CAPITOLO PRECEDENTE
Volume 1
CAPITOLO 2
Un inizio tranquillo.
Caso indice (primo esempio verificatosi)
Uomo, anni 31, impiegato in un'azienda biotecnologica. Ingegnere.
L'uomo si lasciò sprofondare su di una panchina nel Parco Forestale e sospirò. Si domandava quante volte avesse già sospirato quella mattina. Sospirò nuovamente e guardò il gambo di lattuga tra le sue mani. La sua vista lo fece sospirare nuovamente. Le foglie verdi e croccanti erano attaccate stabilmente al gambo della lattuga – per quanto riguarda la qualità, era di prima classe. Staccò una foglia e la portò alla bocca. Aveva un sapore delicato e l'aspetto era invogliante. Di prima classe senza dubbio. Allora perché non riusciva a venderla?
Questa lattuga era quella che considerava la sua opera d'arte. Aveva lavorato a lungo nello sviluppo della biotecnologia per produrre un prodotto fresco come le verdure a foglia larga.
Era convinto che questi sicuri, accessibili e deliziosi biovegetali fossero la soluzione al diffondersi della crisi alimentare e che sarebbero presto divenuti un caposaldo della distribuzione di cibo. Aveva la convinzione che lo sarebbero stati. Ma le vendite di mercato non stavano andando bene come si aspettava e l'uomo stava perdendo la speranza. I compratori sembravano preferire i prodotti importati dai campi del Blocco Sud, piuttosto che i suoi biovegetali. Soprattutto per la verdura a foglia larga come il cappuccio e la lattuga. Il suo capo gli aveva detto che se fosse continuato così, avrebbe dovuto iniziare a pensare di fermarne la produzione.
La base del collo gli prudeva. Era da un bel po' che gli stava prudendo ormai. L'uomo era abituato ad avere infiammazioni quando era stanco, ma quella sera, il segno rosso di un irritazione probabilmente doveva essersi diffuso sull'intero corpo probabilmente. Erano accadute troppe cose spiacevoli quel giorno. Sospirò di nuovo. La lattuga tra le sue mani sembrava pensante.
Dal taschino della giacca gli arrivò all'orecchio il suono di un bip. Lo schermo del cellulare sulla sua ID card si illuminò e comparve il volto di una giovane donna.
"Saluti dall'Ufficio Informazioni Municipale. Questa chiamata è per notificarle i risultati dell'esaminazione per bambini di cui ha fatto richiesta. Per confermare il suo account, inserisca il suo numero di cittadinanza..." prima ancora che la donna avesse finito di parlare, l'uomo cominciò a digitare i numeri. Quello era il giorno dell'esame della sua figlioletta di due anni. Era una bambina brillante ed adorabile. Non aveva mai osato dirlo ad alta voce, ma segretamente nutriva l'aspettativa che sarebbe stata riconosciuta top-rank.
"La ringraziamo. Abbiamo confermato le sue impronte digitali e il suo numero di registrazione. Le sue informazioni sono le seguenti..." il nome della figlia, seguito da una serie di numeri dettagliati venne mostrato sul display. Peso, altezza, misura del busto, condizioni di salute, nutrimento, stadio della crescita, valutazione delle diverse capacità... tutti i voti oscillavano nella scala da A a C. Non era né troppo indietro né brillante oltre la norma. Era così. L'uomo fissò lo schermo per un momento e poi rimise la ID card nella tasca. Pensò al sorriso della figlia.
Oh bene.
L'uomo parlò tra sé e sorrise guardando il gambo di lattuga tra le sue mani. Dotata o meno, sua figlia rimaneva sempre sua figlia. Le voleva bene e la adorava. E quello era abbastanza.
Improvvisamente un'idea gli balenò nella mente. Forse era troppo legato all'idea del migliore, del perfetto? Se fosse stato vero – non c'era niente di cui lamentarsi riguardo la lattuga. Forse la sua perfezione sarebbe stata anche la sua rovina. Vedendo quei gambi di lattuga identici e perfetti allineati fila dopo fila, i clienti non si sentivano così invogliati a comprarla. E se fosse la perfezione stessa ad allontanare i clienti?
Un robot delle pulizie gli si stava avvicinando. Sul corpo metallico era piantata una testa rotonda, e due braccia metalliche si allungavano per raccogliere la spazzatura e gettarla all'interno del box dei rifiuti ubicati al centro del corpo. Si. Questa lattuga era come quel robot. Era pulita e regolare, ma troppo artificiale... la lattuga rotolò giù dalle sue mani. L'uomo si abbassò velocemente per raccoglierla e corrugò le sopracciglia.
Huh?
Le dita si irrigidirono. La vista si fece velata. Respirare gli risultava faticoso. Il robot raccolse la lattuga e si fermò. La voce di un giovane uomo lo raggiunse.
"Posso buttarlo tra i rifiuti?"
L'uomo aprì la bocca per parlare ma venne sopraffatto da colpi di tosse. Insieme a questa, qualcosa di bianco fuoriuscì dalla sua bocca. Denti. I suoi denti stavano cadendo.
"Ne è sicuro? La getto via allora." La lattuga venne gettata nel box dei rifiuti e il robot si allontanò.
Aspetta, aiutami...
L'uomo allungò la mano e gridò in preda al terrore. L'intera lunghezza del suo braccio disteso era piena di macchie. Il suo corpo si fece pesante. L'uomo barcollò e ricadde sul terreno tra la panchina ed una siepe.
"Shion, da' un'occhiata a questo."
Erano da poco passate le sei quando Shion venne chiamato dal suo collega, Yamase. I due erano gli unici umani nell'Ufficio Amministrativo del Parco. Insieme guidavano e si occupavano della manutenzione dei tre robot pulitori che pattugliavano il parco. Robot da lavoro come questi erano ancora ad uno stadio di prototipo e anche i semplici robot da pulizia tendevano a guastarsi. Anche il compito di impartire i comandi dei robot era una seccatura, perché non erano bene in grado di distinguere i rifiuti. Dopo aver registrato per la prima volta come rifiuto nella memoria del computer un oggetto, si supponeva dovesse essere in grado di riconoscerlo in automatico. Ma i robot mandavano errori di 'Oggetto non Identificato' ogni volta. Ce n'era stato un altro mezz'ora prima, infatti. L'immagine rimandatagli indietro sembrava un gambo di lattuga e Shion aveva esitato un momento sul cosa farne. Aveva incontrato altri oggetti prima, di cui si era chiesto se dovevano essere chiamati rifiuti o meno, come un pulcino caduto giù da un albero o un cappello con una decorazione di piume piuttosto stravagante. Una lattuga, però, era la prima volta.
"E' successo qualcosa?" si trovava in piedi dietro Yamase, che sedeva al pannello operativo.
"Hmm... Sampo si comporta in modo strano."
Yamase amava chiamare i tre robot con dei nomignoli. Sampo (significa 3 passi o passeggiata) era il robot No.3. Oggi stava lavorando in una delle zone nella parte più profonda del parco. Sampo era lo stesso robot che aveva raccolto il gambo di lattuga poco prima. Lo schermo davanti a loro mostrava una luce rossa di errore che notificava un 'Oggetto non Identificato'.
