25 febbraio 2012

No.6 CAP 24 ITALIANO

Volume 5
CAPITOLO 4
Un Nome Per La Bianca Oscurità.
Mio fratello è un cannibale!
E io sono il fratello di un cannibale!
Anche se sarò vittima di cannibalismo...resto il fratello
di un cannibale!
-Lu Xun, Diario di un folle.


  Shi-o-n. Provò a invocare il suo nome. Quante volte lo aveva fatto da quando era stata condotta in quel luogo? Per quante volte lo facesse, la sua voce non riusciva a raggiungerlo.
   Safu si concesse un profondo sospiro che raggiunse distintamente le sue orecchie. Non era solo il suo sospiro quello che udiva: gli impercettibili rumori degli spostamenti del suo corpo, i battiti cardiaci, il nome invocato silenziosamente, echeggiavano tutti vividamente in una forma distinta. Al contrario, la sua vista restava vaga e limitata, immersa nel bianco più assoluto. Le sembrava di trovarsi circondata dalla nebbia.
  Dove mi trovo? Lasciò il proprio sguardo vagare per la stanza.
   Ciò che vedeva era un candido mondo, che sembrava raggiungere con lo sguardo attraverso diversi strati di pizzo. Un mondo avvolto nella nebbia. La prima volta che si era risvegliata, per un breve istante aveva pensato di trovarsi in una foresta. Ma presto aveva realizzato quanto fosse differente. L'unica cosa presente era la bianca oscurità che inibiva la sua visione. Non vi erano uccellini cinguettanti tra i rami; nessun ruscello gorgogliante o il frusciare delle fronde degli alberi. Non avvertiva la fragranza dei fiori o l'odore della terra. Non vi erano odori. Non vi erano suoni. Poteva udire solo i suoni del suo stesso corpo farsi più nitidi di giorno in giorno.
  Nelle profondità di una foresta...
   Safu sospirò nuovamente. Aveva visitato una foresta in passato. Si trattava del Parco Forestale al centro di No. 6, dove animali e piante erano scrutate e controllate dalla mano dell'uomo. 'Io non credo sia giusto chiamare foresta un luogo simile', aveva detto Shion, facendo una smorfia d'evidente disgusto.
  Oh, ricordo. Quanti anni fa è accaduto? Riesco a ricordarlo chiaramente.
   Safu sorrise, attraversata da una sensazione di felicità. Era calda, gentile e confortevole. Ogni volta che il suo pensiero si soffermava su Shion, ogni volta che riviveva le ore trascorse insieme, era di nuovo in grado di sorridere.
   Lo ricordo. Ero accanto a lui in quel momento, ed ero felice. Shion, non credi anche tu che le memorie siano qualcosa di straordinario? Il solo ricordo di un momento trascorso con te riesce ancora a infondermi felicità. Sì, è così. Non c'è una singola cosa che io abbia dimenticato. Il tono della tua voce, il tuo sguardo, i tuoi gesti, il tuo profumo... non ho dimenticato nulla.
  Stavamo passeggiando nel settore dei Faggi nel Parco Forestale.
 “La chiamano Foresta, ma è un luogo strettamente controllato dall'uomo. Non credo sia giusto chiamarla così. Mi piacerebbe poter passeggiare nella foresta naturale del Nord Block, ma è così difficile ottenerne il permesso”
 “Ma questo è anche il tuo posto di lavoro, no?”
 “Appunto per questo so esattamente fino a che punto è tutto programmato. Io credo che la natura debba essere più imprevedibile...qualcosa che sorpassi l'intelligenza umana. Safu, non hai l'impressione che ci sia qualcosa di sbagliato in questo luogo?”
 “Hmm. Bhe, a dire il vero non mi sembra così male” disse ponderando a voce alta. “È così bello qui” Safu lasciò vagare il suo sguardo tra i numerosi rami che incorniciavano le loro teste. Le foglie dei Faggi stavano cominciando a ingiallirsi, catturando i raggi del sole che si riversavano dal limpido cielo autunnale e sembravano quasi risplendere.
 “Oh, guarda” aveva detto all'improvviso.
 “Hm?”
 “C'era uno scoiattolo, è scappato su per quel ramo”
 “Gli alberi di Faggio fruttificano in questa stagione, per questo gli animali si riuniscono qui in cerca di cibo”
 “Sono commestibili i loro frutti?”
 “Sì. Si tratta di ghiande, in realtà. Solitamente crescono in gruppetti di due o tre, racchiuse in una cupola”
 “Cosa è una cupola?”
 “Quella che trovi intorno ai frutti della Quercia mongolica o del Quercius acutissima... sono chiamati, uh, acheni. Anche ciò che è attaccato alla base ne fa parte” [2]
 “Oh, credo di aver capito di cosa parli” aveva risposto Safu con un largo sorriso. Anche Shion le sorrise, un sorriso che risplendeva nella luce del sole filtrata attraverso i faggi, nuocendole gli occhi, trafiggendole il cuore. Sorrideva, ma si era sentita sul punto di scoppiare in lacrime.
   Siamo qui che passeggiamo soli e tu di cosa parli? Di ghiande? Cupole? Non potresti essere un po' più delicato? Non hai mai sentito il bisogno di non dire nulla, restare semplicemente stretti insieme, sentendo il respiro e il calore dell'altro? Shion, non hai mai provato il bisogno di abbracciarmi? Di amarmi?
   Immagino di no... Certo, era evidente ti piacesse stare con me. Ridevi molto ed eri più loquace del solito. Oh, sì, sì. È successo solo una volta, ma lo hai anche detto.
 “È divertente stare con te, Safu”
  Non credo stessi mentendo. Sei il tipo di persona che non potrebbe mai mentire.
  Shion, ti piace stare con me?
  Sì. Un sacco.
  Non sarebbe bello poter restare per sempre insieme?
  Certo che sarà così. Safu, tu sei la mia più preziosa...
   Ci tieni a me, mi vuoi bene. Ma non mi hai mai amata. Non hai mai provato per me quel tipo di desiderio capace di far ardere il tuo corpo di passione.[3]
  Safu, tu sei la mia più preziosa amica.
   Sei una persona crudele, così crudele da essere quasi inconcepibile. Non posso credere che qualcuno possa essere tanto gentile e innocente, ed allo stesso tempo crudele come te.
  Shion, di chi sei innamorato? Per chi bruci di desiderio?
   Conoscendoti, ameresti unicamente questa persona, devotamente e con una sincerità tale da essere quasi assurdo. Condivideresti con lei vita e morte, decidendo di percorrere il sentiero della vita.
  Shion, chi è la persona che ami? Chi è la persona che desideri? Perché non posso essere io?
  I bianchi tendaggi fluttuarono, presentando alla sua vista un'ombra nera e caliginosa.
  Di nuovo quell'uomo.
  L'uomo che odora di sangue.
 “Ciao Safu” L'uomo sembrò sollevare la mano. “Come ti senti?” Persino la sua voce grondava sangue. Non desiderava conversare con lui. Non voleva parlargli, né che le si avvicinasse.
 “Sembra tu riesca a sentirmi perfettamente. Ma, oh cara, cos'era quella reazione? Non ti piaccio forse, Safu?” L'uomo sogghignò, una voce oscura e soffocata. Ma era solo la sua voce a ridere, il suo cuore non lo mostrava affatto. “Non c'è nulla di più doloroso dell'essere odiato da te. Capisco, dunque non ti piace la mia voce? Cielo, quale terribile reazione”
 “Non... vedo...”
 “Oh! Era una reazione sonora quella? Allora te la senti di parlarmi adesso, Safu? Poter avere una conversazione con te, sono deliziato. Niente potrebbe deliziarmi maggiormente. Forza, un altro tentativo”
 “Non... vedo. Solo... bianco”
 “Non riesci a vedere? Oh, certo, non dovresti esserne ancora in grado, non ti sei ancora ripresa del tutto. Le funzioni visive sono le più lente a ripristinarsi. Ancora un po'...ci sei quasi, Safu. Ancora poco e ciò che vedi confuso comincerà a farsi più chiaro. Dopo di che sarai finalmente in grado di darti un occhiata” L'uomo scoppiò in una nuova risata. Proveniva dal profondo del cuore, questa volta, una risata sonora e in qualche modo volgare. Era agghiacciante. Safu percepì il brivido di un cattivo presagio.
 “Ah, ti ho messa nuovamente a disagio? Hm? Queste onde...Safu, è paura quella che stai provando, piuttosto che avversione?” L'uomo le si avvicinò, sfiorandola con le dita.
 “Smettila... va... via...”
 “Safu, non c'è nulla di cui aver paura. Non è mia intenzione farti del male. Sei davvero stupenda. Se ti dicessi che sei la persona più meravigliosa che abbia mai conosciuto, non sarebbe un'esagerazione. Vedi, è per questo che desidero renderti felice”
 “Fe...lice...”
 “Sì. Felice. Non proverai alcuna sofferenza né tristezza; non contrarrai mai malattie o sarai mai costretta a provare dolore. Non invecchierai mai...no, infatti, la morte non esisterà nemmeno per te. Ecco il tipo di felicità che desidero donarti”
  L'uomo si stava facendo sempre più eloquente. Le parole fluivano dalla sua bocca come posseduto.
 “Safu, sei meravigliosa” disse. “Devo confessarti una cosa, sono incapace di mentire ad una persona affascinante. Ti prego, non essere arrabbiata. Al principio desideravo solo un élite come campione, per questo ho fatto in modo che venissi condotta qui. Non importava chi fosse, purché si trattasse di un élite. Oh, ma doveva essere femmina. Già, una femmina... avevo bisogno di una campione donna. Ma eri così bella che mi hai rubato il cuore. Ero incapace di trattarti come gli altri campioni, per questo ti trovi qui, dove posso raggiungerti. Vedi, Safu, presto smetterai di avere paura di me e comincerai a provare gratitudine nei miei confronti”
 “No... no... mi fai... paura...”
 “Una persona così bella e intelligente non dovrebbe fare i capricci come un bambino testardo. Dimmi, non eri una studentessa di funzioni cognitive? Ho avuto l'opportunità di leggere la tesi che hai presentato per la richiesta di scambio. Riguardava la colonna corticale...le funzioni della struttura fine all'interno della corteccia celebrale, dico bene? 'La colonna corticale come Modulo funzionale: il meccanismo d'elaborazione delle informazioni composte' era chiamato. Piuttosto interessante, anche se lo svolgimento era un tantino maldestro. Come tesi studentesca, però, era sicuramente di prim'ordine”
