosa gli fa credere di avere il diritto d'essere così arrogante? Cosa ho fatto per meritarmi d'essere insultato in quel modo? Sto solo facendo il mio lavoro. L'ho sempre fatto – ho sempre lavorato duramente e onestamente. Bhe, avrò anche fatto qualche affare sottobanco, ma anche così, non mi risulta d'aver causato mai problemi a nessuno. Se non fosse per me, sareste sepolti dai rifiuti. Non ti piace l'odore? Sporco, dici? È tutta roba che avete prodotto voi stessi. Non venitemi a dire cavolate. Trattarmi come fossi un cane... non ha importanza dove vivo; sono pur sempre un essere umano. Non sono un randagio.
Il suo orgoglio ferito si gonfiava di rabbia, spazzando via dal cuore ogni traccia d'incertezza che vi albergava.
La fugace immagine dello scuro volto di Inukashi apparve davanti ai suoi occhi.
  Vanno in giro dandosi tutte quelle arie, e non hanno nemmeno idea di quanto è rispettabile e faticoso il tuo lavoro. Non fanno che guardarti dall'altro. Allora? Che ne dici di dare a questi palloni gonfiati una bella strigliata? Non sarebbe una cattiva idea, non credi?
Hai assolutamente ragione, Inukashi. Non è affatto una cattiva idea.
Gettò un'occhiata al display digitale sulla parete. All'interno di No. 6 – e questo edificio non faceva eccezione – il tempo scorreva senza mezzo secondo di ritardo.
C'era una capsula sul pavimento, non ancora disintegrata.
Che vadano tutti al diavolo.
La calpestò leggermente col piede destro, facendo lo stesso poi con un'altra...
"Che diavolo –" L'uomo si alzò in piedi col volto distorto. "Che diavolo è questa puzza orribile?"
"Non ne ho idea... "rispose Getsuyaku vagamente, "Sembra puzza di carne marcia... doveva essercene tra la spazzatura..." aveva ragione. Il fetore era terribile. Non era un odore opprimente, ma era sufficiente per dargli sui nervi. Persino Getsuyaku, che era abituato all'odore di marcio, aveva la nausea.
"Non la sopporto. Ugh – togliti di mezzo!" Coprendosi la bocca, l'uomo uscì dalla stanza, calpestandogli pesantemente il piede, così come aveva fatto la donna poco prima.
"Che male, cosa ho fatto per meritarmelo?"
"Chiudi il becco. Togliti dai piedi!"
L'uomo spintonò Getsuyaku, colpendolo sul petto. Barcollando, Getsuyaku andò a sbattere contro il pannello di controllo.
Ci siamo. Era il tempo designato.
Fingendo di reggersi il fianco e gemere di dolore, Getsuyaku premette il pulsante verde all'estrema destra. Poi, tirò la leva. Ora il terribile odore avrebbe viaggiato attraverso i condotti d'aria, diffondendosi per tutta la Struttura. Getsuyaku ignorava a cosa servisse il pulsante verde. Aveva solo seguito le direttive di Inukashi. Si sollevò con passo instabile, e raccolse l'aspirapolvere con cui cominciò a pulire.
Cominciava a sudare freddo.
Come era apparso alle telecamere di sorveglianza posizionate al centro del soffitto? Che i suoi movimenti fossero apparsi innaturali?
L'ho fatto per davvero.
C'era una capsula in via di scioglimento proprio sotto il bancone, da cui si elevava un denso fumo.
Getsuyaku rafforzò la presa nelle dita tremanti che reggevano il tubo dell'aspirapolvere.


  Shion.
  Lo sento. Sei vicino.
  Shion.
  Posso sentirti.
  Non venire. Ti prego, non venire.
  Non voglio che tu mi veda.
  Non venire, Shion.
  Vorrei davvero
  davvero
  vederti.


Un altro incidente. Oltre trenta in totale, ormai. Classe sociale, salute, storia delle malattie, residenza, sesso, età, costituzione, stile di vita, tutti non correlati. Chi sarebbe stato il prossimo...?
Un crescendo di paura, incertezze e tumulti si sollevava in No. 6.
"Cosa stanno facendo le autorità?"
"Stiamo investigando per scoprirne le cause."
"Perché non avete ancora preso effettivi provvedimenti?"
”Cosa aspettate a far intervenire i medici?!”
”Signor Sindaco, la sua conferenza stampa d'emergenza.”
Cosa sta succedendo alla nostra No. 6? La nostra amata città, la nostra No. 6, cosa...