"L'immagine dell'oggetto?"
"Si, per questo. Non è molto chiaro, ma... è strano."
"Strano?"
Yamase aveva vent'anni – quattro più di Shion – ed era tranquillo di natura, raramente qualcosa riusciva a scomporlo. La natura calma del suo collega era una delle ragioni per cui a Shion piaceva lavorare lì. La seconda ragione era perché il lavoro riguardava sopratutto macchine, dunque non era costretto a dover parlare con la gente.
"Ecco, dai un'occhiata," disse Yamase, facendo visualizzare di nuovo le immagini della videocamera sullo schermo.
"Riesci a mettere un po' più a fuoco?"
"Certo" rispose e le mani di Yamase si mossero velocemente sul pannello di controllo. L'immagine si fece più chiara.
"Cosa......." Shion si avvicinò ed il respiro gli si fermò in gola. Piedi? Un paio di gambe con dei pantaloni sbucavano da dietro la panchina. Riusciva a vedere un paio di scarpe marroni che completavano il tutto.
"Pensi stia dormendo...?" la voce di Yamase tremava.
"Segni vitali?"
"Huh?"
"Non riesci ad alzare i sensori di Sampo al massimo?" Sampo era equipaggiato con diversi recettori capaci di avvertire il calore, il suono e la composizione di un oggetto. La voce di Yamase tremava più violentemente adesso.
"Ossigeno, emissione di calore... zero. Nessun segno vitale."
"Andrò a controllare" disse Shion improvvisamente.
"Vengo anch'io."
Montarono sulle biciclette e pedalarono più velocemente possibile. Le biciclette erano diventate di una popolarità esplosiva negli ultimi anni e le statistiche mostravano che il cittadino medio possedeva 1,3 biciclette. Anche le scarpe da jogging vendevano bene. Piuttosto che mezzi di trasporto comodi e senza sforzo, molte persone sceglievano di camminare, pedalare e usare il loro stesso corpo. Popolare o meno, per uno studente come Shion, qualcosa di così accessibile, facile da manovrare e che non costava nulla in carburante era più che necessario.
C'erano limiti di velocità anche per le biciclette all'interno del Parco. Shion pedalava a tutta velocità su un viale dove di solito avrebbe potuto solo camminare. La maggior parte dei veicoli in quei tempi era equipaggiata con un meccanismo di freno che subentrava in automatico quando il veicolo superava una certa velocità. Ma la bicicletta di Shion era un vecchio modello e non era equipaggiata con il controllo della velocità. Se il dipartimento dei trasporti lo avesse scoperto avrebbe dovuto pagare sicuramente una multa, ma in quel momento era felice di poter pedalare veloce come voleva.
Raggiunse un'area tranquilla isolata dagli alberi. Sampo era immobile al di sotto di una volta di foglie fruscianti. La posizione della testa, ripiegata leggermente di lato, lo faceva sembrare pensieroso o sconcertato.
"Sampo." in risposta alla voce di Shion, i LED negli occhi del robot si illuminarono di verde. Shion scrutò dietro la panchina e si immobilizzò.
"Shion, che succede?" Yamase arrivò qualche secondo più tardi e fece un rumore sommesso con la gola.
L'uomo era disteso dietro la panchina, come se avesse voluto nascondersi dietro di essa. La sua bocca era aperta e gli occhi erano spalancati e ancora fissi. Sul volto c'era un espressione di sorpresa, piuttosto che paura o dolore. Sembrava che avesse visto qualcosa di shockante un attimo prima di morire. I suoi capelli erano bianchi come la neve e sulle guance c'erano delle macchie che sembravano piaghe senili. Le rughe erano pronunciate. Era piuttosto anziano.
Ha una camicia piuttosto vistosa per la sua età, però.
Pensò Shion guardando la camicia rosa chiaro indossata dall'uomo.
"Yamase-san, puoi contattare il Dipartimento di Sicurezza?"
"Huh? Oh... oh, si, certo. Sicuro. Dammi solo un minuto... Pronto? Uhm, è l'Ufficio Amministrativo del Parco..." prestando poco ascolto alla voce tremante di Yamase-san che spiegava la situazione, Shion allungò cautamente la mano per toccare l'uomo. Il Rigor Mortis era diffuso in tutto il corpo.
"È impossibile" mormorò incredulo Shion quasi automaticamente.
È troppo presto.
Il Rigor Mortis di solito impiega almeno un'ora per entrare in effetto dopo la morte – due o tre ore in alcuni casi. Iniziava dalla mascella, per poi diffondersi gradualmente verso il basso ed arrivare fino alle gambe. Da quello che vedeva, quest'uomo doveva essere morto da almeno diverse ore. Ma 30 minuti prima, questo corpo non si trovava lì. Se lo fosse stato, Sampo lo avrebbe notato. Sapeva che c'era stata una persona viva seduta alla panchina. Dopo aver confermato la lattuga, i sensori di Sampo avevano registrato la presenza di un umano in vita. Certo, non aveva prove per dimostrare che si trattasse della stessa persona. No, era impossibile che lo fosse. Era impossibile che una persona viva fino a 30 minuti prima potesse entrare completamente in Rigor Mortis in cosi poco tempo. Allora...c'era qualcun altro seduto sulla panchina, ignaro del cadavere?
È impossibile.
Shion lasciò il braccio dell'uomo, che sembrava più rigido e freddo di quello meccanico di Sampo. Era impossibile. Anche se l'uomo fosse morto senza che nessuno lo avesse notato, Sampo lo avrebbe individuato di sicuro. Indubbiamente Sampo aveva reagito alla sua presenza e aveva mandato il segnale di 'Oggetto Indistinguibile' solo pochi minuti prima. Questo significava che 30 minuti prima non vi erano cadaveri lì.
Shion pensò di aver visto il corpo muoversi. Certo, era stata solo immaginazione. Ma Shion soffocò un grido di orrore. La mandibola dell'uomo, rigida solo un minuto prima, stava iniziando a rilassarsi. Pensò di riuscire a scorgere anche un leggero odore di decomposizione. L'uomo era con la faccia rivolta sul terreno e dietro le orecchie Shion riusciva a vedere una macchia verde tendente al nero che cominciava ad espandersi. Era sicuro che non si trovasse lì un attimo prima. O almeno non era visibile a occhio nudo. Shion si avvicinò.
"Stanno arrivando," sospirò Yamase sollevato. Un auto del Dipartimento di Sicurezza si stava avvicinando silenziosamente.
"Quindi nell'arco di dieci strani minuti, hai visto un Rigor Mortis completo ed ha iniziato ad andare in putrefazione dopo poco? È impossibile," concluse Safu semplicemente, dopo aver mandato giù un boccone di ciambella al cioccolato. Il Fast-food dove erano seduti, situato nella parte più vecchia della città, era pieno di persone di ogni tipo e colore.
"E se dici di aver sentito odore di marcio, allora significa che la decomposizione ad opera dei batteri era già cominciata, giusto? È impossibile. Anche in piena estate ci vorrebbero 30 ore, giusto, perché l'effetto del Rigor Mortis sparisca completamente."