   Un altro strato del bianco tendaggio venne sospinto lentamente via. La figura dell'uomo passò da oscura e indistinta a una vagamente umana.
 “Oh? Sembra che anche la tua vista sia sulla strada del recupero. Sto riscontrando ottimi valori. Non sei solo meravigliosa e intelligente, ma anche in ottima salute. Sommamente eccellente. Sono davvero fortunato ad aver incontrato qualcuno di così eccellente”
  La mia vista sta tornando? Potrò fuggire da questo mondo bianco?
   Nessuna felicità le colmò il cuore, nessun senso di libertà. Al contrario, si sentiva terrificata. Temeva il momento in cui sarebbe stato rimosso ogni velo, quando la nebbia si sarebbe diradata, permettendole di vedere. Temeva ciò che le avrebbero mostrato i suoi occhi.
  Voglio incontrarti, Shion. Voglio poterti guardare, ascoltare la tua voce. Sei l'unica persona che chiedo.
  Shion.
 – Safu.
  L'aveva udita. Aveva udito quell'adorata voce chiamare il suo nome.
 “Hm? Hei, Safu. Cosa succede? Cos'era quella reazione? Dove hai ricevuto un tale stimolo?”
  Shion.
 – Safu. Aspettami.
  Shion.
 – Sto arrivando. Sto venendo a salvarti.
  Shion...
  Shion si trova da queste parti. È vicino.
  Un fremito gioioso attraversò il suo corpo. La speranza stava nascendo, una speranza capace di infonderle forza. Una rovente energia stava prendendo vita, scorrendo attraverso il suo intero essere.
  Shion, tu sei la mia speranza. Ti sto aspettando. Aspetto il momento in cui verrai da me.
  Shion.
***
  Aveva afferrato una manciata di capelli. Sembravano lunghi e forti, anche se non poteva distinguerne il colore. Si aggrappò loro come alla sua ancora di salvezza e continuò ad arrampicarsi. Stava scalando una montagna di persone, ammucchiate ed incastrate l'una sull'altra. Saliva sempre più in alto, sempre più in alto, infilando i piedi in mezzo alla massa di persone, calpestando volti, sederi, spalle e gambe pur di procedere.
   Alcuni emettevano un lamento nel momento in cui il piede di Shion premeva su di loro. Avrebbe voluto gridare, ma il suono della sua voce restava bloccato in gola, continuando a vibrare dentro di lui. Un angolo della testa martellava, i muscoli della schiena erano tesi e rigidi. Il sudore grondava giù da schiena e torace, impregnandogli interamente il corpo.
  Era preparato a questo.
   Dal momento in cui aveva deciso che si sarebbe infiltrato nel Penitenziario, aveva cominciato a prepararsi mentalmente a questo. Credeva di esserlo, ma la sua determinazione sembrava esser andata in frantumi. Infranta, senza lasciare dietro di sé la più piccola traccia. Dopo l'inferno che aveva sperimentato, poteva ancora asserire con sicurezza di voler ancora entrare nel Penitenziario? Continuava a domandarlo nella sua testa, che si limitava a rispondergli con un dolore sordo e martellante.
  Dunque, cosa intendi fare, Shion?
  Lo farò, ovviamente.
  Ma non riusciva a pronunciare quelle parole con determinazione. Non era nemmeno in grado di convincere se stesso.
  Che razza di fragile determinazione possedeva. Che decisione superficiale era stata.
   Sollevò il volto, guardando la figura di Nezumi davanti a sé. La distanza che li separava sembrava larga quanto cielo e terra: Nezumi, che aveva scelto di trovarsi lì nonostante conoscesse quest'inferno; e lui, che annaspava per la difficoltà della sua dichiarazione ignorante e superficiale. Erano completamente differenti.
  Non c'era da meravigliarsi se veniva chiamato ragazzino ingenuo o disprezzato per questo. Era la verità.
   Il suo piede scivolò. Allungò la mano in cerca di un appiglio, ma avvertì qualcosa di soffice e malleabile contro le dita. Aveva afferrato il viso di una persona distesa su un fianco, l'indice era affondato nelle sue narici. Il dolore nella testa di Shion si fece ancora più intenso, facendolo sentire quasi stordito. Sentiva le forze abbandonare gambe e braccia. Ah, non ce la faccio...
 “Shion!” All'improvviso venne afferrato per il polso e sollevato verso l'alto. “Ci siamo”
 “Ci siamo?”
 “Siamo in cima. Bhe, siamo ancora a metà dell'intero percorso. Ma per il momento, ottimo lavoro” [4]
  In cima a una montagna di persone, huh.
 “Peccato, non ci siamo portati nulla da mangiare. Vuoi fare comunque una sosta?”
 “Una sosta... qui?”
 “Se conosci altre aree di riposo, andiamoci pure”
  Un'accozzaglia di gemiti risaliva dal basso. Stavano, letteralmente, risalendo da sotto i suoi piedi.
 “Ci sono... persone ancora vive...” disse Shion esitante.
 “Diverse, probabilmente. Del primo gruppo gettato di sotto dubito ci siano sopravvissuti, ma nel secondo e terzo, invece, potrebbero essersela cavata solo con ossa rotte, se gli è andata bene. Vedi, Shion, siamo stati fortunati ad esserci trovati nel secondo gruppo. Se fossimo stati nel primo, ci saremmo schiantati direttamente al suolo”
   Shion ricordava cosa aveva avvertito nel momento della caduta, la sensazione di precipitare su corpi umani. Aveva usato le persone del primo gruppo, sventurati scaraventati direttamente al pavimento, per mitigare l'impatto della sua stessa caduta.
  Potrei davvero chiamare fortuna qualcosa di simile?
 “Stai bene?” Disse Nezumi. “Se senti nausea, è meglio che la butti fuori”
 “Nezumi...”
 “Hm?”
 “Mi dispiace”
 “Huh? Perché mi chiedi scusa?”
   Shion si coprì il volto con le mani. Il fetore di sudore e sangue e i gemiti delle persone agonizzanti lo avvolgevano completamente. Affondavano nella sua carne, corrodendolo fin dentro le ossa.
  Questo è il massimo che posso incassare. Non posso sopportare oltre.
 “Io... non posso farcela” Era in grado solo di arrivare fin lì. Questo era il massimo che poteva fare. Non riusciva ad avanzare più di un passo. Se in quel momento Nezumi non gli avesse afferrato il polso, sarebbe scivolato giù. Non era capace realizzare nulla da solo.
 “Io... diventerò solo un ostacolo per te”
 “Perché tiri fuori vecchie notizie? Sei sempre stato un ostacolo. Non mi risulta tu sia mai stato qualcosa di differente”
 “Nezumi... lasciami qui”
 “Vorresti restare qui da solo?”
  Shion rispose di sì con la testa.
 “Morirai, Shion”
 “Lo so” sussurrò.
 “Non morirai senza soffrire” disse Nezumi. “Non ho idea di quanti giorni resteresti in questo posto. Saremo anche in pieno inverno, ma se questi cadaveri vengono lasciati così, cominceranno a decomporsi. Impazziresti per via del fetore della decomposizione, o continueresti a svenire di continuo per mancanza d'ossigeno, indebolendoti sempre più, o...”
 “O... potrei morire da me”
 “Shion, non prendere la morte alla leggera. Sottovalutala, e lei tornerà indietro per mettertelo in quel posto. Hai un veleno istantaneo con te, huh? Come credi di poterti ammazzare in un posto del genere, senza un coltello per tagliarti la gola o una corda per strangolarti? Potresti provare a morderti la lingua o buttarti di sotto, ma credimi, non moriresti facilmente” [5]
 “Tu hai...hai un coltello con te” disse Shion con un filo di voce.
  Le spalle di Nezumi sussultarono.
 “È qui che volevi arrivare, dunque”
   Si sentì afferrare violentemente per i capelli. Il suo capo venne tirato indietro e un pugnale accostato alla pelle scoperta della sua gola. Aveva l'impressione che la lama affilata lo avrebbe tagliato anche con un solo respiro.
 “Mi stai chiedendo di ucciderti?” domandò Nezumi a denti stretti.
   Shion inalò silenziosamente. Cosa sarebbe accaduto se la sua gola fosse stata tagliata in quel momento dalla mano di Nezumi? Il sangue sarebbe schizzato dappertutto colorando Nezumi di sfumature cremisi?
 “Shion” La voce di Nezumi tremava. “Stai cercando di spingermi ad ucciderti?”
 “Huh?”
 “Niente 'huh'. Ti ho chiesto se stai cercando di farmi uccidere ancora più persone di quante non ne abbia già ammazzate”
 “Mai...Shion scosse la tesa. Le dita di Nezumi lasciarono la presa. “Non vorrei mai qualcosa di simile. Non lo sopporterei”
  Un lungo sospiro. Un'anziana cagna a casa di Inukashi era solita sospirare nello stesso modo.
  Cielo. Cosa dovremmo fare con te, ragazzo mio?
 “Ascolta, prova a pensarci” disse Nezumi laconico. “Se ti tagliassi la gola sarebbe un omicidio. Se ti prestassi il mio coltello assisterei il tuo suicidio. In entrambi i casi sarei costretto ad assumermi la responsabilità della tua morte. Mi stai chiedendo di assumermi questo peso? E inoltre...
  Shion venne afferrato per i capelli con ancora più forza.
 “Cosa avresti memorizzato a fare la struttura del Penitenziario? Siamo quasi al punto in cui la tua mente sarà necessaria. Non lascerò che abbandoni il gioco proprio adesso. Non ti permetterò di farlo”
  I suoi capelli venivano tirati senza pietà, scagliando appuntiti aculei nella sua coscienza delirante.
 “Senza di te sarebbe praticamente impossibile fuggire di qui. Se hai intenzione di morire non ti fermerò. Ma lo farai dopo essere usciti di qui. Capisci cosa sto dicendo, giusto?”
 “Abbastanza”
 “Allora ascoltami. Siamo ancora all'inizio. Capito, Shion? Ho bisogno di te”
 “Sì”
  Shion ordinò alle sue gambe di stare in piedi. Poteva farlo, anche se a stento.
 “Bravo”
 “Sì”
 “Andiamo, allora”