Le dita di Nezumi ticchettavano sulla porta che connetteva al Penitenziario. Safu si trovava da qualche parte oltre quella porta.
”Ci siamo quasi. Presto lanceremo sgargianti fuochi artificiali, Shion.”
”Sì.”
”Sei nervoso?”
”No. Ero sovrappensiero.”
”A cosa potresti mai pensare in un momento come questo?” disse Nezumi incredulo.
”A Safu... mi piacerebbe vederla.”
”Nessun bisogno d'essere avventati.”
”E – mi domandavo, solo per un breve istante.”
”Cosa?”
”Se fosse possibile conoscere tutto ciò che ti riguarda.”
”Pensieri inutili, insomma.”
”Lo credi davvero?”
All'improvviso, Shion sentì le dita di Nezumi tirargli dolorosamente il lobo dell'orecchio.
”Shion, ascoltami. D'ora in avanti i riflettori saranno tutti per te. Una volta che quelle porte si spalancheranno, saremo all'interno del Penitenziario. Voglio che metti in funzione la tua mente a massimo regime. D'ora in avanti sarò sotto le tue direttive. La mia vita sarà nelle tue mani, non osare andare in pezzi. “ [5]
”Certo che non lo farò. Non c'è bisogno che tu lo dica.”
  Nezumi sorrise ironicamente, porgendogli il palmo esteso. Shion vi posizionò la sua mano.
Click.
Udirono un suono.
Click click click.
Le serrature automatiche erano aperte.
”Perfetto. Più tardi dovrò dare a Inukashi una ricompensa.”
Click click click. Creak.
"Andiamo, Shion."
"Giusto."
La porta si aprì.
Una bianca luce colpì i loro occhi.
Era accecante.
Una luce insopportabile.
L'intero luogo risplendeva, traboccando di quella luce accecante.
Non era nient'altro che il mondo di No. 6.
-Fine volume 6-
[non ci sono Postfazioni]
Note:
[1] l'ho tradotta io perché non riesco a trovare testi online.... solo libri da comprare o.o
[2] non riesco a trovare un modo per rendere questa frase meno confusa... “Shion knew he would have done so. " , quel 'he' è riferito a se stesso, Shion, ma visto che 'Shion sapeva che Shion avrebbe fatto così' non si può scrivere...
[3] qui Shion pensa “I can't. I can't kill them. " (non posso ucciderli). Penso che si riferisca al discorso di Rou, quando ha detto che stare a guardare senza far nulla sarebbe come mettersi a livello degli stessi assassini di un massacro. In poche parole non fare nulla per impedire che qualcuno muoia è come contribuire direttamente alla stessa morte. Dunque se morissero è come se li avesse uccisi lui. Da qui "non posso ucciderli"... ma ho preferito optare per "non posso lasciare che muoiano", è più immediato.
[4]Mannequin... manichino/modella/indossatore in inglese.. ho cercato se esistono altri significati ma no... per questo l'ho lasciato in inglese.... non ho idea di cosa volesse dire la Asano qui...
[5]You're my lifeline. Don't you dare break. Rosico perché non c'è un modo per farlo capire meglio... quello che dice Nezumi qui (e lo ha detto altre volte, ma ho dovuto tradurlo come 'ancora di salvezza', anche se con 'lifeline' qui ci si riferisce alle corde per le scalate...) in pratica Nezumi dice che Shion è la sua lifeline (corda/cima di salvataggio), e non deve osare spezzarsi. Ho trovato si chiama esattamente 'sagola di salvataggio', ma ve lo immaginate?
Nezumi: “Sarai la mia sagola di salvataggio, non osare spezzarti”
Shion: “Coooosa?”
fans: >->

14 commenti:

  1. Pare che anche stavolta io sia la prima a leggere il capitolo!
    Innanzi tutto grazie, spassiba, arigatou, mercì, thank you, gracias!
    Pensavo alla gente di No°6 , agli scienziati folli che hanno bruciato i Mao...veramente l'uomo è impregnato di follia e avidità...il senso di aver bruciato un'intera foresta me lo devono spiegare...uccidere un centinaio di persone a quale scopo?
    Poi ti domandi come Nezumi possa aver conservato tanta dolcezza e umanità dopo tutta la sfiga che ha avuto.
    Le parole che dice a Shion dove le ha imparate?
    Chi gli ha insegnato ad amare così teneramente?
    In tutta la mia vita, non ho mai sentito dichiarazione d'amore, di fratellanza così bella, profonda.
    Ah Nezumi, incontrarti nella vita reale,invece di questi uomini lessi che parlano di partite di calcio come se veramente avessero giocato loro [vomito]!Patetici!!