"In condizioni particolari ci metterebbe 36 ore in estate, e 3-7 giorni in inverno e 60 ore nella temperatura attuale. Questo è quello che dicono i libri" rispose Shion, abbassando lo sguardo dal viso di Safu e prendendo un sorso dalla tazza di thè. Si sentiva malinconico e stanco.
"Il Dipartimento di Sicurezza ti ha dato dei problemi?" Safu lo scrutò in volto.
I capelli corti e spuntati le circondavano il viso delicato e i larghi occhi, conferendole un'aria misteriosa, quasi androgina. Anche Safu era stata selezionata come top-ranking durante l'esaminazione dei bambini di due anni di età. Era una dei diversi compagni di classe con cui aveva studiato fino all'età di dodici anni. E attualmente, all'età di sedici, era l'unica con cui Shion condivideva una stretta amicizia. Si era specializzata in psicologia, ed a breve sarebbe partita per uno scambio con un altra città.
"Sembra sia stata una morte innaturale, dovevano essere sospettosi. Probabilmente ti avranno riempito di domande, non è così?"
La Safu che Shion conosceva come compagna di classe era una ragazza piccola e tranquilla. Probabilmente in laboratorio era la stessa. Ma quando si trovava sola con Shion, Safu sorrideva spesso, mangiava tranquillamente e rilassava il suo tono formale. Shion finì di bere il suo thè, e scosse la testa lentamente.
"Nah, non è stato così duro come pensavo" a dire la verità, l'interrogatorio del Dipartimento di Sicurezza era stato sorprendentemente breve. Avevano solo prelevato i dati relativi al corpo, raccolti da Sampo e chiesto una spiegazione della situazione da entrambi. L'ufficiale aveva adottato un tono scortese quando aveva scoperto che l'indirizzo di Shion era ubicato nel distretto più antico della città, prossimo al West Block, ma Shion era ormai abituato a questo tipo di trattamento e non ci aveva dato peso.
"Allora perché sei così abbattuto? Sei il dipinto del giovane preoccupato in questo momento."
"È che... non mi sembra normale. "
"Il Rigor Mortis e il tempo che ha impiegato a degradarsi?"
"Esatto. L'hai detto tu stessa, Safu. Non è possibile. Hai ragione. Non c'era una condizione che avrebbe potuto accelerare il Rigor Mortis e la sua scomparsa fino a quel punto."
"Vuoi dire nessuna condizione in termini di temperatura o umidità, o qualsiasi altra influenza esterna, giusto? Non puoi sapere se ci sono state cause interne che hanno accelerato il processo, senza un'autopsia."
"Cause interne, huh... ad esempio?"
"Per esempio, se la persona era gravemente debilitata, non si sarebbe indurita così tanto e non sarebbe durato nemmeno così a lungo. In persone con avvelenamento da fosforo o nei neonati, dicono che sia quasi inesistente..."
"Di certo non era un bambino, te lo posso assicurare."
Safu sbuffò indignatamente e guardò male Shion.
"Era solo un esempio. Sei sarcastico come sempre, eh? Non sei cambiato affatto. Ma immagino che non possiamo capirci un granché se non abbiamo nessuna informazione."
"Sì...." Shion annuì in modo incerto e si morse inconsciamente il labbro inferiore. Informazioni, libri, manuali... alcune volte erano completamente inutili. Quello che considerava tanto certo ed assoluto poteva essere sconvolto con una tale velocità e crollare con facilità davanti ai suoi occhi. Lo aveva vissuto sulla sua pelle quattro anni prima.
"Shion." Safu posizionò i gomiti sul tavolo ed unì le mani una sopra l'altra. Poggiando il mento sulle mani fissò Shion.
"C'è qualcosa che vorrei chiederti."
"Cosa?"
"Quattro anni fa perché non hai più frequentato il corso di studi per studenti dotati?" con la sua domanda sembrava avesse visto dritto attraverso di lui. Shion tagliò un pezzo della torta di mele con le mani. Il ripieno colò fuori finendo nel piatto.
"Perché lo chiedi ora?"
"Perché voglio sapere. Anche da un punto di vista oggettivo, eri uno studente brillante. Assimilavi bene le informazioni e sapevi come applicarle. Tutti i professori nutrivano grandi aspettative su di te."
"Mi dai troppo merito."
"E' la verità. I numeri lo provano. Vuoi che ti mostri i risultati del tuo test di abilità di quattro anni fa?"
"Safu" aveva un gusto amaro in bocca. Sembrava risalire dal centro stesso del suo corpo.
"Che motivo hai di chiedermelo adesso? Quattro anni fa sono stato dichiarato non qualificato per il corso di studi per studenti dotati, quindi ho perso tutti i privilegi speciali. Non sono stato io a scegliere di non frequentalo, non ho potuto. Ora lavoro per l'Amministrazione del Parco per pagarmi gli studi e sto frequentando i corsi di preparazione del Ministero del Lavoro. Ma i miei voti non sono un gran che quindi non sono nemmeno sicuro se riuscirò a finire il corso. Questa è la realtà. È questa la verità che mi chiedevi, Safu."
"E per quale ragione hai perso i tuoi privilegi?"
"Non voglio parlarne."
"Vorrei me lo dicessi."
Shion finì di leccare la crosta della torta dalle dita e serrò fermamente la bocca. Non ne voleva parlare. O, piuttosto, non riusciva a pensare a nessuna spiegazione che potesse far comprendere Safu.
La ragione era semplice. Per una notte, aveva accolto un VC sotto la sua ala protettiva e lo aveva lasciato fuggire. Il Dipartimento di Sicurezza lo aveva scoperto. Avevano trovato sospetto che sua madre Karan avesse lasciato l'allarme di sicurezza spento e Shion aveva lasciato spento il sistema di rilevamento di oggetti estranei nella sua camera. Il sistema di sicurezza di ciascuna casa era collegato con il sistema di computer del Dipartimento Amministrativo Centrale e poteva essere facilmente individuato.
Non era passata nemmeno un'ora dalla scomparsa di Nezumi che gli ufficiali dal Dipartimento di Sicurezza avevano bussato alla sua porta. Era stato l'inizio del loro lungo ed ostinato interrogatorio.
'Sapevi che era un VC, quindi?'
'Sì'
'Perché non hai chiamato immediatamente le autorità?'
'Bhe...'
'Rispondi alla domanda. Non c'è fretta. Semplicemente rispondi in modo chiaro e dettagliato'
'È stato perché sembrava avere la mia stessa età ed era ferito gravemente. Mi è dispiaciuto per lui...'