 “Okay” Shion non aveva idea di dove fossero diretti, se avrebbero dovuto continuare ad arrampicarsi o discendere. Non pensava nemmeno di domandare, non aveva energie per farlo. Poteva solo raccogliere tutte le sue forze e seguire Nezumi. Poter essere un'esistenza necessaria per Nezumi era qualcosa di molto più affascinante del morire in un unico colpo. Sentirsi in quel modo significava possedere ancora voglia di vivere. Aveva ancora... volontà. La sua anima non si era ancora inaridita dopotutto.
   Nezumi lanciò un breve fischio, una nota alta e chiara che risuonò nell'oscurità. Una volta cessata, ricadde il silenzio. Persino i gemiti delle persone sembravano svaniti.
  Chit.
 “Huh?”
  Cheep-cheep.
  Due piccoli puntini brillanti comparvero nell'oscurità, erano di un colore con cui Shion era familiare.
 “Amlet?” Era il colore degli occhi del piccolo topolino. Le stelle rosse che dal suo cuscino vedeva prima di addormentarsi; dall'alto di una pila di libri o sotto il letto, mai macavano di guardarlo, lucenti.
 “Non è Cravat né Tsukiyo, è per caso...?”
 “Ti ho già detto di non dare strani nomi ai miei topolini” disse Nezumi seccato. “E poi, cosa diavolo ci starebbero a fare qui?”
 “Hai ragione”
 “Tuttavia non ti sbagliavi riguardo i topini. Si tratta di un topo senza nome” Nezumi fischiò nuovamente, questa volta si trattava di una melodia. Le lucette rosse scomparvero per un istante e, nel tempo di un battito di ciglia, Shion le ritrovò accanto a sè. Nezumi si srotolò una sottile corda dal polso, lanciandola con agilità verso le due lucine.
 “Tutta tua”
  Cheep-cheep-cheep. Il topolino squittì e la luce scomparve...il topino era corso via stringendo nella bocca un'estremità della cordicella.
 “Oh...è un cucciolo”
 “Cosa?”
 “Quel topo senza nome. È più giovane di Amlet e gli altri, non è vero?”
 “Come fai a saperlo? Non lo hai visto nemmeno”
 “Oh... beh, era solo una sensazione, ma mi è parso fosse ancora piccino”
  Dopo qualche istante di silenzio, sentì Nezumi schioccare la lingua.
 “Cavoli, il tuo istinto sembra affilarsi nei momenti più improbabili. Non ho idea se questo ti renda più facile da trattare o il contrario”
 “Ho solo detto quello che mi è sembrato”
 “Hmph” sbuffò Nezumi derisoriamente, “Piuttosto loquace per qualcuno che era sul punto di gettare la spugna fino a un attimo prima, huh? Significa che hai ancora forze”
 “Hai detto di aver bisogno di me. Per questo ce la metterò tutta”
 “Cielo, sembri un moccioso. Ho solo bisogno della tua testa. Presto dovrai farla funzionare a pieno regime. Goditi la vacanza finché puoi. Tieni, afferra questa”
   Gli era stata consegnata una corda. Sembrava intrecciata con la fibra speciale, risultava elastica e solida tra le sue mani. A seconda dell'impiego, la superfibra era in grado di sospendere o sollevare oltre una tonnellata di peso o tagliare in modo netto un singolo capello. La corda doveva essere stata legata a qualcosa, la sentiva tesa.
 “Avvolgiti la corda intorno alla vita. Assicurati di legarla ben stretta, dopodichè si vola”
 “Volare?”
 “Sì, volerai attraverso l'oscurità come un rapace notturno. L'hai legata?”
 “Sì”
 “Ok, ora salteremo. Fa un bel respiro” Shion si sentì attrarre a sé da Nezumi, e poi planò, quasi trascinato dall'altro, attraverso il vuoto. L'oscurità oscillava intorno a lui, quasi fosse diventato un pendolo. Infine avvertì il proprio corpo urtare contro una parete. Sentiva odore di terriccio.
 “Reggiti alla corda con entrambe le mani. Non penzolare, cerca un appoggio sulla parete. Metti in pratica le tue abilità di scalatore, Shion”
 “Spiacente, mai fatto alpinismo prima d'ora” Continuava a ripetersi di restare calmo. L'odore del terriccio che gli solleticava le narici sembrava infondergli coraggio. Non era sangue né vomito, né odore di persone prossime alla morte. Inalò una boccata d'aria. Nezumi lo precedeva nell'arrampicata come per mostrargli la strada.
 “Non è una gran distanza. Sali con calma. Sarà di certo molto più facile che scalare una montagna di persone”
 “Puoi dirlo forte” ribatté Shion, ma invero, scalare una parete che si alzava quasi perpendicolarmente era un compito arduo e rischioso. Gli sembrava quasi di non fare alcun progresso.
 “Il piccolo topino è salito per di qua?” domandò.
 “Avranno le loro vie. Ti piacciono davvero tanto i topi, eh? Ecco, guarda, metti la mano lì, sulla roccia che sporge...sì. Ora qui: c'è un incavo, lo vedi? Resta fermo così e solleva il corpo verso l'alto”
   Guidato dalle precise istruzioni di Nezumi, Shion affrontava la parete con tutta la sua concentrazione. Aveva notato che Nezumi stava reggendo la corda con una mano sola, e alcune volte lo aveva visto oscillare instabilmente. La corda non doveva essere abbastanza lunga per legarla intorno alla vita di entrambi.
   Sono ben peggiore di un ostacolo per lui: sto mettendo in pericolo la sua stessa vita. Ecco che razza di persona impotente sono in realtà.
  Si trovava a confrontarsi con l'ennesima realtà.
  Sono impotente. Ma...
  'Ho bisogno di te'
   Assaporò accuratamente le parole nella sua stessa bocca. Erano come un afrodisiaco. Poteva sentirle appagare il suo corpo. Shion affondò le unghie nella parete di terra, continuando a procedere lentamente verso l'alto.
 Le sue dita sfiorarono qualcosa di solido e, quasi nello stesso momento, si sentì sollevare verso l'alto. Ricadde senza fiato sulle ginocchia, avvertendo la medesima sensazione di solido contro la sua guancia. Di qualunque superficie si trattasse, si presentava fredda al tatto.
  ... roccia?
 Venne raggiunto dal vivace squittio del topolino che aveva cominciato a corrergli lungo la spalla. Anche Cravat e gli altri erano soliti salirgli sulla schiena allo stesso modo, in chiara ricerca di cibo o attenzioni.
 Shion si portò cautamente in piedi, strattonando tentativamente la corda avvolta intorno alla vita. L'estremità opposta era collegata ad una sporgenza rocciosa dalla forma insolita, sulla cui cima era scavato un foro circolare, attraverso cui il topo aveva effettuato diversi giri per assicurarvi la fune. Era forse addestrato a questo? Se era effettivamente così, forse anche questa roccia era un artificio appositamente realizzato come ormeggio, dunque? Sciolse la corda, avvolgendosela intorno al braccio.
   Allungò la mano per consegnarla a Nezumi, ma non ottenne alcuna reazione dal ragazzo accucciato al pavimento. Malgrado la sua preparazione atletica, il suo respiro era visibilmente elaborato. Non c'era da sorprendersi: Nezumi aveva protetto, guidato e supportato Shion per l'intera scalata. Doveva essergli costata molta più energia di quella necessaria per scalare singolarmente. Shion si sentì stringere il cuore.
 “Nezumi...mi dispiace. Io...
 “Niente scuse” La voce che lo interruppe era leggermente più roca del solito. “Chiedi perdono per qualunque motivo, tu. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Come credi possano essere utili le tue scuse per risolvere il problema? Servono solo a dar pace a quella tua fragile coscienza ferita”
 “Sì...”
 “Non usare mai più le parole per scusare le tue colpe. Trattale con maggior riguardo”
 “Sì” Aveva ragione. Per quante decine di milioni di scuse accumulasse, non sarebbe stato in grado di risolvere nulla. D'ora in avanti, avrebbe ingoiato le parole che minacciavano di lasciare le sue labbra con tanta facilità. Prima di pronunciare parole di scuse, avrebbe silenziosamente sopportato il peso delle proprie colpe.
  Fissò il profilo di Nezumi, le cui labbra erano schiuse in respiri elaborati che costringevano le spalle a sollevarsi e ricadere.
   Un giorno restituirò assolutamente il favore. Hai detto di aver bisogno di me, farò in modo di esserne all'altezza. Metterò la mia stessa vita in gioco pur di proteggerti.
 “Oh...Nezumi”
 “Silenzio, ti ho già detto di non voler ascoltare scuse”
 “No, volevo dire... riesco a vedere il tuo volto”
 “Idiota. Ce n'è voluto di tempo per accorgertene, eh? Da qui in poi il nostro percorso sarà illuminato. Sarà scarsa, ma resta pur sempre luce. Uno splendido dono, non credi anche tu?”
 Shion si guardò intorno. Il luogo in cui si trovavano era poco più spazioso di un letto. Mura e pavimento erano lastricati in pietre di ogni dimensione ed alcune di esse emanavano una luce biancastra.
 “Questi sono... LED...”
 “Già, diodi a emissione luminosa, per un residente di No.6 deve trattarsi di un tipo di illuminazione familiare, uh? Anche se, probabilmente, la luce a cui sei abituato era più intensa”
 “Cosa ci fanno LED in questo posto...?” domandò Shion perplesso. “Il passaggio di sotto era illuminato da lampadine a incandescenza. Nezumi, ci troviamo nel Penitenziario?”
 “Non siamo ancora entrati, sfortunatamente”
 “Ma...la parete che abbiamo scalato ora era naturale, non si trattava di una parete artificiale”
 “Oh, allora lo hai notato?” disse Nezumi affatto impressionato.
 “Fin lì ci arrivo anch'io” rispose Shion indignato. “Se fosse stata artificiale, la scalata sarebbe stata impossibile anche col tuo aiuto, oppure molto più semplice. Eppure quella parete non era l'una né l'altra. Sì, aveva appigli e punti d'appoggio, ma erano appena sufficienti per arrampicarmi...non con le mie sole forze, ovviamente”
 “Ti brucia ancora di non esser riuscito ad arrampicarti da solo? Piuttosto suscettibile, huh? Non reggi molto bene i colpi al tuo orgoglio, huh?”