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    1. eheh, è vero, più vai avanti nel leggere la storia di questi due, e più ti viene da disperarti perchè non esistono anche nella realtà rapporti così profondi ><
      "Le parole che dice a Shion dove le ha imparate? Chi gli ha insegnato ad amare così teneramente?"
      Potremmo appunto dire che chi lo ha salvato è stato Shion, anche in questo senso (ed anche Nezumi ha salvato Shion dal divenire un robot privo di emozioni). è merito di Shion se ha scoperto che una mano può anche estendersi per una carezza, non solo per fare del male...
      Tra l'altro, pensa a come sembra l'atmosfera in cui vivono i tipi nella grotta... per quanto il vecchio sembra parlargli con una certa tenerezza nella voce, c'è una rigidità nell'atteggiamento della gente di quel posto.... e chissà come lo trattava la vecchia che lo ha salvato e cresciuto fino ai 10 anni (una cosa è certa... era crudele, o non porti un bambino di 10anni in assalto ad una prigione).
      "Pensavo alla gente di No°6 , agli scienziati folli che hanno bruciato i Mao...veramente l'uomo è impregnato di follia e avidità..."
      L'uomo è capace di crudeltà inaudita... gli esempi nella storia sono fin troppo numerosi... (l'olocausto, giusto per nominare il più famoso...)... non troveremo mai un senso, perchè non esiste... l'uomo è in grado di dimenticare il proprio cuore, in nome di altro... la razza umana non è così nobile come si vuol credere.
      "Pare che anche stavolta io sia la prima a leggere il capitolo!" Leggono leggono, il capitolo è stato letto da 21 persone da quando l'ho postato ieri, solo che nessuno commenta Q_Q (io adoro leggere commenti invece Q_Q)

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  2. AH, ma grazie! E' bellissimo!
    E' incredibile come il mio disprezzo verso coloro che hanno costruito No. 6 cresca di capitolo in capitolo! Hanno rischiato di uccidere tutta la popolazione mondiale, l'equilibrio biologico del pianeta, affermano di aver capito e poi tornano alla carica? http://i0.kym-cdn.com/photos/images/newsfeed/000/184/961/tumblr_lnvvueuSsj1qcj56b.png?1318394475
    Ecco, che dire? Sto piangendo anch'io insieme a Shion, l'odio di Nezumi nei confronti di No. 6 è più che motivato, spero possa "trovare la pace" un giorno. L'essere umano è spregevole, non c'è altro da dire, forse in molti crederanno che l'immagine che questa novel da dell'umanità sia esagerata, esasperata, ma io credo che mai nessun racconto si sia mai avvicinato tanto alla realtà. E' tipico dell'essere umano distruggere tutto quel che lo circonda, schiacciare, massacrare, distruggere (sia fisicamente che emotivamente) delle persone e tutto questo senza un perchè, senza un minimo di pensiero logico, o forse a volte unicamente per proprio tornaconto personale.
    Alla fine Nezumi è così, dolce *-*
    Sto ancora sospirando ahahah
    Grazie mille per il capitolo, sei bravissima e mi fai davvero un grandissimo favore!

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    1. "L'essere umano è spregevole, non c'è altro da dire, forse in molti crederanno che l'immagine che questa novel da dell'umanità sia esagerata, esasperata, ma io credo che mai nessun racconto si sia mai avvicinato tanto alla realtà. E' tipico dell'essere umano distruggere tutto quel che lo circonda, schiacciare, massacrare, distruggere (sia fisicamente che emotivamente) delle persone e tutto questo senza un perchè, senza un minimo di pensiero logico, o forse a volte unicamente per proprio tornaconto personale."
      già... no.6 mi ha avvicinata alla letteratura distopica, che trovo così attuale, così reale... non c'è limite alla crudeltà umana. l'uomo dovrebbe cercare di tenerlo sempre a mente, perchè è ignorando quanto in basso si può cadere, che si finisce per cadere davvero. La storia lo insegna perfettamente...