'Quindi hai simpatizzato con questo VC, non hai contattato la polizia ma hai gli invece medicato la ferita e lo hai aiutato a fuggire'
'È andata così, sì'
L'Inquirente del Dipartimento di Sicurezza che lo aveva interrogato si chiamava Rashi. Durante l'intero incontro aveva parlato mantenendo un tono gentile, senza mai alzare la voce o usare violenza. Quando, dopo due giorni, il loro estenuante interrogatorio era terminato e Shion era stato rilasciato, gli aveva addirittura dato un'amichevole pacca sulla spalla ed aveva detto "È stata dura, lo so. Ti ringrazio." Ma gli occhi di Rashi non avevano sorriso nemmeno una volta e Shion lo aveva notato. Anche ora, quattro anni dopo, quegli occhi non sorridenti tornavano nei suoi sogni, il loro sguardo lo trafiggeva. Finiva per svegliarsi la mattina, tremante e completamente madido di sudore.
Aveva nascosto un criminale e lo aveva aiutato nella fuga. Shion non era stato condannato per il suo crimine, ma era stato dichiarato gravemente privo di capacità di giudizio ed abilità di prendere decisioni e come risultato tutti i suoi privilegi speciali erano stati revocati.
Al termine dell'uragano, Shion e Karan si erano ritrovati per strada, sotto un cielo blu accecante. Si ritrovarono senza un posto dove vivere né mezzi per sostentarsi. Il corso di studi per studenti dotati in ecologia di Shion era diventato qualcosa di più lontano ed irraggiungibile delle nuvole che volavano nel cielo sopra di loro.
Una certezza, una sicurezza assoluta che aveva avuto tra le mani fino a quel momento, sino a solo a pochi attimi prima, era svanita. Si era dissolta nel vento, più fragile delle foglie che aveva visto spazzare via in quella tempesta. Era un senso di vuoto che provava per la prima volta nella sua vita.
No.6 non aveva alcun sistema di previdenza sociale. Esisteva solo un sistema gerarchico basato sul livello di contributi che un certo numero di cittadini doveva offrire alla città. Shion e Karan, lontani dal contribuire per la città, erano trattati come gente che aveva fallito nella responsabilità di cittadino. Si trovavano nel gradino più basso della scala. Ciò significava che, eccetto il permesso di poter rimanere in città, non gli spettava più alcun tipo di aiuto o di servizio.
'Petri-dish élite'. Nezumi aveva usato quel termine quella notte, ed era vero. Aveva compreso il peso di ciò dopo essere stato cacciato fuori dal suo contenitore chiuso e protetto. No. 6 non era altro che una società di casta. La dinamica verticale della popolazione era ordinata accuratamente in una struttura piramidale. Una volta precipitati dai piani alti, era praticamente impossibile arrampicarsi di nuovo.
"Guardati, sei così serio." Safu rise. "Ho capito. Se è così difficile da spiegare allora non lo chiederò più."
"Mi dispiace." Shion sollevò una mano e piegò in avanti la testa in segno di scusa. Fortunatamente non vi furono più domande a riguardo. Gli eventi erano abbastanza facili da spiegare. Avrebbe voluto raccontarglielo, perché la ragazza capisse finalmente quali erano state le dinamiche che avevano stravolto completamente la sua vita. Ma quello che Shion non riusciva ad afferrare, che non riusciva a trovare le parole per spiegare, erano i suoi stessi sentimenti . Lui stesso si sorprendeva di quanto poco rimpianto provava. Era sconvolto per quanto fosse stata fragile la sua posizione e più di una volta si era ritrovato rannicchiato, incapace di affrontare il suo senso di vuoto. Ma ora, dopo quattro anni rimasto in quella sensazione, valutava la situazione. Cosa avrebbe fatto se avesse potuto far tornare il tempo a quel giorno, nel suo dodicesimo compleanno? Avrebbe chiamato la polizia? Avrebbe attivato il sistema d'allarme? La risposta era sempre 'no'.
Anche se avesse avuto la possibilità di tornare a quella notte, avrebbe fatto la stessa cosa. Avrebbe accolto il vento e la pioggia, e quell'intruso che era arrivato con loro. Lo sentiva come una certezza, e questa sua certezza lo metteva a disagio. Non è che trovasse la sua vita attuale più soddisfacente di prima. Provava ancora un forte attaccamento all'ecologia, all'ambiente di apprendimento di primo livello, alla sua vita confortevole – ed abbastanza vergognosamente, persino agli encomi, alle parole di lode e incoraggiamento, agli sguardi di ammirazione di cui era al centro. Ma anche così, avrebbe fatto la stessa cosa. Se accettare Nezumi significava la sua stessa distruzione, allora avrebbe abbracciato la distruzione ancora e ancora. Non aveva rimpianti su quello che aveva fatto. Ma non riusciva a spiegarne il motivo. Da quella notte, altri uragani erano arrivati e passati. Ascoltando i mormorii eccitati delle foglie nel vento, Shion non provava alcun rimpianto, ma un senso di nostalgia. Un intenso desiderio di rivederlo nuovamente.
Shion non era sicuro di essere in grado di spiegarlo adeguatamente a Safu. Non aveva altre opzioni se non quella di restare in silenzio.
"Vogliamo andare allora, Shion?" Safu si alzò in piedi. Il ristorante era diventato ancora più affollato ed ora riuscivano a sentire con difficoltà la voce dell'altro.
"Ti accompagno in stazione," si offrì Shion.
"Certo, saresti davvero insensibile a lasciare tornare a casa da sola una ragazza, non è vero?"
"Oh, e dai," replicò Shion, "Conosciamo entrambi la tua forza, anche se sembri piccola e pelle e ossa. E in più sei molto veloce. Ho sempre pensato che fossi più adatta per le arti marziali più che per la psicologia, a dire il vero."
"Sai cosa, hai ragione. Mi hanno detto che mi scaldo all'improvviso, anche se sono molto calma di solito. Forse non sono affatto portata per lavoro di laboratorio."
Camminavano fianco a fianco lungo la strada per la stazione. Esclusi un paio di ristoranti, la folla di persone che percorreva la strada su e giù era sparita. Shion diede una piccola spinta alla spalla di Safu. Le sue ultime parole erano risuonate leggermente depresse alle sue orecchie.
"E questa dovrebbe essere la voce di qualcuno che ha superato l'esame e sta per partire per lo scambio?"
Safu sollevò il viso e sorrise.
"Sei geloso, non è vero?"
"Si."
"E' terribilmente veritiero da parte tua."
"Sii sincero con te stesso, sii gentile con gli altri. È il mio motto questi giorni."
"Bugiardo."
"Huh?"
"Non sei affatto geloso."
Shion si fermò. Safu lo stava fissando con un'aria di sfida. Mentre stava per chiamare il suo nome, venne afferrato per la spalla da dietro.
"Mi scusi." Shion si voltò. Alle sue spalle c'era un uomo che sorrideva. Era poco più basso di Shion e indossava l'uniforme del Dipartimento di Sicurezza. Era vestito in tonalità blue navy dalla testa ai piedi, con abiti costitituiti da un materiale speciale chiamato superfibra, che aveva qualità impressionanti per il suo aspetto comune. Con una resistenza di dieci volte quella dell'acciaio, ricopriva bene il compito di giubbotto antiproiettile; allo stesso tempo, permetteva all'aria di passare facilmente, quindi l'indumento poteva traspirare. Più ci si avvicinava al West Block e più il numero di questi Ufficiali di Applicazione Legale dal Dipartimento di Sicurezza aumentava. Shion scostò con calma la mano dell'uomo dalla sua spalla e chiese.