 “Il mio orgoglio è praticamente in pezzi in questo momento” disse Shion. “Nezumi, dove ci troviamo? Perché mai una caverna naturale si troverebbe direttamente connessa al basamento del Penitenziario, un campo di sterminio?”
 Nezumi si alzò in piedi. Sulla sua spalla aveva fatto la sua silenziosa comparsa un topolino grigio dalla coda poco più lunga di quella di Cravat.
 “Questo posto è un enorme complesso di caverne naturali. No.6 ha semplicemente deciso di adibirne una parte a campo di sterminio. Ecco tutto”
 “Ma nemmeno queste sembrano rocce naturali. Anche questo luogo è artificiale, non è vero? Però appare comunque diverso dal Penitenziario. Il che significa che è stato realizzato dalle mani di qualcun altro...
 Prima che potesse terminare la frase, la mano di Nezumi si estese verso di lui, stringendoglisi intorno al suo naso.
 “Parli troppo. Zitto e seguimi”
 “Ok, ti seguo”
 “Shion, sbaglio o la tua curiosità si desta allo stesso modo del tuo orgoglio? I tuoi occhi stanno praticamente luccicando”
 Si era sicuramente destata. Curiosità stava martellando energicamente dentro il suo cuore. Che posto era questo? L'inferno non era l'unico segreto celato da quel luogo. C'era un altro mondo, qualcosa differente da quell'orribile inferno.
  Di cosa si tratterà?
  Cosa ci aspetta?
 La schiena di Nezumi fluttuava debolmente nell'oscurità, mentre discendeva con cautela una pendenza ripidamente inclinata.
  Si trovavano in uno stretto passaggio scavato dalla roccia, dalla volta talmente bassa da essere impossibile transitare in posizione eretta. Di tanto in tanto, Nezumi interrompeva la marcia per riprendere fiato, con le spalle afflosciate che tradivano la considerevole difficoltà in si trovava.
  Appena Shion aprì bocca per domandargli se si sentisse bene, Nezumi ondeggiò pericolosamente, addossandosi pesantemente alla parete.
  “Nezumi!”
 Shion si domandò se non si trattasse dello stesso malessere di qualche giorno prima e se non stesse per vedere Nezumi collassare privo di sensi da un momento all'altro. Estese le mani verso di lui, aspettandosi di vederlo sopraffatto dallo stesso malore. Nezumi non collassò, ma ancora pesantemente poggiato contro la parete, si limitò a mormorare:
 “Huh?”
 “Niente...
 “Riesci a camminare?”
 “Mi sembra ovvio. Ho un paio di gambe, per tua informazione. E molto più abili delle tue in questo”
 Rifiutando la mano offerta, Nezumi riprese a camminare. Shion scrollò leggermente la mano rimasta sospesa a mezz'aria non accettata da nessuno, e riprese a proseguire a sua volta.
 “Questo è...
 Shion sgranò gli occhi. Si trovavano senza dubbio nel cuore di una caverna. Sebbene sporgessero rocce irregolari in più punti, era considerevolmente spaziosa. L'ambiente era troppo buio per poterne vedere gli angoli, ma non completamente immerso nelle tenebre. Anche se flebile, era presente una piccola luce, ma la sua origine non erano diodi a emissione luminosa.
 “Candele?” Tra le fenditure tra le rocce poteva vedere un discreto numero di candele, un'illuminazione che Shion aveva incontrato per la prima volta nel West Block.
 “Nezumi, dove...
  Siamo? Le parole con cui aveva intenzione di terminare la frase gli si bloccarono in gola. Il profilo di Nezumi era rigido, con la gola che si contraeva leggermente deglutendo. Vedere Nezumi tanto all'erta era qualcosa di davvero raro.
 “Qualcosa non va? Cosa...”
 “Shion, sta giù!”
 Contemporaneamente al grido di Nezumi, Shion si sentì spingere, ricadendo all'indietro mentre un'ombra oscura sibilava minacciosa oltre il suo naso.
  Scritch. Scritch.
 Poteva sentire un suono simile ad ingranaggi arrugginiti che ruotavano. Era una voce.
 Nezumi oscillò la mano ed un'ombra scura cadde rimbalzando ai piedi di Shion.
 “Whoa!” Shion si piegò all'indietro. Era un ratto grigio abbastanza grosso. Sembrava uno di quei topi che abitavano le fogne.
  Screech, screech, screech.
 Uno dopo l'altro, numerosi ratti di fogna lo attaccarono. Il primo si scagliò sulla sua spalla, spalancando le fauci nel tentativo di affondargli le zanne in gola. Shion si affrettò ad afferrarlo, scagliandolo con forza il più lontano possibile da lui. Il topo puzzava di fetido. Nemmeno un attimo dopo, un sordo dolore percorse il suo braccio. C'era un ratto attaccato ad esso. Le mani di Shion si mossero prima che potesse avvertire paura.
 “Dannazione!” disse, schiantando il suo intero braccio contro la parete.
  Screech, screech.
 Il suono di ingranaggi arrugginiti riverberava, mentre i ratti gridavano in allarme.
 Numerose lucette rosse ammiccavano da ogni dove, nascoste oltre le crepe tra le rocce. Occhi rossi spiavano Shion circondato da decine di topi di fogna. I loro sguardi cremisi erano fissi sui due ragazzi in attesa dell'opportunità di attaccare.
 “Shion, stai bene?”
 “Sì”
 “Per tua informazione, imitare un gatto non li spaventerà”
 “Lo immaginavo. Anche un gatto sarebbe spaventato”
 “Una rude accoglienza per qualcuno che non vedono da un pò”
Huh? Da un pò?”
   Nezumi portò due dita alle labbra e cominciò a intonare una melodia con il suo fischio. Era una melodia alternata, che si propagava nell'aria come in una danza, su e giù. Una canzone sconosciuta, che come in un film in bianco e nero, evocava nella sua mente l'immagine di una nebbia fitta che avanzava in un bosco oscuro.
  Scritch.
 Un ratto squittì da qualche parte, proseguendo con cautela verso di loro. Nezumi estese gentilmente la mano, e il ratto si strofinò contro le sue dita poco dopo. Le dita di Nezumi si mossero con gentilezza tra il manto grigio in una carezza amorevole.
  Scritch, scritch, scritch.
 Uno dopo l'altro, i ratti discesero dalle crepe. Lo sguardo di Nezumi si posò per un attimo su Shion, che annuì in segno di assenso, accucciandosi ed estendendo la mano allo stesso modo.
  Scritch.
 Un ratto più piccolo si strofinò contro la sua mano. Shion lo grattò dietro le orecchie.
 Gli occhietti rossi si restrinsero in segno di gradimento.
  Hey, non è poi così differente da Cravat.
 Anche i piccoli topini adoravano essere accarezzati dietro le orecchie, era qualcosa che gli domandavano sempre prima di andare a letto. Anche i cani di Inukashi facevano lo stesso, sempre felici di ricevere una premurosa spazzolata.
 “Ecco, ecco. Ti piace? Hey, aspettate un momento. Non ditemi che vorreste essere accarezzati anche voi?” Shion notò che diversi ratti avevano preso posto sul suo grembo. Certo, non erano graziosi come i topini, ma non gli facevano paura. In loro non scorgeva alcuna traccia dell'aggressività mostrata fino a un attimo prima. Ancora più ratti si arrampicarono sul suo grembo. Cominciavano quasi ad essere pesanti.
 “Guardati” disse Nezumi, scuotendo leggermente il capo interrompendo il fischio. “Faresti concorrenza al Pifferaio Magico” Sollevò il mento, lanciando uno sguardo furioso verso il vuoto. “Hai finito con il tuo benvenuto?” La sua meravigliosa voce risuonava limpida riverberando contro la volta, in un continuo risuonare contro le rocce. Sembrava quasi di trovarsi in un teatro con un sofisticato sistema acustico.
  “Mostrati, come vedi i tuoi ratti sono serviti a ben poco
 Nel mezzo della tesa oscurità tra le fenditure delle rocce, un sassolino ruzzolò al suolo. Quasi come fendendo le tenebre, una massa nera si lanciò verso il basso, comparendo accanto a loro senza emettere suono.
 I ratti di fogna fuggirono sparpagliatamente dal grembo di Shion, dissolvendosi nel giro di un attimo nell'oscurità.
  È un uomo?
 Era un uomo avvolto in un mantello nero. Quando il manto si sollevò esponendovi la persona al di sotto, Shion scattò in piedi trattenendo il respiro.
 Un uomo alto e robusto si trovava in piedi davanti a loro. Tutto dell'uomo era grigio. Grigi erano i lunghi capelli che gli arrivavano fino alla vita, così come il colore della sua pelle; grigi gli occhi che lo fissavano di rimando. Non la lucente tonalità di grigio scuro degli occhi di Nezumi, il loro era il colore della sabbia. Il grigio colore del deserto che rifiuta e non accetta la vita. Una terra vasta e sterile, incapace di dare nutrimento e che muta la propria forma in base al vento. Dove Nezumi traboccava di viva energia, quest'uomo non irradiava altro che un mondo sterile.
 “Perché sei tornato?” domandò l'uomo muovendo a malapena le labbra. Shion avvertì un brivido discendergli lungo la schiena, anche se non ne comprendeva la ragione. Si afferrò il braccio saldamente.
 “Sei tornato. Questo significa che devi morire”
 “Lasciami vedere Rou” Nezumi fece un piccolo passo avanti. “Ho qualcosa di importante da discutere con lui. Permettimi di incontrarlo”
 Anche l'uomo avanzò di un passo. “Devi morire. Queste sono le regole”
 Era il deserto, dopotutto, in lui non vi era la minima traccia di vita. Il brivido di Shion si fece più intenso.
 “Devi morire. Queste sono le regole” Una gelida brezza sembrava provenire dall'uomo. Era la sua immaginazione?
 Nezumi espirò lentamente, mentre l'oscurità sembrava mutare forma sopra la sua testa.
 Shion non riuscì nemmeno a notare il momento in cui l'uomo si mosse, ma solo in parte a causa dell'oscurità. Se fossero stati immersi nelle tenebre, il corpo grigio dell'uomo sarebbe stato vagamente visibile; ma una bruna oscurità come questa, con le sole candele come fonte di luce, permetteva all'uomo di mimetizzarsi nell'ambiente con facilità, rendendolo quasi impossibile da scorgere alla vista di Shion. Ma probabilmente i movimenti dell'uomo sarebbero stati difficili da seguire anche sotto il sole cocente di mezzogiorno. Tale era la sua agilità. Il corpo grigio scivolò in avanti lanciandosi contro Nezumi, che riuscì a scansarsi appena in tempo. La gamba dell'uomo lo seguì, oscillando verso l'alto in un calcio che Nezumi parò con la mano. L'uomo perse l'equilibrio solo per un attimo prima di riguadagnare la sua postura e continuare ad attaccarlo senza rumore.