      "Alla fine Nezumi è così, dolce *-* Sto ancora sospirando ahahah "
      già, questo è uno dei miei capitoli preferiti... ><

      "Grazie mille per il capitolo, sei bravissima e mi fai davvero un grandissimo favore!"
      grazie q.q io mi scoraggio facilmente, se non mi date carburante mi deprimo XD

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ma, se leggono perchè non commentano? In fondo siamo tutti fan di No°6 (credo) da parlare ce n'è per ore!
    Vabbè viva la libertà!Buon week end Annamirka e grazie delle tue risposte!
    Un abbraccio virtuale da Yui Himawari, il mio alter ego (problemi con gmail mi hanno costretta a cambiare account, ma sono sempre io eh! Parafrasando qualcuno: "Quanto è bella la tecnolgia, che ci tormenta tuttavia...

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    1. AHHH gmail bastardo o.o spero non succeda a me altrimenti come continuo con le traduzioni sul blog? XD

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  5. Ottimo lavoro come sempre!
    Complimenti. Bellissimo capitolo, peccato che non sia stato svelato molto del passato di Nezumi.
    La crudeltà dell'uomo non ha litimiti!

    Una curiosità: Ma Shion e Nezumisi baciano per tre volte?

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    1. no, 2... la prima l'abbiamo gia vista, la seconda invece è nel finale... l'anime li ha mostrati entrambi, non ce ne sono altri

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  6. Grazie per la seconda parte; certo che alla Asano pesano le mani a dare spiegazioni leggermente più esaustive eh?! Rou ha spiegato tutto e non ha spiegato niente, chi ha instaurata il regime a No°6, come e quando tanto che lui non se n'è accorto? Mi sembra assurdo ciò che dice, vabbè che era impegnato nella ricerca..ma c'è un limite alla distrazione!Comunque se aveva scoperto tante cose su Elyurias e sui Mao perchè ucciderli e non usarli in qualche modo? Perchè bruciare una foresta quando la città Santa è piena di boschi e fiori? Mi sembra tutto contraddittorio;potevano ammazzare i Mao e preservare la foresta? Boh

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    1. sulla zona della foresta dove sorgeva Mao hanno costruito un aereoporto, infatti Nezumi sospettava che l'attacco fosse stato fatto per inpossessarsi del suolo per costuire le piste d'atterraggio (per 12 anni nezumi è stato convinto che il suo popolo fosse stato sterminato per questo motivo... e cos' avrebbe continuato a fare, se non fosse tornato da Rou - per accompagnare Shion a salvare Safu - e non avesse trovato la foto a casa di Rikiga - persona conosciuta sempre a causa di Shion -- è sorprendente vedere come le loro vite siano interconnesse, anche la connessione tra Rou e Karan, ma sto divagando XD).
      "Comunque se aveva scoperto tante cose su Elyurias e sui Mao perchè ucciderli e non usarli in qualche modo"
      mi sto confondendo se l'ho letto per davvero o facesse parte delle mie congetture messe insieme mentre pensavo ad una fanfiction, ma penso che la priorità in quel momento fosse fare le cose velocemente, senza che qualcuno lo scoprisse. Innanzi tutto, lasciare qualcuno in vita, sarebbe stato pericoloso, perchè avrebbero costituito testimoni pericolosi, dato che secondo il trattato di Babilonia, No.6 non avrebbe nemmeno dovuto possederla, un'armata. Poi come ha detto Rou, in quel momento i piani alti erano concentrati a pensare alla costruzione della città ecc, quindi non si sono soffermati a pensare (anche Rou stesso avrebbe potuto costituire un campione di studio).
      Alcune cose non vengono proprio spiegate, nemmeno nel 9 volume. Ad esempio non mi è stato chiaro COME Rou ha capito che Nezumi facesse parte del popolo della foresta... non è qualcosa che ha scoperto ora, lo ha sempre saputo (e scusa che usò per far prelevare Nezumi dal dipartimento di sicurezza, 4 anni prima... )

      "Rou ha spiegato tutto e non ha spiegato niente, chi ha instaurata il regime a No°6, come e quando tanto che lui non se n'è accorto? Mi sembra assurdo ciò che dice, vabbè che era impegnato nella ricerca..ma c'è un limite alla distrazione!"
      Il problema, è che, per un popolo, non è così facile rendersi conto di trovarsi sotto una dittatura, se non è mostrata direttamente violenza. E già quando la violenza è palese, alcuni cittadini tendono a chiudere gli occhi e volersi convincere che è una forma di potere giusto. Un esempio concreto? Pensa a Mussolini, ad esempio... senza stare ad andare in merito a cose giuste o sbagliate, hai mai notato la grande differenza di opinioni che gira su tale persona? Nonostante sia risaputo quanto violento fosse il suo regime, ci sono persone che lo inneggiano ugualmente...
      oppure, un esempio ancora più duro, ci sono alcuni tedeschi che sono pronti a giurare che i campi di sterminio nazisti non siano mai esistiti e che il nazismo non fosse sbagliato...
      in altre parole, (non entriamo in merito a situazioni politiche più attuali.... non entriamo in merito.... non entriam---- ohhh, insomma, guarda Berlusconi)chi controlla l'informazione controlla il potere. La gente non PUò sapere che esiste un orrore se non lo vede o lo sente. Anche per informarsi, ha bisogno che sia qualcuno a mettere la pulce nell'orecchio, al principio. E la maggior parte delle volte si tende ad ignorare i dubbi...
      Non è solo perchè è la strada più facile. Penso che anche l'uomo sia stanco di dubitare dei suoi simili costantemente.
      è un bene dubitare, ma resta comunque doloroso....