"Posso aiutarla?"
"Ah, beh... vorrei solo farvi un paio di domande... quanti anni avete?"
"Sedici."
"Entrambi?"
"Si."
"Sapete che per i minori di diciotto anni c'è il coprifuoco dopo le nove?"
"Si, ma non sono ancora passate le otto."
"Shion," Safu bisbigliò aspramente. Gli stava suggerendo di evitare una discussione. Ma la divisa del Dipartimento di Sicurezza davanti a loro gli portava alla memoria gli occhi di quell'Inquirente chiamato Rashi. Anziché sentirsi intimidito, Shion era tentato di reagire.
"Mostratemi le ID card di entrambi, per favore." forse aveva notato l'atteggiamento ribelle di Shion. L'uomo cancellò il sorriso dal suo volto e chiese loro le card identificative senza alcuna espressione. Safu gli passò la card argentata. Shion fece lo stesso in silenzio.
"I vostri numeri di cittadinanza, in ordine."
"SSC-000124GJ."
"Qw-55142."
L'uomo ritirò le card dal suo card-reader portatile e si girò verso Safu per porgerle un leggero inchino.
L'uomo ritirò le card dal suo card-reader portatile e si girò verso Safu per porgerle un leggero inchino.
"Uno studente frequentante il corso di studi per studenti dotati come lei non dovrebbe girovagare per quest'area in un'ora così tarda. Le raccomanderei di tornare a casa."
"Lo stavo facendo... stavo andando verso la stazione."
"Lasci che la accompagni."
"No, grazie. Lo stava già facendo lui." Safu si strinse al braccio di Shion.
"La porterò io," disse Shion soltanto. "Eravamo diretti lì fin dall'inizio. Andiamo, Safu."
Strappando le card dalla presa dell'ufficiale, Shion afferrò la mano di Safu e si allontanò velocemente. Quando si girò qualche momento dopo, l'uomo era già scomparso nella folla animata.
"Mi ha spaventata." Safu strinse i pugni contro il petto. "non sono mai stata fermata dal Dipartimento di Sicurezza."
"A me succede sempre," rispose Shion. "se non avessi avuto la tua ID del corso di studi per studenti dotati, ci avrebbe pressati ancora di più."
"Davvero?"
"Davvero," disse Shion, torvo. "Come il treno su cui stai per salire. Con quell'ID card, puoi passare la carrozza centrale e salire nella special class. Questo è il tipo di città in cui viviamo. Ognuno è diviso in categorie a seconda delle abilità, ricchezza e tanti altri fattori."
"Non parlarne così," protestò Safu. "Non 'smisti' la gente come 'smisti' la spazzatura o la merce. Le persone sono persone. Sono esseri umani."
"Safu, in questa città non ha importanza se siamo o meno persone. Importa solo quanto sei utile per la città. Tutto qui."
"Shion..."
"Poco fa mi hai chiamato bugiardo. Non lo sono. Certo che sono geloso. Hai tutti i tuoi privilegi, e ti è permesso di studiare e sperimentare a tuo piacimento. Io sono invidioso, Safu. Mi infastidisci anche. Hai tutto quello che io non ho."
Shion si fermò e lasciò uscire un lungo respiro. Era andato troppo oltre. Era stato ignobile. Vile. Imbarazzante. Patetico. Schioccò la lingua in frustrazione verso se stesso.
Anche Safu sospirò.
"Resti ancora un bugiardo."
"Huh?"
"Non mi hai sentito? Resti. Ancora. Un. Bugiardo. Ci aggiungerei 'grande', se ti va. Stai solo facendo finta di essere invidioso di me. O non ti rendi nemmeno conto che stai mentendo? Che ragazzo idiota ho tra le mani."
"Safu, cosa..." Shion cominciò esasperato.
"Se fossi stato davvero invidioso e pieno di risentimento, non avresti sopportato di rimanere con me, passeggiare e cenare assieme. Ma tu...tu stai ridendo, mangiando, chiacchierando e scherzando come se nulla fosse."
"Hey, anche io ho il mio orgoglio. È ovvio che non mostro apertamente l'invidia."
"Shion," disse Safu, sicura "La mia specializzazione sono le funzioni cognitive, le attività cerebrali e la loro relazione con gli ormoni."
"Lo so."
"Bene, perché se tu non lo avessi saputo, mi sarei arrabbiata. Non te l'ho ripetuto fino allo stremo per nulla. Comunque," continuò, energicamente "Dici che stai nascondendo il tuo risentimento e che stai facendo finta di goderti questo tempo con me. Una cosa simile sarebbe stata stressante, giusto?"
"Immagino di sì..." rispose Shion, incerto.
"Sarebbe stato davvero stressante. E quando una persona prova stress, le ghiandole dell'adrenalina secernano degli steroidi chiamati corticosteroidi che influenzano il cervello. E quello che provoca all'attività celebrale è - "
"Ok, Safu, ho capito." interruppe Shion. "Basta così. Tieni la tua conferenza per la prossima volta e ti ascolterò attentamente - "
"Ascoltami. Non stai provando alcuno stress. Non provi alcun risentimento nei miei confronti. Shion, cos'è che desideri fare?"
"Huh?"
"Se avessi voluto continuare i tuoi studi, avresti provato invidia per me. Ma tu non lo sei. Hai detto che ho tutto quello che tu non possiedi. Allora cosa hai tu? Non puoi dire di non avere nulla," aggiunse velocemente. "Le persone che non hanno nulla, no...le persone che pensano che non gli resti nulla non riescono a sorridere come fai tu. O parlare come fai tu. Le tue emozioni non hanno alcun influenza sulle tue azioni. Per avere quel livello di perfetto controllo, ci vorrebbe un allenamento speciale. E tu non stai facendo nessun allenamento speciale. Non credo nemmeno che tu sia una persona eccessivamente emotiva, ma non credo nemmeno che tu possegga l'abilità di controllare il 100% delle tue emozioni. L'unica ragione per cui riesci a sostenere una regolare conversazione con me e ridere quando ci sono io è perché hai un certo livello di stabilità nelle tue emozioni."
"Safu, quello che hai appena detto sono tutte teorie da salotto. Gli esseri umani hanno emozioni complesse. Non sono come topi da laboratorio. Non credo che possa spiegare come le emozioni influenzino le azioni umane tanto facilmente. È arrogante credere che la scienza possa spiegare tutto della natura umana."
Safu scrollò le spalle. Si stavano avvicinando alla stazione.
"Non sapevo volessi diventare uno scrittore."
"Safu" disse Shion con un tono stanco.
"Allora lo dirò in un contesto letterario. Uno stato d'animo saldo... sto parlando di speranze o di sogni. Tu possiedi queste cose. Ecco perché non senti il bisogno di provare risentimento nei miei confronti. Shion, cosa speri?"
Speranza. Ripetette la parola in silenzio. Era una parola che non usava da anni. Non era nè dolce nè amara, ma lo riscaldò lentamente dal profondo del suo corpo.
Speranza. Cosa spero?