 Shion notò un ratto arrampicarsi sulla sua spalla.
  Screech. Screech. Screech.
 Cominciò a squittire stridulamente, sfregando insieme le zampette. Non sapeva se stesse semplicemente assistendo al combattimento tra i due uomini o tifando per uno di loro, ma la sua vocetta suonava stranamente eccitata.
 “Riesci a vedere cosa sta succedendo?”
  Screech-screech-screech.
 “Allora riesci a vedere, huh? Nezumi...Nezumi sta bene?” Shion strizzava disperatamente gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco la scena nella tenue oscurità. Poteva solo guardare.
  Era sempre stato così. Costantemente così. Ma...ma non posso lasciare che finisca così anche questa volta. Devo fare qualcosa...qualunque cosa.
 L'uomo aveva affermato che Nezumi doveva morire. Non si trattava di una mera intimidazione, seppure la voce dell'uomo era risuonata piatta e apatica, era stata certamente piena di intenti omicidi. Aveva davvero intenzione di uccidere Nezumi.
  Screech-screech! Skrit-skrit-chit.
 Il ratto si protese in avanti squittendo ancora più forte e, nello stesso momento, Shion udì il sordo rumore di carne che colpiva altra carne. Nezumi era stato scaraventato ai piedi di Shion.
 “Nezumi!”
 “Idiota! Non avvicinarti!” Nezumi si rannicchiò tossendo, tirandosi poi in piedi su passo instabile.
 “Cosa c'è?” L'uomo domandò nella stessa voce piatta da oltre l'oscurità. “Ci siamo rammolliti parecchio nel periodo passato in superficie...”
 “Bhe, potremmo dire che...mi sono goduto un po' la vacanza...un po' troppo” Poteva sentire Nezumi ansimare pesantemente per riprendere aria. Shion avanzò di un passo.
 “Stupido. Non c'è da stupirsi se non riesci a combattermi; ti reggi a malapena in piedi”
 “È ovvio!” Era stato Shion a gridare. Non riusciva a distinguere l'uomo chiaramente ma poteva almeno gridargli contro. “Quante energie pensi che abbia dovuto consumare Nezumi anche solo per arrivare fin qui? Prova a fare lo stesso, chiunque diavolo tu sia, prima di fare l'arrogante. Provaci a scalare quella parete con...con una zavorra come me da portarsi dietro”
 Ricevette solo silenzio. Il ratto sulla spalla di Shion schioccò la sua lunga coda placidamente.
 “E questo chi è?”
 “Solo un peso” rispose Nezumi.
 “E perché lo avresti portato qui?”
 “Vorrei fargli incontrare Rou”
  “E poi, cosa?”
  “Voglio che Rou ascolti tutta la storia”
  “La sua storia?”
  “La mia”
  “Non troverai nessuno disposto a prestare ascolto ad uno sciocco come te, che ha avuto la faccia tosta di tornare qui senza nascondere nemmeno il suo disonore”
 “Non potrai saperlo se non provi” Shion sentì Nezumi tirare un piccolo respiro a poca distanza da lui. Sembrava essere in grado di vedere perfettamente. Per lui quella luce fioca doveva essere più che sufficiente.
 “Shion, ascoltami” Gli sussurrò Nezumi direttamente nell'orecchio. “Il varco tra le rocce alle nostre spalle. C'è un passaggio stretto lì. Saltaci dentro e corri”
 “E tu?”
 “Non pensare a me. Va'!” Shion si sentì spingere in pieno petto e cominciò a correre.
 “Non così veloce” Ancor prima che Nezumi gli avesse urlato il breve comando, l'intento omicida dell'uomo li raggiunse come un'onda d'urto.
 'Va''... o aveva detto 'Corri'?
 Shion si fermò, voltandosi alle sue spalle. Attraverso l'oscurità poteva vedere l'immagine indistinta di due ombre lottare tra loro. Poteva vederle chiaramente.
 “Nezumi”
 L'uomo si trovava a cavalcioni su Nezumi, entrambe le mani serrate intorno alla sua gola. Nezumi si contorceva nel tentativo di liberarsi. I respiri di Shion si erano fatti brevi e ravvicinati.
  Nezumi è in difficoltà?
 Non aveva mai visto Nezumi così in trappola, così in difficoltà.
 Devi morire.
 Quelle erano state le parole pronunciate dall'uomo. Era sicuro di avergliele sentite dire.
  Senza pensare, Shion sollevò il polso a cui era avvolta la corda di fibra speciale. Il suo corpo sembrava che si fosse sconnesso dalla propria anima e mente, e in quel momento si stesse muovendo autonomamente. No... forse era stata proprio la sua anima ad impartirgli l'ordine.
 Uccidilo.
 Il ratto saltò giù dalla spalla di Shion, tuffandosi nello stesso varco tra le rocce in cui Nezumi gli aveva ordinato di fuggire poco prima. Shion non aveva eseguito i suoi ordini, ed ora, stava disobbedendo a quelle parole.
  Scree-scree-scree.
 I ratti squittivano da ogni direzione oltre i loro nascondigli rocciosi, le vocine incrinate in apprensione e paura. I movimenti dell'uomo si bloccarono, sollevando appena il mento per scrutare l'area.
 Shion balzò sulla sua schiena, attorcigliandogli la corda sotto il mento, incrociandola, e piegandosi indietro con tutto il proprio peso.
  Gah!
 L'uomo si agitava disperatamente, contorcendosi nella presa. Shion affondò il piede nelle sue spalle, rafforzando la morsa con tutta la sua forza. Quando aveva provato a strozzare il pover'uomo nella stanza adiacente al capo d'esecuzione, possedeva una percezione solo vaga delle sue azioni ed i suoi processi mentali erano quasi completamente intorpiditi. In quel momento, invece, era completamente differente. Era pienamente vigile. La sua coscienza era chiara e nitida; pensieri e intenzioni appartenevano unicamente a lui.
  Lo ammazzo.
  Se provi a uccidere Nezumi, allora devi essere distrutto. Non puoi che essere distrutto.
 Tirò con ancora più forza.
 Il corpo dell'uomo si arcò all'indietro.
 “Shion!” Un urlo strozzato risuonò nell'aria, un grido disperato che invocava il suo nome.
 “Shion! Fermati...fermati, ti prego...Nezumi si lanciò contro le sue spalle. “Fermati, ti scongiuro. Shion”
 “Huh?”
 Un paio di mani racchiusero il suo volto con una solida presa.
 “Riesci a sentire la mia voce?”
 “Oh...sì”
 “Lasciala andare. Presto. Lascia la presa”
   Shion lasciò la presa, obbedendo alle parole che gli erano state dette. L'uomo si voltò di faccia, cercando senza successo di mettersi in piedi, ottenendo come solo risultato il sollevarsi sulle ginocchia tossendo pesantemente. Attraverso la gola mezza collassata, l'aria sibilava simile a un vento che ulula attraverso lande desolate.
 “Shion...te l'ho già detto una volta. Il lavoro di carnefice non ti si addice” Nezumi raccolse la corda, stringendola saldamente tra le mani. Le sue labbra erano spaccate e insanguinate mentre si muovevano “...o vorresti forse dire che anche quella era salvezza?”
 “No”
 “Allora cosa? Se stavi cercando di salvarmi, sappi che non era affar tuo. Shion, non fare mai più una sciocchezza simile. Non spetta a te farlo”
 “Gli stavo dando la giusta punizione”
 “Cosa?”
 “Quella è la giusta punizione”
 “Punizione...cosa stai dicendo?”
 “Quell'uomo ha provato a ucciderti. Per questo meritava una punizione”
 “Shion, tu...
 “Farei la stessa cosa di nuovo. Se quell'uomo provasse nuovamente a farti del male, rifarei la stessa identica cosa”
  L'uomo sedeva rannicchiato al pavimento, afferrandosi la gola ancora ansimante.
 “Chi...è quel tipo?”
 Questa volta Nezumi non rispose. Si limitava a guardare Shion in silenzio, le dita che stringevano la corda tremavano visibilmente.
 “Mi stava strozzando” disse l'uomo incredulo. “E io non – io, proprio io – non sono riuscito a notare la sua presenza”
 “Già...sembra proprio che tu non lo abbia fatto”
 “Era alle mie spalle e mi strangolava, ma non potevo sfuggirgli”
 “Già, ti agitavi proprio come un coniglio in trappola”
 “I ratti erano spaventati della sua presenza”
 “Yup”
 L'uomo rabbrividì. “Chi... è quel tipo?”
 “Un residente di No.6”
 “No. 6? Cosa ci fa un residente di No.6 in questo luogo?”
 Nezumi espirò brevemente. “Lasciami parlare con Rou. Gli racconterò tutto”
 Shion ascoltava immobile la conversazione tra l'uomo e Nezumi. I suoi palmi cominciavano a pulsargli dolorosamente nel posto in cui la corda era affondata nella carne.
 “Ascoltiamo pure la tua storia”
 La voce li aveva raggiunti da qualche parte oltre le loro teste.
 Shion sollevò il volto, guardandosi intorno. C'era uno spazio dipinto d'oscurità tra le tenebre, dove persino la luce delle candele non riusciva a raggiungere. Era da lì che era giunta la voce. Una sola frase...
  Ascoltiamo pure la tua storia.
 Dopo quelle parole, era scomparsa. Non c'era alcuna presenza umana in quella direzione.
 “Ne sono grato” sospirò Nezumi. L'uomo si alzò in piedi barcollando, per poi scomparire tra le rocce un attimo dopo.
 “Andiamo allora, Shion”
 “Oh...giusto” Rispose, facendo un passo nell'oscurità.
 “Shion”
 “Hm?”
 “Probabilmente sarà inutile dirlo, ma...
 “Mm-hmm”
 “Vorrei che tu restassi come sei, Shion”
 “Huh? Cosa vuoi dire?”
 “Lo Shion che conosco non commetterebbe mai un peccato. Mai. CombattiloNezumi mormorò. “Voglio che tu combatta contro te stesso”
 Era una supplica. Il suo tono di voce suonava innaturalmente implorante. Non era il tono di voce che Nezumi disprezzava maggiormente?
 Shion chiuse gli occhi.
 Oltre le palpebre alloggiava un oscurità ancor più profonda di quella davanti ai suoi occhi.
Fine Volume 5