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  7. Bellissimi capitolo! *^*
    Solo...argh! tutte queste spiegazioni lasciate in sospeso ç_ç La Asano ci vuole far soffrire ùù Ma almeno ci sono molti più dettagli che nell'anime.
    Il modo in cui viene descritta No. 6 non può che far aprire gli occhi anche verso le questioni riguardanti la nostra realtà che non è poi così clamorosamente distante da quella narrata dall'autrice...
    Continuo poi a trarre collegamenti da un'analogia che mi ronza in testa da un pò! Per forza di cose è come se Shion fosse il "serpente tentatore" (considerando poi la forma della cicatrice che ha sul corpo o.o) per Nezumi(il cui nome d'arte è Eve oltretutto!), nel senso che grazie a lui anche il nostro caro topolino ha cominciato ad aprirsi maggiormente riusciendo a tirar fuori dei pensieri e delle parole dolcissimi che magari prima non avrebbe mai lontanamente creduto di poter pronunciare >< Si può dire che Shion abbia capovolto il suo mondo (anche se la cosa può essere considerata reciproca).

    Beh, era solo un pensiero vago xD Complimenti ancora per la traduzione ^^ Un grande in bocca al lupo per il lavoro che fai e che condividi con noi! Faccio il tifo per te xD *impugna un paio di pon pon e comincia a saltellare*

    Sephy~

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  8. "non ha importanza dove vivo; sono pur sempre un essere umano. Non sono un randagio."
    Questa mi ha colpito,ha ragione però è il primo ad avere lo stesso comportamento con Inukashi e quelli del West Block. E' vero gli esseri umani si sentono male quando vengono trattati così e se ne escono con queste frasi ma poi...noi tutti ripetiamo quello che ci hanno fatto con quell'aria di superiorità che non ci fa rendere conto che quel che stiamo facendo è esattamente quello che non vogliamo che ci venga fatto.

    Comunque vedere Nezumi così è fantastico giuro che mentre lo leggevo urlalo "questo non è Nezumii" e mio fratello mi guardava e rideva LOL. Comunque fantastico..Shion l'ha cambiato così tanto ma allo stesso tempo Nezumi rimane se stesso con i suoi comportamenti rudi e con le sue parole sprezzanti. Questa è un'altra cosa che mi piace molto..pur essendo cambiato rimane se stesso :) è davvero difficile mantenere per così a lungo il carattere di un personaggio. Asano-sensei mi stupisce sempre di più.

    Un'altra cosa che non è chiara è il "fetore" e i "problemi" nell'anime ecco perché non si capiva.
    Ho notato poi una cosa importante..di Getsuyaku,onestamente di lui non poteva fregarmene di meno..ma poi quando ho saputo che è il secondo padre di Lili ho sperato che non gli succedesse nulla. Questo mi ha fatto capire ..come siamo volubili...ah se tutti potessero leggere No.6...la gente si ferma davanti al nulla e perde opere così belle.

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  9. ciao fin'ora non ho mai commentato ma dovevo per forza ringraziare chi con cuore e anima ha tradotto parola per parola questo capolavoro..!!sono arrivata a questo capitolo leggendo tutto d'un fiato..e descritto tutto cosi bene da sembrare reale nezumi e shion stupendi come sempre e inukashi rimane sempre uno dei miei personaggi preferiti..!! questo punto in particolare mi ha colpito:

    Shion allungò la mano, toccando il punto che appariva come la testa del ragno. Fece scivolare le dita lungo la cicatrice, come per tracciarne i contorni. Nezumi non mostrava alcun segno di resistenza; restava immobile come una statua, come sottomesso ai movimenti di quelle dita.

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