Il futuro che gli era stato promesso era crollato. Quello che era rimasto ora era sua madre, il magro salario del suo lavoro e il suo corpo da sedicenne. Quali speranze risiedevano in questi? Non ne era sicuro. Ma sentiva di non aver perso completamente la speranza.
Entrarono in stazione. La parte vecchia della città dove Shion viveva era una zona adiacente al West Block e alle mura della città e funzionava come una specie di area tampone tra il centro e il West Block. Era chiamata Lost Town. Molto diversa dalla tranquillità del centro della città, era un luogo squallido, che brulicava di persone. Anche la stazione dove si trovavano in quel momento era molto affollata. Il leggero profumo di frittura e alcol si diffondeva nell'aria.
"Va bene fino qui." Safu si fermò. C'era un insetto dalle ali nere sulla sua spalla. Scacciandolo via, Shion pose una domanda a caso.
"Fai attenzione. Oh, quando parti per lo scambio?"
"Tra due giorni."
"Due giorni!" esclamò Shion. "Perché non me lo hai detto prima?"
"Perché non volevo. Mi avresti organizzato una festa di addio se te lo avesi detto?"
Safu sollevò il mento in modo provocatorio.
"Shion, c'è una cosa che vorrei che mi dessi."
"Certo, se riesco a procurarmela in tempo..."
"Il tuo sperma."
Safu guardò Shion negli occhi mentre gli diceva queste parole. Non chiuse le palpebre nemmeno una volta.
Shion apriva e chiudeva la bocca ripetutamente senza dire una parola.
"Mi hai sentito? Voglio il tuo sperma."
"Uh...cosa? Safu... uhm-"
"Tra tutte le persone che conosco, probabilmente saresti di certo il miglior donatore di sperma. Il tuo sperma e i miei ovuli. Non credi che produrrebbero il bambino perfetto? Lo voglio, Shion. Voglio il tuo sperma."
"L'inseminazione artificiale richiede il permesso dalla città," rispose Shion, cautamente.
"Avere il permesso non è difficile. La città incoraggia l'inseminazione artificiale tra persone che posseggono un DNA eccellente e abilità superiori."
Shion deglutì e si girò di spalle. L'insetto alato attraversò la sua linea di visione, ronzando incessantemente. L'irritazione crebbe dentro di lui.
"Safu, non so se te l'ho già detto prima, ma io non ho mai conosciuto mio padre. Io non conosco la sua personalità, la sua statura o se ha mai avuto delle malattie."
"Lo so, ma i genitori non sono importanti. Il novantanove percento del genoma umano è stato già decodificato. Posso scoprire tutto quello che ho bisogno di sapere riguardo le tue informazioni genetiche."
"E poi... se ottieni le informazioni e c'è qualcosa lì dentro che non ti piace, cosa hai intenzione di fare?"
"Beh..."
"Safu, dove vorresti arrivare? Pensi che il significato di un essere umano sia interamente in quello che dice la sequenza base del suo DNA? Certo, puoi controllare il mio DNA, analizzare i miei geni, ma cosa ti dirà su di me? Parli di avere un bambino come se fosse facile, ma..."
"So molto più di te di quanto immagini!"
La voce acuta di Safu lo interruppe. I passanti girarono le teste per guardarli.
"Siamo stati insieme da quando avevamo due anni. So che tipo di persona sei, cosa ti piace fare... lo so. Lo so, e ti dico anche questo...sei tu quello che non sa nulla."
"Cosa?"
Safu bisbigliò qualcosa, ma la sua voce non riuscì a raggiungere Shion. Lui si piegò verso di lei leggermente per poterla sentire meglio.
"Voglio fare sesso con te."
Le sue parole risuonarono chiare nelle orecchie di Shion.
"Safu..."
"Non voglio il tuo sperma. Non voglio un'inseminazione artificiale. Non mi importa di avere o no un bambino. Voglio fare sesso con te. Tutto qui."
"Aspetta, uh...aspetta un minuto... Safu, io - "
"Adesso."
Shion inspirò. L'unto profumo del cibo fritto si diffuse nelle sue narici. L'orologio rintoccò le otto precise.
"Non ora."
"Perché no? Perché non sei interessato a me? O non sei interessato al sesso?"
"Sono interessato ad entrambi. Ma... non voglio farlo, non ora, con te."
"Quindi è perché si tratta di me?"
"No...il mio corpo probabilmente risponderebbe senza problemi. Anche ora sono... ma...ma è per quello che non voglio. Non voglio venire a letto con te per un capriccio momentaneo."
"Sai che è come dire che non mi hai mai vista in quel modo prima d'ora?"
"Sì. Ho sempre pensato a te come ad un'amica."
"Non posso crederci." Safu sospirò esasperata. "Perché sei così infantile? Fa' come vuoi. Vado a casa."
"Safu, tra due anni..."
"Hm?"
"Il tuo scambio durerà due anni, giusto? Quando tornerai, sarò io a chiedertelo."
"Se voglio fare sesso?"
"Sì."
"Sei un idiota in buona fede, se ne avessi mai visto uno. Non ho idea di come tu abbia fatto fin ora, per quel tuo atteggiamento passivo."
"Riguardati e non lavorare troppo."
"Oh, puoi contarci che lavorerò sodo. Lavorerò così tanto che terrò lontani tutti i ragazzi."
Con una sventolata casuale della mano in saluto, Safu si voltò dall'altra parte e lanciò un lieve grido. Un piccolo topolino grigio passò attraverso i piedi di Safu e si arrampicò su per il corpo di Shion.
"Un topo!"
Un piccolo topo delle dimensioni del mignolo di Shion si sedette sulla sua spalla, muovendo il naso.
"Sono sorpresa di vedere un topo in questa città. Ma è piuttosto carino" osservò Safu.
"Abbastanza amichevole, anche."
Il topolino portò il muso vicino all'orecchio di Shion.
"Ancora un idiota" bisbigliò.
Shion sentì una scossa elettrica correre lungo tutto il corpo. Cercò di afferrare il topolino ma sfuggì dalle sue dita, saltò giù dalla spalla e corse verso l'uscita della stazione. Era vero, questo era un vecchio distretto, ma Lost Town restava comunque entro i limiti della città e i topi erano rari. Il Dipartimento di Salute e Igiene provvedeva alla completa rimozione di tutti gli esseri nocivi, animali o insetti. La gente non era abituata a vedere un topo correre tra i loro piedi. Grida di sorpresa e esplosioni di brusii ansiosi si innalzavano dalla folla.
E dall'altra parte di questa, Shion vide un paio di occhi grigi. Fu solo per un fugace istante. Una scossa trapassò nuovamente il suo corpo.
"Nezumi!"
"Shion, che succede?"
"Safu, puoi tornare a casa da sola da qui, vero?"
"Cosa? Certo. Lo stavo già facendo, no? Che succede? Perché sei così turbato?"
"Perdonami...!"