note:
  [1]Lu, Xun, diario di un pazzo e altre storie. Traduzione fatta da me... questa è l'originale inglese:
My elder brother is a cannibal!
I'm brother to a cannibal.
Even though I'm to be the victim of cannibalism, I'm
brother to a cannibal all the same!
  E questa la traduzione che ho trovato su internet :
Mio fratello è un cannibale!
Ed io sono il fratello di un cannibale!
Certo, non sarà lui a mangiarmi, mi lascerà mangiare dagli altri...ma resta il fatto che sono il fratello di un cannibale!
Mi sembrava un tantino differente dal testo inglese quindi ho optato per la traduzione letterale. Fonte della traduzione: http://www.chinahistoryforum.com/index.php?/topic/32934-poesia-cinese/page__st__15
  [2] per questo sono andata a cercare su wikipedia... 'acorns” me lo traduceva solo ghianda, ma wikipedia mi diceva chiaramente che i frutti del faggio si chiamano acheni, quindi... poi, riguardo il 'Quercius acutissima', (sawtooth oak), le traduzioni che ho trovato erano questa oppure una semplice 'quercia castagno del Giappone'. Perché ho optato per il nome tecnico? Perché 1. sta parlando Shion, 2. è il suo campo, 3. il mondo è mezzo distrutto, probabilmente non esiste nemmeno più il Giappone XD. Per chi è curioso, in pratica le castagne sono dei particolari tipi di acheni, per questo Shion prende in esempio il quercius acutissima che sarebbe un tipo di castagno. I ricci, in un castagno, sarebbero quelle cose che ha chiamato 'cupola' poco prima. Quando dice 'si tratta di ghiande', penso sia scorretto... in inglese parla di nut (nocciola/ghianda), ma wikipedia dice che gli acheni sono 'frutti secchi indeiscenti', e per quanto ci vedo Shion fare questo nomaccio assurdo, mi sembrava troppo lungo quindi ho preferito optare per una semplice ghianda.
Cosa che forse ricorderò solo io, quando Shion salva il piccolo Rico, lo aveva trovato sotto l'albero di un faggio, e il bimbetto si stava strozzando con una ghianda... ecco, dev'essere questo frutto dunque... avendo utilizzato 'ghianda' ho preferito farlo anche in questo caso. (non sapevo come tradurre 'nut', chiesi conferma anche a 9th avenue dicendo che se avevano nocciole nel West Block avrebbero potuto preparare la nutella, ma mi disse di no... peccato, Nezumi credo l'avrebbe gradita).
  [3] ci sono volte in cui l'italiano sembra limitato rispetto all'inglese... You didn't feel the kind of desire for me that burned your body with yearning. Le due parole indicano entrambe desiderio, ma yearning: brama, anelito, desiderio intenso, smania, struggimento, tenerezza, aspirazione.
Desire: desiderare; bramare, anelare; chiedere, sollecitare.
  [4] “congratulations on a job well done “, credo fosse il お疲れ様 = O-Tsukare-sama(deshita) = Grazie per esserti stancato oggi (inteso come= Ottimo lavoro, oggi! Grazie del tuo lavoro!)
In italiano non ha molto senso, quindi l'ho tradotto con un semplice ottimo lavoro. Ovviamente penso che Nezumi fosse sarcastico... fonte della traduzione: http://sakuramagazine.com/giapponese-saluti-espressioni-e-frasi-utili/
   [5]”it'll come back to bite you in the ass” , letteralmente : tornerà in dietro per morderti nel deretano... (volevo anche far notare che Nezumi parla sempre in modo raffinato con gli altri, Shion invece gli fa tirare fuori certe espressioni XD). Cmq, 'come back to bite you' (senza l'ass) è un'idioma inglese, che significa “ti si ritorcerà contro”, “un giorno ti presenterà il conto”... non trovavo nulla che esprimesse la volgarità di Nezumi in questa frase se non “mettertela in quel posto” (lo so, in teoria ha spiegato in quale, ma....)