Dopo essersi separati da quel momento, non avrebbe più potuto vedere Safu per due anni. Lo sapeva e avrebbe dovuto salutarla adeguatamente. Almeno guardare la sua schiena che si allontanava scomparendo tra la folla accalcata. Che avrebbero fatto sesso o meno, non cambiava il fatto che Safu era importante per lui. Sapeva bene che questo non era affatto il saluto appropriato che meritava. Lo sapeva. Ma quello che pensava di sapere bene fu spazzato via all'istante. Il suo corpo si muoveva da solo, disobbedendo al suo pensiero razionale. Sì, lo aveva già sperimentato quattro anni prima...anche se sapeva che la ragione possiede sempre la risposta giusta.
Accendere il sistema di sicurezza. Notificare al Dipartimento di Sicurezza. Rimuovere quella presenza estranea. Aveva disobbedito a tutto questo. In quel momento stava accadendo la stessa cosa. Stava lasciando che le proprie emozioni assumessero il controllo sulle azioni.
Fuori aveva cominciato a piovere. Le gocce di pioggia gli colpivano le guance. In mezzo a quella folla di persone che camminava vivacemente avanti e indietro, non riuscì però a vedere quel volto conosciuto.
"Shion!" Karan accolse suo figlio alla porta e sgranò gli occhi. "Sei bagnato fradicio! Dove sei stato?"
"Camminavo...."
"Sotto questa pioggia? Da dove?"
"La stazione."
"E perché mai ti sei bagnato così tanto?"
"Avevo bisogno di calmarmi."
"Calmarti, hmm? Passivo come al solito, eh?"
Safu aveva usato la stessa parola solo attimi prima. Shion rise con se stesso ed iniziò ad asciugarsi i capelli. Si era fatto improvvisamente molto freddo da quando aveva cominciato a piovere; la vecchia stufa a ventola a cherosene ronzava tenendo al caldo la stanza. Karan sbadigliò. Per lei era giunta l'ora di andare a letto. Relegata in un angolo di Lost Town, Karan gestiva un modesto forno. Era piccolo con solo un bancone. Ma le persone sembravano essere attratte dall'aroma del pane appena sfornato che si diffondeva dalle sue porte ogni mattina e gli affari andavano bene. Apriva presto, quindi aveva bisogno di andare a dormire presto. Si erano avvicinate le nove, che per Karan erano come la mezzanotte.
"Penso di aumentare la quantità di panini al burro domani. E forse proverò a essere un po' più audace e vendere delle torte semplici, oltre ai muffin che già vendiamo. Cosa ne pensi?"
"Come la torta alle ciliegie?"
"Proprio quella. Qualcosa di semplice che le persone possano comprare come spuntino, ma un po' più di alta gamma rispetto al pane o ai muffin. Un piccolo souvenir per un giorno speciale o qualcosa di simile."
"Sembra una buona idea," disse Shion, entusiasta.
"Non lo credi anche tu? E penso che avere delle torte nel bancone possa dargli un tocco di vivacità."
Shion fece annuì e si mosse per lasciare la stanza. In quella casa, non avevano il lusso di camere da letto private. Karan dormiva in un angolo del soggiorno e Shion nel deposito.
"Shion," chiamò sua madre. Lui si voltò.
"E' successo qualcosa?"
"Huh?"
"Ti è successo qualcosa per cui avevi bisogno di calmarti?" Karan proseguì senza attendere la risposta del figlio. "Quando sei tornato a casa, sembravi un po' stordito. Non ti eri nemmeno reso conto di essere fradicio. E... anche ora -"
"Ora?"
"Sembri assente, ma anche un po' turbato... Hai una strana espressione. Vuoi che ti porti uno specchio?"
Shion espirò brevemente.
"È morta una persona nel parco oggi."
"Cosa? Nel parco forestale? Al TG non hanno detto nulla oggi."
Niente al TG? Significava forse che l'uomo era morto per cause naturali? Anche se improvviso, forse c'era comunque una spiegazione. Non abbastanza da farne notizia, solo una semplice morte...Shion scosse la testa. Certo che no. Il tempo che il corpo aveva impiegato per diventare rigido, quell'espressione sul volto, la macchia verde. Era tutto troppo strano.
Al dipartimento di Sicurezza aveva solo spiegato quello che aveva trovato sulla scena. Aveva finto di non aver notato il rigor mortis o la macchia...aveva avuto la sensazione di doverlo fare. Non sapeva perché, ma una voce dentro di lui gli aveva detto di fare il finta di nulla, di mentire. Così come un piccolo animale che fiuta il pericolo e si nasconde, il suo istinto lo aveva avvisato. Istinto...ed eccolo di nuovo. Stava agendo non con la ragione ma seguendo l'istinto. Stava voltando le spalle alla logica e al buonsenso troppo velocemente a favore delle emozioni e dell'istinto. Shion sospirò profondamente. Gli sembrava un po' difficile respirare.
"Ed è per questo che sei turbato?"
"Beh, sì. Non avevo mai visto un cadavere prima."
Sto mentendo, mamma. Ho rivisto quegli occhi grigi oggi. Ho visto Nezumi. Ho la sensazione che stia per succedere qualcosa. Ecco perché...
Karan sorrise ed augurò la buonanotte a suo figlio. Era un sorriso gentile. Le augurò la buonanotte anche e lasciò la stanza.
Karan era ancora un po' rotondetta, ma sembrava molto più giovane di prima. Sembrava non avesse preso troppo male il trasloco da Cronos a Lost Town. Sorrideva spesso parlando di quanto fosse divertente cucinare il pane e di quanto si sentisse felice quando la gente lo comprava. Non era solo per gentilezza o per il desiderio di voler rassicurare suo figlio. Karan non si stava disperando affatto della loro vita lì. A Cronos potevano avere tutto, ma la loro vita a Lost Town era qualcosa che Karan aveva costruito con le sue mani. Era per questo che Shion non voleva distruggerla. Non voleva sconvolgere l'intera vita di sua madre come aveva fatto quattro anni prima. Non voleva coinvolgerla ancora nei suoi problemi.
Shion si lasciò cadere sul letto, avvertiva un leggero brivido ed aveva un leggero dolore alla nuca. Quando chiuse gli occhi, un turbine di immagini comparvero dietro le palpebre. La macchia verdastra, la lattuga abbandonata, la camicia rosa, la faccia di Safu. Voglio fare sesso. Il topo che gli si era arrampicato addosso. Ancora un idiota. Il centro del suo corpo si fece caldo. I battiti del suo cuore accelerarono. Non era stato un sogno. Non era stata un'illusione. Nezumi era stato davvero lì, in mezzo a quella folla di persone in quella stazione. Una comparsa piuttosto plateale hai fatto in quel momento. "Stupido," brontolò sotto il suo respiro. Cosa doveva aspettarsi da quell'apparizione? Cosa stava pensando di fare Nezumi?
Shion si mise seduto sul letto. A parte Safu, il corpo nel parco e Nezumi erano in qualche modo connessi? Nella stessa sera che aveva scoperto il corpo, era ricomparso Nezumi. Una coincidenza? Se erano collegati, come...
Uno squillo interruppe i suoi pensieri. Il cellulare sulla sua ID card stava squillando. Non poteva essere. Sapeva che non poteva essere Nezumi, ma il suo cuore accelerò i battiti. Le dita tremavano mentre afferrava la carta. Con lettere illuminate sul Display – Safu. Premette il bottone Talk e lo schermo lasciò il posto all'immagine di Safu.
"Shion, stavi dormendo?"
"Ah...um, no."
Aveva dimenticato. Avrebbe dovuto essere lui a chiamarla e concludere il saluto lasciato a metà.
"Safu, mi dispiace per prima. Io..."
"Quella persona era così importante per te, huh?"
"Huh?"
Il viso di Safu aveva assunto un sorriso beffardo. Era sia sereno che bellissimo.
"Non ti ho mai visto così prima d'ora. Hai idea di che tipo di espressione avessi in quel momento?"
"Huh? Aspetta...ero ridotto così male?"
"Era molto interessante invece. Mi ha divertita per tutto il tempo. Prima c'è stata sorpresa e poi...beh, vediamo...come potrei chiamarla? Gioia? Eri completamente rapito, potrei dire. Abbastanza da spazzar via qualsiasi altra cosa dalla tua mente. Poi ti sei precipitato fuori dalla stazione, lasciandomi da sola. Che storia triste, huh? Lo so."
"Mi dispiace. Non posso scusarmi abbastanza"
"Direi che sei scusato. Almeno sono riuscita a vedere una nuova parte di te...non ti avevo mai visto con un'espressione simile prima. Allora, Shion, chi è che ti fa apparire in quel modo? Era qualcuno di così importante da farti abbandonare tutto per inseguirlo?
"Sì."
Rimase lui stesso sorpreso per questa sua risposta immediata.
"Uhm, Safu, non fraintendermi. Non è una fidanzata o niente di simile. Uh...non riesco a spiegarlo bene, ma..."
"E' anche la prima volta che ti vedo in difficoltà cercando di spiegare qualcosa. Mi va bene se hai una ragazza. Non mi importa se hai già qualcuno nella mente...no, questa è una menzogna. Guardami, cerco sempre di metter su l'immagine di una ragazza forte in ogni situazione. È una mia brutta abitudine."
"Non è vero," ribatté Shion. "Sei sempre sincera con te stessa."
"Solo davanti a te. Non te ne sei accorto?" continuò Safu e la sua espressione si fece seria.
"Safu, davvero, uh...prenditi cura di te. Quando ci incontreremo tra due anni..."
"Ti amo, Shion. Più di chiunque altro."
La linea si chiuse senza aspettare la sua risposta. Poteva sentire il picchiettare della pioggia. Pensò di vedere qualcosa muoversi in un angolo della stanza.
"Nezumi?"
Tra i sacchi di farina e zucchero accatastati nella stanza, solo il suono della pioggia echeggiava. Shion si abbracciò le ginocchia e restò seduto in silenzio nell'oscurità, prestando orecchio alla continua pioggerella. La pioggia non mostrava segno di voler peggiorare né migliorare e continuò in quel modo per tutta la notte.
--FINE CAPITOLO-
Cioè sto leggendo tutti i capitoli e faccio una faticaccia perchè sono pigra e leggere al pc è stancante, quindi ora vado a leggere gli altri capitoli. Dx
RispondiEliminaComunque grazie mille per il lavoro che fai! ^^
Ti ringrazio. Si, immagino che leggere al pc quando non si è abituati risulti stancante... (Dicono che per una lettura rilassante è consigliabile non leggere nero su bianco ma usare altri colori, non so se può essere utile >< Di mio sono parecchio ciecata quindi capisco bene cosa vuoi dire XD). Grazie ancora e buona lettura^.^
EliminaIntanto per tutti gli interessati, qui ci sono i capitoli in italiano del manga.
RispondiEliminahttp://blackdaggersisterhood.blogfree.net/?t=3638005
Cavoli, quello di Shion è amore a prima vista.
Con tutto quello che ha passato, inclusi i due giorni di interrogatorio, non ha mai un dubbio.
Non si è pentito.
Questo sì che è vero amore!
Grazie per il capitolo.
si, Shion è adorabile in questo *-*
EliminaAwwww, non avrei mai pensato di poter leggere un giorno il romanzo di No.6! Cioè, avevo previsto di leggerlo in inglese, ma sarebbe stato meno... Come dire... Emozionante xD
RispondiEliminaGrazie mille per questo tuo lavoro di traduzione, è veramente un piacere scoprire da cosa è nato l'anime omonimo (che è un capolavoro, e dire capolavoro è un eufemismo.)
Vabbè, bando alle ciance. RIPRENDIAMO LA LETTURA 8D
*w* capitolo fantastico *w* cioè ma rispetto all'anime Shion ha tutto un altro spessore *w* è fantastico...adoro questa frase: "Se accettare Nezumi significava la sua stessa distruzione, allora avrebbe abbracciato la distruzione ancora e ancora" .
RispondiEliminaadoro adoro *w* continuo con il capitolo 3 ;)
grazieee!
Ti ringrazio moltissimo per aver tradotto questo MAGNIFICO romanzo in italiano! *u* Sono davvero molto felice, sai? Finalmente potrò leggere il romanzo del mio anime/manga preferito in assoluto! Chissà se verserò fiumi di lacrime anche con questo... xD
RispondiEliminaGrazie ancora ^^
Ciao! Scrivo un bel po' dopo le altre persone che hanno commentato... comunque ti ringrazio tantissimo per aver tradotto tutta la novel! Davvero, sono felicissima di aver trovato il link perché non vedevo l'ora di leggerla. Però avevo avuto una perplessità... nel capitolo precedente hai usato la prima persona per Shion, come mai adesso è tutto in terza? Scusa la domanda, è stupida, ma ero curiosa. Tu traduci direttamente dal giapponese o da altre lingue?
RispondiEliminaciao Maria Chiara, ben venuta sul blog e buona lettura. Riguardo le tue domande, la traduzione proviene dall'inglese, dal blog 9th Avenue (linkato anche nel post-indice del mio blog). Circa le perplessità 1/3 persona, nell'inglese è riportato in quel modo, e presumo anche in giapponese. Suppongo volesse essere un assaggio da parte dell'autrice, del funzionamento scientifico dei pensieri di Shion.
EliminaPerché tutti ci tengono a ribadire che Shion sia passivo? xD
RispondiEliminala dichiarazione più penosa del mondo, conosco un robot che ne avrebbe fatta una migliore; andiamo, al ragazzo che ti piace tu parli del tuo amore nei suoi confronti parlando di ovuli e cellule? E poi, qual'è il problema se non ricambia i sentimenti di Safu? Mica era obbligatorio che provasse lo stesso, no? E invece sembra quasi che Safu l'avesse dato per scontato, ma QUESTE cose non si danno MAI per scontate, non è così che funziona. Così come Shion non ha alcun obbliogo a vedere proprio lei come la persona più importante al mondo solo perchè è quella che lo conosce da più tempo. Ok, chiusa parentesi: credo di aver individuato un paio di punti in cui ci sarebbero stati bene degli spazi bianchi tra un discorso e l'altro, ma per il resto è un ottimo lavoro :-)
RispondiElimina