7 commenti:

  1. grazie mille per la traduzione... credo di amarti.
    Sul serio :) Aspetto con ansia il nuovo capitolo...

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    1. ohh, non dirmi così che mi emoziono (in realtà sto piangendo sentendo il 6 drama cd di no.6 anche se non so il giapponese e non ho la traduzione... ma per chi fosse interessato http://www.nyaa.eu/?page=torrentinfo&tid=293782 (la traccia 7-8 Q_Q è il pezzo di quando Shion prova ad andare a salvare Safu e Nezumi lo ferma, ma hanno aggiunto altri dialoghi... oddio, voglio la traduzioneeee Q_Q)

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  2. Povera Safu, sfigata da tutti i punti di vista..ecchecavolo! L'autrice odia questa poverina....
    Capitolo stupendo, specie quando Shion va in berserk e tenta di strozzare quell'infame in grigio.
    e bravo Shion, venti minuti prima voleva morire tra i cadaveri in putrefazione e poi dopo il "cicchetto " di Nezumi mi diventa più rapido di un Thugs.
    Che tipo 'sto Shion, assolutamente imprevedibile...collima con la spiegazione che mi avevi dato in precedenza sul suo strano carattere!
    Come al solito "O-Tsukare-sama".
    Vedrai che prima della fine della Novel troverò nuovi modi per ringraziarti del tuo favoloso, strepitoso, meraviglioso lavoro!
    Vado a leggere il prossimo capitolo!

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    1. "venti minuti prima voleva morire tra i cadaveri in putrefazione e poi dopo il "cicchetto " di Nezumi mi diventa più rapido di un Thugs."
      Quello lì è capace di ECCITARSI in quella situazione... anche quando Nezumi gli aveva detto che se fosse impazzito lo avrebbe baciato e poi tagliato la gola, si era letteralmente eccitato... (io non mi ero accorta che quell'espressione fosse proprio in quel senso, pensavo fosse qualcosa di più figurativo, ne parlavano su tumblr XD)

      "Che tipo 'sto Shion, assolutamente imprevedibile...collima con la spiegazione che mi avevi dato in precedenza sul suo strano carattere!"
      Sì, non volevo dirti troppo per non rovinare la lettura, ma immagino ora sarà più chiaro cosa intendessi dire...

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  3. Mio Dio,mi sento sporca a dirlo ma capisco Shion al 100% non lo biasimo neanche un pò,ho provato a immaginare mio fratello nella situazione di Nezumi e avrei fatto l'identica cosa..certo non posso mettere a confronto il loro rapporto con il mio e quello di mio fratello o della mia intera famiglia ma..come si chiama? Non lo so ma avrei fatto lo stesso per proteggere le persone a me care...

    Comunque qua più si va avanti più io giuro che mi sento drogata.
    Nella mia testa c'è "una volta che hai raggiunto i capitoli già tradotti vai a rileggerti tutto daccapo" e io tipo" ma davvero potrei farlo?" e l'altra me"sai che morirai se non lo fai" hahaha. HO CREATO UN MOSTRO.

    No comunque a parte gli scherzi..questa novel ti prende di brutto x°d. Giuro che se la pubblicheranno mai in Italia(poco ci credo) la comprerò qualsiasi sia il prezzo x°D
    A parte per il mio lato yaoista,il mio lato umano è completamente preso,io ADORO vedere i loro cambiamenti,come Shion da dire una cosa quando poi si tratta di Nezumi cambia,cambia dannatamente.
    Nezumi davvero non ha capito che Shion non sta "cambiando" gli sta mostrando la sua vera "forma",come fa a non essersene accorto? Shion ha perso se stesso solo quando Nezumi stesso è stato in pericolo - offeso,etc. E ancora non se ne accorge? Non riesce a capirlo credo ...perché gli è difficile pensare che qualcuno possa tenere così tanto a lui? XD

    E e e e e ,la mia piccola e adorabile Safu .___. Mio Dio,quella poveretta sta soffrendo fin troppo ._. mi sento male per lei davvero.....però..provo una sensazione "piacevole" nel pensare che almeno non ha perso la speranza .

    Comunque ..io continuo a dire che non so come ringraziarti..davvero grazie grazie mille ;_; non posso neanche immaginare quanto dev'essere stato duro tradurre tutto,probabilmente se non avessi letto questa novel non avrei mai pensato quel che penso ora (cioè che sono davvero grata di averla letta per motivi vari e che sarebbe stata una grandissima perdita non leggerlo) ma visto che ora lo penso..so che sarebbe stato orribile. Quindi grazie per avermi regalato qualcosa di così bello,grazie per il tuo duro lavoro e grazie per il tuo impegno! :)

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    1. "non posso neanche immaginare quanto dev'essere stato duro tradurre tutto,probabilmente se non avessi letto questa novel non avrei mai pensato quel che penso ora (cioè che sono davvero grata di averla letta per motivi vari e che sarebbe stata una grandissima perdita non leggerlo) ma visto che ora lo penso..so che sarebbe stato orribile. Quindi grazie per avermi regalato qualcosa di così bello,grazie per il tuo duro lavoro e grazie per il tuo impegno! :)"

      non hai idea quanto parole simili mi rendano felice. Non sono una persona che fa le cose per setirsi dire grazie, ma con tutto quello che ha significato, significa per me questa storia, dare la possibilità ad altri di conoscerla, sapere che altre persone avvertono questa stessa connessione, questo schiaffo morale e spinta alla riflessione, questo trasporto di sentimenti tanto vividi e reali, concreti.... e sapere che sono stata io a fornire un mezzo per permettere ad altra gente di accedere a questo meraviglioso mondo che si chiama no.6....

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    2. E infatti così è .. e proprio per questo che ti sono grata.
      Non avrei pensato questo,forse non mi sarei mai affacciata a questo nuovo mondo.
      Per questo dico che a parte il lavoro duro e tutto il resto tu hai spronato tante persone a riflettere e tanto altro...certo l'autrice ha scritto tutto lei ma tu ci hai donato(il termine giusto è questo) quest'opera che senza di te sicuramente non avremmo mai potuto leggere.

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